venerdì 24 gennaio 2014

Spagna: gruppo NH venderà fino a 40 hotel in 3 anni -a-realestate.it



Il gruppo alberghiero NH ha avviato un piano di ristrutturazione per ripianare perdite con le quali ha chiuso l'esercizio 2013, che prevede la vendita nei prossimi tre anni di altri 40 alberghi, dopo i 13 venduti a Madrid, Valencia, Tenerife, Murcia, Ferrol e Messina, in Italia. In un'intervista oggi al quotidiano ElEconomista, il consigliere delegato di NH, Federico Gonzalez Tejera, ha anticipato che la maggior parte delle chiusure degli hotel avverrà in Spagna, dove il gruppo ha il 43% del suo portafoglio alberghiero; ma anche in Italia, dove NH è la seconda catena alberghiera, in Olanda e Messico. L'obiettivo della multinazionale è eliminare tutti gli hotel economici, gestiti col marchio Express, dismettere quelli in affitto con alti costi, i contatti di gestione non remunerativi e vendere complessivamente attivi per 120 milioni di euro, così come il gruppo si è impegnato a fare nel piano di rifinanziamento. Quest'ultimo prevede anche l'investimento di 250 milioni di euro e la creazione del brand NH Collection, che ingloberà hotel di categoria superiore, come l'Hesperia di Madrid.

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Storie di vita. Trasferirsi per amore, crearsi una carriera nell'esotica Miami -di Giorgia Perbellini per www.luxuryandtourism.com

Oggi intervisto Manuela, partita da Verona alla volta degli Usa ormai sette anni fa. Manuela, immobiliarista, collabora con l'agenzia LuxuryandTourism per la città di Miami.
Da quanto tempo vivi negli Stati Uniti? Hai sempre vissuto in Italia prima?

Sono negli USA da Gennaio 2007 e a Miami da ottobre dello stesso anno. In precendenza avevo già vissuto in Texas per 1 anno (nel 1991) partecipando a un  progetto scambio tra studenti, e nel 2004, nella mia prima esperienza lavorativa a Orlando. Oltre agli Stati Uniti ho vissuto anche nel sud dell’Inghilterra, durante un lavoro stagionale come assistente in loco per studenti italiani.

Quale motivazione ti ha spinto a emigrare a Miami? E' stata una decisione ponderata o hai colto al volo un'occasione che ti si è presentata?

Nel 2004 ho lavorato con contratto a termine nel parco Epcot (gruppo Disney) a Orlando. Lì ho conosciuto il mio attuale marito. Nel 2007, quando mi sono trasferita definitivamente, vivevamo e lavoravamo entrambi in un ristorante di Orlando e quando ha chiuso abbiamo dovuto “reinventarci". L'idea era di rimanere in zona Orlando, ma l’unica occasione lavorativa per mio marito si è presentata proprio a Miami.

Di cosa ti occupavi prima e di cosa ti occupi ora?

Da quando sono negli USA ho svolto le mansioni più disparate. L'idea di spostarsi da un lavoro all'altro senza essere ancorato a una carriera è sicuramente uno degli aspetti che preferisco degli Stati Uniti. Sono passata dalla traduzione di "comment cards" sulle navi da crociera, alla reception di una Spa, agli uffici dell'azienda Benetton che nel 2008 aveva aperto una sede proprio a South Beach. Quando l'ufficio ha chiuso, nel 2011, ho sfruttato la lingua italiana per fare l'interprete medica e altri lavoretti part time da casa. Ma ciò che mi ha fatto capire davvero cosa avrei voluto fare da grande è stata la mia esperienza personale. Dal 2007 io e mio marito ci siamo trasferiti parecchie volte nelle varie zone di Miami e abbiamo trovato agenti immobiliari che ci hanno dato un pessimo servizio, rendendo l’esperienza del trasloco, già stressante, ancora piu’ spiacevole! Negli anni, durante i momenti di ricerca e selezione delle proprietà, mi sono resa conto che forse avrei potuto dedicarmi a rendere migliore questo servizio per chi avrebbe cercato casa in futuro.

Inoltre abbiamo una casa a Orlando che affittiamo e questo mi ha dato la possibilità di rendermi conto in prima persona delle necessità e delle procedure che coinquilino e proprietario devono affrontare.

Raccontaci una tua giornata tipo e un'abitudine americana, se c'è, di cui non puoi più fare a meno

Una “giornata tipo” non c’è: ogni giorno è diverso, dipende dalle mail o richieste di vedere qualche proprietà, se c'è qualche seminario interessante in ufficio o presso l’associazione o se c’è una riunione. La cosa più importante per me e a cui faccio girare intorno gli altri impegni sono i 2 cuccioli di rat terrier, che tutti qui conoscono come i miei “bimbi pelosi”. La loro routine per me è sacra e cerco di rispettarla più che posso, portandoli fuori regolarmente 4 volte al giorno, anche se solo per qualche minuto.
L’abitudine americana alla quale mi sento davvero legata è la convenienza di avere sempre i negozi aperti con orario continuato anche fino alle 21-22, week-end compresi.

