Dopo tante discussioni è diventato realtà il decreto approvato negli
scorsi giorni dal Consiglio dei Ministri presieduto dal premier Enrico Letta. Il documento, passato agli onori della cornaca con l’evocativo nome di Decreto del Fare,
contiene fra gli 80 articoli di cui è composto anche alcune importanti
novità per il mondo immobiliare; sia per il lato dei privati (tanto i
piccoli proprietari quanto gli inquilini) sia per quello delle aziende
costruttrici.
La prima è più importante delle modifiche introdotte dal decreto è quella relativa alla prima casa che,
se non di lusso ed unico immobile di proprietà, non potrà in alcun modo
essere pignorata e messa all’asta dai creditori. Un’ulteriore boccata
di aria fresca arriva anche dal versante fiscale. Le rate con cui si
potrà procedere al saldo del pagamento passano dalle due previste fino
ad oggi alle otto definite nel decreto.
Molte aziende, soprattutto le piccole e medie imprese edili, sono
state vittime fino ad oggi di una delle peggiori storture del sistema;
allo Stato, in ogni sua forma, dai Comuni ai Ministeri,
dalle Regioni agli Enti Pubblici, venivano accordati tempi di pagamento
lunghissimi e, spesso, comunque non rispettati. Da adesso in poi questo
non dovrà nè potrà più accadere e se lo Stato non
pagherà entro i tempi sarà costretto a risarcire il fornitore con cui è
in debito con ingenti penali giornaliere.
Buone notizie, come detto, anche per i piccoli proprietari e gli inquilini: sarà più facile ristrutturare gli immobili e si potrà procedere a demolizioni e ricostruzioni
con vincoli molto più bassi, unico obbligo il rispetto di quella che
era la volumetria dell’unità immobiliare prima dell’inizio dei lavori.
Quanto alle bollette di luce e gas, poi, sono stati previsti interventi che porteranno ad un risparmio atteso pari a 550 milioni di euro.
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