venerdì 14 giugno 2013

Spagna prezzo delle case è sceso del 14% (ANSA)



13 giugno 2013
(ANSA) - MADRID, 13 GIU - Il prezzo delle case è sceso in Spagna del 14,3% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2012; è il ventesimo trimestre consecutivo di calo dal 2008, secondo quanto reso noto dall'Istituto nazionale di Statistica (INE). La contrazione ha riguardato maggiormente le case di seconda mano (15,3%) rispetto a quelle nuove (12,8%). Secondo l'INE, la discesa sarebbe stata accentuata dalla coincidente fine del credito d'imposta per i nuovi acquisti di casa e l'aumento dell'IVA, dal 4 al 10%, per l'acquisto di alloggi nuovi, in vigore il primo gennaio scorso. Raffrontando i trimestri dell'anno, questo è il terzo peggiore di sempre, dopo il terzo del 2012 (-15, 2%) e il secondo del 2007 (-14,4%). Su base regionale, i maggiori ribassi si sono avuti nelle comunità di La Rioja (18%), Madrid (16,8%), Castilla y Leon (16,6%), Castilla-La Mancha (16,5%) e Catalogna (16,4%). (ANSA).

Crolla il mercato immobiliare: - 22,6% Bankitalia sul catasto: favorisce i ricchi - la stampa.it



Il catasto immobiliare «tende a favorire i contribuenti più ricchi» per il divario esistente tra valori catastali e prezzi di mercato che potrebbe generare «fenomeni di iniquita». A puntare l’indice contro il catasto, evidenziando la necessità di interventi, è stato il dossier della Banca d’Italia presentato in audizione alla commissione Finanze del Senato. Gli esperti di via XX settembre hanno passato a setaccio i meccanismi di tassazione immobiliare e messo in risalto come «le interferenze tra la politica tributaria nazionale e la fiscalità locale rendano il prelievo opaco per il contribuente». Per superare questo - viene proposto - bisognerebbe «destinare ai comuni l’intero gettito Imu». 

L’Imu e l’arrivo dell’aumento dei coefficienti catastali hanno avuto molti effetti. Ad esempio «un forte aggravio per le imprese», rispetto al pagamento dell’Ici. Il prelievo, per loro, è salito a 10 miliardi, senza considerare i terreni e le aree edificabili. È un tema su cui si registra un’apertura del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che ipotizza, dopo la sospensione dell’Imu sui capannoni, la possibilità di dedurre questa imposta sui beni strumentali dal reddito d’impresa. 

Ma è il catasto a misura di ricchi il vero snodo da affrontare. Gli effetti distorsivi - spiega Bankitalia - creano «iniquita»` per uno strumento che è stato aggiornato l’ultima volta nel 1990 e che ora registra valori molto lontani da quelli di mercato (che ora registra prezzi in calo: si stima una riduzione del 2% l’anno per il biennio 2013-14). Sarebbe allora necessaria una «spedita revisione» che «avrebbe effetti positivi sul piano distributivo». Certo, viene spiegato, il processo di revisione potrebbe richiedere ´`tempi abbastanza lunghi, stimati nell’ordine di un quinquennio´`. In questo caso, pero´, si potrebbe anticipare qualche modifica con «meccanismi che attenuino disparità di trattamento ingiustificati». 

La riforma delle tasse della casa - mentre Saccomanni è al lavoro per la ricerca delle coperture - ha registrato anche gli interventi di Assonime, Abi e Confedilizia. Per il neo presidente di Assonime Maurizio Sella non bisogna abolire l’Imu ma destinare le «scarse risorse» alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e all’occupazione. La pressione fiscale sulla casa non è elevata, secondo l’associazione, e pari all’1% del Pil. L’Abi non ha nascosto le difficoltà nell’erogazione dei mutui e ha chiesto per questo una serie di interventi di tipo finanziario e fiscale: l’adozione di fondi per favorire i mutui alle giovani coppie o per l’edilizia «verde», ma anche per garantire i più bisognosi, come i lavoratori precari. Interventi servirebbero anche sul fronte della tassazione. Ad esempio aumentando il tetto di 4.000 euro per le detrazioni sui mutui prima casa o un’ulteriore allargamento delle detrazioni per le ristrutturazioni. 

Anche la Confedilizia, che ha ricalcolato l’impatto delle imposte sulla casa - una montagna di 51,3 miliardi -, avanza proposte da attuare con urgenza. Sarebbe necessaria un’aliquota agevolata al 4 per mille per l’Imu sugli immobili affittati e una riduzione del 70% dell’imponibile per le imposte sui redditi sulle locazioni. La confederazione dei proprietari immobiliari, infine, chiede un nuovo rinvio della Tares - considerata «iniqua e di dubbia costituzionalità - nonché l’eliminazione della maggiorazione per i servizi indivisibili previsti da questa nuova tassa.  

Intanto l’Istat certifica il crollo del mercato immobiliare: mutui e compravendite che hanno registrato rispettivamente un calo del 37,4% e del 22,6% rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno infatti gli atti dei notai per mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni con ipoteca immobiliare stipulate con banche o soggetti diversi sono stati 262.470 contro i 419.440 del 2011 . La tendenza è proseguita nel corso di tutto l’anno e nel IV trimestre la diminuzione è stata del 30,6%. Ma a dare le dimensioni del trend del mercato immobiliare è il raffronto con il non lontano 2006 quando i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare furono 579.083: lo scorso anno sono stati meno della metà (-54,7%). Tra le diverse zone le Isole (-46,9%) e il Sud (-40,5) fanno registrare i segnali di maggiore sofferenza nell’accesso al credito, rispetto al Nord-Ovest (-37,1%), al Nord-Est (-35,3%) e in particolare al Centro (-34,5%). 

Per quanto riguarda le compravendite invece i trasferimenti di proprietà immobiliari pari sono stati 632.117: il calo rispetto al 2006 in questo caso è del 43,2%. Le convenzioni di compravendita di unità immobiliari ad uso abitazione ed accessori (587.330) hanno registrato, nel 2012, una flessione tendenziale del 22,8%, leggermente più marcata rispetto a quella delle convenzioni di compravendita delle unità immobiliari ad uso economico (-19,7%). Le Isole (-24,5%), il Nord-Est (-24,4%) e il Centro (-23,9%) hanno sofferto contrazioni di trasferimenti di proprietà immobiliari ad uso abitazione ed accessori superiori alla media nazionale, mentre per i trasferimenti ad uso economico sono le Isole (-30,6%) e il Centro (-20,9%) ad aver fatto registrare le variazioni negative più marcate. 

L'insostenibile peso dell'Imu sugli immobili delle imprese di Gianni Trovati - Il Sole 24 Ore

Chi vuole osservare nella sua forma più splendente il circolo perverso fra crisi economica e impennata della pressione fiscale deve guardare a quel che è successo al mattone delle imprese. Di Imu la politica ha parlato finora quasi solo per dividersi sul destino dell'imposta sull'abitazione principale, che però vale 4 miliardi di euro sui 24 prodotti in totale dall'erede dell'Ici: quasi 12 invece, vengono dagli immobili «produttivi», cioè soprattutto dai capannoni delle imprese, ma anche dagli alberghi e dai centri commerciali.

Proprio mentre la gelata dell'economia ha colpito i margini delle imprese (la produzione industriale in Italia cala da 20 mesi consecutivi secondo i dati diffusi dall'Istat lunedì), e la frenata dei consumi schiaccia i bilanci di commercio e turismo. Con un'aggravante: l'Imu dovrebbe colpire il patrimonio, ma un capannone o un albergo sono per l'impresa strumenti di lavoro: «È come far pagare la patrimoniale su un tornio» ha spiegato con immagine efficace il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, ma cambiare rotta ora non è semplice. Imprenditori e investitori sperano ora che venga tradotta in pratica la premessa contenuta nel decreto «blocca-Imu» varato dal Governo Letta, che promette di far "scontare" l'Imu dai redditi d'impresa: restano però tutti da scrivere parametri, limiti e meccanismi di questa deducibilità, che da sola non basterebbe a tornare ai livelli dell'Ici ma potrebbe costare più di tre miliardi di euro ai conti dello Stato.
A dire che il cambio di passo non è più rinviabile sono i numeri: il mercato del «non residenziale» ha perso dal 2008 al 2012 (si veda Mondo Immobiliare del 30 maggio), ma la picchiata si è concentrata nel 2012, anno del debutto dell'Imu, quando le transazioni sono crollate del 24,1% rispetto a un 2011 che già non aveva brillato.
Investire in queste condizioni, del resto, significa ingaggiare una battaglia con un Fisco che ha ormai le fattezze di un gigante. Per spiegare le dimensioni del problema, basta sintetizzare la storia fiscale di un capannone medio-piccolo (2mila metri quadrati) in una zona industriale di Milano: nel 2011, quando ancora c'era l'Ici, possedere un immobile del genere costava poco più di 11.500 euro all'anno di imposta locale. L'Imu ha aumentato del 20% i valori fiscali di tutti i fabbricati delle imprese, in modo lineare e senza tenere in alcun conto le caratteristiche dei diversi immobili: poi è intervenuto il Comune, che come in migliaia di altri enti, ha portato l'aliquota verso il nuovo limite massimo, che invece del 7 per mille dell'Ici arriva al 10,6 per mille dell'Imu. Risultato: lo stesso immobile ha pagato di Imu poco meno di 30mila euro, con un incremento annuale che supera il 155 per cento.
E quest'anno? Andrà anche peggio, per due ragioni. La legge statale riserva quest'anno un ulteriore aumento dell'8,33% della base imponibile, e l'acconto cambia le regole di calcolo rispetto allo scorso anno: nel pagamento della prima rata, da versare entro lunedì prossimo se non ci si vuole imbarcare sul meccanismo delle sanzioni, bisogna fare i calcoli sull'aliquota effettiva decisa dal Comune, e non sui parametri standard fissati dalla legge statale. La rata di giugno, insomma, aumenta del 51,1% rispetto a quella di 12 mesi fa, sperando di compensarne una quota con gli "sconti" di fine anno.
Dal momento che chi investe avrebbe bisogno di visibilità a medio termine sulle condizioni, questa continua incertezza delle regole fa il paio con l'impennata delle richieste del Fisco nell'azzoppare le iniziative. In ogni caso, è certo che anche eventuali miglioramenti nel trattamento fiscale non riusciranno a riportare il peso dell'imposta ai livelli precedenti al decreto «Salva-Italia» che ha fatto nascere l'Imu.
Anche per spiegare questo aspetto bastano poche cifre, elaborate su un capannone-tipo (non grande) caratterizzato da un valore catastale da un milione di euro. L'aliquota media dell'Ici applicata dai Comuni era nel 2011 del 6,4 per mille, per cui l'imposta media viaggiava sui 6.400 euro. Con l'Imu il valore fiscale è passato a 1,2 milioni, l'aliquota media al 9,33 per mille (il 50,5% dei Comuni, tra i quali tutte le grandi città, hanno alzato l'imposta sugli immobili diversi dall'abitazione principale), per cui l'imposta è volata a 11.196, con un aumento del 74,9 per cento. Nel 2013, con il nuovo incremento lineare citato prima, la base imponibile è salita a 1,3 milioni, e l'imposta è arrivata a 12.129 euro, salendo dell'89,5% rispetto all'Ici del 2011. Ora il decreto blocca-Imu promette che nella «riforma complessiva» del Fisco immobiliare, che il Governo intende «applicare» entro il 31 agosto, sarà introdotta la deducibilità dell'imposta municipale dal reddito d'impresa: dal momento che l'aliquota Ires è del 27,5%, lo sconto sarebbe di 3.335 euro e porterebbe il «conto netto» dell'Imu a 8.793 euro: una cifra inferiore a quella pagata l'anno scorso, dunque, ma superiore del 37,4% a quella versata ai tempi dell'Ici.
La deducibilità, insomma, è una buona notizia, ma non è sufficiente da sola a far ripartire il mercato del non residenziale: che avrebbe bisogno anche di una complessiva revisione dei valori catastali, per la quale però l'amministrazione ha già messo le mani avanti: «in meno di cinque anni - ha spiegato il direttore dell'agenzia delle Entrate Attilio Befera in Parlamento – non si può fare».