Miami è vista spesso come paradiso esotico dove passare le vacanze. Ma quali sono i pregi e i difetti del viverla quotidianamente?

Questa città è il sogno di tanti italiani ma, come dico sempre ai miei amici quando vengono a trovarmi, la Miami di ogni giorno è lontana da Ocean Drive e da quella spensieratezza. Uno dei problemi principali riguarda le strade, la viabilità e gli automobilisti: tanti residenti di Miami hanno macchine vecchissime, che perdono pezzi. Ma non è nulla a confronto con l’inesperienza di certi guidatori e l’ignoranza delle regole (tanti immigrati illegali non hanno nemmeno la patente!). La rete stradale poi non è in grado di gestire la mole di traffico e se ci si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato bisogna solo appellarsi a tutta la pazienza disponibile.
Passato lo scoglio traffico c’è il problema del parcheggio che, essendo una rarità, viene fatto pagare cifre da capogiro, compresi studi medici, ospedali e altri ambienti di prima necessità. Fortunatamente spostandosi un po’ a nord e uscendo dai confini di Miami-Dade questo problema si elimina da sè.
Un altro aspetto che di solito non si nota quando si soggiorna per poco è quello che chiamano “attitude”: in molti settori di servizio come ristoranti e negozi, ci si scontra con un atteggiamento di mancanza di rispetto per il prossimo, che confina con pura maleducazione. Tante volte mi ritrovo a pensare: “Ma perchè non lasci il tuo lavoro a qualcuno che saprebbe apprezzarlo di più?!"
Detto questo qui si vive bene e quasi tutto l'anno c'è un clima caraibico.
La stagione migliore, secondo me, è da novembre ad aprile, durante il nostro “inverno”: l’aria non è pesante di umidità anzi si può godere di una piacevole brezza, cosa che in estate, da giugno a settembre, rimane un miraggio.

In Florida si vive una sorta di bilinguismo, data la vicinanza al Sud America e a Cuba. Si parla di più l'inglese o lo spagnolo? Sono richieste entrambe sul posto di lavoro?

Il bilinguismo in tante parti degli USA è una normalità e un requisito per molti lavori, soprattutto se statali. Nello specifico qui a Miami è proprio una necessità perché ci sono persone che non parlano nemmeno una parola di inglese! Per noi italiani è positivo ma può trasformarsi anche in uno svantaggio: fortunatamente non è un grosso problema comunicare con chi parla solo spagnolo, ma poi capita di ritrovarsi dopo anni a parlare ancora un inglese scolastico perchè non è stato necessario praticarlo.

Come vengono viste la disoccupazione, la crisi, le tasse, che hanno messo in ginocchio l'Italia?

Qui non si parla quasi mai di economia italiana, se non per certe notizie di politica (leggi processo/i a Berlusconi) che vengono trasmesse più per scherno che per vero senso di preoccupazione per quello che sta succedendo. La situazione italiana qui viene generalizzata e unita al resto dell’Europa, piuttosto che analizzata come singolo Paese con problemi individuali.

Gli abitanti di Miami preferiscono comprare casa o vivere in affitto e spostarsi spesso?

Il sogno americano di possedere una casa con un bel giardino e la staccionata bianca è stato messo nel cassetto negli ultimi anni. Dopo il crollo dell’economia, in tanti si sono ritrovati con debiti insostenibili e la casa è stata il primo bene che la banca si è presa nel tentativo di recuperare i soldi dei mutui saltati. E poi, una volta risanato il debito, c'era un'attesa media di 5 anni prima di poter richiedere un nuovo prestito. Questo ha cambiato drasticamente il mercato immobiliare, costringendo tanti cittadini a ricorrere all’affitto, in attesa di tornare a galla con il proprio credito. Da qualche mese la FHA (Federal Housing Administration) ha cambiato questa regola e l’attesa si è abbassata a 1 anno. Non è detto che tutti gli istituti finanziari si adeguino, ma c'è comunque aria di cambiamento.

Quali sono secondo te i motivi principali che dovrebbero spingere un italiano a investire in un immobile a Miami?

Secondo me un acquisto immobiliare in questo momento, con tutti i mercati instabili, è una scelta quasi obbligata per chi vuole fare un investimento. Da sempre gli italiani sono innamorati degli Stati Uniti, e negli ultimi anni la Florida, forse anche grazie ai Vips che hanno casa qui, è diventata sempre più popolare.
Se devo dare un parere professionale, la scelta di Miami o più in generale degli USA, la vedo ottima per il vantaggio economico grazie al cambio Euro/Dollaro. Inoltre capita che i costruttori prediligano gli investitori esteri, più disposti a pagare cash e a trattare sul prezzo e sugli "extra" che la proprietà immobiliare offre.

di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism







giovedì 23 gennaio 2014

l gruppo Farina si allea con la francese Nexity. Prima iniziativa: Istituto Rizzoli a Milano -ilghirlandaio.com

