venerdì 6 settembre 2013

6* Golfweek for Children - Golf & Country Club Castello di Tolcinasco - venerdì 6 settembre 2013

Gianluca Santacatterina al Golf Club Castello di Tolcinasco (MI) mentre consegna il soggiorno premio di una settimana in Repubblica Dominicana messo in palio da H4S.


giovedì 5 settembre 2013

L’APE va allegato a tutti gli atti di trasferimento di immobili - edilportale.com



 
È quanto prevede il nuovo comma 3bis dell’art. 6 del Dlgs 192/2005, come modificato dal DL 63/2013 convertito nella Legge 90/2013.
 
Poichè la disposizione ha grande rilevanza per l’attività notarile, il Consiglio Nazionale del Notariato ha pubblicato una Nota Informativa per rispondere ai dubbi e alle perplessità interpretative, che la nuova norma potrebbe porre.
 
Il primo punto chiarisce che l’obbligo di allegazione vale per tutti gli atti traslativi a titolo oneroso e non solo per i contratti di compravendita. Secondo i notai, infatti, il termine “vendita” è stato utilizzato in senso lato, quale sinonimo di “alienazione”, comprensivo, pertanto, di ogni atto traslativo a titolo oneroso.
 
Per quanto riguarda invece l’allegazione dell’APE agli atti a titolo gratuitoche comportino “il trasferimento di immobili”, i notai spiegano che l’obbligo vige in tutti i casi in cui a fronte del trasferimento della proprietà o di altro diritto reale su un immobile da una della parti contrattuali a favore dell’altra, quest’ultima non è tenuta a corrispondere un corrispettivo in denaro o in natura, né ad obbligarsi ad un determinato comportamento.
 
Il DL 63/2013 - ricorda la Nota -  ha fissato l’obbligo di allegazione dell’APE anche nel caso di stipula di un contratto di nuova locazione e, in via estensiva, anche ai contratti di leasing e all’affitto di azienda. L’obbligo non si applica, quindi, ad un contratto che rinnova, proroga o reitera un precedente rapporto di locazione.
 
La norma stabilisce che l’obbligo di allegazione è posto a pena di nullità. Contrariamente, però, a quanto prevedeva il testo originario del Dlgs 192/2005, la nuova disciplina non prevede più che “la nullità può essere fatta valere solo dall'acquirente". Siamo, quindi, in presenza di una nullità assoluta, con la conseguenza che: la nullità può essere fatta valere da chiunque e può essere rilevata d’ufficio dal giudice; l’azione per far dichiarare la nullità non è soggetta a prescrizione; il contratto nullo non può essere convalidato.
 
Posto che il DL 63/2013 fa riferimento esclusivamente all’Attestato di Prestazione Energetica (APE), all’obbligo di allegarlo ai contratti si può adempiere con un Attestato di Certificazione Energetica (ACE) rilasciato prima del 6 giugno 2013 (data di entrata del DL 63/2013)?
 
A questa domanda i notai rispondono di sì, spiegando che l’art. 6, comma 10, del Dlgs 192/2005 fa salvi gli ACE rilasciati prima del 6 giugno 2013 (e validi 10 anni). Quindi, per una vendita posta in essere dal 6 giugno 2013, il venditore potrà avvalersi ancora dell’ACE rilasciato prima del 6 giugno 2013, ed ancora valido. Se ciò vale per il venditore, non può che valere anche per l’obbligo di allegazione.

acquirenti in attesa dell'affare pronti a sferrare l'attacco immobiliare - new.idealista.it



acquirenti in attesa dell'affare pronti a sferrare l'attacco immobiliare
anche se in modo ancora cauto sta aumentando l'interesse per il mattone. lo suggeriscono alcuni segnali, come l'incremento estivo della domanda di mutui, ma anche le sensazioni di alcuni professionisti del settore. con i prezzi che hanno subito un calo del 20-25% sono in tanti ad aspettare il momento giusto e sferrare la propria offerta, con la speranza di fare l'acquisto migliore della propria vita
tutto si gioca sul filo tra attese, speranze e previsioni. quando i prezzi sono in fase calante i potenziali acquirenti vogliono vedere fino a dove si può arrivare, col timore tuttavia di arrivare troppo tardi. qual è il momento giusto per comprare quindi? chi tira troppo la corda, specialmente su certi immobili che hanno un alto interesse, rischia di rimanere a mani vuote
ad ogni modo il coltello dalla parte del manico ce l'hanno loro: i compratori con molti risparmi, disposti persino a comprare in contanti per poi ristrutturare col mutuo, approfittando del bonus del governo
secondo un'inchiesta pubblicata da casa plus 24, l'inserto immobiiare del sole 24 ore, nonostante le incertezze legislative (vedi il pasticcio dell'ape) e la confusione fiscale, il calo degli acquisti di questi ultimi anni sta producendo un bacino di futuri compratori. e non tutti non hanno comprato fin'ora perché non potevano: molti di loro aspettano semplicemente il momento giusto. questi i settori che potrebbero riattivarsi
1. le abitazioni più convenienti, per chi se le può permettere, sono quelle di grandi metrature da ristrutturare approfittando degli incentivi. stiamo ovviamente parlando di un tipo di compratore con dei solidi risparmi, una figura che, crisi a parte, in italia tuttavia non manca
secondo l'agenzia delle entrate, infatti, nel 2012 solo sul 37% degli acquisti effettuati è stato acceso un mutuo ipotecario. 6 su 10, in pratica, comprano cash
2. sostituzioni. per ragioni demografiche e sociali, cresce il numero di persone che vuole vendere un immobile grande per uno piccolo e tenersi la differenza. è il caso tipico delle coppie i cui figli sono cresciuti e magari, una volta pensionati, vorrebbero trasferirsi in centro più piccoli e con un miglior clima
3. seconde case. è il vero outsider, ma solo nelle località rinomate. l'idea di una futura rivalutazione alletta, ma anche la possibilità di godere del bene in prima persona
4. efficienza energetica. pur essendo un segmento di nicchia, chi cerca determinate prestazioni energetiche ha le idee molto chiare e si muove su un segmento medio-alto
5. zone di pregio nelle grandi città. un classico che non perde mai interesse, perché una buona ubicazione dà all'immobile una vita variegata (affitti a studenti, affitti turistici, comodato ai figli, godimento proprio, ecc.)