Immobili, per Bankitalia peso fisco è basso anche con Imu (Reuters)

ROMA (Reuters) - In Italia l'incidenza delle imposte immobiliari sul totale delle entrate tributarie è "su valori relativamente bassi" anche tenendo conto dell'Imu.
Lo dice la Banca d'Italia aggiungendo che "l'Imu presenta alcuni aspetti di maggiore progressività" nel confronto con l'Ici prelevata sull'abitazione principale.
Intervenendo in Senato, Alessandro Buoncompagni (Servizio rapporti fiscali) e Sandro Momigliano (Servizio studi di struttura economica e finanziaria) dicono che nei Paesi europei la tassazione degli immobili "riveste un ruolo di rilievo per i governi locali, in particolare attraverso imposte ricorrenti".
"Queste ultime sono presenti in 26 dei 27 Stati membri e sono prelevate anche sull'abitazione principale. La reintroduzione dell'imposta su questo cespite ha quindi allineato il sistema fiscale italiano a quello degli altri Paesi europei".
I tecnici di Via Nazionale ribadiscono l'importanza di riformare il catasto perché "lo scostamento fra valori di mercato e valori catastali tende a favorire i contribuenti più ricchi".
"Il completamento delle diverse fasi del processo di revisione potrebbe richiedere tempi abbastanza lunghi, recentemente stimati nell'ordine di un quinquennio. In attesa che le nuove rendite si rendano disponibili, potrebbe essere opportuno trovare meccanismi che attenuino disparità di trattamento ingiustificate", dice Bankitalia.
L'architettura dell'Imu si mostra debole anche per il sovrapporsi dei poteri di prelievo su più livelli.
"Le interferenze fra politica tributaria nazionale e la fiscalità locale rendono il prelievo opaco per il contribuente", dicono Buoncompagni e Momigliano condividendo l'ipotesi di destinare ai comuni "l'intero gettito Imu".
Non convince i tecnici di Via Nazionale neppure il prelievo sui trasferimenti immobiliari, che da proporzionale al valore delle transazioni "andrebbe, ove possibile, ricondotto alla forma di tassa fissa".
"Un'eventuale riduzione del prelievo sui trasferimenti potrebbe realizzarsi mediante l'estensione a tutti gli immobili del sistema di detrazione delle imposte pagate su trasferimenti precedenti, già previsto per le 'prime case'. Tale intervento potrebbe incentivare, per determinate tipologie di transazioni, l'emersione dei valori effettivi di compravendita".
Altro nodo dolente è l'Imu sui capannoni industriali, che ha prodotto "un forte aggravio fiscale a causa dell'incremento dei moltiplicatori".
Bankitalia promuove la possibilità "di attenuare l'imposizione sulla proprietà immobiliare delle imprese", ma aggiunge che abbassare l'aliquota Ires "potrebbe determinare un maggiore incentivo all'attività economica".
Per quanto l'Imu sulle imprese possa essere iniqua, Buoncompagni e Momigliano sottolineano infatti che "l'imposizione sul patrimonio immobiliare si presta meno facilmente di altri tributi all'evasione".
Un'ulteriore possibilità, secondo quanto ha annunciato il governo, è rendere l'Imu sui capannoni deducibile dal reddito d'impresa. Secondo Bankitalia, questo intervento "ha il pregio di favorire le imprese che non occultano i loro redditi ed è in linea con quanto avviene nei principali Paesi europei".
(Giuseppe Fonte)

Immobili: compravendite a picco, -22,6% nel 2012 (AGI)


(AGI) - Roma, 13 giu. - L'anno 2012 si chiude con un numero complessivo di convenzioni per trasferimenti di proprieta' immobiliare pari a 632.117, in caduta del 22,6% rispetto alle convenzioni rogate nel 2011 e del 43,2% rispetto al 2006 (considerato l'anno spartiacque per la tenuta complessiva del mercato immobiliare rilevata dalle statistiche di fonte notarile). Lo rileva l'Istat, che ha evidenziato una flessione piu' accentuata nel quarto trimestre quando il calo si e' aggravato (-25,7%).
  Le convenzioni di compravendita di unita' immobiliari ad uso abitazione ed accessori (587.330) diminuiscono del 22,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; quelle di unita' immobiliari ad uso economico (39.654) del 19,7%. Nel complesso, il 2012 fa registrare una flessione tendenziale in tutte le ripartizioni geografiche. Le Isole, in particolare, mostrano sia per il settore dell'abitativo ed accessori (-24,5%) che per quello economico (-30,6%) i decrementi piu' consistenti. Rispetto al 2006, le convenzioni notarili per i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare diminuiscono del 54,7%. Sono in particolare le Isole (-46,9%) e il Sud (-40,5%) a registrare una maggiore contrazione dei finanziamenti. (AGI) .

giovedì 13 giugno 2013

L'Italia che piace all'estero di Paola Dezza - Il Sole 24 Ore



Il mattone italiano piace sempre più all'estero. E gli investimenti dalla controparte straniera sono saliti in cinque anni da 1,5 a 2,4 miliardi di euro (stima 2013) per 5.100 compravendite totali a fine dell'anno in corso (4mila del 2009). È questa in sintesi la fotografia della presenza straniera sul territorio nazionale, in un panorama immobiliare che langue. 
Attirati dal lifestyle e da località che non hanno paragoni al mondo, i compratori esteri approfittano oggi della discesa dei prezzi. Una variabile non da poco nel processo decisionale.

Comprare con lo sconto (Per esempio nel turistico in Toscana la discesa è stata del 9% circa e sul lago di Como del 5%, ma in alcune città le discese dei valori sono state ben più marcate) è una possibilità che molti non si lasciano sfuggire. Sconto che poi può salire in fase di trattativa, anche per via di un'offerta in costante aumento.
È in base a questo trend che Scenari Immobiliari ha rivisto al rialzo le stime degli acquisti per la fine dell'anno, che si concretizzano proprio in quelle 5.100 compravendite realizzate con una controparte estera citate all'inizio. Con un budget di spesa che è aumentato dal 2009 da 375mila a 470mila euro (si veda il dettaglio dei budget nella tabella nell'altra pagina).
La metà dei compratori sono tedeschi che, amanti del lago da sempre, hanno aumentato la presenza sul Garda. Ma ai compatrioti di Angela Merkel piacciono anche le zone della riviera veneta tra Lignano e Sistiana (Trieste). Proprio a Sistiana al momento c'è il grande sviluppo immobiliare di Portopiccolo che comprende insediamenti residenziali per 461 unità, un resort e un centro benessere a cinque stelle. 
«La crescita degli acquisti dei tedeschi – spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – è da ricercare nella disaffezione per Spagna e Grecia, dove il patrimonio immobiliare è più scadente. In Italia, poi, c'è un'offerta più diversificata che ben si presta alle esigenze degli acquirenti, i quali spesso cercano una seconda casa che nel tempo diventi una prima abitazione dove trasferirsi». 
Il trend più interessante è quello relativo ai russi. «I tedeschi ci sono sempre stati – dice Breglia – mentre i russi nell'arco di cinque anni sono raddoppiati. L'obiettivo dei russi è portare i soldi in Italia perché il nostro è percepito come un Paese sicuro. Questi compratori quando arrivano puntano a fare una colonia e a vivere tra di loro». 
In crescita anche i compratori da Paesi diversi, dai giapponesi ai cinesi (ancora pochi per la verità e non interessati alle località di mare), dai sudamericani agli indiani, questi ultimi orientati soprattutto sulle grandi città come Roma e Venezia. 
Nel panorama complessivo emerge la caduta di immagine di Firenze. La città toscana ormai attira sempre meno compratori dall'estero e sconta anche il fatto di essere ben collegata e quindi raggiungibile anche in giornata. Sul sito www.rightmove.com si trovano moltissime offerte in diversi Paesi da ricercare anche per fascia di prezzo. Se si guarda alla sezione dedicata al nostro Paese ci sono ben oltre 5.832 proprietà in vendita, di cui 1.300 in Toscana - distribuite soprattutto tra le province di Siena, Lucca, Pisa e Arezzo - e 652 in Lombardia, oltre 460 sul lago di Como. Molti gli appartamenti di lusso e le penthouse tra Cernobbio, Moltrasio, Laglio e Argegno, da 1,6-1,8 milioni di euro, mentre per le ville in zona ma anche sull'altra sponda da Blevio in su i prezzi si aggirano su qualche milione di euro. 
«Rispetto agli anni del boom – dice Beatrice Fostner Lorenzetti, affiliato Gabetti – a Todi e dintorni è sceso soprattutto il budget, gli stranieri sono disposti a spendere 100-150mila euro per appartamenti caratteristici, con piccolo spazio esterno». 
Se si guarda al mare, Tecnocasa segnala che gli acquirenti qui sono russi, tedeschi, inglesi ed olandesi. A Milano Marittima si stanno affacciando diversi russi ed est-europei in generale; a Pizzo Calabro, da qualche anno si registrano compravendite da parte di russi, inglesi e svedesi. A San Lorenzo al mare gli stranieri (svedesi, norvegesi e qualche tedesco) prediligono i rustici nell'entroterra.

