venerdì 7 giugno 2013

Scandinavia, traballano i mutui interest only by Monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15025
Scandinavia, traballano i mutui interest only07/06/2013

Il modello ipotecario della Scandinavia, basato sui mutui interest-only (concessi con il cosiddetto preammortamento finanziario), sta creando nuovi rischi per le economie della regione, perché troppo pochi proprietari di case stanno pagando il lorodebito.
 
A sostenerlo l'agenzia Moody's.
 
Al ritmo attuale di ammortamento, le famiglie svedesi avranno bisogno di 140 anni, in media, per rimborsare i loro mutui per la casa, secondo le stime dell'Autorità di vigilanza finanziaria.
 
In Danimarca, dove le famiglie stanno ancora cercando di riprendersi dallo scoppio della bolla immobiliare che ha visto calare i prezzi di oltre il 20 % rispetto al picco del 2007, i prestiti di questo tipo costituiscono più della metà dei 490 miliardi dollari del mercato dei mutui del Paese, come mostrano i dati della banca centrale.
 
I danesi hanno il più alto carico al mondo di debito rispetto al reddito disponibile, a più del 300%, e quello di Svezia e Norvegia sta toccando livelli record di quest'anno.
 
mutui che prevedono il solo pagamento degli interessi nella fase iniziale hanno reso le case più accessibili, contribuendo a innalzare alle stelle i prezzi degli immobili in Norvegia e Svezia.
 
Svezia e Norvegia hanno attraversato una difficile crisi immobiliare e finanziaria nel corso degli anni Novanta e le banche sono sottoposte ora a difficili requisiti normativi per prevenire il rischio che la situazione possa ripetersi (come quello di non fornire mutui che abbiano superato l'85% del valore di un immobile).
 
Il Fondo monetario internazionale sta esortando la Svezia, la più grande economia nordica, a considerare l'imposizione di regole minime di ammortamento per evitare una bolla immobiliare.
 
La Riksbank stima che il debito delle famiglie svedesi si gonfierà a un record del 177% del reddito disponibile entro il primo trimestre del 2015 da 174% di oggi.
 
I prezzi degli appartamenti sono saliti dell'11% negli ultimi 12 mesi, e i prezzi nel centro diStoccolma hanno registrato un'impennata del 35% dall'inizio del 2009.
 
 

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Ferrero (Bnp Paribas real estate): «Investiremo 400 milioni in Italia» di Evelina Marchesini - Il Sole 24 Ore


A capo di una realtà internazionale fortemente radicata in Italia, con circa 4,5 miliardi di asset under management e 400 milioni in sviluppo diretto di progetti, Cesare Ferrero, country manager di Bnp Paribas real estate, non è abituato a giri di parole. E va dritto al punto, anche quando controcorrente.
Il primo semestre 2013 sta per chiudersi con una riaccesa vitalità per il real estate italiano. Qual è la sua idea in proposito? 
Direi che stiamo assistendo, per usare un'espressione ormai comune a livello europeo, a un mercato a due velocità. C'è una parte che sta soffrendo molto, con volumi di transazione decisamente modesti e una pressione sui prezzi molto significativa. C'è poi una parte del mercato che, seppure non stia andando a velocità folle, continua a vedere transazioni e proseguire un trend che non è poi così depresso. E su quest'ultima parte di mercato noi continuiamo a essere presenti e investitori anche in termini di sviluppo.

Operate sempre con i fondi? E qual è la panoramica della vostra struttura oggi? 
Operiamo in due modi diversi. Da un lato, direttamente con risorse proprie del gruppo; dall'altro, attraverso fondi di investimento immobiliare in gestione presso la nostra Sgr. Nel primo caso la logica è sempre quella di progetti di sviluppo e quindi di operatore opportunistico che tendenzialmente investe in due sole città in Italia, Milano e Roma, in operazioni a carattere residenziale o direzionale.

Rientra in questa tipologia il recente acquisto dell'ex hotel in zona Fiera a Milano da Fonsai? Con quale obiettivo? 
Sì, e stiamo valutando una riqualificazione in uffici o residenziale.

E sul fronte dei fondi immobiliari? 
Abbiamo una ventina di fondi in gestione per circa 4,5 miliardi di asset under management: in questo caso le strategie sono differenti e dipendono dai singoli fondi e dalla relativa specializzazione. Quella che però è la strategia comune su tutti i fronti è ridurre notevolmente il profilo di rischio per l'investitore.

A quanto ammonta l'esposizione sui progetti di sviluppo? 
Attualmente abbiamo tre cantieri importanti che hanno un volume complessivo di investimento di circa 400 milioni di euro. Contiamo poi nel 2014 di avviare altri cantieri per un ulteriore fabbisogno di circa 200 milioni di euro.

Quali saranno i nuovi cantieri? 
Uno è la prosecuzione di tutto il piano di sviluppo della nuova sede Bnl di Tiburtina e la riconversione degli immobili che vengono liberati. Su Milano avvieremo nel 2014 un secondo progetto residenziale e il cantiere per la nuova sede di Siemens a Milano.

I rendimenti dei deal importanti sono saliti nel 2013 grazie a un repricing di diversi portafogli. Lei concorda con questa lettura del mercato? 
Il processo di repricing c'è certamente perchè la posta contrattuale si è spostata dal compratore al venditore e il mercato, prima fatto dai venditori, oggi è nelle mani degli acquirenti. Allo stesso tempo però oggi non ci sono poi così tante operazioni chiuse. È vero che c'è un repricing ma continua a esserci una restrizione nel credito immobiliare e questo comporta che in molti casi le transazioni, poi, non si chiudano. Personalmente ritengo che in questo scenario sia molto difficile avviare grandi operazioni.

Da dove ripartire, secondo lei, per lo sviluppo del real estate italiano? Dai dati economici o da un cambiamento di mentalità? 
I cambiamenti di mentalità e dei modi di fare business avvengono con difficoltà e nel lungo periodo. Quindi si può solo ripartire dal business, cioè da quello che c'è. E il punto, per me, è molto semplice: bisogna ripartire dalle città, che hanno necessità di molti interventi di riqualificazione urbana. Ripartire dall'esistente, dalla riconversione. E in secondo luogo bisognerebbe una volta per tutte capire che c'è una risorsa immobiliare straordinaria in Italia, che sono le località turistiche, per le quali il brand Italia può attrarre i capitali degli investitori internazionali.

Bnp Paribas Reim sarà, nel 2013, più acquirente o più venditore? 
Abbiamo un piano di dismissioni all'interno dei nostri fondi che portiamo avanti, seppure in queste condizioni di mercato, e chiudiamo anche delle buone vendite. Come Bnp complessivamente siamo comunque ancora un investitore netto, come abbiamo dimostrato con l'acquisto dell'asset Fonsai e con l'acquisto Tiburtina da Ferrovie dello Stato. Nel 2013 abbiamo impegnato risorse per investire per 200 milioni di euro e altrettanto per l'anno prossimo.

Parliamo di valorizzazioni del patrimonio pubblico. 
Premesso che se ne parla e basta, se si passasse dal dire al fare ci sarebbero allo stesso tempo una grande opportunità e una grande minaccia. La prima è costituita da un patrimonio straordinario su cui lavorare e quindi a livello di industria immobiliare si verrebbero a creare prospettive di business molto significative; allo stesso tempo, se questo patrimonio una volta per tutte arrivasse sul mercato potrebbe causare uno shock a livello di competizione tra gli operatori. Ma siccome questo non avviene, siamo tranquilli.