La casa di Alexander McQueen è in vendita - news.immobiliare.it




Dopo tre anni dal suicidio di Alexander McQueen, ex stilista di Givenchy e proprietario della sua omonima casa di moda, va sul mercato l’appartamento di lusso che aveva appena ristrutturato a Londra. Tre camere da letto con altrettanti cortili privati annessi e bagno in camera, una cucina dai colori sobri ma sofisticata e una cantina a cui McQueen teneva particolarmente, soprattutto per i vini che ogni anno gli venivano regalati dalla famiglia Pinault, maggiore azionista francese della sua casa di moda e produttrice di vini a Bordeaux.

Lo stilista dalla carriera impeccabile, ma dalla vita tormentata dalla droga, si è tolto la vita impiccandosi nel 2010 nove giorni dopo aver perso la madre per un cancro. Alla sua morte il lussuoso appartamento londinese in cui viveva era stato acquistato dall’agenzia immobiliare Aspire che aveva terminato la ristrutturazione secondo le volontà di McQueen. Pochi giorni prima di morire, in una delle interviste che precedevano la settimana della moda di Londra, lo stilista aveva espresso il suo enorme entusiasmo per la sua nuova casa londinese, si vantava della sua ricca cantina e della sua cucina in cui poter finalmente preparare la sua zuppa di pesce preferita. Peccato che McQueen non abbia mai visto il suo appartamento finito né tantomeno sia riuscito a viverci almeno una giornata.
La casa, appartenuta anche ad altri grandi personaggi come il romanziereWodehouse, di cui rimane ancora una targa azzurra all’esterno, e il nipote della regina Vittoria, va sul mercato alla cifra di 7,25 milioni di sterline. Una cifra che solo un’altra persona abbiente almeno quanto McQueen potrà permettersi per un appartamento d’autore che aspetta soltanto di essere finalmente abitato.

Alessandra Mussolini proprietaria immobiliare con poco profitto - ilmondo



Alessandra Mussolini proprietaria immobiliare con poco profitto
Milano, 5 set. La senatrice del PdL Alessandra Mussolini è plurimilionaria con i mattoni, ma il suo patrimonio immobiliare non rende granché. La nipote del duce è infatti socio e amministratore unico della Carocla srl, costituita nel 2007 a Roma nello studio del notaio Fabiana De Togandi, che ha come oggetto sociale “la compravendita di beni immobiliari e l’attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare”, ma anche i “servizi di assistenza e consulenza per la gestione del patrimonio immobiliare, artistico e ambientale”. 

La società, secondo quanto ricostruito da ilmondo.it, possiede due grossi immobili a Ladispoli: uno in cui viene eseguita l’attività sociale e l’altro temporaneamente locato. Entrambi hanno un valore di carico di oltre 2 milioni e la nota integrativa spiega che la loro valutazione “è stata eseguita al minore tra il costo di acquisto incrementato degli oneri accessori e dei costi sostenuti per le opere di ristrutturazione e il valore di netto realizzo”. Gli immobili hanno garantito però un flusso di affitti di soli 15 mila euro e il bilancio s’è chiuso con una perdita di poco più di 6 mila euro. 

La Mussolini, comunque, ha investito parte della liquidità in Btp a scadenza nel febbraio 2037 con un tasso fisso al 4% annuo. 

mercoledì 4 settembre 2013

In crescita gli stranieri alla ricerca di immobili di lusso - casaemutui.net

Secondo uno studio di www.luxforsale.it, portale immobiliare italiano dedicato al mondo degli immobili di lusso, la domanda da parte degli stranieri di immobili di questa categoria nel Belpaese sta crescendo. Che sia a causa del calo dei prezzi o che semplicemente l’interesse verso l’Italia cresca continuamente in ogni caso sono molte le nazioni i cui cittadini amano tanto l’Italia al punto da spendere centinaia di migliaia o anche milioni di euro per comprarsi una casa di lusso.
Al primo posto in questa ricerca ci sono gli statunitensi: sicuramente la moda oltreoceano è nata grazie alle star di Hollywood che comprano ville da noi e circa il 41% degli stranieri alla ricerca di una casa di lusso da acquistare è un cittadino USA. Dall’Europa invece le ricerche provengono da Svizzera (10,76%) e Francia (6,27%), Regno Unito (5,14%) Germania (4,02%) e Russia (2,17%). Anche i cittadini di Paesi emergenti come Arabia Saudita, Emirati Arabi e Brasile stanno puntando gli occhi verso l’Italia, infatti complessivamente coprono il 6% della domanda.

La categoria di immobile più ricercata è il castello: i castelli in vendita in questo momento in Italia sono 36 a fronte di una domanda decisamente più alta. In compenso però ci sono oltre 1500 ville, 638 appartamenti (di lusso ovviamente) e 528 casali. Le altre categorie di immobili come uffici, loft, attici o palazzi sono invece in disponibilità molto minore. Il dato del castello come immobile più ricercato ci fa capire come è orientata la domanda e perché gli stranieri vogliono comprare una casa di lusso in Italia: si cerca un nesso con il passato glorioso della nostra terra, si cerca un luogo impregnato di storia e con retaggio culturale che insieme alla bellezza del luogo non solo impressionerà gli ospiti ma renderà ogni permanenza unica, aumentando il valore dell’immobile nel tempo.

L’offerta dovrebbe adeguarsi a questa domanda e molti edifici antichi e di grande valore sparsi in tutta Italia ed abbandonati in stato di semi-decadenza da proprietari che pur non utilizzandoli non li mettono in vendita né decidono di ristrutturarli, andrebbero recuperati per questo settore di mercato che sembra in fermento.  Ci sono Regioni che pur potendo essere molto appetibili dal punto di vista turistico, offrendo bellezze naturali, grandi patrimoni storici e luoghi unici al mondo per ora hanno poco sul piatto degli immobili di lusso come Basilicata (0,06%), la Valle d’Aosta (0,22%), la Calabria (0,31%) ed il Molise (0,47%).

Sicuramente mancano gli intermediari specializzati nell’offrire servizi immobiliari soprattutto di lusso agli stranieri, ma forse manca anche quello spirito imprenditoriale che porta a ristrutturare e rivendere edifici di pregio magari con qualche secolo di storia piuttosto che costruire orribili residence-ecomostri che rendono un luogo turisticamente appetibile una discarica di cemento.
Anche il Governo dovrebbe impegnarsi e fare la sua parte, aiutando a livello burocratico i compratori stranieri, semplificando procedure e incoraggiandoli con qualche sgravio fiscale: si tratta di immobili i cui prezzi elevati permettono a tutti, intermediari, proprietari e Stato, di avere dei vantaggi direttamente o indirettamente dalla transazione. La rivalutazione degli immobili italiani parte da questo settore.

