mercoledì 19 giugno 2013

Edilizia, l’anno più nero: persi 669 mila posti di lavoro, come l’intera popolazione di Palermo - Corinna De Cesare - corriere.it



Il numero fa impressione: dall’inizio della crisi sono andati persi 669 mila posti di lavoro. «Come l’intera popolazione di Palermo». A lanciare l’allarme è l’associazione nazionale dei costruttori edili Ance, secondo la quale il 2012 è stato l’anno più nero in assoluto per il settore dell’edilizia. «Da inizio crisi - fa sapere l’Ance , che raggruppa circa 20.000 imprese private, specializzate in opere pubbliche, edilizia abitativa, commerciale e industriale - i posti di lavoro persi sono 446mila che con i settori collegati salgono a 669mila. Come l’intera popolazione di Palermo». Circa 11.177 invece le imprese fallite in Italia.
EUROSTAT - Timidi segnali di ripresa però arrivano da Eurostat che in una nota ha fatto sapere che a maggio la produzione edilizia nell’Eurozona ha registrato un incremento del 2% rispetto ad aprile, quando era calata dell’1,8%. In Italia la maggiore sorpresa con l’indice salito del 5,5%, tra i maggiori incrementi in Europa. Anche se in un anno il calo è stato del 10,2%. Nell’Ue a 27 la crescita del settore edilizio è stata dello 0,9%.
GLI STATI GENERALI - Dati che fanno a botte con le preoccupazioni espresse anche nei giorni scorsi dai costruttori in occasione degli Stati generali delle costruzioni (Ance, Anaepa, Casartigiani, Alleanza Coop.Italiane, Federcostruzioni, Cna, Pat, Assoimmobiliare e Confedilizia). «Il tempo è scaduto, l’edilizia non può più resistere» il messaggio lanciato al Governo a cui è stato chiesto di «dare risposte concrete e immediate». «Il comparto è emblema della crisi in corso. In 5 anni gli investimenti, al netto degli interventi di ristrutturazione, sono diminuiti del 38%, facendo fare a tutto l’indotto un viaggio all’indietro di 40 anni». In un documento inviato al governo, evidenziate le principali priorità: sblocco dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese per i lavori già eseguiti, investimenti sulla sicurezza del territorio a partire dal dissesto idrogeologico, avviamento delle piccole e medie opere funzionali alla riqualificazione delle città. Fondamentale, secondo i costruttori, «sbloccare gli appalti delle piccole amministrazioni locali» e promuovere strumenti finanziari in grado di riattivare il circuito del credito.

Nessun commento:

Posta un commento