Il colosso dello sviluppo immobiliare Nexity, quotato alla Borsa di Parigi, ha varato una partnership con il gruppo dell'imprenditore Vittorio Farina. La prima iniziativa riguarda la ristrutturazione dell'edificio dell'ex Istituto Rizzoli di Milano, nel quartiere di Città Studi. Il cantiere, che prenderà il via nelle prossime settimane, si estenderà su oltre 12 mila quadrati, a destinazione residenziale e/o uffici.
L'investimento sarà sostenuto per il 70% da Nexity e per il 30% da Farina, che conferisce l'immobile originario. In programma per i prossimi mesi iniziative analoghe sia nella stessa città di Milano sia a Verona sia a Torino.
Nexity l’aveva fondata la famiglia Arnault, anzi la sua famiglia, negli Anni Sessanta, oggi è una public company con un “baricentro” di controllo bancario, quotata in Borsa: è il gruppo Nexity, co-leader dello sviluppo immobiliare francese con una quota dell’12,5% sul mercato delle nuove costruzioni. Nexity, già presente da molti anni in Italia, che ha individuato un alleato per crescere con più forza nel nostro mercato: Vittorio Farina, imprenditore tipografico riconvertitosi all’immobiliare e alle nuove tecnologie.

Insieme, Farina e Nexity hanno varato una prima iniziativa di sviluppo a Milano, dove ristruttureranno radicalmente l’edificio dell’ex istituto Rizzoli, a Città Studi, circa 15 mila metri quadrati destinati a uso residenziale e d’ufficio. Altre iniziative sono in programma sia sulla stessa città di Milano che a Verona e Torino.
Dal 2008, in Piemonte, Lombardia, Liguria e Toscana, Nexity ha già realizzato  22 programmi immobiliari, costruendo 1000 appartamenti. Tra i progetti sviluppati spicca la prestigiosa divisione Living Luxury, che è dedicata alla realizzazione e alla vendita di immobili di lusso. Living Luxury opera per individuare le location più esclusive in cui realizzare soluzioni abitative rivolte a un target particolarmente esigente, impiegando le tecnologie più innovative e la massima cura nella scelta dei materiali impiegati.  Living Luxury by Nexity ha realizzato a Torino Nuovo Palazzo San Carlo e a Firenze il rinascimentale Palazzo Foresi in Piazza degli Strozzi.
Il gruppo immobiliare francese ha annunciato poco prima di Natale l’acquisizione di Oralia, che dopo quella di Lamy nel 2007 fa salire Nexity al secondo posto nella graduatoria di settore alle spalle di Foncia. Dal punto di vista strategico l’operazione completa il portafoglio di Nexity, consentendogli di sfruttare economie di scala in una fase di mercato che sarà caratterizzata da una regolamentazione più stringente del settore, con la proposta introduzione della normativa Alur sul social housing e gli immobili urbani. Secondo gli analisti il titolo, che capitalizza 1,4 miliardi di euro, merita un prezzo di 32,3 euro, che implica un potenziale di rialzo del 18% dalle quotazioni attuali. Il rendimento della cedola è previsto nell’ordine del 2%  sia per il 2014 che per il 2015.

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Vuoi investire o semplicemente comprare casa negli USA? Prova con il foreclosure o con lo shortsale -mutui.supermoney.com

Sappiamo che oggi investire i risparmi in denaro è poco remunerativo e questo perché la BCE ha tagliato il costo del denaro e anche in seguito alla caduta dello spread, se vi sono aspetti positivi per il debito pubblico, vi sono invece poche soddisfazioni per gli investitori perché i tassi di interesse scendono su quasi tutti i prodotti finanziari, a ciò si aggiunge il fatto che il mercato azionario e obbligazionario continua ad essere "traballante" e oggetto scandali bancari e allora meglio puntare sugli immobili.
A tal proposito una possibilità che sta pian piano emergendo anche in Italia è il Foreclosure. Premettiamo: inutile pensare di farlo da soli, occorre l'aiuto di esperti in finanza ma soprattutto di esperti di diritto degli USA e possibilmente con buoni contatti legali sul luogo.
Di cosa si tratta? Si tratta di acquisto di immobili ipotecati o comunque messi nella disponibilità delle banche a causa di mancato pagamento da parte dei debitori. Il costo di essi solitamente è basso e questo permette di lucrare al momento della successiva vendita, in alcuni casi, se si è fortunati, si riesce ad ottenere addirittura uno shortsale, ovvero una vendita a prezzi stracciati. Questo purtroppo in America può succedere perché proprio sugli immobili vi sono state bolle speculative che hanno fatto crollare il valore dei beni immobili. In caso di shortsale il valore dell'immobile è molto basso e le banche hanno interesse a liberarsene in fretta per poter avere denaro liquido da investire in modo più remunerativo.
Cosa deve essere messo in conto in questo tipo di investimento? La prima cosa da sapere è che dal momento in cui si decide di entrare in tale mercato fino al momento reale dell'acquisto può passare del tempo, l'attività di chi segue per voi l'affare deve essere retribuita, infine prima di rimonetizzare l'investimento occorre tempo in special modo nel caso di acquisto con shortsale perché dovrete aspettare del tempo per far in modo che il valore dell'immobile possa risalire.
La seconda cosa da tenere a mente è che per approfittare di tali occasioni occorreconoscere bene il diritto americano perché in base allo Stato in cui si acquista vigono regole diverse, le prime differenze sono tra Stati judicial e Stati non judicial. Se l'immobile è ubicato in uno stato judicial, prima di passare alla vendita dell'immobile vi è una vera e propria procedura davanti ad un giudice che decide con sentenza. Si tratta di una procedura maggiormente garantista per il debitore e quindi per chi vuole comprare vi possono essere più difficoltà.
La vendita come in Italia avviene con asta pubblica.
Il mercato del foreclosure o dello shortsale può però essere anche un'idea non a fine solo remunerativo perché può essere un modo per avere una casa negli Stati Uniti, sempre comoda in caso di ferie ma anche nel caso in cui si voglia dare ai figli la possibilità di studiare all'estero o di emigrare per lavoro vista l'attuale condizione economica italiana.
Se vi interessa provate ad informarvi in modo più dettagliato, anche perché vi sono studi in Italia che cominciano ad occuparsi di tale materia e ad offrire supporto a chi vuole investire.
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A Sacramento in vendita la mega villa dove visse il comico Eddie Murphy -casa24.ilsole24ore.com