In vendita la casa di Walt Disney - news.immobiliare.it



Solo ieri vi avevamo raccontato della compravendita immobiliare conclusa fra l’industriale italiano Diego Della Valle e il cantante americano Billy Joel e già oggi vi riferiamo di un nuovo importante affare immobiliare che si profila all’orizzonte e, ancora una volta ha come protagonisti due personaggi famosi. Ci riferiamo aWalt Disney Tamara Ecclestone.

Stando a voci da poco confermate, la figlia maggiore del patron della Forumla 1 Bernie Ecclestone avrebbe messo gli occhi su quella che una volta era la casa del papà di topolino che, altrettanto in maniera ufficiale, è ormai sul mercato per la stratosferica cifra di 90 milioni di dollari. Già alla fine di marzo erano trapelate voci di interessamento da parte della Ecclestone, da qualche tempo “vicina di casa” di Walt Disney, ma all’epoca la villa del più famoso creatore di fumetti del mondo ancora non era in vendita.
La casa, conosciuta come Carolwood Estate, è stata l’ultima abitazione di Walt Disney, si estende su un terreno che complessivamente misura 4 acri, ha una superficie coperta di 3.500 metri quadrati su tre livelli e al suo interno conta 17 bagni, 8 camere da letto, una sala cinema, una cantina per i vini, una piscina gigantesca con relativi spogliatoi, una biblioteca, ben due camere di sicurezza, un campo da tennis e uno da golf. La villa è chiaramente protetta da sistemi anti intrusione definiti come i migliori e più aggiornati d’America.
Nelle ultime ore un agente immobiliare di Los Angeles ha confermato di aver mostrato personalmente la villa a Tamara Ecclestone e che l’ereditiera, durante la ricognizione durata circa un’ora, si è dimostrata molto colpita dalla bellezza della casa.
In fondo a pagare il conto (e anche la provvigione all’agenzia) ci pensa papà Bernie, no?

mercoledì 12 giugno 2013

Imu: Zanonato, paradossale che sia su immobili strumentali - borsaitaliana.it




Dopo contestazione strappa applauso in Confcommercio (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 12 giu - Per l'Imu sugli immobili strumentali 'c'e' un mio impegno personale' su un'imposta 'paradossale'. Con queste parole il ministro dello Sviluppo Economico dopo le contestazioni subite per la frase sull'aumento dell'Iva a luglio ha raccolto un applauso dalla platea di Confcommercio molto sensibile sul tema della tassazione degli immobili strumentali citato anche dal presidente della confederazione Carlo Sangalli nel suo intervento.
Ggz-Bab
(RADIOCOR) 12-06-13 13:46:51 (0268)IMM 5 NNNN

Ibiza, Maiorca, Menorca: tengono i prezzi del residenziale di pregio by monitorimmobiliare.it

http://monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15088

Ibiza, Maiorca, Menorca: tengono i prezzi del residenziale di pregio 12/06/2013

Non conosce crisi il mercato residenziale di qualità nelle isole Baleari (Ibiza, Maiorca, Menorca), trainato da una elevata domanda internazionale che ha portato ad un aumento delle transazioni e a un trend di prezzi che va da stabile a in crescita.

Lo segnala un report di Engel & Völkers che in Spagnain una fase drammatica per il mercato delle case nel suo complesso - ha visto crescere il giro d’affari 2012 del 30,8%, a fronte di una flessione del 14,6% delle transazioni immobiliari complessive nei primi 9 mesi del 2012 rispetto all’anno precedente (con un valore calato da 35,717 miliardi di euro al 30 settembre 2011 a 30,505 miliardi da gennaio a settembre 2012).

In questo quadro, il gruppo tedesco ha portato il valore degli immobili venduti nel 2012 a 293 milioni di euro dai 224 milioni del 2011.

Il prezzo medio delle transazioni ha raggiunto i 645mila euro in confronto ai 525mila euro dell’anno precedente (+23%) e sono state portate a termine un totale di 452 transazioni, rispetto alle 425 del 2011.
Tornando al segmento di pregio alle Baleari, l'isola di Maiorca si distingue per prezzi medi per acquistare casa che vanno dai 500mila euro nella città vecchia di Palma ai 750mila euro nel Nord-Est di questa isola agli 850mila euro nel Nord e nell’Ovest, 900mila Euro nel Sud e 950mila euro nel Sud-Est.
Nell’area intorno a Palma, nel Sud- Ovest e nel centro dell’isola i prezzi medi hanno raggiunto 1 milione di euro.

Per vendere una proprietà sono necessari tra 6 e 18 mesi.
Gli acquirenti provengono in particolare da Germania, Austria e Svizzera, Gran Bretagna e Scandinavia.

Altri potenziali acquirenti provengono da Francia, Spagna e Russia.

La domanda ruota intorno a ville e attici con viste e accesso al mare.

Piacciono anche le tipiche abitazioni stile finca e quelle moderne con finiture di alta qualità.

A Ibiza invece i principali acquirenti sull’isola sono tedeschi, inglesi e spagnoli.

Seguono francesi, italiani, scandinavi, olandesi, svizzeri e austriaci, mentre spunta qualche acquirente dal mondo arabo.

La domanda si concentra su case rustiche tradizionali di campagna, proprietà moderne con design contemporaneo e attici esclusivi.

La maggior parte dei clienti è particolarmente interessato a residenze nel segmento sopra il milione di euro, con una domanda che supera di molto l’offerta.

Il prezzo medio per proprietà sull'isola è oggi intorno al milione di euro.


Per case di alto livello in località molto ricercate, i prezzi possono superare i 15mila euro al mq.

Engel&Völkers mette in conto che i prezzi crescano tra il 10 -15% nel 2013 nell’immobiliare di alta gamma.

Il tempo medio per chiudere transazione è tra 6 e 12 mesi, con possibilità di arrivare a 18 mesi.

In alcune aree esclusive che si trovano a Sud dell’isola – vedi Es Cubells and Cala Jondal - gli immobili di maggior pregio possono raggiungere i 10 milioni di euro.
Nelle località più rinomate di Menorca, infine, le quotazioni sono rimaste stabili grazie alla forte domanda abitativa che arriva dall’estero (a comprare sono inglesi e spagnoli, ma anche tedeschi, francesi e russi).

Il prezzo medio delle proprietà vendute si aggira sui 780mila euro.

I tempi medi di vendita viaggiano sui 12 mesi.

Le zone sulla costa sono le più ricercate: i prezzi qui raggiungono i 14.550 euro al mq.

Per il 2013 E&V prevede un aumento delle richieste del 27%, con particolare concentrazione per località esclusive quali Binisafua, Alcaufar e Cala Sant Esteve.
Posted by Monitorimmobiliare

Comprare casa a Londra Il new trend degli italiani: semplice investimento o rifugio di capitali (ANSA)

Comprare casa a Londra

(KNC)