Previsioni del mercato immobiliare di Nicoletta Gandolfi - quotidiano.net

L'ammodernamento del patrimonio immobiliare esistente, in maniera ecosostenibile e senza ulteriore consumo del suolo potrebbe essere la via italiana per la ripresa dell'attività edilizia.

Sembra che ci sia una luce in fondo al tunnel.

Una ripresa attesa dopo un anno difficilissimo. Secondo le elaborazioni presentate, il fatturato del mercato immobiliare ha subito un calo del 27,2%, bruciando quasi 33 miliardi di euro. Rispetto al 2006, anno in cui il calo è stato del 45,5%, pari cioè a un decremento in valore assoluto di 73 miliardi.

Per invertire la rotta è necessaria soprattutto una politica economica di valorizzazione. Una politica che possa anticipare, se non accompagnare e favorire l'attesa di una ripresa del mercato, che sembra non lontana.

Secondo indagini di mercato condotte presso gli operatori del settore, il mercato si manterrà difficile almeno per gran parte del 2013 per poi iniziare ad evolvere positivamente nell'ultima parte dell'anno e soprattutto nel 2014, sostenuto anche da una domanda abitativa che si evidenzia ancora elevata.

L'aspettativa di una ripresa pur se su diverse basi che in passato, si fonda soprattutto sui segnali macroeconomici positivi che provengono dall'estero, in particolare dagli Usa, dove al migliorato andamento dell'economia si accompagna anche quello del mercato immobiliare che sembra aver imboccato decisamente la via della ripresa.

Gli analisti dicono comunque che l'entità che tale ripresa potrà effettivamente avere in Italia dipenderà però non solo dall'evoluzione macro e microeconomica a livello globale, ma anche dalle politiche che saranno adottate con riferimento al mercato domestico.

Ed è qui che serve appunto una politica di interventi ed incentivi variamente declinata.

Gli esperti puntano sul tema delle gestioni, valorizzazioni e privatizzazioni dei patrimoni immobiliari pubblici, annunciate ma mai entrate nel vivo.

Perché? La risposta è che fra gli operatori è diffusa la valutazione che esse si sono sin qui scontrate con procedure estremamente complesse, con volontà politiche quanto meno tentennanti e con la mancata consultazione preventiva degli operatori immobiliari, così come avviene nelle migliori pratiche internazionali.

Serve anche una chiara volontà di ammodernare, principalmente dal punto di vista energetico e funzionale, gli stock immobiliari esistenti impiegando l'impressionante apparato produttivo italiano operante nel settore immobiliare - edile dando lavoro alle migliaia di piccole e medie imprese capaci di lavorare sulla ristrutturazione degli immobili.

A livello nazionale si ipotizza per il 2013 sia una discesa dei prezzi compresa tra -6% e -4% che delle compravendite attorno a 410.000 unità.

Nelle grandi metropoli ci si aspetta una tenuta delle aree centrali, mentre è più difficile che questo accada nelle zone con immobili di qualità bassa, come certe zone popolari e periferiche.

Si ritiene che la prima parte del 2013 possa essere ancora caratterizzata da incertezze e timori che rallenteranno le dinamiche di mercato; nella seconda parte del 2013 potrebbero esserci dei segnali di miglioramento soprattutto se l’economia italiana darà segnali positivi e se i venditori, in particolare coloro che sono ancorati ad una visione di mercato che non è più quella attuale, inizieranno a ribassare i prezzi.

Occorre però precisare che in questo scenario si aprono delle opportunità di acquisto: il calo delle quotazioni che si è avuto nel 2012 e quello che ci sarà nel 2013 consentiranno a coloro che hanno il capitale, o che potranno ottenere un mutuo, un acquisto a prezzi molto vantaggiosi. E questo vale sia per chi acquista la prima casa sia per chi dovrà fare un acquisto migliorativo.

Segnali quindi positivi che danno respiro e spinta ad un settore fondamentale per l’economia nazionale.

L'andamento del mercato immobiliare Usa è un termometro affidabile dello stato dell'economia - lastampa.it