Una valutazione secca: è anche prospettica? 
Mi auguro che a livello di Paese ci rendiamo conto che dobbiamo valorizzare queste risorse e che si inizi un processo serio. Per fare però qualcosa di significativo ci vuole non una forte volontà, ma una volontà fortissima e una concertazione altrettanto forte affinchè questo avvenga. Ma poi si apre un altro tema.

Quale? 
Usiamo la terminologia "valorizzazioni immobiliari", ma dovremmo usare solo il termine "vendite". Valorizzare un immobile è un mestiere che non può essere svolto dallo Stato, così come lo Stato non svolge altri tipi di professioni. Lo Stato è un grande proprietario di immobili, venda al meglio i propri asset. Non credo che si debba dunque insistere sul concetto di valorizzazione se questo significa che lo Stato si metta a fare l'operatore privato.

Da molti anni nel settore immobiliare, dal 2010 Cesare Ferrero è entrato a far parte del gruppo bancario Bnp Paribas quale Country manager per l'Italia di Bnp Paribas real estate. In precedenza Ferrero è stato professore di Finanza e real estate presso l'Università Bocconi e il Politecnico di Milano, e visiting professor presso l'Università della Florida. Dal 1998 al 2001 presidente di Metropolis e Grandi Stazioni, società immobiliari del Gruppo Ferrovie dello Stato. Dal 2001 al 2004 Ferrero è stato a.d. di Ipi Spa del Gruppo Fiat. Dal 2005 al 2009 azionista e a.d. di Inpartner Spa, partecipata tra gli altri dal gruppo De Agostini e dalla Toro Assicurazioni.
IL NODO
Attività ridotta Il vero rilancio delle transazioni dei grandi investitori in Italia è ancora lontano. Le trattative in corso sono sì un grosso passo in avanti rispetto a un 2012 fermo al palo, ma affinchè si concretizzi un volume significativo occorre una ripresa dei finanziamenti bancari. Bnp Paribas re, in questo contesto, è avvantaggiata dal fatto di essere parte di un primario gruppo creditizio europeo, che finanzia le operazioni di sviluppo in proprio. Ma Bnp è un'eccezione nel complesso del mercato,
LA SGR GESTISCE 18 FONDI
Leader europeo
La società 
Bnp Paribas real estate è una società attiva a livello europeo. La società è attiva con una gamma di attività a largo spettro: property, development, transaction, consulting, valuation, property management e investment management.

La presenza 
Bnp Paribas è presente in 34 Paesi (17 società di proprietà e 17 alleanze) dove impiega 3.400 dipendenti distribuiti su 150 sedi. Bnp Paribas real estate è una controllata del Gruppo Bnp Paribas.

I fondi gestiti 
Sono 18 i fondi gestiti da Bnp Paribas Reim Sgr, per un totale di asset under management di 4,454 miliardi di euro.

Gli immobili 
Gli immobili gestiti sono 869, per una superficie totale di 4,8 milioni di metri quadrati.

L'ultima operazione 
Lo scorso 31 maggio Bnp Paribas Re ha completato il processo di acquisizione dell'area di Roma Tiburtina da Rfi (gruppo Ferrovie dello Stato). Sul lotto di terreno nei pressi della nuova stazione dell'alta velocità di Roma prenderanno il via, a breve, i lavori per la costruzione della sede di Bnl, che fa parte del Gruppo Bnp Paribas. I lavori verranno ultimati alla fine del 2015. La struttura finanziaria dell'operazione è stata curata da Bnp Paribas corporate and investment banking e comporterà un fabbisogno finanziario di circa 250 milioni di euro.


Il «web vetrina» per le agenzie immobiliari non basta: online vanno spiegati i servizi di Michela Finizio - Il Sole 24 Ore



Chi opera nella mediazione immobiliare rischia di restare oscurato dal prodotto che vende. In Italia, dove manca una cultura del personal branding tra gli agenti immobiliari, si tende a pubblicizzare l'immobile e il portafoglio di incarichi, trascurando la comunicazione dei servizi che è in grado di fornire il professionista. 
Ecco una delle ragioni per cui gli italiani preferiscono non affidare l'incarico di vendita della propria casa ad agenti qualificati (il 45% delle compravendite non è intermediato): i siti internet con cui si presentano, troppo spesso inadeguati e orientati al prodotto, impediscono al cliente di riconoscere il valore aggiunto della professionalità. «Il segreto non è investire su Google AdWords o altri strumenti di promozione delle proprie inserzioni – afferma Antonio Rainò, marketing manager di Immobiliare.com – ma sulla comunicazione aziendale. Il direct email marketing, ad esempio, non deve parlare solamente degli immobili e presentare la vetrina delle opportunità, ma deve presentare anche i servizi immobiliari».
Si stima, costi alla mano di agenzie che lo usano, che per ottenere con AdWords lo stesso traffico che generano i portali immobiliari dovremmo spendere circa 6 volte la cifra richiesta dai 4 principali portali per l'abbonamento (imbattibili sotto il profilo Seo e più economici). Quei soldi potrebbero essere spesi più proficuamente.
A presentare l'agenzia immobiliare è il sito internet, disegnato da web master professionisti o realizzato acquistando un template già pre-confezionati. Elegant Estate, ad esempio, è un template per WordPress molto popolare tra le agenzie immobiliari: immobili in evidenza (che occupano l'80-90% della home page), listino, schede degli annunci, ecc. «Con questi modelli, per quanto gradevoli alla vista, c'è il rischio di essere vampirizzati dagli immobili trattati – aggiunge Rainò –. Così passa il concetto "io sono gli immobili che vendo", che può andare bene per un developer ma non per un agente che tratta immobili non suoi. Più l'offerta è eterogenea e ampia, più l'agenzia risulterà priva di personalità e non si riuscirà a riconoscere il valore aggiunto del servizio di intermediazione».

Prima di allestire il sito internet, bisogna innanzitutto pensare a quali sono i servizi dell'agenzia, crearsi un posizionamento e un know how. Tutte cose che restano – a differenza degli immobili, che passano (o almeno così si spera) – e che aiutano ad accreditarsi presso la clientela. Ad esempio, se si vuole diventare l'agenzia di riferimento per una determinata zona, bisogna parlare di quella zona, magari in blog aziendale collegato al sito. Oppure se si vuole commercializzare loft, è bene parlare di loft. Un utente che cerca su Google il nome dell'agenzia deve poter trovare, come primo risultato restituito dal motore di ricerca, proprio il sito corporate dell'attività. Sembra banale, ma sono tante le realtà che ancora oggi non soddisfano questo requisito. Il sito, inoltre, deve essere aggiornabile in autonomia: è meglio usare una piattaforma Cms come Wordpress che consente anche ai meno esperti di poterlo gestire.
Infine, il posizionamento è importante perché l'immobile proposto è assolutamente irrilevante in termini di Sem (gestione dei contenuti per i motori di ricerca). Infatti, provando a digitare su Google «bilocale in vendita in zona bocconi a milano», il primo risultato di un'agenzia immobiliare uscirà dopo 7 o 8 pagine. "Arrivano" prima i portali di annunci e gli aggregatori. A quel punto è meglio sper usare bene gli annunci a pagamento o gratuiti, piuttosto che delegare la funzione commerciale al proprio sito internet aziendale. Invece, per chi decide di specializzarsi, è più facile che la ricchezza di contenuti di un blog aziendale possa catturare i contatti: ad esempio, chi cercherà su Google «vendita loft a Milano» arriverà facilmente in un blog di settore. Ancor di più, magari, ad un ebook di qualità dedicato ai loft milanesi, da scaricare magari previa registrazione.