L’attrazione degli italiani verso la capitale del Regno Unito ormai costituisce un dato ampiamente consolidato e suffragato dalle statistiche dell'ultimo ventennio che collocano gli Italiani unitamente ai russi ed agli arabi in vetta alle classifiche degli investitori nel settore immobiliare londinese. Nelle grandi metropoli, generalmente, nel corso degli anni, tendono a svilupparsi aree e/o quartieri con una prevalenza di individui aventi le medesime origini e pertanto accomunati da stili di vita ed esigenze omologhe. La medesima esperienza non poteva non verificarsi anche nella metropoli inglese che ha visto all’interno dei quartieri  piu’ centrali il radicarsi di questo fenomeno sociale.
In particolare è possibile notare nel quartiere di Knightsbridge una presenza considerevole del mondo arabo, nella zona di Canary Wharf  di giapponesi e cinesi, ed ancora  nelle zone di South Kensington e Chelsea una forte presenza di italiani.
La caratteristica principale dell'investitore italiano orientato verso il territorio londinese è stata sempre individuabile nella costante ricerca  delle "prime location" o "prime address", tendenza questa stimolata negli anni da una consistente rivalutazione del capitale investito in scelte immobiliari, con valori capaci di toccare soglie anche del 18% annuo.
Diversamente, nell'ultimo decennio si e’ registrata una controtendenza del fenomeno appena descritto, che vede allertati  piu' investitori i quali mirano in modo piu' largo al mercato.
 Le cause del new trend vanno principalmente ricercate, spiega BuccirossiRe azienda leader che opera a Londra, nei seguenti elementi di valutazione del sistema immobiliare in analisi: sfiducia nell'ordinamento italiano e nelle politiche economiche di riferimento determinanti il crollo dei consumi e nuove opportunità di investimento nel mercato centro-est di Londra.
Il palcoscenico estero, seppur innamorato del Bel Paese, con il perdurare di normative notevolmente incidenti sulle scelte imprenditoriali in questione, non  ha potuto che reagire ponendo un freno agli investimenti verso l’Italia, optando, per la maggior parte, su altri mercati piu’ fertili e per di più caratterizzati da un sistema giuridico ed istituzionale maggiormente garantista rispetto a quello italiano.
A seguito dello scoraggiamento internazionale verso lo stivale, anche gli italiani, quantomeno quelli che godono di una visione piu’ aperta e lungimirante, hanno iniziato a considerare maggiormente l’ipotesi (per quanto possibile) di disinvestire in Italia, per trasferire le proprie risorse su di in un campo piu’ fruttifero e sapientemente seminato come quello londinese.
Attualmente gli investitori italiani, sottolinea Gaetano Buccirossi, sembrano essere virtualmente scomponibili in due filoni, da una parte si collocano gli affezionati alla cultura londinese che già avevano avuto modo di apprezzare il mercato londinese ed effettuare scelte di investimento coraggiose  e che oggi decidono di dare ancor piu’ “benzina” al serbatoio, convinti che il famoso pied a terre, dove trascorrere qualche weekend a bere dell’ottimo the, sia molto piu’ di un semplice investimento tanto da poter assurgere oggi  a vero e proprio rifugio di capitali.
Dall'altro lato troviamo gli esordienti, i neofiti dell'esperienza estera intenzionati a trasferire il proprio “salvadanaio” in un posto avvertito come piu’ sicuro e proporzionalmente piu’ redditizio, capace di garantirgli una buona rendita e allo stesso tempo un’ottima rivalutazione del proprio capitale negli anni.
Sfruttando l'onda positiva generata grazie agli investimenti compiuti dal governo inglese, nell’ area centro-est di Londra, a seguito dell'aggiudicazione dell’appalto per le Olimpiadi 2012, insieme con i positivi riflessi dovuti allo sviluppo del nuovo polo finanziario londinese "Canary Wharf", le imprese edili radicate sul territorio hanno in parte già realizzato ed in parte programmato numerosi nuovi complessi immobiliari che continueranno a proliferare fino al 2020. Questo impiego di risorse sul territorio da parte del governo,conclude Buccirossi,  ha attratto l'attenzione anche di una nuova categoria di investitori, che hanno avuto la possibilità di iniziare ad investire a Londra i propri capitali che, seppur non ingenti, consentono loro ad oggi di godere di rendite annuali medie del 5,5% e di una rivalutazione annua dell’immobile di media pari al 10%.
Nell’ ultimo anno, alla luce di tutto cio’, moltissimi italiani hanno avuto modo di constatare, verificare ed apprezzare questa opportunità, spezzando quel “cordone ombelicale “ che li teneva legati, quasi esclusivamente, alla parte ovest di Londra che, pur essendo, sempre affascinante e redditizia, resta non accessibile ai più in considerazione  dei valori per metro quadro, decisamente superiori rispetto al West End.

Imu: Lapecorella, pagata da 18 mln cittadini, in media 227 euro 2/3 Comuni non hanno apportato variazioni sull'aliquota base (ANSA)

(ANSA) - ROMA, 12 GIU - L'Imu sulla prima casa è stata pagata da 18 milioni di contribuenti con una media di 227 euro: lo ricorda Fabrizia Lapecorella, Direttore del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia e delle Finanze, durante un'audizione alla Commissione Finanze del Senato. L'85% dei contribuenti che ha versato l'Imu ha effettuato comunque versamenti entro i 400 euro (che rappresenta il 54% del gettito prima casa), mentre il 6,8% ha versato oltre i 600 euro (30% di gettito). Rispetto alle scelte di variare le aliquote adottate dai Comuni Lapecorella segnala "una grossa variabilità di comportamenti: i 2/3 dei Comuni non hanno apportato variazioni sull'aliquota base, il 6,6% ha ridotto l'aliquota e il 18,4% ha aumentato fino ad 1 punto".(ANSA).

Usa: tornano a salire domanda mutui e rifinanziamenti (+5%) by monitorimmobiliare.it

http://monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15090

Usa: tornano a salire domanda mutui e rifinanziamenti (+5%) 12/06/2013

Andamento a singhiozzo per la richieste di mutui negli Stati Uniti.

Dopo la frenata registrata a inizio fine maggio, nella settimana che si è chiusa il 7 giugno, le richieste di nuovi mutui e i rifinanziamenti di quelli in essere hanno fatto entrambi un salto in avanti del 5% rispetto alla settimana precedente.

A monitorare i valori è l'indice Mba (Mortgage bankers association).
Posted by Monitorimmobiliare

Demanio, pronta lista 350 immobili da cedere (1mld) Da razionalizzazione affitti pubblici risparmi per 37,5 milioni (ANSA)

Demanio, pronta lista 350 immobili da cedere (1mld)

(ANSA) - ROMA, 12 GIU - Le dismissioni del Demanio procedono: nel corso del 2012 - spiega il direttore Stefano Scalera nel corso di un'audizione alla commissione Finanze del Senato - si é proceduto all'individuazione di 350 immobili, non strumentali e del valore di circa un miliardo di euro, potenzialmente conferibili a fondi di investimento immobiliare. Sono stati individuati 20 immobili non più utili per le finalità istituzionali del Ministero della difesa oggetto di un decreto di dismissione, in via di riconsegna all'Agenzia del demanio per essere assoggettati a processi di valorizzazione anche con riferimento al fondo immobiliare dedicato. Sono così stati istituiti dei tavoli tecnici congiunti Agenzia-Ministero della Difesa, finalizzati a verificare le condizioni materiali in cui versano i singoli compendi. Inoltre, è in corso di analisi, sempre in collaborazione con la Difesa, l'ulteriore patrimonio immobiliare militare dismissibile, per individuare le opportune strategie di migliore utilizzo. Per quanto riguarda i terreni agricoli, il Demanio ha individuato, per quanto di propria competenza, l'elenco dei terreni gestiti, assoggettabili alle procedure di alienazione o locazione. Ma la cessione è condizionata dall'emanazione da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del decreto ministeriale che deve individuare, oltre ai terreni coinvolti (dello Stato e degli enti pubblici nazionali) anche le modalità di alienazione e locazione. Insomma l'attività di 'velorizzazione' del patrimonio immobiliare pubblico 'ferve' anche se il Demanio controlla complessivamente solo il 15% di tutto il patrimonio immobiliare pubblico per un totale di 56,7 miliardi. Il resto (320 miliardi) é in gestione ad altre Amministrazioni quali il Ministero della Difesa, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ed il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e agli enti territoriali. Per quanto riguarda gli affitti il risparmio conseguito lo scorso anno è pari a 15 milioni per un totale, dal 2010, di 37,5 milioni. Una cifra ancora esigua perché l'operazione condotta sulla P.a. è complessa e dipende da diverse normative e dall'impegno di ogni singolo pezzo della P.a. coinvolto. (ANSA).

Sfratti: Confabitare, ripristinare fondo nazionale affitto Aumentati ovunque, Bologna +42%, Milano +39%, Torino +36%, Roma +35% (ANSA)

(ANSA) - BOLOGNA, 12 GIU - "L'escalation degli sfratti nei primi 5 mesi del 2013 è un fenomeno sempre più inquietante, l'ennesima spia della gravissima crisi che investe l'intero settore immobiliare". A lanciare l'allarme è Alberto Zanni - presidente nazionale di Confabitare - associazione proprietari immobiliari - che denuncia "una situazione che rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale". "La gran parte degli sfratti in tutta Italia - spiega Zanni - è provocata dalla morosità degli inquilini. La crisi morde, molte famiglie non riescono a pagare l'affitto e i proprietari, nonostante buona volontà, dilazioni e quant'altro, alla fine spesso sono costretti a ricorrere a decisioni dolorose ma inevitabili. Non dimentichiamo che mediamente gli sfratti riguardano inquilini che non pagano da un anno". In tutte le principali città - secondo i dati Confabitare - si registra un netto aumento degli sfratti nei primi 5 mesi del 2013 rispetto all'anno scorso. Bologna è al top della classifica con un balzo del 42% passando dai 1681 sfratti del 2012 agli attuali 2387. Alle spalle di Bologna, Milano con il 39%, Torino col 36%, e Roma col 35%. Fanalino di coda Bari con un 12% in più. "Occorre - è il rimedio proposto da Zanni - ripristinare al più presto il fondo nazionale per l'affitto, uno strumento che già in passato si è rivelato un valido supporto alle famiglie in gravi difficoltà economiche. Al riguardo Confabitare ha già inviato una formale richiesta al Presidente del Consiglio Enrico Letta. Attendiamo fiduciosi di ricevere una risposta positiva". (ANSA)

Le grandi città frenano la caduta di Paola Dezza - Il Sole 24 Ore



Un mercato non certo florido, ma che mostra qualche primo segnale di miglioramento. Almeno in termini di decelerazione della caduta.
Archiviato il 2012 con una perdita di valore di 27 miliardi di euro, che si è concretizzata nel 25,8% di scambi in meno, il mercato del mattone residenziale mostra oggi un accentuato bipolarismo tra grandi città e centri minori.