Dai primi giorni del 2014 è sul mercato la mega villa di Sacramento del comico Eddie Murphy. L'ha messa in vendita al prezzo di 12milioni di dollari l'attuale proprietario Patrick Willis, un investitore del Nevada che l'aveva acquistata nel 2007 al prezzo di 6,1milioni di dollari dalla ex moglie dopo il divorzio dal comico. In California questa super dimora è nota visto che, già nel 2007, si era aggiudicata il titolo di immobile di maggiore valore della zona di Sacramento.
Willis ha dato mandato all'agenzia NRS Luxury Estate di curare le trattative con possibili acquirenti. Questa villa ubicata in una zona di prestigio in cima a una collina, fra la città di Sacramento e la zona di Los Lagos, è stata di proprietà della famiglia Murphy per circa nove anni. Il comico, insieme alla moglie e ai cinque figli, aveva infatti acquistato la proprietà per 3,8milioni di dollari nel 1998. Successivamente aveva ampliato la casa costruendo la depandance per gli ospiti su un terreno adiacente acquistato per altri 400mila dollari. 
Investimenti successivi, mobili personalizzati e pezzi d'autore hanno così caratterizzato questa casa. E secondo quando sostiene l'attuale proprietario Willis,la villa è rimasta praticamente intatta. Infatti Willis non vi si è mai trasferito. Persino gli arredamenti sarebbero rimasti tali e quali a come li avevano voluti i Murphy.

Si troverebbe allo stesso posto, nella stessa stanza, la testa di "Ciuchino", il celebre asinello del cartone animato del 2001 Shrek a cui Murphy ha dato la voce nella versione inglese. Come identica collocazione avrebbe il prezioso e futuristico pianoforte Schimmel Pegasus del designer Luigi Colani. La villa misura oltre 1600 metri quadrati fra parte principale e zona adibita agli ospiti. È dotata di dieci camere da letto, quattordici bagni, piscina, campo da tennis, da basket e persino una gigantesco garage capace di ospitare fino a nove automobili. A completare la proprietà inoltre non poteva mancare una sala cinema da dodici posti e una grande palestra con centro benessere. Se tutti questi comfort non fossero sufficenti ad attirare qualche danaroso acquirente, bisogna ricordare che la casa è dotata di un grande salone a pianta circolare. Una location ideale per grandi feste piene di star.
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Case e locali in affitto ai cubani, è la prima volta in mezzo secolo -ilghirlandaio.com

Per la prima volta in cinquant'anni i cubani potranno affidarsi alle agenzie immobiliari per prendere in affitto una casa o un locale commerciale, servizio finora esclusivamente riservato a cittadini stranieri o enti statali. A deciderlo una risoluzione pubblicata ieri sulla Gazzetta Ufficiale del governo. La risoluzione autorizza “i cittadini cubani residenti a Cuba” a ricorrere “ai servizi immobiliari di locazione offerti da enti immobiliari autorizzati” per appartamenti, uffici, negozi e magazzini. Tuttavia, la Gazzetta avverte che i cubani non potranno utilizzare questi immobili in funzione di “scuole internazionali, agenzie di stampa e organizzazioni non governative”.
Si tratta di un ''nuovo impulso”, ha sottolineato il quotidiano nazionale Juventud Rebelde spiegando come questa nuova normativa sosterrà “il settore del lavoro autonomo e altre forme di gestione privata". In questo modo il regime comunista sta cercando di "aggiornare" un modello economico a rischio di fallimento. Cuba ha una popolazione di 11,1 milioni di persone. Di queste 445 mila sono lavoratori autonomi (5 milioni gli statali) che lavorano soprattutto nel settore dei servizi e che stanno creando una forte domanda di immobili. Le agenzie immobiliari, soppresse durante la rivoluzione del 1959, sono riapparse negli anni '90. Finora, solo gli stranieri residenti nell’isola e le istituzioni (nazionali o straniere) potevano affittare immobili dalle agenzie immobiliari, che sono statali o a capitale misto. Alla fine del 2011, Raúl Castro autorizzò la compravendite delle case, anch’essa vietata per decenni.