Confedilizia: adempimenti immediati per riforma condominio by Monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15027
Confedilizia: adempimenti immediati per riforma condominio   07/06/2013

 
 
La riforma del condominio entrerà in vigore il 18 di giugno, ma è bene prepararsi per tempo.
 
Lo segnala la Confedilizia ricordando che gli adempimenti per condomini e amministratori sono immediati.
 
condomini possono già procurarsi i dati che verranno loro richiesti dall'amministratore per la costituzione del 'registro di anagrafe condominiale': generalità dei proprietari e di eventuali usufruttuari, comodatari o inquilini; codice fiscale, residenza o domicilio degli stessi; dati catastali dell'unità immobiliare; dati quindi, non la documentazione, sulle condizioni di sicurezza dell'unità in questione.
 
Gli amministratori, dal canto loro, possono già costituire il registro, quello di nomina e revoca degli amministratori e quello di contabilità, così come possono subito allegare il regolamento di condominio al registro dei verbali delle assemblee e aprire, ove non si fosse ancora provveduto, un conto corrente bancario o postale intestato al condominio.

Posted by Monitorimmobiliare

Istat: ad aprile costi costruzione fermi su mese,-0,1% Su base annua prosegue frenata +0,4%, spinta da mano d'opera ANSA


(ANSA) - ROMA, 07 GIU - I costi per la realizzazione di un'abitazione continuano a frenare, con l'Istat che registra un calo dello 0,1% rispetto a marzo, quindi prezzi praticamente fermi, e una crescita annua dimezzata a confronto con il mese precedente (+0,4%). A sostenere l'indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale su base tendenziale resta la mano d'opera, da cui arriva il contributo principale (+0,5 punti percentuali). (ANSA).

giovedì 6 giugno 2013

Boom di immobili in vendita, crollano i prezzi: ma nessuno li vuole - Il Resto del Carlino



In città le case messe sul mercato aumentano del 10%, le compravendite effettuate diminuiscono del 20%. In calo anche gli importi degli affitti
Bologna, 6 giugno 2013 - A Bologna città le case messe sul mercato aumentano del 10%, ma le compravendite effettuate diminuiscono del 20% con una riduzione dei prezzi del 6,8%. E’ la fotografia scattata dall’Osservatorio immobiliare presentato oggi, nella cappella Farnese di Palazzo D’Accursio, dalla Federazione italiana agenti immobiliari professionali (Fiaip) di Bologna e provincia.
In base ai risultati dello studio, che prende in esame le contrattazioni effettivamente concluse nel secondo semestre 2012, per vendere un immobile ci vogliono in media otto o nove mesi. Su 100 compravendite, 60 vengono compiute ricorrendo a finanziamenti che mediamente coprono il 55% del prezzo di transazione, mentre il tempo medio per l’estinzione di un mutuo è di 25 anni. Nel raffronto tra 2012 e 2011, il calo dei prezzi oscilla dal -5,34% relativo agli immobili nuovi o integralmente ristrutturati al -8,23% di quelli da ristrutturare.
Dati che confermano una tendenza in atto ormai da diversi anni: un immobile che nel 2006 aveva un valore simbolico di 1.000 euro, oggi verrebbe venduto a 844,51 euro. Passando agli affitti, i canoni appaiono in calo per tutte le tipologie di appartamento (-4,72% per monolocali e bilocali, -3,35% per gli immobili con tre o quattro vani e -3,29% per quelli dai cinque vani in su), per una riduzione media del 3,79%.
Aumentano, nel contempo, sia gli immobili offerti (+6%) che il numero delle transazioni (+5%).

Per quanto riguarda il resto della provincia, l’Osservatorio riporta valori riferiti alla media di quelli rilevati nei Comuni di Casalecchio di Reno, Castel Maggiore, Imola, San Lazzaro di Savena e Zola Predosa. Gli andamenti risultano molto simili a quelli registrati nel capoluogo. Il calo dei prezzi di vendita oscilla dal -4,51% relativo agli immobili nuovi o integralmente ristrutturati al -8,89% di quelli da ristrutturare, per una media del -6,98%.
Anche in questo caso aumentano le case messe in vendita (+9%), ma diminuiscono le transazioni (-21%). Sul fronte degli affitti, i canoni scendono in media del 7,20% (-6,72% per monolocali e bilocali, -7,29% per gli immobili con tre o quattro vani e -7,57% per quelli dai cinque vani in su), mentre aumentano sia gli immobili offerti (+8,5%) che il numero delle transazioni (+6%).
Commentando i dati, da un lato si riscontra “un mercato ai limiti della stagnazione”, come afferma Laura Clò, responsabile del comitato tecnico che ha stilato l’Osservatorio. Dall’altro lato, “possiamo ripartire con un certo ottimismo”, afferma il segretario regionale della Fiaip, Stefano Rambaldi: “La voglia di acquisto ci sarebbe anche”, servirebbe pero’ che “le banche ricominciassero a dare un po’ di soldi alla gente”. Una volta “toccato il fondo”, aggiunge Luigi Amedeo Melegari, presidente dell’Anci, in effetti va stimolato “un ottimismo che come imprese vogliamo rilanciare”.
Elisabetta Brunelli Monzani, presidente dell’Ape di Bologna, ribadisce che i tempi richiesti per gli sfratti sono eccessivamente lunghi e sottolinea, tra le altre problematiche, “l’impossibilità di accedere al credito”. Al convegno partecipa anche Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Pdl, che si sofferma sull’Imu: di fatto “e’ una tassa sui debiti contratti”, dunque una “follia” che risulta “più odiosa di ogni forma di patrimoniale”.
Serve una “cura shock che per un anno o un anno e mezzo preveda l’uso della spesa pubblica per far ripartire l’attività privata”, è l’appello del presidente nazionale della Fiaip, Paolo Righi, assicurando che “se riparte il settore immobiliare, riparte l’Italia”. Di certo, “non basta la crisi a mettere in discussione i valori della nostra Federazione - sottolinea il presidente regionale Gian Battista Baccarini - l’etica lavorativa che contraddistingue la nostra missione, la volonta’ di crescere come professionisti per trasformare una societa’ che vorremmo lasciare ai nostri figli migliore di come la viviamo adesso”. In questo contesto, l’Osservatorio si conferma “un punto di riferimento qualificato ed autorevole per tutti gli operatori”, conclude il presidente della Fiaip di Bologna, Massimo Bortolotti.

