lunedì 16 dicembre 2013

Saldo Imu, conti in cinque tappe -ilsole24ore.com


Per molti dei 16 milioni di contribuenti chiamati a pagare il saldo Imu sugli immobili diversi dall'abitazione principale è il tempo degli ultimi calcoli: le insidie si concentrano soprattutto nei Comuni che hanno aumentato le aliquote nel 2013, ma per le imprese e per le altre tipologie di immobili per i quali si sono modificate le regole in corso d'anno c'è qualche complicazione in più anche dove l'aliquota locale è rimasta quella dell'anno scorso.
Per capire i conteggi necessari a misurare il saldo Imu – che si sviluppano in cinque tappe – bisogna partire da un presupposto: a giugno l'acconto è stato di norma pari al 50% dell'imposta 2012, perché il caos continuo di parametri e bilanci ha impedito di applicare i nuovi criteri. Tutte le novità, quindi, si scaricano sul saldo.
La prima variabile da considerare, quindi, è l'aliquota comunale: se la modifica, come capita nella maggioranza dei casi, è in aumento, tutta l'imposta aggiuntiva va pagata ora. Assumiamo come esempio un Comune che ha portato l'aliquota dall'8,6 per mille del 2012 al 10,6 per mille del 2013. Per un bilocale con rendita da 416 euro (e quindi con base imponibile ai fini Imu da 69.888 euro; si vedano gli esempi pubblicati qui a destra), l'Imu 2012 è stata di 601 euro, e quindi l'acconto 2013 (quando si è pagata la metà dell'imposta 2012) ha chiesto 300,5 euro. Per individuare il saldo occorre calcolare l'Imu annuale con la nuova aliquota, pari a 740,8 euro, e sottrarre i 300,5 euro già versati a giugno: l'appuntamento di dicembre, quindi, costa in questo caso 440,3 euro (cioè i 740,8 meno 300,5).


Un inciampo (e un aumento) in più si incontra nel caso di capannoni, alberghi, centri commerciali e immobili «strumentali» in genere (categoria catastale D). Per loro nel 2013 è cresciuta anche la base imponibile, perché il moltiplicatore è passato da 60 a 65. I proprietari di questi immobili, quindi, dovranno calcolare l'Imu annuale 2013 con la nuova aliquota e la nuova base imponibile, e sottrarre alla somma così ottenuta l'acconto del 2013, che anche in questo caso è stato di regola pari al 50% dell'Imu prodotta dalle regole dell'anno scorso.
Una prospettiva ancora diversa deve essere assunta per i fabbricati invenduti dalle imprese costruttrici, che hanno ottenuto l'esenzione dall'Imu ma solo a partire dal saldo del 2013. L'esenzione farebbe pensare che l'obbligo di dicembre escluda del tutto questi fabbricati, ma ciò non avviene nei Comuni in cui l'aliquota è cresciuta. Il nuovo parametro, infatti, vale per tutto l'anno, per cui impone di conguagliare l'acconto di giugno che è stato calcolato con le aliquote 2012: a dicembre, in altre parole, non si pagherà il saldo ma il "pezzo" di Imu relativo al primo semestre prodotto dall'aliquota che a giugno non si era affacciata. Questa regola vale per tutte le tipologie esentate dal saldo, come per esempio le case concesse in comodato gratuito ai figli che i Comuni abbiano deciso di assimilare all'abitazione principale (è il caso numero 3 proposto qui a destra): in questo caso, occorre anche verificare la presenza dell'assimilazione nella delibera locale.
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