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Cambiano i gusti degli stranieri che comprano in Italia: meno Toscana, più laghi -casa24.ilsole24ore.com

Anita ha scelto le Langhe per lasciare la Germania e reinventarsi una vita in Italia, Sigrid ha aspettato la pensione per comprare casa in Toscana e toccare con mano il lifestyle italiano, tanto noto nel mondo. Sono solo due esempi che inquadrano il trend del mercato della seconda casa: in crisi per la domanda interna (gli italiani preferiscono comprare oltre frontiera, 42.300 le unità acquistate nel 2013), in parte ricompensata dalle richieste straniere. Tra i driver anche l'opportunità di fare affari visto il calo delle quotazioni.
Il mattone italiano piace soprattutto ai tedeschi che nel 2013 hanno rappresentato il 43% degli acquisti nella stima a consuntivo dell'anno di Scenari Immobiliari. Sempre in aumento i russi con una quota di mercato che è il 14% del totale, parimerito con gli inglesi, che però nel 2005 erano pari al 38%. I russi, dopo aver colonizzato intere aree come la Versilia e la Sardegna, hanno messo gli occhi sul lago di Como e su Venezia, terreno di conquista anche di nuovi compratori in arrivo dall'Asia, indiani e indonesiani in testa.
Rispetto al 2005, anno di inizio dell'analisi di Scenari Immobiliari, il numero di acquirenti esteri è aumentato del 70%, mentre gli investimenti sono più che triplicati fino a 2,5 miliardi di euro. Il profilo del cliente è cambiato dal ricco compratore che cercava casali, castelli o appartamenti di lusso all'attuale acquirente che cerca una casa bella dove trascorrere la pensione o un lungo periodo della vita.
Cambiano anche le mete: sempre meno gettonata la Toscana, destinazione che ha perso la metà degli estimatori dal 2005 a oggi (passando dal 30% al 17%), mentre nello stesso periodo sono esplose Puglia e Marche, che oggi assorbono rispettivamente il 21% e il 13% del totale degli acquisti. «In Toscana si è comperato molto in passato – dice Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari– e l'offerta è poca e cara. Qui c'è anche la concorrenza degli italiani, che comprano nei borghi e in campagna». «Non sono d'accordo nel definire la Toscana in crisi – dice Bill Thomson, direttore generale di Knight Frank in Italia –. Vediamo un forte incremento del numero dei visitatori al sito, richiesta di informazioni e visite in loco. A oggi stiamo trattando seriamente alcuni oggetti di pregio, molti proprio in Toscana, - per 30 milioni di euro complessivi - oggetti che un anno fa non avrebbero trovato interlocutori. Adesso la percezione all'estero è che conviene investire. Manca solo una maggiore stabilità politica».
Rispetto al 2005, l'investimento medio è passato da circa 240mila euro a 500mila euro, a cui vanno aggiunti spesso i costi di ristrutturazione. Un budget che potrebbe aumentare nei prossimi anni perché l'Italia non è più considerata una meta "popolare", ma ricercata tanto da essere assimilata alla Francia o alla campagna inglese.
Al singolo acquisto si affiancano, poi, vere e proprie iniziative immobiliari di recupero di borghi per stranieri, pensate e sostenute dall'estero. L'acquisto immobiliare da parte di stranieri non va letto come operazione spot in cui il nostro Paese si trova anche a vendere oggetti di pregio, ma va vista invece come un'opportunità per attirare in Italia capitali esteri e nuovi turisti, che spesso si fermano a lungo nel nostro Paese investendo qui una forte capacità di spesa anche in shopping e in mantenimento di personale di servizio. Per questo motivo sarebbe importante una politica più attenta anche da parte di chi supervisiona il turismo per rendere alcune delle nostre mete più importanti sempre appealing. Per esempio l'obiettivo di allungare la stagione in Sardegna, finora fallito, dovrebbe essere la priorità di tutti nell'isola e non l'interesse di pochi. E anche fare sistema e vendere il nostro Paese all'estero nella sua totalità dovrebbe essere una delle priorità, oggi che l'Expo 2015 è alle porte.
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mercoledì 22 gennaio 2014

Australia, Thailandia, Vietnam e Indonesia: quattro mete dove inventarsi un futuro -casa24.ilsole24ore.com

Australia, partire per la terra dei canguri 
Anche l'Australia cerca pensionati, ma il Paese è anche noto per la ricerca che ogni anno a luglio il Governo fa partire per figure professionali di alto profilo. La prima categoria può richiedere un visto per risiedere in Australia durante il periodo di pensionamento. I pensionati over 60 anni di età non pagano tasse. I pensionati da 55 a 59 anni pagano tasse pari al 16,5%, sotto i 55 anni pagano tasse pari al 21,5%. E il sistema sanitario, importante se si ha una certa età, offre validi servizi gratuiti – il Medicare paragonabile al nostro sistema sanitario nazionale non prevede ticket (c'è un accordo di reciprocità tra Australia ed Italia, quindi tutti i visitatori italiani, con al seguito tesserino sanitario italiano e naturalmente il passaporto, recandosi in uno dei numerosi uffici medicare, possono ricevere la tessera sanitaria con relativa copertura gratuita per sei mesi dalla data di arrivo nel Paese), ma è prevista anche la copertura privata che arriva a sostenere anche le spese dal dentista o di chirurgia estetiche (Medibank Privat Health Insurance). Una spesa media annuale si aggira sui 1.300 euro per una buona copertura per un soggetto di 40 anni.