I primi tre mesi del 2013 si sono chiusi con poco più di 94.500 transazioni residenziali (110.116 sono state le unità compravendute nel primo trimestre del 2012), un numero che porta con sè il quinto calo consecutivo negli scambi di abitazioni. La discesa questa volta però si è fermata a un - 14,2 percento. 
Spicca il trend delle otto maggiori città italiane per popolazione, che in media hanno perso il 7,2% delle contrattazioni (un anno fa, tra gennaio e marzo, le otto metropoli avevano lasciato sul terreno il 17,9% degli scambi rispetto allo stesso periodo 2011), ma il dato comprende la tenuta di Milano e Firenze (rispettivamente -4,8% e -4%) e il trend positivo di Napoli che da sei mesi a questa parte vede transazioni in aumento di oltre il 15% per via delle dismissioni degli immobili pubblici del Comune.

È anche vero però che questa lieve schiarita, rafforzata dal fatto che i capoluoghi, che stanno andando meglio, sono sempre i precursori di una inversione di tendenza, non significa comunque che il peggio sia passato. Anzi, se il calo delle transazioni dovesse continuare nei prossimi trimestri – e ricordiamo che il secondo quarto dell'anno insieme all'ultimo sono quelli con il maggior numero di scambi – scenderemmo sotto il minimo appena toccato che a fine 2012 ha riportato il mercato ai livelli del 1985. 
«Lo stretto legame tra mattone e situazione economica è nei numeri – dice Gianni Guerrieri, responsabile dell'Omi, Osservatorio immobiliare dell'agenzia delle Entrate –. Il dato rilevante del trimestre è quello relativo ai capoluoghi, che in genere anticipano le tendenze del settore. Nel quarto trimestre 2012 solo due hanno avuto segno positivo nel trend delle compravendite, nel primo trimestre 2013 sono 38 i capoluoghi che hanno registrato una crescita degli scambi, anche se di poco». La variazione tendenziale è quindi migliore del resto della provincia.

Se il numero attuale di transazioni viene messo in relazione a quello dell'omologo trimestre del 2004 si evince che il nord ha perso il 50,3% del volume degli scambi residenziali, il centro il 48,6% e il sud il 44,3 percento.
Degli altri segmenti spicca nel trimestre la perfomance del comparto produttivo, che ha perso il 6% circa del numero di transazioni, e il commerciale (-8,7%), lievemente peggio è andato il terziario inteso come uffici.

Il rilancio del settore potrebbe partire dal mercato non residenziale, i cui protagonisti sono riuniti in questi giorni (dal 4 al 6 giugno 2013) alla Fiera di Milano per Eire, la manifestazione del real estate. Il mood che si respira è più possibilista su una ripresa, alla quale potrebbero contribuire anche le valorizzazioni sia del Demanio sia di Cdp, ma anche il ritorno degli investitori esteri, attirati dagli yield interessanti grazie al repricing del mattone che da tempo l'Italia aspettava.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Distressed asset, da Agidi una proposta per i crediti immobiliari in default (Inchiesta/3) ilghirlandaio.com



Distressed asset, da Agidi una proposta per i crediti immobiliari in default (Inchiesta/3)
(Il Ghirlandaio) Roma, 7 giu. Un fondo di fondi sul modello di quello creato per il social housing con la partecipazione all’equity della Cassa Depositi e Prestiti. E’ questa una possibile soluzione per gestire in modo attivo i cosiddetti distressed asset secondo Agidi, l’associazione dei giuristi del real estate presieduta da Riccardo Delli Santi, che a fine maggio si è riunita a Milano proprio per discutere dello spinoso tema (vedere prima e seconda puntata: http://www.ilghirlandaio.com/retail-e-commercial/77893/la-bomba-dei-distressed-asset-26-mld-di-crediti-immobiliari-insoluti-nel-patrimonio-delle-banche/ e http://www.ilghirlandaio.com/retail-e-commercial/78973/distressed-asset-le-sgr-studiano-fondi-ad-hoc-ma-la-banca-d-italia-frena/)
Non una semplice ciambella di salvataggio lanciata al mondo delle banche per uscire dall’impasse delle sofferenze legate al settore immobiliare, che sono pari a 26 miliardi di euro secondo un recente report di Morgan Stanley, ma una operazione strutturata a livello delle varie regioni che preveda la costituzione di tanti fondi consortili con il coinvolgimento di istituti di credito e gestori di fondi.
“Si tratta di un’ipotesi sulla quale stiamo cominciando a ragionare”, spiega Delli Santi, “poiché quello che sta emergendo è che in assenza di equity, questo problema non si risolve”. In pratica, non basta allocare i non performing loan immobiliari in fondi gestiti da sgr, come qualcuno ha cominciato a fare (la Polis fondi sgr di Paolo Berlanda, per esempio, ha avviato alcune iniziative in questo senso e altre sgr ci stanno pensando), poiché, sottolinea il presidente di Agidi, “se si vuole affrontare il problema su larga scala, occorre creare un meccanismo virtuoso che generi introiti che ripaghino il debito che è sottostante i distressed asset”.
Le banche si ritrovano oggi piene di immobili legati a contratti di finanziamento o di leasing insoluti. L’ammontare dei crediti riferiti a posizioni distressed (26 miliardi) è pari a oltre il 20%  dell’ammontare dei finanziamenti concessi al settore immobiliare ed è poco meno di un terzo del patrimonio complessivo di proprietà dei fondi real estate in Italia. E si calcola che nei prossimi anni finirà sul mercato una quantità pari a 5 miliardi di distressed asset all’anno.
Secondo Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, “la marcata crescita delle sofferenze è dovuta alla crisi economica e alla strutturale complessità e difficoltà del recupero crediti. Si è venuto a creare un gap di prezzo tra domanda e offerta da cui dipende l’esiguità del numero di operazioni realizzate, perlopiù su portafogli limitati e significativamente svalutati. A livello europeo (Spagna, Germania e Irlanda) sono state attivate soluzione di sistema per la gestione degli npl che prevedono un significativo sostegno pubblico per ovviare alla carenza di un mercato privato adeguato”.
Anche in Italia potrà accadere una cosa simile, cioè che un’istituzione pubblica come la Cassa Depositi e Prestiti intervenga in questo settore? Difficile dirlo, anche perché la Cdp, oggi impegnata su numerosi fronti, compresa la dismissione del patrimonio pubblico, tiene al suo standing di investitore istituzionale con un’attesa di rendimenti vicini ai tassi di mercato. Ma che un ‘bubbone’ come quello delle sofferenze legate all’immobiliare venga affrontato con una soluzione di sistema non è neanche da escludere.
Del resto, come fa notare sempre Dondi, “prima il Fondo monetario internazionale e poi la Banca d’Italia hanno sollecitato le banche ad affrontare rettifiche di valore a fronte del deterioramento della qualità dei prestiti proprio per favorirne lo smobilizzo”. Il risultato di questa politica sono state le evidenti svalutazioni (secondo alcuni, però, sono ancora insufficienti) che si sono viste nei bilanci dei primi 10 istituti di credito del paese oggetto delle ispezioni della Banca d’Italia tra fine 2012 e inizio 2013.

Ma la ‘moral suasion’ della Banca Centrale guidata da Ignazio Visco non si fermerà visto che è stata messa in cantiere la realizzazione di un archivio centrale delle perdite registrate dalle banche sulle posizioni in default (le cosiddette ‘loss given default’). Si tratta di un sistema funzionale alla stima dalle perdite attese che tutti gli intermediari vigilati saranno chiamati a effettuare per consentire di verificare in modo automatico la corretta rappresentazione nei bilanci delle perdite attese.
Insomma, in futuro le banche che vorranno puntare su maquillage dei bilanci avranno vita più dura e questo sistema di controllo, assicurano gli osservatori del fenomeno, spingerà sempre di più verso una gestione esterna dei non performing loan. C’è da giurarci che una soluzione di sistema prima a poi salerà fuori.

(foto: Cdp)
 

martedì 11 giugno 2013

Cisl: via l'Imu a chi ha una sola casa by Monitorimmobiliare

Cisl: via l'Imu a chi ha una sola casa

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15074
Cisl: via l'Imu a chi ha una sola casa11/06/2013
“La nostra posizione è che sulla prima casaandrebbe abbattuta l'Imu introducendo un aumento della detrazione pari a 800-1.000 euro, facendo differenze tra le città in relazione al valore della rendita immobiliare”.

La proposta sulla revisione dell'Imu arriva dalla Cgilche, con le altre due sigle sindacali Cisl e Uil, la inserirà nella piattaforma alla base della manifestazione Lavoro è democrazia, fissata per il 22 giugno a Roma.

“Rivendichiamo – ha detto il segretario confederale Cgil Danilo Barbi, nel corso di un'audizione alla commissione Finanze del Senato in previsione della riforma della tassazione sulla casa – l'introduzione di un'imposta sulle grandi ricchezze, sia mobiliari che immobiliari, con una franchigia a 800mila euro e un'aliquota progressiva, che sia alternativa all'Imu”.

Per quanto riguarda invece il recupero delle risorse non incassate “la Cgil - ha concluso Barbi - propone di reintrodurre la tassa di successione e di avviare una seria lotta all'evasione degli affitti in nero (che noi stimiamo avere un valore pari a 10 miliardi e che la cedolare secca non ha sanato), insieme ad un aumento progressivo dell'aliquota Imu su chi ha più case”.

Posted by Monitorimmobiliare

Zanonato, entro settembre completata revisione Imu Con norme di deducibilità sugli immobili strumentali (ANSA)


(ANSA) - ROMA, 11 GIU - Entro settembre sarà completata la revisione Imu, con norme di deducibilità sugli immobili strumentali, anche io ho sempre trovato contraddittoria la tassazione sui capannoni come beni immobili, siamo di fronte a un bene strumentale, come un tornio o una pressa, così è il magazzino". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato parlando all'assemblea della Confartigianato. (ANSA).