FTA Online News 



L'andamento del mercato immobiliare Usa è un termometro affidabile dello stato dell'economia. Come per la borsa anche per il mercato delle case le oscillazioni dei tassi di interesse sono infatti un elemento fondamentale per determinare le prospettive future, l'orientamento di politica monetaria della banca centrale contribuisce a determinare quindi il sentiment di degli operatori nei confronti di queste classi di asset. Il costo del denaro condiziona infatti, tramite il suo effetto sui mutui, la domanda di abitazioni, ed il costo dei mutui ha iniziato a salire già da maggio. Il fatto che le vendite di nuove case negli Stati Uniti siano calate a luglio del 13,4% (a 394 mila unità, il livello più basso da nove mesi) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti si attendevano un calo del 2%, dimostra che ormai è convinzione generale che la politica estremamente accomodante della Federal Reserve sia destinata ad essere sostituita da una più rigida. In lieve calo, dello 0,5%, il prezzo mediano delle case nuove, sceso a 257.200 dollari, a conferma di una minore pressione della domanda. Nonostante la brusca diminuzione della vendita di nuove case a luglio, su base annuale il dato è ancora in rialzo del 6,8% sul luglio 2012. Le case nuove disponibili per la vendita assommano a 171.000 e sarebbero necessari 5,2 mesi per esaurirle completamente. Il mercato immobiliare del resto è già uscito dalla crisi che lo aveva colto dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime: la Federal Housing Finance Agency (FHFA) degli Stati Uniti ha rilevato un incremento normalizzato dei prezzi delle case a giugno dello 0,7% rispetto al valore di maggio (+0,8% rivisto dalla rilevazione precedente dello 0,7%) e superiore alle attese di un incremento dello 0,6 per cento, ed in generale i prezzi delle abitazioni sono in crescita ormai da tempo.E non deve trarre in inganno il fatto che le vendite di abitazioni esistenti registrate dalla National Association of Realtors nel mese di luglio si sono attestate a 5,39 milioni di unità (dato annualizzato), un valore che batte le attese degli analisti poste a 5,15 milioni (in termini percentuali il tasso di crescita annua è del 6,5% contro attese di un +1,6% e una flessione a giugno dell'1,6 per cento): secondo alcuni osservatori il valore particolarmente elevato delle vendite di case esistenti potrebbe dipendere dalla corsa degli investitori ad avviare gli acquisti cercando di anticipare la crescita del costo dei mutui. Lo studio del grafico del PHLX Housing Sector Index (HGX), un indice del Philadelphia stock exchange composto da titoli appartenenti al comparto immobiliare, conferma le impressioni che è possibile ricavare dal quadro macro: le quotazioni dell'indice hanno iniziato infatti a scendere a maggio, in corrispondenza con i primi aumenti del costo dei mutui, dopo un lungo rialzo partito dai minimi di ottobre 2011. La flessione non sembra avere caratteristiche solo temporanee, i prezzi sono scesi infatti a luglio al di sotto della media mobile a 200 giorni, ora resistenza a 182 circa, per poi violare ad agosto la linea di tendenza che sale dai minimi di ottobre 2011. L'indice potrebbe scendere ora fino a 155/57 almeno, 38,2% di ritracciamento del rialzo da ottobre 2011 e gap rialzista del 19 novembre 2012. Sotto quei livelli supporto a 142. Sarebbe la violazione di questo sostegno a fare sorgere dei seri dubbi sulla possibilità di vedere riprendere l'uptrend in atto da fine 2011 in tempi ragionevolmente brevi. Solo recuperi oltre 185 potrebbero fare pensare ad una ripresa del mercato immobiliare duratura, quindi anche ad un miglioramento della condizioni prospettiche per l'economia Usa. E' da notare che il peggioramento del comparto immobiliare potrebbe avere paradossalmente un effetto positivo per la borsa, almeno nel breve termine, con la Federal Reserve che alla luce di questo deterioramento avrebbe una ragione per essere meno aggressiva con il "tapering". Il confronto tra il grafico del PHLX Housing Sector Index e lo S&P500 mostra come negli ultimi anni, almeno dal 2007, sia le fasi di borsa positive sia quelle negative sono state anticipate di alcuni mesi da svolte rilevanti dell'indice del comparto immobiliare. L'esempio recente più significativo è probabilmente l'evoluzione dell'indice delle case tra il febbraio e l'aprile 2011, caratterizzato da massimi decrescenti, mentre lo S&p500 era ancora in fase crescente per poi lateralizzare fino a luglio e crollare tra luglio ed ottobre. Una situazione molto simile a quella descritta per il 2011 si sta delineando attualmente: il PHLX Housing Sector Index ha intrapreso infatti a partire da maggio una fase decrescente che ha comportato la violazione di supporti rilevanti mentre lo S&P500 ha toccato nuovi massimi storici ad inizio agosto spingendosi fino ai 1710 punti circa. Difficile immaginare tuttavia che questa divergenza di comportamento possa persistere ancora per molto, spezzando il forte legame che ha tenuto unite le due curve negli ultimi anni. Il rischio di una imminente evoluzione negativa anche per la borsa, sulla scia del calo dell'immobiliare, è elevato. E per ricevere un segnale in questo senso non sarebbe necessaria una discesa particolarmente ampia, i supporti critici per l'indice dei maggiori 500 titoli statunitensi si collocano tra i 1635 ed i 1620 punti, rispettivamente media mobile a 100 giorni e linea di tendenza che sale dai minimi di novembre 2012. Sotto quei livelli una correzione di tutta la salita in atto da area 1340 diverrebbe probabile, con obiettivi tra 1570 e 1480. In ottica temporale più estesa l'indice S&P500 potrebbe scendere anche su valori inferiori, fino in area 1390, dove si colloca la base del canale crescente che contiene l'andamento dei prezzi dai minimi di marzo 2009. Il lato superiore del canale, in area 1730, è stato infatti avvicinato ma non superato dai recenti record assoluti e si conferma per il momento ancora una valida resistenza sulla strada del rialzo. Sarebbe solo la rottura di quella soglia ad aprire una nuova stagione di crescita per lo S&P500, diretta verso i 1900 punti almeno. Difficile tuttavia immaginare che in quella circostanza l'indice del settore immobiliare possa continuare a scendere, probabilmente una accelerazione rialzista dell'azionario verrebbe anticipata da movimenti del PHLX Housing Sector Index al di sopra dei 185 punti.

Immobili all'estero intervista Mirko Frigerio



1) Chi è Mirko Frigerio ?
Classe 1974, Bergamasco di nascita, Milanese d'adozione,  agente immobilire dal 1997, mi occupo da allora di Real Estate a 360 gradi.
Inizio con la gavetta su strada che tutti gli agenti immobiliari "veri" hanno fatto, operando per il gruppo STUDIOCASA, un gruppo locale di agenzie immobiliari agli albori dell'MLS, sviluppata nella lombardia. Presto mi faccio strada, a gomitate con i colleghi, e apro, come responsabile per quel marchio, la mia PRIMA AGENZIA IMMOBILIARE a soli 25 anni; la mia agenzia sarà LEADER come fatturato del  gruppo PER 6 mesi di fila; in quel periodo, grazie agli ottimi risultati legati al mio modus operandi, mi occupo anche di formazione, riservata agli agenti di quel gruppo.
staccatomi dal gruppo costituisco una microrete di agenzie (7) nella provincia di Bergamo, mia terra natia, dove trovo ampie soddisfazioni e comincio, nel 2003 a occuparmi di pratiche legate a sofferenze immobiliari. Non abbandono la formazione mia e dei miei collaboratori. Le mie agenzie sono state LE PRIME certificate ISO 9001:vision 2000 nella provincia di Bergamo e tra le primissime Lombardia.
In quegli anni di galoppo del mercato immobiliare mi occupo di cantieristica e operazioni immobiliari e proseguo a formare uomini.
Trovo la mia quadratura del cerchio, però, giungendo a Milano e operandomi esclusivamente della mia vera passione... IL CREDITO NON PERFORMANTE BANCARIO legato al REAL ESTATE e la gestione fallimentare.

2) Di cosa si occupa Mirko Frigerio ?
Oggi, con il mio staff, mi occupo principalmente di sofferenze bancarie con sottostante immobiliare e gestisco (proponendole ai privati, agli istituzionali e agli investitori) aste immobiliari, stralci, gestione del credito e opportunità di business ad alta redditività e rischio contenuto;
Il tutto attraverso la rete MLS Replat e altre micro reti locali, sviluppando il nostro business in TUTTA ITALIA e "INSEGNANDO" agli operatori immobiliari COME SFRUTTARE questo mercato semi-nuovo dando a tutti l'opportunità di fare VERI AFFARI, studiati e gestiti, abbandonando l'improvvisazione del semplice partecipare ad un asta e sfruttando TUTTE le conoscenze immobiliari, impossibili da conoscere se non sviluppi questa specializzazione facendola come vero lavoro... 