E i giovani? Mauro Ceccarelli è un avvocato in Italia e "registered foreign " in Australia. Dal 2012 vive a Sydney. "Io, mia moglie Manuela e il piccolo Pierpaolo abbiamo intrapreso una nuova esperienza non priva di difficoltà iniziali, ma meravigliosa - dice Mauro -. L'Australia è costosa, ma premia il merito e l'iniziativa". Qui Mauro ha costituito Australia Way (ww.australia-way.com.au) per dare assistenza a chi vuole migrare in Australia. "Di fatto, a causa della crisi europea, è in atto un nuovo esodo migratorio verso l'Australia, paragonabile a quello del primo dopoguerra e degli anni 60/70, seppur avente ad oggetto individui con cultura e skills professionali avanzati – dice Mauro -. Il profilo del "nuovo migrante" è il seguente: età compresa tra i 23 ed i 50 anni, provenienza geografica distribuita equamente (35% dal Nord, 30% dal Centro, 35% dal Sud), alto indice di laureati (circa il 60%). Le previsioni per il triennio 2013/2016 sono tali da far prevedere un notevole incremento del flusso migratorio dall'Italia. Il governo australiano ha stimato che, tra il 2013/2016, il flusso migratorio dall'Europa, a scopo lavorativo, avrà un incremento del 500%". Non tutti riescono nel loro intento, e più del 60% decidono o sono costretti a lasciare l'Australia per problemi legati alla scadenza del visto (spesso il Working Holiday che ha una validità massima biennale) o in ragione dell'alto costo degli affitti e della vita in Australia.
Il nuovo fenomeno migratorio non investe solo le persone fisiche, ma anche società e professionisti. Il governo ha di recente aperto un altro bando di richieste per precise figure professionali. Si tratta della Skilled Occupation List (SOL). La lista viene aggiornata ogni anno, normalmente il primo di luglio, dove, in base ad indagini sul mercato del lavoro australiano, vengono eliminate alcune professioni e ne vengono aggiunte di nuove. "Non solo il governo federale realizza queste liste – dice Mauro -. Anche i singoli Stati e territori organizzano delle liste corredate da allettanti contratti di lavoro. Per esempio stiamo seguendo un caso di un infermiere professionale italiano con altissima esperienza che sta aderendo ad un contratto offerto da un singolo Stato. In questo caso occorre un inglese quasi accademico e in alcuni casi la sede di lavoro è un po' lontana dai grandi centri". 
Ma quanto costa la vita in Australia e quanto si paga di tasse? La spesa settimanale costa da 100 a 150 dollari australiani (66-100 euro). Per redditi da zero a 12mila euro non si pagano tasse, da 12.001 euro a 24.500 euro si paga un'aliquota del 19%, da 24.500 a 53mila euro si paga il 32,5% e da 53mila a 120mila euro si sale al 37%. Per le società, al netto delle deduzioni, si paga tra il 10 e il 20%.

E per comprare casa quanto si spende? La dimensione delle case varia tra i 150 ed i 500 mq. Il costo va da 330mila euro in zone periferiche fino a 860mila euro per una casa di circa 200 mq in un quartiere signorile. Le case che hanno l'affaccio sul Golfo di Sydney (con vista mare e talvolta spiaggia privata) oscillano tra 1,3 e 3,3 milioni di euro.
Thailandia, un paradiso low cost 
Andare a vivere in Thailandia. È la scelta fatta da Salvatore Parisi, in Italia agente immobiliare Tecnocasa e poi expatriate nel Paese orientale. Dopo qualche tempo anche qui ha iniziato di nuovo a svolgere il ruolo di agente immobiliare, sempre per lo stesso network. "La prima cosa da dire in merito alle pensioni è che l'Inps, in collaborazione con il noto, per noi italiani, Ufficio delle Entrate sta provvedendo a fare una massiccia operazione di controllo informatico per accertare l'avvenuta cancellazione dall'anagrafe italiana e la contestuale iscrizione all'Aire (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero) – dice Parisi -. Se non ci si iscrive all'Aire ora, si può incorrere nell'obbligo della doppia imposizione fiscale". Esplicata questa pratica nel Paese si riceve la pensione lorda. Con la quale si vive bene. "Il costo della vita è molto basso – dice ancora l'intervistato -. Ci sono ristoranti italiani di un certo livello dove una cena costa 100 euro, mentre ristoranti più economici da 30 euro circa, tuttavia si può mangiare bene in molti locali pagando meno di 10 euro. Sul fronte prezzi di beni comuni, per dare un'idea una baguette costa 0,50 centesimi, la benzina 0,80 centesimi al litro (con meno di 5 euro fai 6 litri di benzina)". Se si guarda al Big Mac index, l'indice che valuta il costo della vita sulla base del panino di McDonald's, in Thailandia il Big Mac costa 2,46 dollari contro i 4,20 dollari degli Stati Uniti.

