mercoledì 22 gennaio 2014

“Per comprare casa servono 6 anni di stipendio” -statoquotidiano.it

Lo indica l’analisi condotta dall’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, ipotizzando che il reddito fosse destinato interamente all’acquisto di un’abitazione di circa 65 mq.
“Anche a livello locale non ci sono state variazioni di rilievo -spiega Tecnocasa- fa eccezione Firenze, dove servono 7 annualità (con un calo pari a -0,7), seguita da Verona che fa segnare 4 annualità, ossia 0,4 in meno rispetto al 2012. Si mantiene costante Napoli (7,4 annualità), sono in leggero calo (tra -0,1 e -0,3 tutte le altre città). Roma si conferma la città in cui serve il maggior numero di annualità: sebbene in calo (-0,1), il valore rimane sopra le 10 annualità (10,1 per la precisione). All’estremo opposto (3,7 annualità) c’è Palermo, che vede una variazione negativa pari a -0,3″.
L’allarme di Cgil e Fillea: boom delle morosità incolpevoli.
Nessun intervento per chi non riesce più a pagare l’affitto. Il Decreto Milleproroghe ha infatti previsto la sospensione degli sfratti per finita locazione per particolari categorie disagiate fino al 30 giugno 2014. Ma nel testo non c’è nessuna misura per gli sfratti per morosità, la vera emergenza che attanaglia il Paese.
L’allarme è lanciato dalla Cgil in collaborazione con la Fillea, attraverso la sua newsletter “Politiche abitative”. La misura approntata dal governo per le categorie disagiate, secondo il sindacato di Corso d’Italia “era senz’altro necessaria, ma non affronta il tema delle morosità incolpevoli, dovuta a chi non riesce più a sostenere le spese della casa in un mercato che mostra evidente incompatibilità tra aumento dei costi e riduzione dei redditi reali”.
Dall’inizio della crisi, in effetti, sono stati emessi 265 mila sfratti per morosità e 140 mila provvedimenti sono stati eseguiti. Considerando quelli emessi precedentemente, si stima che almeno altri 200 mila nuclei familiari hanno provvedimenti di prossima esecuzione. Cgil e Sunia, nel frattempo, hanno ripetutamente denunciato la gravità del fenomeno e la necessità di individuare misure in grado di affrontare i nodi strutturali che hanno determinato una crisi così acuta del sistema abitativo, risultando oggi urgente trovare soluzioni adeguate all’emergenza in atto.
Almeno 400mila famiglie italiane hanno di fatto bisogno di un’abitazione a costi sostenibili o di forme di sostegno al reddito che risolvano le morosità già presenti e quelle che possono insorgere. Il fondo per l’affitto recentemente rifinanziato con 100 mln di euro per il biennio 2014-2015 e quello per le morosità appena istituito con 40 mln, per la Cgil, “non rappresentano una risposta significativa, poiché le risorse sono insufficienti”.
La loro utilizzazione non prevede inoltre tempi rapidi ed i provvedimenti continueranno nel frattempo ad essere emessi ed eseguiti. Per il sindacato, quindi, “è necessario che in sede di conversione del Decreto siano introdotte misure per risolvere il dramma delle morosità incolpevoli” e “che vengano affrontati i nodi strutturali del settore attraverso una nuova politica della casa orientata all’ampliamento dell’offerta abitativa in affitto di edilizia residenziale pubblica e sociale e al sostegno al reddito delle famiglie”.
La Cgil, tra l’altro, ha già proposto un “Piano per l’emergenza”. Il testo prevede il sostegno al reddito delle famiglie, attraverso fondi con dotazioni adeguate per l’affitto, per le morosità e per i mutui prima casa. Si prevede inoltre l’ampliamento dell’offerta abitativa in affitto di edilizia pubblica e sociale, e per l’edilizia sovvenzionata. Il tutto attraverso “accordi tra amministrazioni locali, associazioni dei costruttori, sistema cooperativo e organizzazioni sindacali per un ‘Nuovo patto’ che da un lato favorisca l’immissione sul mercato di alloggi adeguati alla domanda, in proprietà e soprattutto in affitto, dall’altro attivando, da parte dei Comuni, condizioni favorevoli (aree a basso costi, immobili pubblici da ristrutturare, agevolazioni fiscali).”
La cedolare secca, infine, a detta della Cgil, “deve essere abolita come opzione per il canale libero”,mentre “le forme di tassazione devono prevedere penalizzazioni per gli alloggi sfitti e incentivazioni per quelli dati in locazione a canone concordato”.
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