3) e' una professione "nuova" nel nostro paese. da dove nasce l'idea?
Come tutte le idee che hanno cambiato la visione delle cose, anche questa è nata quasi per caso... Sviluppando la normale attività di operatore nel settore real estate; a chi non è mai capitato di incappare in una casa o un immobile di un proprietario che aveva problemi di liquidità e problemi legati al pignormento dell'immobile... A me è accaduto per la prima volta nel 2003, in tempi considerati "non sospetti"; e in quei momenti non sospetti, dove sarebbe stato più semplice dire al cliente "Mi spiace, non c'è più nulla da fare...", Osando un po più degli altri, ho cominciato, quasi per sbaglio, a affrontare problemi legati alle sofferenze bancarie... Problemi un po più complessi della semplice compravendita, ma dove, sia chi vende, sia chi vuole che si venda alla svelta, a differenza di molti altri clienti, HA UNA FERMA MOTIVAZIONE per farlo... Risolvere un problema!
Da allora ho instaurato rapporti con quasi tutti gli istituti di credito, con le più importanti società di NPLs d'Italia, ho approfondito la materia fallimentare, mio cavallo di battaglia, che oggi insegno ai colleghi, e oggi posso dire, senza peccare di presunzione, che la nostra struttura è l'unica in tutta Italia ad operare in questo settore, con la serietà riconosciuta dagli operatori di NPLs, dalle stesse banche con le quali operiamo e l'unica ad avere una elevata preparazione in materia fallimentare, conoscendone l'applicazione e trovando, in pieno rispetto con l'attale nuova legge fallimentare, tutte le variabili per poter chiudere velocemente una pratica, a giusto vantaggio di tutte le parti in causa e facendo concludere un ottimo lavoro all'investitore in equity.
È iniziata quindi, come per la Coca-Cola... Per caso... Un caso supportato da un mercato giusto e da un momento giusto... 

4) i dati , purtroppo , danno in aumento le esecuzioni immobiliari e le sofferenze nei pagamenti dei mutui immobiliari . che ne pensa ?
È vero ed è cronaca attuale, oltre 45 aziende al giorno, in tutta Italia, vengono decretate fallite, trascinando con se tutto l'indotto, comprese le case di tutti coloro che in questo momento non riescono più a far fronte ad un regolare pagamento del mutuo, anche dopo una,magari prolungata,  sospensione della rata.
Oggi più che mai l'attualità del problema legato alle esecuzioni immobiliari è legato al mercato e a quella che i più definiscono "crisi" (ma che a me piace definire CAMBIAMENTO - ndr) e non può, un operatore immobiliare SERIO sottovalutare il mercato delle esecuzioni immobiliari, oggi più che mai importante fonte d'acquisizione.
Il mercato della casa NON È FERMO, si stà ripulendo da un eccesso di credito dato senza logica commerciale; la gente si sposa ancora, ancora cambia casa e ancora si sposta da paese in paese per lavoro... Lo fa solo con molta più oculatezza rispetto a ieri, dove non si cercava veramente una casa, ma si cercava un modo per spendere il mutuo che veniva concesso, creando quella che è stata definita "la bolla immobiliare"; oggi ci stiamo riportando ai valori immobiliari del 1999, ultimo vero momento di mercato "non drogato" dall'eccesiva immissione di liquidità sul mercato.
L'asta, il Saldo&Stalcio e l'assunzione fallimentare sono il mercato del prossimo futuro, abbiamo di fronte circa 10 anni di opportunità... Sarebbe stupido sprecarle...

5) si può veramente risparmiare acquistando immobili "all'asta"?
CERTAMENTE... Non solo si può risparmiare, ma si evitano PROBLEMATICHE relative a revocatorie fallimentari, che potrebbero nascere, ad esempio, dall'acquisto di un immobile di proprietà una impresa in crisi e che lo "svende" per far cassa alla svelta, oppure l'acquisto di una casa da un privato che vende perchè oberato di debiti, e prima del rogito su quell'immobile viene trascritta una bella ipoteca legale, magari della tanto amata Equitalia, che non manda più le case in asta, ma non si esime dal trascrivere Ipoteche legali,  mettendo cosi nei guai sia chi vende, sia chi, in buona fede, compera, perché spesso i valori dei debiti da chiudere sono molte e molte volte più ampi del valore convenuto di compravendita.
In un mercato come quello ODIERNO dove, a parità di qualità, IL PREZZO LA FA DA PADRONE non si possono sottovalutare gli acquisti in asta, a Saldo&Stralcio e da procedura concorsuale.

6) perche' affidarsi ad un professionista anzichè rivolgersi direttamente al Tribunale?
Per lo stesso motivo per cui recarsi da un ortopedico specialista per un intervento delicato all'anca o da un Dentista qualificato per una protesi dentaria...
La specializzazione porta ad avere maggiori certezze; il tempo che il professionista investe nella ricerca, nella formazione e nello svolgimento delle pratiche burocratiche in un mercato ombra come questo, dove spesso anche il miglior avvocato o il Notaio di fiducia hanno dubbi,  impone quasi l'obbligo di Rivolgersi ad un professionista veramente preparato; il professionista serio fa guardare al di la del proprio naso, aprendo e facendo scoprire scenari che nel 90% dei casi non sono nemmeno presi In considerazione...
Inoltre il professionista PUÒ verificare la possibilità di aggiudicarsi un immobile anche senza passare per forza dall'asta!!! Cosa ai più non nota! E il tutto con la stessa sicurezza dell'operazione inq uanto il tutto viene comnque monitorato e concluso in tribunale!