Ipoteche su oltre 1.500 immobili sequestrati e confiscati dall'Antimafia: creditori in cerca di tutele di Michela Finizio - Il Sole 24 Ore



Sbarca a Milano il dibattito sulla tutela dei diritti dei terzi nel nuovo Codice Antimafia. È la Fondazione Rocco Chinnici, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, ad aprire un tavolo di confronto, domani mattina al Palazzo di Giustizia, insieme all'ordine degli Avvocati di Milano e al direttore dell'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), Giuseppe Caruso. Negli ultimi anni il ricorso crescente al sequestro e alla confisca dei beni immobili, anche al Centro e al Nord che fino a qualche anno fa ne erano immuni, ha prodotto alcuni effetti collaterali: quando ad essere colpita è una azienda – specialmente se media o grande – si creano conseguenze giuridiche di rilievo sui rapporti commerciali, di lavoro e finanziari, col coinvolgimento dei soggetti terzi (estranei ai fatti criminali) che intrattengono rapporti contrattuali con l'accusato; anche le ipoteche sugli immobili rischiano di essere travolte e nasce il problema, per le banche, di come tutelare i propri crediti. Gli operatori sottolineano che le tutele introdotte dal Codice Antimafia non sono in grado di dare risposte adeguate.
Difficile quantificare il fenomeno legato ai crediti incagliati nei beni immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Gli istituti di credito non sono in grado di fornire stime. Sappiamo solo che, al 7 gennaio 2013, l'Anbsc contava 11.238 immobili e 1.708 aziende sequestrate e confiscate sul territorio nazionale. Il patrimonio immobiliare in gestione (non attualizzato) è stimato dall'Agenzia in 24,8 milioni di euro. In particolare, sugli immobili in gestione (3.995), circa 1.556 sono gravati da ipoteche certe: 1.065 con ipoteche volontarie, 343 con ipoteche giudiziali, 59 con ipoteche legali, 76 con pignoramenti e 13 da altri gravami ipotecari. Più in generale, il 43,53% degli edifici posti sotto sequestro e confiscati si trova in Sicilia, il 14,68% in Calabria, il 13,98% in Campania e l'8,85% in Puglia. Il restante 18,95% si trova in altre regioni, di cui 963 in Lombardia e 505 in Lazio. Sono poco più della metà quelli «destinati consegnati», per l'87% trasferiti al patrimonio indisponibile degli enti territoriali, soprattutto per finalità sociali, associazioni o alloggi per indigenti. Per quanto riguarda la tipologia degli immobili, circa il 54% sono abitazioni (ben 3.808 appartamenti), il 20% sono terreni agricoli e il 36% strutture industriali, commerciali e altri fabbricati.
«Il problema della tutela dei terzi – afferma Arianna Giorgetti, avvocato immobiliarista milanese, tra gli organizzatori del convegno – è sempre stato di difficile approccio per la mancanza di riferimenti normativi e la necessità di competenze specifiche. Con il nuovo quadro normativo è diventato un tema ancor più complesso e articolato: per ogni caso bisogna effettuare un'attenta disamina per comprendere quale sia la normativa applicabile alla fattispecie specifica. I creditori, inoltre, non sono parti del procedimento di prevenzione e pertanto non è facile avere informazioni precise e tempestive sulle procedure».
Le norme di riferimento, che intervengono sulla problematica, sono il Codice Antimafia (Dlgs 6 settembre 2011 n. 159) che dedica ai rapporti con i terzi il titolo IV del capo I (articoli 52 – 65), in vigore dal 13 ottobre 2012; e la legge 24 dicembre 2012 (legge di stabilità 2013, n. 228, art. 1 c 194 – 205) che regola i rapporti tra Stato e creditori pignoranti con riferimento alle misure di prevenzione disposte prima dell'entrata in vigore del Codice. In estrema sintesi «la confisca prevale sui pesi ed oneri iscritti e trascritti anche prima del sequestro» (per oneri e pesi si intende anche ipoteca e pignoramento). L'acquisto del bene da parte dello Stato è a titolo orginario: nel bilanciamento tra interesse pubblico e privato, prevale la salvaguardia del primo; il creditore è ammesso a una tutela di tipo risarcitorio solo se, attraverso apposito procedimento, riesce a provare la propria «buona fede». Le conseguenze di questo fenomeno si traducono in maggiori controlli in sede di erogazione del credito e impongono alle banche di dotarsi di nuove policy che tutelino i propri crediti.
Il nodo della buona fede
Il presupposto necessario per il riconoscimento del credito è la «buona fede», come previsto dall'art. 52 del Codice Antimafia. Proprio sulla buona fede le banche trovano i maggiori ostacoli, la giurisprudenza è molto rigida nel tema e difficilmente si riesce ad ottenerne il riconoscimento. La buona fede è un concetto civilistico: si deve dimostrare di aver positivamente adempiuto a tutti gli obblighi di accertamento e controllo in sede di erogazione del credito; il credito non deve essere strumentale all'attività illecita o a quella che ne costituisce il frutto o il reimpiego a meno che il creditore dimostri di avere ignorato in buona fede nesso di strumentalità (l'art. 52 del Codice – richiamato anche dalla legge di stabilità – cristallizza il principio di buona fede oggettiva e soggettiva).

Dl Imu: oltre 160 gli emendamenti presentati by Monitorimmobiliare

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Dl Imu: oltre 160 gli emendamenti presentati06/06/2013
Sono oltre 160 gli emendamenti al decreto legge sulla sospensione dell'Imu-Cig - presentati entro il termine fissato alle ore 16 del 6 giugno - nelle commissioni Lavoro e Finanze della Camera dai gruppi parlamentari e dai singoli deputati.

I lavori riprenderanno il prossimo martedì giugno 11 con l'ammissibilità degli emendamenti e la discussione generale.

La commissione punta poi di chiudere i lavori entro il 14 di giugno, in modo da presentare il decreto in Aula a Montecitorio lunedì 17 giugno.

Posted by Monitorimmobiliare

Riscoprire il settore immobiliare - fondionline.it


Analisi a cura di Ing Investment Management.

In controtendenza rispetto ai primi mesi dell’anno, quasi tutti i principali mercati azionari real estate stanno battendo i rispettivi listini azionari generali. Il risoluto intervento delle banche centrali continua a offrire un supporto cruciale ai titoli real estate e al ciclo economico. Nella fase iniziale di ricerca di rendimento, gli investitori hanno impiegato le proprie liquidità improduttive per acquistare titoli governativi e credito, ma a fronte di rendimenti sempre più bassi si sono spostati verso i segmenti azionari percepiti come più sicuri, privilegiando i titoli real estate.

A fine aprile i flussi di investimento relativi (rispetto alla capitalizzazione di mercato dell’indice) verso i mercati immobiliari globali sono tornati per la prima volta in territorio positivo dall’inizio del 2012, dopo il fallito tentativo dell’estate scorsa. I flussi verso i titoli real estate europei erano già entrati in territorio positivo nel febbraio di quest’anno e da allora il trend si è ulteriormente rafforzato. Più di recente, anche gli investimenti verso i titoli immobiliari mondiali ex-US/Europa sono diventati positivi, mentre i flussi verso il real estate Usa al momento sono pressoché neutrali.

Dal punto di vista delle valutazioni, attualmente classifichiamo il real estate Usa come il meno interessante dei mercati principali. Le valutazioni sono elevate, mentre su alcuni mercati si nota l’arrivo di nuova offerta (prevalentemente appartamenti). In aprile il dato relativo alla costruzione di nuove unità abitative ha deluso le aspettative (-16,5% rispetto a marzo), tuttavia occorre ricordare che il mese precedente aveva segnato un picco quinquennale. Con le concessioni edilizie in aumento del 14,3%, e dato lo sviluppo dell’attività segnalato dall’ultima indagine della National Association of Home Builders, riteniamo che il trend positivo rimanga invariato. Nel complesso, i dati relativi all’edilizia abitativa e al mercato del lavoro Usa confermano il quadro favorevole.