Immobiliare per vacanze -6,2% al mare - zero ventiquattro.it


Nella seconda parte del 2012 le quotazioni delle abitazioni nelle località turistiche di mare hanno registrato un calo del 6,2%.
Continua dunque il ribasso dei valori sul mercato della casa vacanza che ha segnalato una contrazione della domanda ed un aumento dell’offerta, quest’ultima in parte determinata anche dall’Imu. Infatti tra coloro che possiedono una casa vacanza, poco utilizzata durante l’anno, si sono registrate diverse dismissioni causate dall’aggravio delle spese.
Gli acquirenti si orientano verso il bilocale, dotato di spazio esterno (terrazzo o giardino), in buono stato. Si scelgono soluzioni preferibilmente a pochi passi dalla spiaggia oppure in zone ben servite e con vista mare. Il fronte mare è quello più richiesto ma non sempre la disponibilità di spesa dei potenziali acquirenti è tale da consentirne l’acquisto.
Si preferiscono le regioni più vicine al luogo di residenza, al fine di poter utilizzare l’immobile non solo durante il periodo estivo ma anche in inverno e durante i week end.
Gli stranieri prediligono le soluzioni indipendenti, meglio se posizionate in zone tranquille, a volte anche più distanti dal mare ma con vista panoramica. Tra coloro che acquistano nelle località di mare italiane si segnalano russi, tedeschi, inglesi ed olandesi.

Nell’Italia del Nord si registra un ribasso del 6% dei valori delle località turistiche. Sostanziale stabilità per le località marittime del Veneto,mentre le altre regioni danno segnali di ribasso. Tra queste l’Emilia Romagna con una diminuzione dei valori  del 10,5% che ha interessato anche località rinomate come Rimini, Cervia e Milano Marittima. A quest’ultima località si sono interessati anche acquirenti provenienti dall’Europa dell’Est. Si segnala poi la continuazione dei lavori di riqualificazione del tratto compreso tra Gatteo Mare e Cesenatico dove sorgeranno strutture alberghiere e sportive.
In Liguria la diminuzione dei valori delle località di mare è stata del 6,2%. La provincia di Imperia è quella che ha avuto la migliore performance con un ribasso dei valori del 4,4%. A seguire la provincia di Savona con una contrazione dei valori del 7,3% ed infine la provincia di Genova con un ribasso dell’8,1%.
Le località più costose si concentrano tutte in Liguria: Alassio al top con 14000 € al mq, a seguire Varigotti con 9900 € al mq, Sestri Levante con 8000 € al mq, Finale Ligure con 7650 € al mq. 

Sul mercato delle locazioni estive si registra un aumento delle richieste per i mesi di giugno e settembre, meno costosi. In generale c’è una contrazione dei canoni estivi. 

(Fonte Centro studi Tecnocasa)

Spagna:ad aprile mercato immobiliare in ripresa Con un aumento delle compravendite del 10,8% rispetto allo stesso mese del 2012 (ANSA)

ANSA) - MADRID, 11 GIU - Mercato immobiliare in ripresa in Spagna ad aprile, con un aumento delle compravendite di alloggi del 10,8% rispetto allo stesso mese del 2012, con 23.642 transazioni, secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto nazionale di statistica. L'aumento di aprile si registra dopo che a marzo la compravendita di casa è caduta di oltre il 12% su base annua, segnando la cifra più bassa in un anno, con appena 22.000 operazioni. Rispetto al mese di marzo, le vendite di alloggi ad aprile sono aumentate del 6,8%, il migliore dato dallo stesso mese del 2009. L'aumento è dovuto sia all'incremento delle vendite di case nuove (+5,1%) sia di seconda mano (+15,6%). (ANSA).

Diego della Valle compra la casa di Billy Joel - immobiliare.it

Musica e moda spesso si incrociano e, a quanto pare, questo avviene anche nel mercato immobiliare di lusso. Il patron della Tod’s Diego della Valle ha infatti appena concluso l’acquisto della splendida villa di Miami fino a qualche ora fa di proprietà dell’icona musicale e sei volte vincitore del premio Grammy Billy Joel.
La mega villa, composta da sette camere da letto, otto bagni e un affaccio sul mare da fare invidia, era stata messa sul mercato dal popolare musicista e pianista americano lo scorso maggio con una richiesta iniziale pari a 14,75 milioni di dollari. La vendita si è invece conclusa lo scorso venerdi per una cifra, non confermata ufficialmente, di 14 milioni di dollari.
A quanto pare il più contento fra i due sembra essere proprio Diego Della Valle dato che il cantante non aveva mai avuto un buon rapporto con l’immobile che, acquistato nel 2006 per 13.5 milioni di dollari, non è stato un investimento fruttuoso visto che alla cifra pagata allora da Joel va aggiunta la non esigua commissione dell’agente che curò la vendita. Risultato, nonostante siano passati quasi sette anni e Della Valle abbia comprato per 14 milioni, alla fine per l’autore di Piano Man si tratta di un affare in perdita.
Qualche curiosità riguardo alla casa: ha una superficie complessiva di poco inferiore ai 900 metri quadrati e si trova a La Gorce Island; l’esclusiva parte di Miami dove hanno o hanno avuto casa altri miti dello Star System come Cher e, da venerdì, anche l’italianissimo Diego della Valle.

Mercato immobiliare, cinque consigli per vendere casa velocemente di Erica Venditti - Supermoneynews

Il mercato immobiliare in Italia è praticamente fermo e vendere casa è diventato un compito arduo. Il motivo? Ovviamente la bassa domanda, a causa di mutui difficili da ottenere. Ma per poter vendere velocemente la propria casa è sempre indispensabile un buon annuncio, esso va infatti valorizzato in ogni particolare, al fine di rendere appetibile l'immobile messo in vendita.
Cinque almeno sembrano essere i suggerimenti da seguire nel corso di una compravendita oltre a quello base di non esagerare con il prezzo, ma rimanere sempre in un range che rispecchi il prezzo di mercato degli immobili in vendita nella medesima zona.
  1. Quando si decide di vendere la propria abitazione è fondamentale cercare di migliorarne l'aspetto, svecchiando, dove possibile, l'ambiente. Eliminare i soprammobili e accessori che rendono la casa a prima vista disordinata, eliminare i mobili vecchi o rovinati, imbiancare qualora le pareti non siano più bianche, aggiustare alla meglio mattonelle e maniglie. Il primo impatto è solitamente quello decisivo che fa propendere o meno sull'acquisto dell'abitazione appena vista.
  2. Fare delle foto professionali da aggiungere all'annuncio; una foto ben fatta, che offre la giusta luminosità all'ambiente, aiuta l'acquirente a rendersi conto da subito se è realmente interessato all'abitazione, così entrambi, venditore e compratore non perderanno tempo.
  3. Inserire nell'annuncio tutte le caratteristiche presenti nella casa; più dettagli verranno forniti, più è facile attirare l'interesse del pubblico ed essere contattati (ad esempio: anno dell'immobile, numero bagni, numero stanze, presenza/assenza ripostiglio, stato dell'immobile ecc.)
  4. Mettere in risalto i particolari di "pregio" della propria casa: giardino, terrazzo, esposizione al sole, materiali pregiati, ampio box auto, ecc.
  5. Scegliere un portale immobiliare che pubblichi solitamente annunci; si possono scegliere tra quelli più comuni, oppure tentare con quelli a pagamento. Molti i portali conosciuti tra questi, solo per citarne alcuni, immobiliare.it, casa.it, idealista.it, trovacasa.net, ecc.
Sono semplici consigli, tratti dal portale ImmobileIn, ma potrebbero tornare utili per vendere casa più velocemente, perché non tentare?

L'investimento immobiliare perfetto crea schiavi del mutuo (WSI)

 
 Somiglia piu' a una truffa che a una strategia di investimento lecita. Finche' non verra' eliminato il mercato Usa del mattone non si riprendera' mai. Governo crea esercito di schiavi del mutuo.
 
NEW YORK (WSI) - L'investimento immobiliare perfetto? Basterebbe andare a comprare una casa per 100 mila dollari per poi rivenderla a qualcuno che non ha abbastanza soldi in banca da potersela permettere e che ha trascorsi finanziari al limite della regolarita'.

In America, infatti, chiunque abbia l'intenzione di chiedere un prestito, prendere in affitto un immobile, accendere un mutuo o comprare una casa, dovra' fornire al proprietario o alla banca la propria "storia creditizia" e questa deve essere "in regola".

A quel punto basta ottenere in cambio dall'aspirante acquirente 120 mila dollari di prestito e poi rivendere la casa a qualcuno che si trova nella stessa situazione della prima persona, senza soldi, ma con un passato creditizio appena affidabile.

Questo procedimento prende il nome di "120% Loan-to-value" in inglese, perche' il rapporto tra prestito e valore dell'immobile e' del 120%. E se il proprietario della casa dovesse decidere di seguire la strada del rifinanziamento, dovra' anche pagare per l'assicurazione sul mutuo privato.

In pratica invece di ricevere interessi sul capitale iniziale di 100 mila dollari, il tasso viene calcolato sui 120 mila dollari del prestito cosi' contratto.

Terminati questi passaggi, se la casa sale di prezzo, si puo' riuscire a riavere i primi $20.000 in aggiunta ai $100 mila iniziali. Senza correre alcun rischio. Tanto c'e' lo "Zio Sam" che garantisce per voi.

Fino a quando questi schemi, che assomigliano piu' a delle truffe bancarie piuttosto che a delle strategie di investimento lecite, non verranno eliminati, non si capisce come il mercato immobiliare statunitense possa mai riprendersi.

E' questa l'opinione di Peter Tenebrarum, autore del blog Acting-Man.