7) Oltre alle "conosciute" aste immobiliari di cosa si occupa?
Sono Agency Partner di PRIMUS PARTNER, la prima banca d’affari Italiana che si occupa della gestione, valorizzazione ed acquisizione di distressed Assets e NPLs di origine bancarie, che fa capo alla società Management&Partners (il cui CEO è il Dott. Vincenzo Macaione, gia partner di "La Centrale Finanziaria Generale", la merchant bank presieduta da Giancarlo Elia Valori); nella compagine sociale Primus Partners, dove siamo parte attiva nel management, compaiono NBI, società del Gruppo ASTALDI, probabilmente il primo GENERAL CONTRACTOR D'Italia, SOVIGEST, società presieduta dal Prof. Luigi Scimia ed operante nel facility e nel property management con un portafoglio gestito di c.a 4 miliardi (specialmente immobili di Banca d’Italia e INPS), SERVIZI PREVIDENZIALI SPA società Leader di settore, che si occupa di Fondi Pensione Bancari, presieduta dal Prof. Sergio Corbello presidente di Assoprevidenza, e, ciliegina sulla torta di questi macro nomi, GENERTEC, multinazionale Cinese, controllata al 100% dal Governo Cinese, e che per la prima volta in Europa partecipa nella compagine di una società di advisor.
Mi occupo inoltre di FORMAZIONE di operatori Real Estate che vogliano approfondire e specializzassi nel settore delle esecuzioni immobiliari, tenendo loro sia Corsi e Lezioni sia come personal coach per i più aggressivi del mercato tenendo alti i valori di positività e serenità del lavoro; nel tempo libero stò ultimando la stesura del mio primo libro... Volete saper di cosa tratterà!?...
Dimenticavo... Nel tempo libero dal tempo libero, cucino e sfogo lo stress ai fornelli...

Confedilizia:da un mese stop contratti affitto-vendita La norma prevede nullità accordi se non c'è certificato energia (ANSA)

(ANSA) - ROMA, 3 SET - ''Ieri ha compiuto 30 giorni, nell'indifferenza del legislatore che ha creato il pasticcio, il blocco dei contratti di locazione e compravendita. Solo un Paese come il nostro può concedersi un lusso del genere''. Lo sottolinea in una nota Confedilizia. Il blocco al quale si fa riferimento è quello conseguente all'entrata in vigore, il 4 agosto scorso, della norma (contenuta nel decreto energia, come convertito in legge) che prevede la nullità dei contratti di locazione e di compravendita ai quali non sia allegato il nuovo attestato di prestazione energetica. ''E' una situazione paradossale - commenta il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani - alla quale occorre che si ponga immediatamente rimedio. Il governo aveva preso in Senato un impegno solenne per eliminare il pasticcio creato dal Parlamento con il primo provvedimento utile. Di provvedimenti utili ce ne sono stati diversi e le occasioni sono state tutte puntualmente perse. Ora il Governo è atteso alla prova dei fatti concreti per superare una situazione intollerabile, che reca danni al particolare settore, ma anche alla fiducia dei cittadini, che non si rendono conto come possano nascere, e non essere subito affrontate e risolte, situazioni del genere''.(ANSA).

Londra: il grattacielo 'scioglie' una Jaguar La vettura è stata danneggiata dalla luce riflessa sulle pareti del 'Walkie Talkie' (ANSA)

(ANSA) – LONDRA, 3 SET – Tornare al parcheggio e trovare la propria Jaguar 'sciolta'. Succede a Londra, e la colpa sembra essere della luce che riflessa in maniera violenta dalle pareti di uno dei grattacieli in costruzione nella City, il 'Walkie Talkie', come è già stato soprannominato per la sua forma squadrata, destinato a diventare parte riconoscibile dello skyline londinese. Martin Lindsay non ci poteva credere: aveva lasciato l'auto per solo due ore e al suo ritorno alcune parti risultavano danneggiate, di fatto sciolte. L'azienda responsabile per la costruzione del grattacielo ha presentato le sue scuse e ha pagato i danni, ma restano le perplessità sui possibili danni del grattacielo troppo lucente. (ANSA).

Tibet: ristrutturazione a casa Dalai Lama Per i tibetani la trasformazione dell'edificio è una perdita delle tradizioni (ANSA)

(ANSA) - SHANGHAI, 3 SET - Lavori di ristrutturazione nella casa natale del Dalai Lama, nel villaggio di Hongai. Secondo quanto riferisce il South China Morning Post l'edificio ha subito una notevole trasformazione, con l'elevazione di un muro alto tre metri e l'installazione di telecamere di sorveglianza oltre a un'altra serie di interventi che ne hanno anche cambiato abbastanza l'aspetto. Hongai, noto ai tibetani con il nome di Taktser, si trova in una zona che è stata culturalmente tibetana da secoli ma che geograficamente si trova nella provincia cinese del Qinghai. Per i tibetani la trasformazione dell'edificio è un segno di perdita delle tradizioni, mentre per le autorità cinesi, al contrario, è solo parte di un più ampio progetto di recupero della zona. Oltre alla casa infatti anche molti altri edifici e strade sono in fase di ammodernamento. Gli abitanti del villaggio tuttavia fanno notare come nessuno straniero sia ammesso a entrare nella casa del leader spirituale buddista in esilio a Dharamsala. Le autorità locali infatti hanno respinto tutte le richieste formali di poterla visitare. "Noi non vogliamo fare nessun tipo di pubblicità al Dalai Lama", ha commentato un funzionario locale. Secondo Sophie Richardson, direttore per la Cina di Human Right Watch, una organizzazione che si occupa di tutela dei diritti, "la velocità con cui la popolazione rurale tibetana è stata rimodellata da opere di ricostruzione e modernizzazione è senza precedenti nell'era post Mao". Secondo la Richardson, inoltre, la ricostruzione della casa del Dalai Lama potrebbe rappresentare una mossa, da parte del governo di Pechino, per convincere i monaci a scegliere la prossima reincarnazione del Dalai Lama entro i confini della Cina.(ANSA).

martedì 3 settembre 2013

Nuova bolla immobiliare in arrivo a Dubai? Le autorità creano un'apposita commissione - ilghirlandaio.com



(Il Ghirlandaio) Dubai, 3 set. Una nuova bolla immobiliare a Dubai? Secondo gli esperti del settore, il rischio c’è ed è anche concreto. “Gli speculatori – ha dichiarato Michael Lahyani, proprietario e amministratore delegato di un fondo con sede a Dubai – non stanno certo aiutando il mercato e il rischio è quello di un’altra bolla artificiale”.
Le dichiarazioni di Lahyani seguono il grido d’allarme inviato a Dubai dal Fondo Monetario Internazionale che ha avvertito l’Emirato che ha necessità di intervenire per regolamentare il mercato immobiliare, per prevenire la creazione di un’altra bolla come quella di quattro anni fa che rischiò di portare Dubai al default.
Tra il 2009 e il 2010, infatti, i prezzi gonfiati del settore immobiliare di Dubai subirono un drammatico crollo, con punte del 50%, dando vita a un terremoto che fece tremare i mercati finanziari di tutto il mondo.
Le autorità di Dubai, dal canto loro, hanno deciso di creare una commissione che si occupi della liquidazione delle opere immobiliari rimaste incompiute. Ci si aspetta che questa commissione aiuti gli investitori ad avere i loro soldi indietro, nel caso in cui il progetto in cui hanno investito venga cancellato.
Michael Lahyani ha aggiunto che “c’era grande attesa per un organismo che possa eliminare la complessità tipica di questo sistema legale e che possa offrire agli investitori una via alternativa ai processi”, che a Dubai sono lunghi e dispendiosi.
Secondo i dati di alcuni analisti, più di 215 progetti non hanno visto la luce a Dubai tra il 2009 e il 2011, cui vanno aggiunti un’enormità di opere annunciate e poi posticipate o cancellate. Parecchie aree edificabili sono rimaste inutilizzate per molti anni.