I dati sull’attività economica cinese di aprile hanno sostanzialmente confermato le aspettative, con alcune sorprese al rialzo. Il settore più forte è sicuramente il real estate, i cui dati sono robusti da quasi un anno. In aprile la crescita degli investimenti nel settore immobiliare è accelerata al 23%, mentre la crescita del volume delle vendite di immobili è salita al 40%.
Gli investimenti nel real estate rappresentano un importante motore di crescita per l’economia cinese, e nell’immediato le prospettive rimangono favorevoli grazie a dinamiche di prezzo positive e alla disponibilità di finanziamenti per i costruttori.

La ragione principale dell’ottima performance messa a segno dalle azioni immobiliari nel 2013 è data dall'evoluzione dei tassi di interesse a lungo termine nel mondo sviluppato. Con l’arrivo della primavera è iniziata la stabilizzazione degli indicatori economici, una fase di consolidamento dei dati economici globali che è coincisa con il calo dei rendimenti obbligazionari a lungo termine. Da metà marzo all’inizio di maggio il rendimento dei Treasury decennali Usa è sceso da poco più del 2% all’1,6% circa. Questo calo dei rendimenti dei titoli governativi è coinciso con la sovraperformance delle azioni immobiliari globali, l’asset class con il livello di leverage più elevato rispetto ai titoli azionari globali. Da quando le banche centrali di tutto il mondo hanno deciso ulteriori interventi per fronteggiare il dissesto sistemico causato dalla crisi dei subprime, abbiamo visto rafforzarsi il rapporto inversamente proporzionale tra i tassi di interesse dei mercati sviluppati e la performance relativa del real estate rispetto ai mercati azionari.

L’esposizione degli investitori istituzionali verso il settore immobiliare globale è arrivata a superare i livelli degli ultimi due anni, anche se ciò dipende dalle posizioni sovra estese nel real estate Usa. Per contro, il posizionamento in azioni immobiliari europee rimane decisamente inferiore al livello degli ultimi due anni, lasciando ampio spazio per una prosecuzione del trend positivo.

In termini di performance, il settore immobiliare giapponese si distingue in positivo con un’incredibile sovraperformance del 20% (da gennaio a fine aprile) rispetto a un mercato azionario nipponico altrettanto forte. Il real-estate giapponese ha segnato un picco positivo l’8 aprile (+43% in euro). L’asset class ha poi subito una netta correzione verso la fine di aprile, e in particolare a maggio, e attualmente (dati al 17/5) segna addirittura il passo (+23%) rispetto alle azioni giapponesi (+24%). Al contrario, i titoli immobiliari dell’eurozona e del Regno Unito hanno sottoperformato il mercato immobiliare globale.

In Europa, e in particolare nell’eurozona, il settore immobiliare si trova a fronteggiare i venti contrari dell’austerità e il clima di debolezza economica che ne consegue. Le valutazioni (nel Regno Unito e, in particolare, nell’Eurozona) rispecchiano queste prospettive, tuttavia nella regione la situazione potrebbe iniziare lentamente a migliorare.

La pubblicazione di dati economici deboli ha spinto la Bce a varare ulteriori interventi (taglio dei tassi e apertura verso ulteriori misure non convenzionali), mentre sul fronte fiscale l’allentamento assume i contorni di un rallentamento delle politiche di austerity. Il Regno Unito sembra inoltre avere evitato un “triple dip”, ma il settore immobiliare locale presenta ancora una forte ambivalenza, con Londra che spicca rispetto al resto del mercato. Come accennato, i flussi 

Intiglietta: ripresa settore immobiliare possibile "Il mondo guarda di nuovo all'Italia", a Eire 86 società d'investimento (ANSA)


(ANSA) - "Il mondo guarda di nuovo all'Italia, la ripresa è possibile". Il presidente di Gefi Spa, Antonio Intiglietta, lancia un messaggio di ottimismo agli operatori del mercato immobiliare presenti ad Eire, il salone internazionale del Real Estate a Fieramilanocity. "Il rinnovato interesse degli investitori internazionali nei confronti del nostro Paese è un dato di fatto. Lo dimostra la partecipazione a Eire di 86 società di investimento, italiane ed estere", dice. La manifestazione "si colloca in un clima generale ancora impregnato da preoccupazione ma bisogna guardare ad alcuni veri segnali incoraggianti", rileva. Tuttavia, secondo Intiglietta, "per far correre il processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare, bisogna presentare al mercato i progetti come opportunità trasparenti e reali. Serve inoltre la certezza di procedure e tempi amministrativi cosi’ come condizioni strutturali a costo zero".(ANSA).

Abitare su un'isola privata di Paola Dezza - Il Sole 24 Ore



Vivere su un'isola per scelta e non da naufraghi. È il sogno ad occhi aperti che si concede chi stanco della città, del lavoro, affannato tra mille impegni, spera di potersi trasferire quanto più lontano da impegni e civiltà. Un sogno facile da realizzare per vip e attori del cinema, che spesso fuggono dai riflettori proprio in piccoli paradisi privati in mezzo al mare.
E per i comuni mortali? Diversi sono gli annunci di isole in vendita, anche al largo delle coste italiane, fermo restando che poi non sempre è facile contattare telefonicamente i diretti referenti. Scartati gli annunci "civetta", in rete ci sono anche agenzie che da anni trattano tale segmento immobiliare.
«È una nicchia particolare – dice Farhad Vladi, proprietario e direttore di Vladi private islands, società con sede in Germania specializzata in questo settore –, un mercato davvero difficile. Al momento abbiamo 248 isole in vendita e 174 isole da affittare. La domanda è alta soprattutto per le realtà del Mediterraneo. E data la scarsa offerta, quelle in vendita spesso sono "overpriced", sopravvalutate. Bisogna però dividere il settore tra un 5% di isole che incontrano sempre domanda e un 95% di realtà selvagge, le più colpite dalla crisi».
Quanto bisogna sborsare per diventare proprietari? Le cifre spaziano da 150mila euro - se ci si accontenta di poco invitanti isolotti spazzati dal vento nei freddi mari del nord - a somme a nove cifre. Ma all'esborso iniziale bisogna aggiungere i costi di trasporto, i disagi di non avere servizi vicini anche per il sostentamento e i pesanti costi di ristrutturazione, aggravati anch'essi dal trasporto dei materiali.
Insomma andare a vivere su un'isola o avere una casa per le vacanze al largo non è una passeggiata. Ecco perchè gli annunci restano in vetrina parecchio tempo.
In Italia ci sono diverse soluzioni in vendita. Una di queste è l'isola di Santo Stefano, la più piccola dell'Arcipelago Pontino, a un miglio circa da Ventotene, famosa anche perchè ospita il Carcere Borbonico, inaugurato nel 1795 e in disuso dal 1964. «L'isola è in vendita presso la nostra agenzia da 15 giorni circa – dice Maria Antonietta Ballerini della Remax di Cori (Latina) –. Abbiamo già contatti con fondi immobiliari e investitori esteri, ma la procedura è lenta, si tratta di un acquisto particolare». L'acquirente comprerà i 28 ettari di proprietà privata dell'isola e avrà la prelazione sui tre ettari del Demanio relativi proprio all'area dell'ex cittadella Carceraria Borbonica. Chi compra, la cifra richiesta è di 22 milioni di euro, dovrà fare i conti la mancanza di una rete idrica, anche se ci sono numerose cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, mentre la produzione di energia è affidata a pannelli solari.
Nella laguna di Grado sono in vendita due isole, una da 1,4 milioni e l'altra da 3 milioni. La prima ha già un progetto di massima approvato dal Comune per una capacità edificatoria totale circa 10mila mq vendibili. L'altra, la cui vendita è gestita da Vladi private islands, insieme ad altre due isole in vendita in Italia, è l'isola Ravaiarina, composta da lingue di terra alternate a piccoli specchi d'acqua e si presta a uno sviluppo turistico della strutura abitativa già esistente. Sul sito di Vladi c'è anche l'annuncio della vendita dell'isola di Budelli, in Sardegna. In realtà la vicenda è complessa. L'isola, famosa per le spiagge di sabbia rosa che sono state a rischio di "estinziose" per mano dei turisti che negli anni hanno pensato di portarsene a casa una manciata di cui fare bella mostra in salotto, è stata oggetto di un contenzioso in passato tra ministero dell'Ambiente e la vecchia società proprietaria, una fiduciaria svizzera. Oggi l'isola è rientrata nel fallimento della società milanese proprietaria e rischia di finire all'asta.