E le case? Gli appartamenti di nuova costruzione nelle zone più ambite di Phuket – con tutte le dovute cautele che bisogna ricordare sulla zona, che unisce turismo a prostituzione, anche minorile, e malaffare (l'intera Nazione sta oggi vivendo un momento difficile dal punto di vista dei disordini sociali e politici) - costano circa 2.000 euro al mq mentre appartamenti usati si possono trovare a circa 1.500 euro al mq. Il mercato offre anche ville di lusso che oggi facilmente arrivano a quotazioni di un milione di euro.
A Krabi una villa di lusso va da 400mila a 1,8 milioni di euro. A Koh Samui, nel sud del Paese, una villa costruita in diversi blocchi – dalle camere alla immensa cucina con vista sulla piscina che a sua volta è affacciata sulla spiaggia e sul mare - costa un milione di euro. A Phuket con 360mila euro si può comperare una villa con piscina a mosaico, 4 piccole camere da letto, salotto e cucina a vista, nel verde ma lontana dal mare.
In merito alle tasse sulla proprietà immobiliare? "Non ci sono tasse di proprietà, ma due tasse annuali – dice ancora Parisi -. Una che ha per oggetto terreni e immobili dati in affitto o utilizzati per fini commerciali. L'altra prevista per il proprietario o gli utilizzatori di un terreno ed è calcolata in base al valore accertato del terreno stesso. La tassa annuale sulla proprietà (terra e casa) è pari allo 0,1% del valore stimato se l'unità viene utilizzata a fini residenziali. Mentre per il trasferimento di proprietà e nel particolare di unità in condominio, ci sono una varietà di imposte e tasse; tassa di trasferimento, di bollo, imposta preventiva (personale o aziendale) e la tassa professionale specifica (se applicabile). Tali costi sono ripartiti tra l'acquirente e il venditore in base a quanto concordato nel contratto di compravendita. Può anche accadere che solo il venditore o solo l'acquirente sopportino il peso fiscale". Tutti gli italiani che si vogliono trasferire all'estero per obbligo di legge devono iscriversi all' anagrafe residenti esteri, Aire, nei comuni italiani di loro competenza. Mentre se si vuole chiedere una residenza allo stato Thailandese occorre affrontare una pratica molto più complessa. Bisogna avere determinati requisiti, ad esempio: essere sposato con una/un cittadino thailandese ed avere con questa/o dei figli, lavorare in Thailandia da un certo periodo.
Il Vietnam meta emergente 
È un Paese in pieno fermento il Vietnam, ricco di contraddizioni tra una società che spinge oggi verso la modernità e i paesaggi rurali che richiamano tempi antichi. Anche il Vietnam fa parte della lunga lista di Paesi che hanno firmato accordi bilaterali con l'Italia affinchè i cittadini italiani che trasferiscano qui la residenza possano percepire la pensione lorda. Il Pil del Paese dovrebbe chiudere il 2013 con un aumento del 5,2%, meglio del 5,03% del 2012 ma in calo rispetto al +5,89% del 2011. Se si guarda al mercato immobiliare di Hanoi, il segmento degli appartamenti a basso costo attira investitori. Il prezzo medio richiesto per i condomini di grado A (nuovi e con attenzione all'efficienza energetica) viaggia sui 2.370 dollari al metro quadrato e scende a 1.400 dollari al mq per appartamenti di grado B. La stima è di un'offerta di circa 3.500 appartamenti nel 2014 di grado A e B. Le previsioni di Cushman & Wakefield sono positive per il mercato residenziale, soprattutto di alto livello, vista la recente proposta del Governo di estendere il diritto di acquistare casa in Vietnam anche agli stranieri.

Ma come si vive in Vietnam? A sentire chi ha fatto la scelta di trasferirsi qui la popolazione è caparbia e seria ma aperta agli stranieri. Le scuole in città sono molte e diffuse, la qualità della formazione è un tema importante anche per la futura crescita del Paese. Per la sanità invece bisogna pensare a procurarsi una buona assicurazione. Il costo della vita non è elevato. L'equivalente di un pranzo con hamburger di McDonald's costa circa 2,5 euro, lo stesso si spende per un pasto nel business district di Hanoi.
L'Indonesia in corsa verso la crescita economica 
È un Paese in forte sviluppo l'Indonesia, dove è in crescita una classe sociale con elevate disponibilità economiche. Anche questo Paese, uno Stato-arcipelago distribuito su oltre 17.500 isole, ha siglato un accordo bilaterale con l'Italia per percepire la pensione senza doppia tassazione.

