Oggi intervisto Daniel Costa, 22 anni, vicentino. Daniel non
ha terminato gli studi superiori, in compenso si è sempre dato da fare
lavorativamente parlando. Prima come aiuto pizzaiolo e poi, da appassionato di
informatica quale è, ha lavorato per due anni in un negozio di vendita e
assistenza del bassanese. Due anni fa la decisione di partire senza qualifiche
e con un livello di inglese quasi a zero, per provare a costruirsi un futuro
all'estero.
Sei molto giovane ma hai già girato parecchio. Raccontaci
in quali luoghi hai vissuto fino a ora e quali sono state le tue prime
impressioni.
Ho vissuto 10 mesi in
Australia girando molto. Prima Melbourne, poi Fremantle, un paese famoso nel
Western Australia situato a circa 20 km da Perth. Infine, dopo un paio di
settimane in una farm a Humpty Doo, vicino Darwin, sono tornato a Melbourne con
un amico. Adesso sto rispondendo alle tue domande da Aars, un paese di 8-9000
abitanti situato nello Jutland settentrionale, in Danimarca. Vivo a casa di un
amico da 4 mesi.
Passiamo alle prime
impressioni: appena arrivato in Australia paragonavo tutto quello che vedevo
con l'Italia e posso dirti che non ero arrivato solo dall'altra parte del mondo...
ero atterrato in un altro mondo. Servizi eccellenti, burocrazia e tempi di
attesa quasi inesistenti, organizzazione, cordialità delle persone, ordine (tranne
venerdì e sabato notte), sicurezza sempre. Un bellissimo Paese con una qualità
della vita molto alta. Avendo vissuto una bellissima esperienza, l'Australia
è diventata il mio riferimento per futuri paragoni. La Danimarca è diversa
sotto alcuni aspetti ma fondamentalmente posso dire di aver avuto le stesse
prime impressioni, molto positive. Non sono rimasto stupito come in Australia
perchè ora do molte cose per scontate. Comunque sono convinto che arrivando dal
sistema italiano si hanno ottime impressioni più o meno ovunque.
Soffermiamoci sulla tua esperienza australiana. L'idea di
trasferirti ti è venuta dopo averci ragionato su molto o hai colto al volo
un'opportunità che ti si era presentata?
Avevo già intuito che
c'era di meglio fuori e vedevo l'Italia sotto un occhio critico, grazie al mio lavoro.
Quando stai a stretto contatto con il tuo capo, che è anche un grande amico,
per 2 anni, "vivi" le sue stesse esperienze. Parti col sospettare e
finisci col renderti conto che tutto funziona diversamente da come l'avevi
immaginato fino a quel momento. Mi riferisco al lavorare in Italia e alla
difficoltà di costruirsi qualcosa e, purtroppo, all'ignoranza seguita
dall'accondiscendenza di troppe persone.
Una mattina un'amica
mi dice "Vorrei andare in Australia e fare una grande esperienza. Tu
andresti o perché non vieni anche tu?". Ho risposto di sì senza pensarci
più di tanto. Ricordo che alla sera, appena tornato dal lavoro, ho detto:"
Mamma, vado in Australia", così all'improvviso, dalla mattina alla sera.
Sono convinto che sarei all'estero lo stesso adesso ma se non fosse stato per
quell'amica, sarei partito molto dopo.
Quali sono state le difficoltà maggiori non appena
arrivato in Australia?
Posso dirti che la difficoltà è stata una sola: l'inglese. Questo non
vale solo per l'Australia ma per qualsiasi destinazione. Studiare ed imparare
la lingua locale dev'essere il primo obiettivo ed è la difficoltà più grande.
Per quanto riguarda i primi passi in Australia, non posso definirli vere e
proprie difficoltà perché basta arrivare informati. Io prima di partire ho letto
articoli e interviste su molti blog, ho visto video e verificato le informazioni
sui portali ufficiali (cosa che consiglio sempre di fare perchè in giro si
trovano tante false informazioni). E' molto importante informarsi bene, su
internet è possibile trovare tutto se si ha voglia di cercare.
Quale è stato il tuo primo approccio col mondo del
lavoro?
A causa del mio
livello di inglese, ma anche di errori personali, ho faticato parecchio
all'inizio. Sono arrivato a fare un colloquio con il supermercato Coles, la
catena di fast food Hungry Jack's e un'azienda di pulizie ma sono sempre stato
scartato per l'inglese. Dopo una parentesi di 6 giorni in una farm gestita da
una famiglia australiana, (gli unici australiani disonesti che ho trovato in
quasi un anno) ho trovato il primo lavoro come aiuto pizzaiolo in un ristorante
italiano: in nero, sottopagato e con immancabili discussioni ogni volta che
arrivava fine mese. Fortunatamente dopo un mese ho iniziato come lavapiatti in
un grosso ristorante australiano.
Questo è stato il mio primo approccio col
mondo del lavoro. Purtroppo senza un buon livello di inglese (veramente buono e
non scolastico) si inizia così e bisogna essere umili. Ci si trova davanti a
situazioni ingiuste ma necessarie all'inizio, a meno che non si abbia una
disponibilità economica illimitata. Io resto dell'idea che, comunque, a tutto
c'è un limite. Il mio consiglio è: impegnatevi e cercate di migliorarvi sempre
perché all'estero le opportunità ci sono veramente e vale la pena combattere
per raggiungere i propri obiettivi.
Hai vissuto in Italia, Australia e Danimarca: quali sono
i maggiori pregi di questi tre Paesi?
Senza dilungarmi troppo,
ti dico la storia e la cultura per l'Italia, i servizi dell'Australia e la
scuola di lingua gratuita per quanto riguarda la Danimarca.
Di cosa ti occupi ora?
Attualmente sono senza
lavoro e mi sto impegnando per trovarne uno, bisogna insistere e non arrendersi
mai. Sto cercando di migliorarmi giorno dopo giorno per raggiungere gli
obiettivi che mi sono prefissato. Ho creato un blog che è nato con l'idea di raccontare
la mia esperienza ma che è stato un po’ trascurato: ora lo sto rilanciando con
articoli guida chiari e semplici sui Paesi dove vivo o dove ho vissuto. Su
Facebook ho creato una pagina che contiene moltissimi articoli e video
interessanti sul vivere all'estero, tutti presi dai vari portali che seguo per
passione. Invito tutti a dare un'occhiata e a mettere un mi piace se apprezzate.
Infine, ho da poco aperto un canale su YouTube dove troverete video turistici,
video guide e considerazioni fatte dal sottoscritto.
Dove ti vedi tra dieci anni? Sempre in giro per il mondo
o in Italia?
Tra 10 anni sarò nel
Paese che mi avrà colpito di più, dove mi sentirò meglio, a gestire una mia
attività. Ti posso dire con assoluta certezza che quel Paese non sarà l'Italia.
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di Giorgia Perbellini per Luxury&Tourism
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