Mutui ancora in calo: per Crif domanda giù a maggio (-12%) di Emiliano Sgambato - Il Sole 24 Ore


Ancora un calo a due cifre per la domanda di mutui: a maggio le richieste di finanziamento delle famiglie al vaglio delle banche sono il 12% in meno rispetto allo stesso mese di un anno fa. Nessun segno di risalita, quindi, dopo il crollo del 2012. I dati dell'ultimo barometro Crif – anticipato a Casa24 Plus – evidenziano che il calo si somma ai numeri già molto negativi del 2012: nei primi 5 mesi dell'anno scorso la diminuzione delle domande è stata infatti del 45%, a cui si aggiunge il -11% del corrispondente periodo 2013. Un trend indicativo, «perché si tratta – spiegano da Crif – dei dati relativi a istruttorie formalmente presentate dalle famiglie italiane alle aziende di credito, quindi non di semplici richieste di informazioni o ricerche sui comparatori di offerte online».
La contrazione del mercato del credito è considerata dagli operatori una tra le principali cause dello stallo dell'immobiliare che, dopo aver lasciato sul campo una compravendita su 4 nel 2012, calando sotto i 450mila scambi come non succedeva dagli anni 80, non cambia segno nemmeno nel I trimestre di quest'anno: secondo i dati diffusi martedì dall'agenzia delle Entrate, la transazioni sono scese di un altro 14,2%. Solo un vero cambiamento delle condizioni macroeconomiche, un forte shock negativo sul fronte dei prezzi o, al limite, interventi di sostegno pubblici potrebbero sbloccare lo scenario.
La scarsa domanda è con ogni probabilità dovuta a una combinazione di fattori: da un lato la crisi e la minor profittabilità dell'investimento immobiliare (aspettative ribassiste sui prezzi e tassazione in aumento) non aiutano a spingere la richiesta di finanziamento; dall'altro le elevate barriere all'ingresso poste dalle banche (criteri d'accesso più selettivi e spread elevati) scoraggiano il tentativo di accedere a un finanziamento. «Negli ultimi due anni – commenta Simone Capecchi, direttore Sales&marketing di Crif – le famiglie italiane hanno assunto un diverso atteggiamento rispetto all'investimento immobiliare e, di conseguenza, verso i mutui. Considerando la perdurante incertezza economica, molti italiani preferiscono non appesantire il bilancio familiare e sembrano adottare una sorta di autocensura preventiva, rinviando l'acquisto o rivolgendosi alla cerchia familiare o amicale, nel timore di non riuscire a pagare regolarmente i finanziamenti accesi».
Il trend è registrato anche dall'agenzia delle Entrate, che rileva come solo il 37% degli acquisti 2012 sia stato assistito da un mutuo. Una prudenza che trova conferma nella diminuzione dell'importo medio richiesto: secondo Crif, 127.646 euro nei primi 5 mesi 2013, contro i 131.397 euro del 2012. Quasi un mutuo su tre è richiesto per importi tra i 100 e i 150mila euro, uno su quattro è sotto i 75mila e solo il 3,2% supera i 300mila. Infine la durata: il 28,5% delle domande prevede rimborsi tra i 25 e i 30 anni, poco più dell'11% è sotto i 10 anni e il 38,7% è tra i 10 e i 20 anni.

Tokyo, in calo gli spazi per uffici: a maggio record negativo by monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15002
Tokyo, in calo gli spazi per uffici: a maggio record negativo  06/06/2013

Le offerte di spazi per uffici a Tokyo sono scese per il terzo mese consecutivo a maggio, toccando il livello più basso degli ultimi tre anni a causa della mancanza di nuove forniture e del maggiore spazio occupato da aziende in espansione
  
Il tasso di spazio vacante è sceso all'8,3% il mese scorso dall'8,5% nel mese di aprile, secondo i dati diffusi dalla società di brokeraggio con sede a Tokyo Miki Shoji. 
  
Il tasso di maggio è stato il più basso da gennaio 2010, quando era al 8,25%. 
  
Il mercato degli uffici nella capitale del Giappone sta migliorando grazie agli sfrozi del primo ministro Shinzo Abe di porre fine a 15 anni di deflazione e di potenziare la terza economia del mondo, con misure che includono il rilancio del settore immobiliare, dopo la bolla di due decenni fa. 
  
Le nuove offerte di spazi per uffici a Tokyo di quest'anno, che è circa il 40% del livello registrato nel 2012, metteranno un tetto anche ai canoni di locazione, secondo la società Dtz. 
  
"Il miglioramento del tasso di posti vacanti per ufficio è dovuto alla mancanza di nuova fornitura" ha detto Masahiro Mochizuki, analista di Credit Suisse Group Ag a Tokyo. 
  
"Potremo avere ulteriori riduzioni del tasso di posti vacanti, qualora l'andamento delle imprese migliori con il passare del tempo". 
  
Abe ha nel frattempo fatto sapere che individuerà zone strategiche per permettere la costruzione di edifici più alti. 
  
Il Giappone è stato finora alle prese con la deflazione, fenomeno che ha costretto imprese e famiglie a rimandare la spesa già dalla fine degli anni Novanta per il crollo dei prezzi.   

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mercoledì 5 giugno 2013

immagine del giorno: italiani virtuosi, sono loro i meno indebitati - idealista.it


finalmente un primato per l'italia. tra i cittadini dei paesi membri dell'ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sono proprio gli italiani ad essere i meno indebitati. anche se il livello di indebitamento è crescituo dal 2007 ad oggi a causa della crisi