Fiaip: nel secondo semestre 2013 mercato al rallenty. Banche più disponibili all’erogazione dei mutui - simplybiz.net



Nonostante la perdurante azione delle lobby finanziarie che negli ultimi anni hanno distratto qualsiasi forma di capitale a favore del mercato mobiliare, in questa fase congiunturale gli italiani ritengono che acquistare un immobile sia sempre più conveniente. A sostenerlo e la Fiaip, che nella sua ultima nota congiunturale fotografa l’andamento del mercato immobiliare urbano che, ancora una volta, evidenzia una continua fase di stagnazione nel comparto residenziale così come registrato nel I semestre 2013.
Il mercato immobiliare residenziale, spiega la Fiaip, ha fatto registrare un ulteriore calo del numero di compravendite a fronte di una riduzione dei prezzi, così come già rilevato nei mesi precedenti (mediamente – 25% dal 2007 a oggi).
Secondo il report della Fiaip si conferma la diminuzione della “forbice” tra prezzo richiesto e prezzo offerto entro il 15%, frutto di un ancor timido allineamento dell’offerta alla domanda gran parte della quale resta “sospesa” di fronte alla rigidità dei valori che stentano ad adeguarsi al “repricing” imposto dal fronte attivo di quest’ultima che, dal suo canto, si presenta sempre più “selettiva”. 
“L’enorme pressione fiscale, il persistente quadro negativo degli indicatori macroeconomici nazionali, la diminuzione di reddito con conseguente diminuzione di risparmio da parte delle famiglie, restano - secondo Mario Condò de Satriano, presidente del centro studi Fiaip - le principali cause della crisi del mercato, acuita da un clima di sfiducia generalizzato alimentato dall’incertezza dell’imposizione fiscale che, nelle more, è giunta a livelli insostenibili. Si tratta di un dato sempre più ricorrente, confermato anche nel primo semestre 2013".
L’assenza di riforme ormai indispensabili per incentivare il mercato immobiliare, prendendo spunto dall’attuale stato d’incertezza della politica fiscale sugli immobili, facendo leva sulla paventata introduzione di un’ulteriore patrimoniale e sull’ormai prossima revisione degli estimi catastali, tende a distrarre qualsiasi forma di capitale a favore del mercato mobiliare.
Fiaip ricorda come il mattone abbia sinora garantito una “tenuta” superiore rispetto ad altre forme di investimento, in special modo dopo il ridimensionamento dello Spread e, conseguentemente, del rendimento dei titoli di Stato. Inoltre, si è registrata, in alcune provincie, la mancanza di un piano strategico da contrapporre agli strumenti urbanistici, sin troppo rigidi, che non favoriscono, l’innovazione e l’adeguamento ai nuovi regolamenti energetici, laddove sarebbe necessaria maggiore flessibilità, in linea con l’attuale esigenza del mercato, per riqualificazioni, frazionamenti e cambi di destinazione. 

Infine, restano ancora numerose le false aspettative di prezzo da parte dei proprietari-venditori rimasti ancorati ai valori del 2007, oggi assolutamente non più realizzabili, generando confusione in un mercato sin troppo caratterizzato da un chiaro eccesso di offerta. 

Alla luce di queste considerazioni, il secondo semestre del 2013 sarà caratterizzato da una stagnazione del volume degli scambi e da una continua pressione ribassista essenzialmente da ascriversi al clima di sfiducia generalizzato dei potenziali acquirenti, causato dall’incertezza del quadro fiscale sull’immobiliare e su quello politico più in generale. Viceversa una saggia politica fiscale incentrata sulle riforme del comparto e sulla chiarezza delle imposte e del loro ammontare, innescherebbe quel virtuoso volano che permetterebbe al mercato di ripartire creando nuova occupazione sostenuto da una “domanda consolidata” che ancora oggi si stima in circa 1.000.000 di unità. 
Sul fronte dei mutui il report urbano Fiaip rileva, inoltre, come sebbene si sia registrato un drastico calo delle erogazioni nel 2012, che si è riflesso sensibilmente sulla quota di mercato sostenuta dal credito immobiliare, dopo mesi di mutui inavvicinabili, oggi i tassi di interesse applicati dalle banche ai prestiti per la casa cominciano a scendere e questo dovrebbe incoraggiare il mercato immobiliare nel secondo semestre 2013. Si rileva inoltre, una maggior disponibilità degli istituti di credito nella concessione di mutui alle famiglie, disponibilità che negli ultimi mesi ha visto crescere il valore dell’erogato dell’1,6%. 

Confronto immobiliare tra Brooklyn e Manhattan di Riccardo Ravasini - nyc-site.com