Il Paese vive una fase di elevata crescita economica anche se la Banca mondiale stima un rallentamento (per il 2013 Gdp in aumento del 5,6% e del 5,3% nel 2014). Bloomberg, ricorda Jones Lang LaSalle, ha inserito il Paese al settimo posto nella classifica delle Nazioni con la maggior crescita per i prossimi cinque anni. Il mercato immobiliare è dominato dalla "middle-class" che traina le compravendite. A Giakarta nel settembre 2013 l'offerta complessiva di immobili residenziali sul mercato era pari a 117mila unità circa. L'attività di vendita dovrebbe scendere lievemente nell'ultimo quarter del 2013 per via delle imminenti elezioni nel Paese. Continua intanto a crescere il livello dei prezzi. A settembre l'aumento è stato del 2,9% sullo stesso periodo dell'anno precedente. I valori si aggirano sui 1.800 euro al metro quadrato per case di buon livello.
Marco Scaramuccia, ingegnere navale, dopo aver viaggiato e lavorato per sette anni in Corea del Sud, Giappone, Cina, oggi vive in Indonesia. "Ho deciso di viaggiare per equilibrare il bagaglio teorico da neolaureato con una buona parte di esperienza pratica sul campo – dice -. Con esperienza pratica intendo la possibilita' di partecipare alla costruzione di grandi navi commerciali di varie tipologie, realta' che al tempo ed ancora oggi e' possibile incontrare solo spostandosi in oriente, ormai fulcro globale della costruzione navale, escluse poche eccezioni". Marco ci spiega che in Indonesia il costo del carrello settimanale della spesa si aggira su 80/100 euro a settimana per un single, un valore indicativo per un espatriato che compra prodotti di importazione (per motivi igienici e di affidabilita' della conservazione e trattamento dei cibi). Il costo della sanità? Una visita generale privata in una clinica internazionale puo' costare 50/70 euro.
E il costo delle case? A Giakarta un appartamento da 150 mq costa di affitto dai 2.800 dollari americani (2mila euro) al mese ai 3500/4500 dollari (2.500-3.500 euro) a seconda dell'altezza e di quanto sia rinomato il complesso abitativo. Fuori Giakarta i prezzi sempre per 150 mq non superano i mille dollari (700 euro). "Le tasse sui redditi vanno a fasce – spiega -, dai minimi tassati al 5%, a salire al 15%, 20%, 30% per la fascia piu' alta (il limite inferiore della fascia piu' alta sono 40mila euro lordi)".
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Tasse:tra moglie-marito l'Imu mette il dito, più case di separati -a-realestate.it

Tra moglie e marito l'Imu mette il dito. Alla ricerca di un alleggerimento fiscale pro-famiglia sono sempre di più i coniugi che dichiarano di vivere in due diverse residenze, considerate come ''prima casa'' per 'ottimizzare' il carico tributario. E' un fenomeno non nuovo che però, complice anche la cancellazione dell'Imu sulla prima casa, è ora in decisa crescita. Tanto che il nodo arriva anche nelle aule parlamentari. 

''E' una patologia di sistema'', ha sostenuto il direttore dell'Agenzia delle Entrate nel corso dell'audizione alla commissione bicamerale sull'anagrafe tributaria, sollecitato dal senatore del Fi, Salvatore Sciascia, che nel passato è stato prima ufficiale della Guardia di Finanza, quindi direttore dei servizi fiscali del gruppo Fininvest. Befera ha sostenuto che quando c'è una separazione legale il Fisco ha le mani legate. Mentre invece, in assenza di questo atto, il Comune non dovrebbe attribuire una diversa residenza. ''Laddove lo scopriamo - ha spiegato - interveniamo. Nel passato era un caso raro, ora sta aumentando per ovvi motivi. E' una patologia fiscale''. Le famiglie realizzano così un modello fai-da-te di tassazione in favore della famiglia, anticipando il ''quoziente familiare'' del quale si parla molto per l'Irpef ma che poi, per i suoi costi, nessuno è riuscito a realizzare. Per il 'numero uno' dell'Agenzia delle Entrate è però incomprensibile il comportamento dei Comuni secondo i quali due coniugi sposati possano avere due diverse abitazioni principali. 

Questa scelta si trasforma in un boomerang per le casse comunali, con la riduzione di gettito che sarebbe dovuto arrivare dalla ''seconda casa''. Certo, l'uso dell'anagrafe come strumento di pianificazione fiscale non è nuovo. Nel passato Lef, l'associazione per l'equità e la legalità fiscale che si batte contro l'evasione, ha calcolato che ''finte separazioni'' consentono risparmi fino a 5.000 euro, fingendo di pagare il mantenimento. Ma ora, con l'arrivo del nuovo redditometro, potrebbe esserci qualche problema in più. I coniugi che abitano in due diverse ''prime case'' saranno considerati separatamente e quindi l'ammontare del reddito, diviso in due, potrebbe non essere sufficiente a spiegare il tenore di vita, facendo scattare l'accertamento. Nell'Italia dei furbetti il quoziente familiare fai-da-te non è l'unico fenomeno che erode il gettito fiscale. Il fisco, negli ultimi 15 anni - ha rivelato Befera - ha accumulato crediti non riscossi per 545 miliardi, dei quali solo il 5-6 per cento può essere riscosso. Il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate ha spiegato che molti di questi crediti fanno capo a contribuenti falliti, a persone decedute, a nullatenenti ma anche alle cosiddette 'cartiere', società che vengono aperte per emettere false fatture e poi fatte rapidamente sparire. Ecco allora che, assieme al contribuente, si dissolve anche la possibilità di recupero della somma dovuta.


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