La vittima in questione e' quella persona che non avendo soldi sul momento e' pronta a pagare interessi sul 120% del prestito di una casa, anziche' sul valore effettivo. Di una casa che peraltro potrebbe non diventare mai sua, se il valore dell'immobile non crescera' di almeno il 20%.

Nella vita reale di tutti i giorni degli Stati Uniti si chiama Home Affordable Refinancing Program (HARP). Il piano e' studiato per venire incontro ai proprietari immobiliari che hanno problemi a rifinanziare il debito per colpa del calo del valore dell propria casa, ridottosi dopo lo scoppio della bolla immobiliare.

Per rifinanziamento si intende la conversione di un prestito a breve termine in corso, in un finanziamento piu' comodamente rimborsabile, con rate mensili piu' basse e dilazionate nel tempo.

Con questo programma e' il governo che vittimizza i debitori, spingendoli ad accettare un'offerta pessima, convincendoli del fatto che "e' nel loro migliore interesse diventare schiavi del mutuo".






Sicilia: stretta banche su mutui,un mld in meno nel 2012 Crollano compravendite immobili, -27,4%, prezzi in calo del 3,3% (ANSA)

Sicilia: stretta banche su mutui,un mld in meno nel 2012

(ANSA) - PALERMO, 10 GIU - In Sicilia crollano le compravendite di immobili nel 2012: -27,4% a fronte di una riduzione che nel 2012 era stata di appena di 1,2 punti. In calo anche i prezzi delle case, -3,3%, quota che sale al 6,2% al netto dell'inflazione. Di contro, si riducono in maniera drastica i mutui concessi dalle banche per l'acquisto della casa, -53,7%. In un anno, il sistema bancario ha concesso mutui nell'isola per poco più di un miliardo di euro, oltre la metà rispetto al 2011, quando sono stati erogati finanziamenti per la casa superiori ai 2 miliardi di euro. I dati emergono dal rapporto di Bankitalia sull'Economia in Sicilia. (ANSA)

GOLF PEOPLE REAL ESTATE. Il lusso al prezzo di un bilocale!

REAL ESTATE. Il lusso al prezzo di un bilocale!

giugno 11, 2013 by redazione  
 

Mr. Frank Ranieri quarant’anni fa decise di creare quello che sarebbe poi diventato uno dei luoghi più esclusivi e meglio gestiti dell’intera isola caraibica: Punta Cana Resort & Club.
Inizialmente partecipò all’idea di Mr. Frank – che personalmente considero un fantastico visionario – il noto avvocato americano Ted Kill ed a fine anni ottanta si aggiunsero i più conosciuti, al grande pubblico, Oscar de La Renta e Julio Iglesias.
64 milioni di metri quadrati e un fronte spiaggia di 8 chilometri curati maniacalmente e con standard elevatissimi.Potrete ancora oggi incontrare Mr Frank che sovraintende e controlla il perfetto funzionamento del Resort e dei lavori atti a migliorare in continuazione i già ottimi servizi.
Gli appassionati di golf rimarranno assolutamente ammaliati dalla bellezza e dalla location dei campi da golf interni.
La Cana Golf Club: 27 buche (Tortuga, Hacienda and Arrecife ) – di cui 14 con vista sul cristallino mare caraibico – disegnate da P.B. Dye sulle quali si sviluppano delle esclusive ville con piscina privata.
Oppure le 18 buche del Corales Golf Club disegnato da Tom Fazio.
Chiudete gli occhi e immaginatevi delle ville singole di 450-600 metri quadrati con 5-6 camere da letto, piscina privata e affaccio diretto sul green…Il tutto all’interno di un meraviglioso resort dotato di servizi di altissimo livello.


L’aeroporto di Punta Cana si trova a 5 minuti d’auto dal Resort e vi voglio raccontare di un esclusivo servizio a cui tutti i proprietari di unità immobiliari posso accedere.

All’atterraggio, alla base della scaletta dell’aereo, troveranno una hostess che con il “carrito de golf” porterà i proprietari al ritiro diretto del bagaglio senza fare lunghe code o attese.
Analogo servizio al check-in: il proprietario potrà lasciare il bagaglio al banco, tornarsene a casa e ritornare in aeroporto solo 30 minuti prima del volo. Anche in questo caso una hostess seguirà il proprietario fino all’imbarco.
 
Punta Cana è diventato un sogno ed uno stile di vita.

 

La sicurezza massima, spiagge bianche meravigliose, ristoranti, negozi e scuole.
E’ difficile spiegarvi l’aria che si respira: i ritmi rallentati, la gente sempre sorridente.Ritagliatevi una settimana o meglio dieci giorni per immergervi in una realtà che solo essendo vissuta potrà essere apprezzata.
Da 15 anni la “Puntacana Ecological Fondation” è impegnata, in collaborazione con le maggiori università americane, in azioni atte a sviluppare un turismo “sostenibile” e molte altre iniziative a tutela della popolazione locale e dei luoghi.
Il servizio in aeroporto e molti altri servizi VIP sono riservati a tutti i proprietari di immobili all’interno del Punta Cana, anche chi non vuole acquistare una villa ma un appartamento i cui prezzi sono di molto inferiori al costo di un bilocale alla periferia di Milano.

Al prossimo appuntamento
Gianluca Santacatterina
mob ph +39 348.4513200
gsantacatterina@me.com

Singapore, calano le vendite di immobili 10 Jun 2013 di Stefania Basso - fondionline.it

L'incertezza globale impatta negativamente anche sulla richiesta di spazi commerciali. Aggiornamento sul mercato immobiliare di Singapore di RICS

I dati del pil del primo trimestre di Singapore sono stato superiori alle attese. La produzione è cresciuta a un tasso annuo dell'1,8%, ma rispetto al 3,3% del quarto trimestre, il valore rappresenta ancora un rallentamento. RICS mantiene la previsione di una graduale ripresa del ritmo di crescita verso la fine dell'anno, grazie alle esportazioni intra-regionali e alle spese del Governo, che dovrebbero mantenere la crescita complessiva del pil intorno al 2%.

Per quanto riguarda il settore residenziale, secondo gli ultimi dati dell'Autorità locale per la pianificazione urbana del territorio, Urban Redevelopment Authority (URA), in aprile sono state vendute 1.375 unità di abitazioni private, segnando un calo del 51% mese su mese. Inoltre, i prezzi delle case hanno mostrato i segnali di rallentamento, secondo l'indice dei prezzi delle case URA. Forse le misure di stretta sugli immobili del Governo, implementate all'inizio del 2013 stanno iniziando a sortire il loro effetto. Grazie alle stime di buoni afflussi di capitale e tassi di interesse bassi, i valori delle case continueranno ad aumentare, anche se a un ritmo più moderato. I prezzi degli immobili nel breve termine, secondo gli esperti di RICS, non saliranno in modo sostenuto. Il ritmo ancora lento dell'attività economica e l'andamento recente dei volumi del mercato immobiliare lasciano presagire che le vendite delle case rimarranno piatte o in leggero ribasso nei prossimi mesi.

Sul fronte commerciale, la continua incertezza globale ha impattato negativamente sulla domanda di spazi commerciali a Singapore. Molte aziende multinazionali hanno rimandato o sospeso i loro progetti di espansione negli ultimi due anni. I risultati del recente Sondaggio di RICS sul Settore Immobiliare Commerciale Globale sono in linea con questi dati. In tutti i settori del mercato immobiliare, il sentiment nel mercato degli affitti è rimasto negativo nel primo trimestre. Il Sondaggio prevede che gli affitti continueranno a calare nei prossimi mesi, anche se a un ritmo più lento rispetto al quarto trimestre.

Il valore degli affitti di uffici potrebbe rimanere sotto pressione. Ma se da un lato gli affitti potrebbero scendere ulteriormente, dall'altro il ritmo di contrazione potrebbe diminuire notevolmente quando il trend di crescita inizierà a mostrare i segnali di miglioramento.

Usa: in vendita casa alle Hawaii della talpa del Datagate L'alloggio con tre camere da letto è sul mercato per 550 mila dollari (ANSA)

(ANSA) - NEW YORK, 10 GIU - La casa che Edward Snowden, la talpa del Datagate, aveva preso in affitto alle Hawaii è stata messa in vendita. lo ha detto al Washington Post un agente immobiliare del luogo. La casa di Waipahu, tre camere da letto a pochi minuti di macchina dalla spiaggia, è sul mercato per 550 mila dollari. Snowden ha lavorato alle Hawaii per la Nsa per poco meno di tre mesi prima di lasciare il posto il 20 maggio. Lui e la sua ragazza, che è partita allo stesso tempo, erano "singolarmente asociali", secondo quanto hanno riferito i vicini. Snowden, sempre secondo i vicini, aveva barricato il garage della casa con un "muro di scatole" per evitare che si potesse veder dentro, parcheggiando sempre la macchina in strada. Lui e la ragazza non ricevevano visitatori se non a tarda notte, tra mezzanotte e le due. Queste persone arrivavano in macchina, scambiavano poche parole con Snowden e se ne andavano. (ANSA).

lunedì 10 giugno 2013

Spagna: bad bank a rilento su vendita immobili tossici by monitorimmobiliare.it

 http://monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15047

10/06/2013

Operatività difficile per la Sareb (Sociedad de activos procedentes de la reestructuración bancaria), il veicolo societario messo a punto a fine 2012 dal Governo spagnolo allo scopo di disinvestire - entro un periodo fissato in 15 anni – i 50,7 miliardi di euro in asset “problematici” di tipo finanziario e immobiliare.

Secondo gli ultimi dati di fine febbraio, la "bad bank" voluta da Madrid sarebbe infatti riuscita a vendere solo 550 appartamenti, mentre su altri 2.200 avrebbe trattative in corso corredate da altrettante offerte di acquisto.

