I 200
nuovi grattacieli in costruzione o ancora sulla carta che cambieranno per
sempre lo 'skyline' di Londra sono visti come una minaccia alla storia della
metropoli da un nutrito gruppo di intellettuali internazionali. Hanno lanciato
un appello dalle pagine dell'Observer, parte di una campagna per 'salvare' la
città da questa rivoluzione urbanistica sospinta dalla bolla immobiliare. Fra i
firmatari ci sono lo scultore Anish Kapoor, l'artista Antony Gormley, il
filosofo Alain de Botton, l'autore Alan Bennett, l'architetto italiano Vittorio
Gregotti, e la deputata laburista Tessa Jowell, che dovrebbe correre per la
poltrona di sindaco di Londra nel 2016. Chiedono che venga creata dal comune
della capitale una 'commissione skyline' che si occupi di valutare l'impatto
complessivo di tutti i nuovi progetti sulla città. "E' scioccante che un
cambiamento così profondo sia fatto con così poca consapevolezza da parte dei
cittadini e poco dibattito", ha detto Rowan Moore, critico di architettura
per l'Observer e un promotore della campagna. "Queste torri non rispondono
alle esigenze di alloggio nella città, ma alla bolla degli investimenti
internazionali nel mercato immobiliare di Londra", ha aggiunto. In
effetti, dei 200 palazzi con almeno venti piani che trasformeranno Londra in
una New York europea nei prossimi anni, tre-quarti ospiteranno appartamenti di
lusso, rivolti soprattutto ai ricchi stranieri che vogliono spendere cifre da
capogiro per partecipare alla 'febbre' del mattone che da mesi sale nella
capitale e che preoccupa non poco le autorità del Regno. Fra le istituzioni che
hanno lanciato l'allarme, e che tengono sotto stretta osservazione il fenomeno,
c'è anche la Bank of England. Un portavoce del sindaco di Londra, Boris
Johnson, ha affermato che il primo cittadino ha preso in considerazione l'idea
di istituire un'apposita commissione di controllo e ne discuterà già questa
settimana in una serie di incontri.
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