Fs vende 4,1 milioni di metri quadri di Michela Finizio - Il Sole 24 Ore


Difficile ottenere la stima del patrimonio immobiliare di Ferrovie dello Stato, ma tra i padiglioni di Eire – la fiera del real estate in corso a Milano – appare evidente il coinvolgimento del gruppo ferroviario italiano in molte delle più grandi operazioni di sviluppo sul territorio nazionale. Sono 41 le aree proposte sul mercato, in cerca di investitori privati, per un totale di oltre 4 milioni di metri quadrati.
In particolare, attraverso la società controllata Fs Sistemi Urbani, il gruppo cerca player in grado di valorizzare alcune aree dismesse negli ex scali ferroviari. Si tratta di 1,45 milioni di mq in piccoli e medi centri urbani, 2,1 in grandi città e 570mila mq già messi in vendita tramite procedure pubbliche di gara. La strategia di Fs è ovunque sempre la stessa: «Per selezionare gli acquirenti – afferma Carlo De Vito, amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani – eseguiamo procedure di vendita pubbliche al rialzo. Abbiamo molte aree a costo che gravano sul bilancio, tra necessità di presidio e manutenzione. Definiamo il carico urbanistico con gli enti locali, cercando una soluzione che tenga conto dell'interesse pubblico, e poi cediamo le aree a investitori che vogliono sviluppare, tramite alienazioni tout court».
Lo scorso 31 maggio Bnp Paribas Real Estate ha completato il processo di acquisizione per 73 milioni di euro dell'area di Roma Tiburtina, dando seguito al contratto preliminare stipulato a settembre 2012, dove i lavori per la costruzione della nuova sede Bnl dovrebbero terminare entro il 2015. «Nell'area adiacente alla stazione dell'alta velocità – afferma De Vito – venderemo altri 10 lotti, di cui tre entro il 2013». Si tratta complessivamente di 150.900 mq di diritti edificatori (di cui circa 43mila mq già ceduti a Bnp Paribas Re), dove sono previsti spazi direzionali, commerciali e ricettivi. Fs Sistemi Urbani fa sapere di aver venduto il primo lotto per circa 1.700 euro al mq: «L'area è molto apprezzata – aggiunge De Vito – ma siamo realisti e sappiamo che i prezzi di mercato potranno subire delle riduzioni».
Nella giornata di ieri, inoltre, si è conclusa la vendita alla fondazione Clinical industry research park di un lotto dello Scalo Vallino a Torino, per quasi 3 milioni di euro, dove sorgerà il nuovo Polo delle Biotecnologie. Nell'area accanto è appena partito l'iter urbanistico attuativo, per lo sviluppo di una parte residenziale e ricettiva (26mila mq di slp): Fs spera di concludere e procedere alla gara pubblica di vendita entro fine anno. Sempre a Torino i riflettori sono puntati sul primo lotto residenziale del Lingotto, l'area che si estende su 39mila mq rilanciata dal vicino grattacielo in costruzione della Regione Piemonte, progettato da Massimiliano Fuksas: entro l'estate verrà pubblicato il bando di gara, per un valore di 16 milioni di euro. Per il secondo lotto, più grande, ci vorrà più tempo. Grande attesa, inoltre, per conoscere il valore dell'area Buozzi-Zingari a Genova, a due passi dallo sviluppo Ponte Parodi che rinnoverà l'immagine del porto: qui è prevista un'edificabilità turistico-ricettiva per circa 6.500 mq di superficie agibile. «La variante è stata approvata, avvieremo alla gara nei prossimi mesi», assicura De Vito.
Agli accordi territoriali, infine, è demandata anche la partita degli scali ferroviari milanesi. «Entro fine mese chiuderemo la bozza dell'accordo di programma, poi avvieremo il processo di ascolto», afferma l'assessore all'urbanistica del Comune di Milano, Ada Lucia De Cesaris. «Il core business del gruppo – conclude De Vito – non è l'immobiliare, ma nel nostro piano d'impresa la quota del real estate è significativa e deve dare il suo contributo. Non è possibile reinvestire tutto nelle città: va bene farsi carico di extra-oneri che eccedono i minimi tabellari, ma una quota deve andare al risanamento dell'azienda».

Toccato il fondo la ripresa non è scontata di Evelina Marchesini - il sole 24 ore



La domanda cruciale nei momenti di crisi profonda è semplice: abbiamo toccato il fondo? Una risposta positiva è infatti indice di una successiva risalita, possibilmente in tempi contenuti. E nel real estate iniziano a esserci già almeno due possibili indicatori in grado di far ragionevolmente pensare di essere vicini ai minimi, anche se due soli segnali non sono sufficienti a stabilire un trend.
I dati dell'agenzia delle Entrate evidenziano un rallentamento del peggioramento: un gioco di parole per dire che i volumi delle transazioni nel settore residenziale continuano ad andare a passo di gambero, con un meno 14,2%, ma pur sempre meglio del -25,8% del 2012. D'altro lato, come più volte sottolineato, il comparto real estate terziario dei grandi investimenti vede un timido accenno di recupero, che potrebbe tradursi, una volta che le trattative venissero trasformate in chiusure di operazioni, in una reale ripresa. I due miliardi di potenziali acquisti sono quasi interamente di matrice estera e con un'ottica di tipo opportunistico, vale a dire comprare a buoni rendimenti (oltre il 9% lordo) per attendere quei due-tre anni necessari a riportare il Paese agli yield passati e rivendere dunque con un guadagno in conto capitale. Una situazione, questa, che pur non portando un gran valore aggiunto al mercato in senso lato di solito preannuncia la ripresa del segmento delle operazioni a lungo termine.
È chiaro che in entrambi i casi si tratta di un germoglio di inversione di rotta e, come tutti i germogli, va particolarmente curato. Guai, infatti, se proprio nel momento delicato in cui si dovesse iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel e a richiamare gli investimenti nel settore immobiliare si dovessero fare passi falsi. Come quelli che hanno fatto scappare gli investitori esteri negli ultimi anni.
La certezza del quadro normativo e fiscale è, in questo senso, una "condicio sine qua non". Negli ultimi anni abbiamo assistito a un tourbillon di ripensamenti, cambiamenti di condizioni e di tassazione nel settore immobiliare, in molti casi con effetto addirittura retroattivo: cosa può spaventare di più gli investitori? E per la prima volta anche il Governo sembra essersi reso conto dell'assurdità di questa condizione. Ieri mattina il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, intervenendo al convegno di apertura di Expo Italia real estate a Milano ha detto chiaro e tondo che è un impegno del Governo garantire la certezza normativa e fiscale nel settore immobiliare, escludendo qualsiasi intervento a sorpresa e senza confronti con Assoimmobiliare e le associazioni di categoria e ipotizzando un congruo intervallo di tempo per la traduzione in pratica di qualsiasi novità. Se si passerà dal dire al fare, l'eventuale rimbalzo dopo il raggiungimento dei minimi avrà le condizioni per continuare. In caso contrario verranno bruciate le potenzialità di un mercato, quello italiano, che ha tutte le caratteristiche potenziali per correre con i concorrenti europei.

Tecnocasa: si compra in 6 anni, erano 7 nel 2011 Nelle grandi città sono crollati i valori immobiliari, -10,5% (ANSA)

(ANSA) - ROMA, 05 GIU - Rispetto al 2011 serve un anno in meno per comprare casa. I dati Tecnocasa mostrano che nelle grandi citta' sono crollati i valori immobiliari, -10,5%, e gli stipendi sono cresciuti dell'1,5%. L'effetto combinato dei due fattori fa si' che le annualita' di stipendio che occorrono per l'acquisto siano scese in media da sette a sei. Lo studio fa riferimento a un appartamento di 65 metri quadri e a uno stipendio medio, destinato interamente all'acquisto della casa.