Dopo il travaso degli attivi tossici delle banche spagnole nazionalizzate, la Sareb – che tre mesi fa ha effettuato un aumento di capitale di 1,2 milioni, dopo l'ingresso di nuovi azionisti Iberdrola e Banco Caminos - gestisce 107 miliardi di crediti immobiliari (76 miliardi sono relativi ad alloggi vuoti, 6,3 a immobili in affitto e 14,9 per suoli edificabili).

La Sareb per statuto non può concedere prestiti e le banche iberiche, a causa della crisi, difficilmente concedono mutui su un mercato dove fra l'altro l'offerta di abitazioni in vendita è enorme. Per cercare di sbloccare la situazione i vertici della bad bank stanno quindi pensando a nuove vie.

Anzitutto per contenere i costi di gestione (compresi i quelli relativi alle manutenzioni degli immobili e dei condomini) e per sviluppare il settore delle locazioni.

Tra le ipotesi sul tappeto anche la possibilità di cedere i crediti a grandi investitori istituzionali, come le assicurazioni.
 
Posted by Monitorimmobiliare

Mercato immobiliare: da Eire i numeri della crisi - assesempione.info

Milano -Dalla rassegna Eire, Expo Italia Real Estate, sono emerse cifre che sintetizzano la crisi: costruzioni, meno 30% in sei anni (2008-2013), il dato peggiore da quarant'anni, completato dal -54% del settore residenziale; occupazione, meno 360.000 addetti, cui si aggiungono i 550.000 dell'indotto; compravendite, 440.000 nel 2012, la metà rispetto al 2008; prezzi, mediamente meno 24% sempre negli ultimi sei anni; locazioni, offerta di alloggi più 21% a fronte di una richiesta del 9,6%. A fronte dei paurosi dati e delle prospettive non brillanti (possibile ripresa soltanto dal 2015) il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici ha proposto analisi e ricette. "Per il rilancio del settore immobiliare occorre rigenerare la fiducia negli investitori e negli operatori varando una politica di intervento pubblico, una equilibrata "politica della casa" che finora non c'è stata, oscillando tra un eccesso di statalismo con vincoli, blocchi degli sfratti e dei contratti, equo canone (per il quale colui che aveva investito i propri risparmi nella casa si vedeva costretto ad affittare a prezzi politici anche a Rockefeller e ad Agnelli), o trascurando la leva dell'edilizia residenziale pubblica: come è avvenuto da quindici anni a questa parte. D'altro lato, il mercato immobiliare svolge anche funzione sociale, e va considerato come investimento produttivo a tutti gli effetti e non viceversa un investimento speculativo e parassitario (compravendite legate agli interessi della categoria dei mediatori e dei promotori immobiliari, nonchè ai profitti non sempre equi delle banche in materia di mutui fondiari): pensiamo in particolare alla locazione ed alla sua funzione sociale, come strumento per assicurare la mobilita' abitativa da un lato ed il finanziamento della sede di attivita' commerciali, artigianali-industriali, professionali, dall'altro. Insomma, o troppo Stato, o troppo mercato". Dopo l'analisi, le proposte: "Il pubblico intervenga assicurando quella quota di edilizia sociale destinata ai meno abbienti, senza la quale non ci potrà mai essere una risposta adeguata al bisogno abitativo del paese. E se il pubblico lamenta una ristrettezza di risorse si ricordi che amministrare la cosa pubblica significa ordinare le scelte secondo una scala gerarchica di valori: ad esempio, i Comuni facciano meno feste ed iniziative ludiche ovvero opere volte a soddisfare esigenze superflue ( come farebbe ogni buon padre di famiglia in tempi di crisi ). E poi, destiniamo, con disposizioni legislative mirate, parte del 5 per mille (che ora va anche alle bocciofile e simili ed alle fondazioni parafamiliari) alle case per i meno abbienti. Quanto alla locazione privata, per una vera incentivazione dell'investimento privato nel settore, occorrerebbe parificare, sul piano dell'onere fiscale, l'investimento immobiliare a quello mobiliare".

Usa: S&P rivede al rialzo outlook Minore il rischo di un taglio del rating nel breve termine (ANSA)

(ANSA) - NEW YORK, 10 GIU - L'agenzia Standard & Poor's rivede al rialzo l'outlook degli Stati Uniti a stabile da negativo.Il rating degli Stati Uniti resta confermato a 'Aa+'. L'outlook stabile - afferma Standard & Poor's - indica che i rischi di un taglio del rating nel breve termine sono scese a meno di una su tre. (ANSA).

Panetta (Bankitalia): Ancora lontana la ripresa del mercato immobiliare italiano

http://monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15046
Panetta (Bankitalia): Ancora lontana la ripresa del mercato immobiliare italiano 10/06/2013

“Non si rilevano indicazioni di una imminente inversione ciclica del mercato immobiliare italiano.

Il clima di fiducia delle imprese di costruzioni è pressoché invariato sui bassi livelli dell'inizio del 2012; le tendenze della produzione edile sono anch'esse deboli nel confronto sia con le precedenti fasi cicliche sia con il resto dell'area dell'euro”.

A fare il quadro è il vice-direttore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel corso della presentazione dell'indagine sull'economia della Regione Marche, che Bankitalia effettua ogni anno.

“Secondo il sondaggio trimestrale – ha detto Panetta - condotto in aprile dalla Banca d'Italia insieme con Tecnoborsa e l'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate su un campione di agenzie immobiliari, tra gli operatori prevale un deciso pessimismo circa le prospettive a breve termine del mercato di riferimento”.

"Le prospettive del mercato immobiliare - ha qundi aggiunto ancora - risentono in primo luogo dell'elevata incertezza sull'evoluzione dei redditi delle famiglie.

Il recente aumento del prelievo fiscale sulla proprietà immobiliare contribuisce anch'esso ad accrescere l'offerta di case da parte sia delle famiglie, sia delle imprese di costruzione e delle società immobiliari in conto proprio (per le quali la legislazione vigente estende la tassazione alle giacenze degli immobili invenduti)”.

“Le condizioni del mercato immobiliare - ha concluso - risultano deboli anche per le Marche, dove nel 2012 si è registrata una flessione dei prezzi delle abitazioni del 5,6% (-8,2% al netto della variazione dei prezzi al consumo)”.
Posted by Monitorimmobiliare

Bankitalia:no segnali inversione mercato immobiliare Sostenere settore per attenuare le spinte recessive nell'intera economia (ANSA)

(ANSA) - ANCONA, 10 GIU - Nel complesso "non si rilevano indicazioni di una imminente inversione ciclica del mercato immobiliare". Lo ha detto oggi ad Ancona il vice direttore generale di Bankitalia Fabio Panetta, a margine della presentazione del Rapporto sull'economia delle Marche. "Il sostegno al settore delle costruzioni - ha aggiunto - assume forte rilevanza per attenuare le spinte recessive nell'intera economia" e "un incremento di 100 euro nell'attività edile stimolerebbe un'espansione quasi doppia della produzione per il complesso dell'economia italiana".(ANSA).

Spagna, ferme al palo le ristrutturazioni di casa: permessi calano del 13,1% nel I trim by monitorimmobiliare

http://monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15040

Spagna, ferme al palo le ristrutturazioni di casa: permessi calano del 13,1% nel I trim 10/06/2013

I permessi per la ristrutturazione degli immobili si attestano in Spagna a quota 5.266 unità nel primo trimestre dell'anno, segnando un calo del 13,1% rispetto allo stesso periodo del 2012 (6.060 permessi), secondo il ministero dello Sviluppo.

 
Non lancia dunque segnali positivi il piano per le ristrutturazioni immobiliari varato dal governo di Mariano Rajoy, che prevede benefici fiscali per i proprietari.

 
L'inizio del 2013 replica il trend negativo dello scorso anno, quando i permessi calarono del 19,6%, a 23.007 unità.

 
Dopo aver registrato un aumento nel 2009 e nel 2010, i permessi hanno iniziato a diminuire nel 2011 tornando a livelli simili a quelli registrati nel 2008, mentre nel 2012 si è toccato il record negativo.

 
Nel frattempo, i permessi per ingrandire le abitazioni sono diminuiti del 35,5% tra gennaio e marzo, raggiungendo 453 unità.

 

 
Posted by Monitorimmobiliare

domenica 9 giugno 2013

Mercato immobiliare italiano, come rilanciare acquisti e locazioni - mutui.supermoney.it



In Italia il mercato immobiliare continua ad essere in affanno. Le compravendite nel 2012 sono crollate, così come hanno segnato il passo anche le erogazioni di nuovi mutui. Non se la passa bene neanche il mercato degli affitti specie se si considera che a cercare in Italia case in locazione sono in genere famiglie con redditi medi e bassi.

E così, per rilanciare gli acquisti e le locazioni, occorre dare spinta a formule già presenti nel nostro ordinamento giuridico come l'affitto con riscatto. Questo è quanto chiede, come via da percorrere, la Confedizia per conto del suo presidente. 

In particolare, il Presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani ha sottolineato come la grave crisi del mercato sia anche frutto di una tassazione sempre più aspra sull'immobiliare che ha affossato sia le compravendite, sia le locazioni.

Sull'andamento del mercato immobiliare in Italia è intervenuta nei giorni scorsi anche la Fiaip che, nel commentare i dati dell'OMI sul primo trimestre del 2013, ha sottolineato come la frenata emersa dai dati sia preannunciata.

In particolare il presidente nazionale della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, Paolo Righi, ha sottolineato come i dati dell'OMIdel primo trimestre del 2013, che sono stati diffusi dall'Agenzia delle Entrate, rappresentino la fotografia di un mercato penalizzato dall'elevatapressione fiscale e dalle restrizioni sull'accesso al credito praticate in Italia oramai da tanto, troppo tempo da parte del sistema bancario.