Nomisma: si allenta stretta sui mutui Nella seconda metà del 2013 previsto un aumento delle concessioni del 7,6% (ANSA)


(ANSA)- MILANO, 5 GIU - Nella seconda metà del 2013 è previsto un miglioramento per l'erogazione dei mutui in Italia con un aumento delle concessioni del 7,6% rispetto allo scorso anno. E' quanto si legge in sintesi nel VI Rapporto sulla Finanza Immobiliare 2013 curato da Nomisma e Università Lum e presentato ad Eire. Analizzando lo scenario del mercato dei mutui domestico, spiega il rapporto, si evidenzia come nel 2012 le compravendite coperte da mutuo abbiano subito una contrazione del 38,6% rispetto all’anno precedente. Sebbene nel 2012 – e ancora di più nei primi mesi del 2013 – si sia accresciuto il valore dei titoli del debito pubblico italiano, per l'istituto non si sono registrati miglioramenti nella concessione di mutui da parte degli Istituti bancari. Pur di fronte a questo scenario le variabili qualitative analizzate portano a prevedere un +7,6% dell’erogato nel 2013. Nello specifico l’ammontare dei mutui erogati nel primo trimestre dell’anno è stimato 6,1 miliardi di euro in linea con il dato 2012. Il miglioramento previsto per il 2013 sarà in ogni caso inferiore confrontando i risultati del 2011. Per il quarto trimestre Nomisma stima che le erogazioni colmeranno gran parte del gap esistente (77% rispetto al valore del corrispondente trimestre 2011).(ANSA).

Mef: verso i mille pignoramenti nel primo semestre 2013 by monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=14991
Mef: verso i mille pignoramenti nel primo semestre 201305/06/2013

Nei primi quattro mesi del 2013 i pignoramenti di immobili hanno toccato quota 733 e altri 367 ne arriveranno entro giugno, contro i 1.546 che sono stati complessivamente eseguiti nel 2012.

I dati sono stati resi noti dal sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, che ha risposto a un'interrogazione in commissione Finanze della Camera.

Sulla base dei dati Equitalia (Sicilia esclusa) risulta inoltre che le vendite effettive dei beni mobili e immobili pignorati sono state 52 nei primi quattro mesi di quest'anno, contro le 166 nell'intero 2012.

Posted by Monitorimmobiliare

Zanonato: mi batterò per stop tasse su magazzini e capannoni Per il ministro dello Sviluppo i beni strumentali servono a produrre ricchezza (ANSA)


(ANSA) - ROMA, 5 GIU - In vista della riforma complessiva della tassazione sugli immobili "mi batterò perché alcuni immobili non siano ritenuti tali: i magazzini ed capannoni che servono a produrre ricchezza". Il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, lo ha promesso alla platea di imprenditori del convegno del centro studi di Confindustria. "Avverto nei miei colleghi e nel presidente del Consiglio una forte sensibilità su questo, poi bisognerà vedere fin dove si riesce ad arrivare", ha aggiunto.(ANSA).

Case, debiti e rimborsi Così cambierà il Fisco di Mario Sensini - corriere.it


Case, debiti e rimborsi
Così cambierà il Fisco

L'abitazione non potrà essere messa all'asta. Necessaria
la riforma del catasto ma serviranno non meno di 5 anni

Case popolari a Milano Case popolari a Milano
Pignoramenti meno «dolorosi» e più attenti alle esigenze delle famiglie e delle imprese, maggior flessibilità sui pagamenti rateali, alleggerimento degli obblighi a carico dei contribuenti che propongono un ricorso. Sollecitato dal Parlamento, il governo è pronto a metter mano ad una nuova revisione delle norme sulla riscossione dei tributi per conto degli enti pubblici. Venendo incontro alle esigenze dei contribuenti, e cercando di garantire, al tempo stesso, l'efficacia dell'azione di recupero dei crediti fiscali. Da parte di Equitalia, la società pubblica che continuerà a riscuotere per conto dello Stato centrale (tasse e contributi, in primis ), ma anche degli enti locali che una volta sciolto il rapporto con Equitalia dovranno presto preoccuparsi di incassare i propri tributi, direttamente o attraverso soci privati.
Lo studio delle nuove regole sulla riscossione è già in fase avanzata, e ieri ci sarebbe stata al Ministero dell'Economia una prima verifica tecnica importante. La linea sulla quale si muove il governo è quella tracciata dalla Commissione Finanze della Camera in una risoluzione di pochi giorni fa, non a caso accolta ben volentieri dall'esecutivo. Il primo obiettivo è porre un limite all'esproprio e al pignoramento che scatta sulla casa di abitazione del contribuente moroso o, nel caso di un'impresa, sui beni funzionali all'attività. L'idea è quella di consentire il pignoramento dei beni a fronte di un credito fiscale di un certo importo (oggi deve essere superiore a 20 mila euro), ma non la loro alienazione. La casa, insomma, potrà essere «congelata», ma non venduta all'asta dall'agente della riscossione per tutelare il credito dell'ente pubblico che gliel'ha affidato.
Un'altra novità importante che si profila è un ammorbidimento del principio «solve et repete» tanto odiato dai cittadini, ovvero l'obbligo di pagare almeno un terzo delle maggiori somme pretese dal Fisco prima di poter presentare un ricorso ed avviare un contenzioso. Potrebbero essere esentati da quest'obbligo almeno i contribuenti nei cui confronti l'amministrazione fiscale non contesti comportamenti fraudolenti, o comunque dolosi.
Nel pacchetto allo studio del governo ci sarebbero anche delle norme per consentire maggior flessibilità sui pagamenti rateali, anche in questo caso dei debiti fiscali. In pratica, la possibilità di avere una dilazione di pagamento più lunga, e dunque rate più leggere da pagare, con un occhio di maggior riguardo per i contribuenti che hanno problemi di liquidità. Il numero massimo delle rate mensili (oggi è di 72, quindi 6 anni) potrebbe essere leggermente aumentato, anche se non si arriverà a 120, come suggerisce qualcuno. Ma potrebbe cadere, di conseguenza, l'attuale vincolo di una rata minima da cento euro.
Sicuramente, il fisco sarà un po' più tollerante sui pagamenti mancati, oppure in ritardo: l'idea è quella di accettare il mancato pagamento di un massimo di cinque rate nell'arco dell'intero piano di rateizzazione, non più di tre consecutive, senza che per questo il piano di dilazione dei pagamenti venga revocato, mentre oggi il beneficio decade automaticamente se il contribuente «buca» il pagamento di due rate consecutive.
Nello stesso tempo il governo non esclude di metter mano anche ad altre regole sulla riscossione, ma sul versante opposto. Come ha sottolineato la Corte dei conti, dopo una stretta durissima, il Parlamento ha allentato le norme contro l'evasione, e con queste quelle sulla riscossione. Con il risultato che la capacità di recupero dei crediti, negli ultimi due anni, si è molto ridotta. Non solo da parte di Equitalia. La legge che di fatto impedisce la riscossione coatta per i crediti sotto i 2.000 euro ha messo in ginocchio le casse dei Comuni. I sindaci vogliono riprendersi da Equitalia la riscossione, ma da mesi non incassano più un euro su multe, contravvenzioni, e tutti gli altri accertamenti di importo più piccolo.
È dunque possibile che nel pacchetto, che sarà pronto nel giro di un paio di settimane, il governo possa anche riconsiderare alcune scelte del passato che si stanno rivelando problematiche. Richiederà invece tempi molto più lunghi la riforma del catasto immobiliare, sollecitata ancora ieri dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Ci vorranno cinque anni, ma è indispensabile, perché le rendite sono vecchissime e inique. Proiettando la loro ingiustizia sul fisco, grazie all'Imu basata sulle rendite per giunta rivalutate, e sul welfare , perché ad esempio l'indice Isee della ricchezza, usato per l'accesso alle prestazioni, tiene conto degli immobili posseduti valutati in base al catasto e non al valore di mercato.