Confronto immobiliare tra Brooklyn e Manhattan


Dove cercare casa: a Brooklyn o a Manhattan?
La scelta un tempo era semplice. Coloro che potevano permettersi di spendere di più sceglievano Manhattan. Quelli che invece decidevano di comprare un appartamento più grande a meno sceglievano Brooklyn. Ma adesso questa dicotomia non è più così scontata. Con i prezzi degli appartamenti in vendita e in affitto cresciuti più velocemente a Brooklyn che a Manhattan, in molti stanno realizzando che le zone più belle di Brooklyn non sono poi più così economiche rispetto a Manhattan.
Basta dare un'occhiata agli affitti. Leggendo "The Real Deal" vengono riportati i dati della società di periti Miller Samuel. Questi dicono che il prezzo mediano degli affitti nelle migliori zone di Brooklyn è cresciuto dell’11,3% dal marzo 2012 al marzo 2013. Nello stesso periodo il prezzo mediano di un affitto a Manhattan è cresciuto invece del 6,7%. 
Anche per quanto riguarda le vendite la differenza si sta assottigliando. Secondo il sito StreetEasy, il prezzo mediano di un appartamento a Brooklyn Heights è cresciuto del 37,8% negli ultimi cinque anni raggiungendo quota 792 mila dollari; mentre il prezzo mediano nel West Village è cresciuto del 4,34% nello stesso periodo raggiungendo quota 895 mila dollari. Queste sono due zone prese ad esempio per le loro caratteristiche similari: belle strade con edifici storici di piccola dimensione, tranquillità, fascino e ristoranti di alto livello. I dati di Miller Samuel mostrano come il prezzo mediano di un appartamento a Brooklyn nel primo trimestre 2013 era 14% più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita del prezzo mediano a Manhattan è invece stata del 5,9% nello stesso periodo. 
Per la prima volta in tempi recenti si può dire che almeno una zona di Brooklyn, Williamsburg, sia più costosa di una zona di Manhattan, Lower East Side. Il fatto che il numero di appartamenti in vendita a Manhattan sia sceso del 34% nell’ultimo anno ha sicuramente influito sull’accelerare dei prezzi a Brooklyn dato che chi cercava a Manhattan ha dovuto allargare l’orizzonte di ricerca a Brooklyn.
Un settore dove esiste ancora una sostanziale differenza fra le due parti della città è quello del lusso. Le vendite di palazzine residenziali di grande qualità e dimensione a Brooklyn si distanziano ancora parecchio dalle vendite ultra milionarie di Manhattan. Investitori di un certo tipo prediligono ancora Manhattan.
Per concludere vorrei aggiungere una nota su una particolare zona di Manhattan: Harlem. Questa rappresenta ancora un ottimo sconto dalla media dei prezzi dell’isola presa nel suo insieme e infatti molti decidono di comprare proprio qui piuttosto che nel Queens o a Brooklyn... Per trovare delle buone occasioni a Manhattan alla fine non bisogna guardare troppo lontano.
Se sei interessato ad avere maggiori informazioni oppure desideri investire, aquistare o affittare un appartamento a New York, visita la nostra sezione "Real Estate" e non esitare a contattarci.
Confronto immobiliare tra Brooklyn e Manhattan
Dove cercare casa: a Brooklyn o a Manhattan?
La scelta un tempo era semplice. Coloro che potevano permettersi di spendere di più sceglievano Manhattan. Quelli che invece decidevano di comprare un appartamento più grande a meno sceglievano Brooklyn. Ma adesso questa dicotomia non è più così scontata. Con i prezzi degli appartamenti in vendita e in affitto cresciuti più velocemente a Brooklyn che a Manhattan, in molti stanno realizzando che le zone più belle di Brooklyn non sono poi più così economiche rispetto a Manhattan.
Basta dare un'occhiata agli affitti. Leggendo "The Real Deal" vengono riportati i dati della società di periti Miller Samuel. Questi dicono che il prezzo mediano degli affitti nelle migliori zone di Brooklyn è cresciuto dell’11,3% dal marzo 2012 al marzo 2013. Nello stesso periodo il prezzo mediano di un affitto a Manhattan è cresciuto invece del 6,7%. 
Anche per quanto riguarda le vendite la differenza si sta assottigliando. Secondo il sito StreetEasy, il prezzo mediano di un appartamento a Brooklyn Heights è cresciuto del 37,8% negli ultimi cinque anni raggiungendo quota 792 mila dollari; mentre il prezzo mediano nel West Village è cresciuto del 4,34% nello stesso periodo raggiungendo quota 895 mila dollari. Queste sono due zone prese ad esempio per le loro caratteristiche similari: belle strade con edifici storici di piccola dimensione, tranquillità, fascino e ristoranti di alto livello. I dati di Miller Samuel mostrano come il prezzo mediano di un appartamento a Brooklyn nel primo trimestre 2013 era 14% più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita del prezzo mediano a Manhattan è invece stata del 5,9% nello stesso periodo. 
Per la prima volta in tempi recenti si può dire che almeno una zona di Brooklyn, Williamsburg, sia più costosa di una zona di Manhattan, Lower East Side. Il fatto che il numero di appartamenti in vendita a Manhattan sia sceso del 34% nell’ultimo anno ha sicuramente influito sull’accelerare dei prezzi a Brooklyn dato che chi cercava a Manhattan ha dovuto allargare l’orizzonte di ricerca a Brooklyn.
Un settore dove esiste ancora una sostanziale differenza fra le due parti della città è quello del lusso. Le vendite di palazzine residenziali di grande qualità e dimensione a Brooklyn si distanziano ancora parecchio dalle vendite ultra milionarie di Manhattan. Investitori di un certo tipo prediligono ancora Manhattan.
Per concludere vorrei aggiungere una nota su una particolare zona di Manhattan: Harlem. Questa rappresenta ancora un ottimo sconto dalla media dei prezzi dell’isola presa nel suo insieme e infatti molti decidono di comprare proprio qui piuttosto che nel Queens o a Brooklyn... Per trovare delle buone occasioni a Manhattan alla fine non bisogna guardare troppo lontano.
Se sei interessato ad avere maggiori informazioni oppure desideri investire, aquistare o affittare un appartamento a New York, visita la nostra sezione "Real Estate" e non esitare a contattarci.

Immobili: gli italiani comprano casa ma all'estero di Valeria Panigada - finanza.com



Se il mercato immobiliare in Italia continua a soffrire, gli acquisti di case oltrefrontiera da parte delle famiglie italiane continuano ad aumentare. Secondo i dati raccolti da Scenari immobiliari, nel primo semestre 2013 si sono registrate quasi 19mila compravendite di appartamenti oltrefrontiera, con un aumento del 26,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E il flusso di acquisti dovrebbe registrare un’ulteriore crescita nei prossimi mesi. Si prevede infatti che il 2013 si concluderà con circa 42mila acquisti: un aumento del 5,5% sull'anno precedente. ma quali sono i mercati immobiliari esteri preferiti dagli italiani? Dalla ricerca emerge che in Europa Londra continua ad essere considerata la piazza più interessante e raccoglie la larga maggioranza degli acquisti nel Regno Unito. La Spagna, così come la Grecia, è la meta privilegiata degli investimenti low cost, dal momento che il mercato offre un’ampia gamma di occasioni a prezzi scontati, mediamente inferiori del 40% rispetto alle punte di mercato del passato, con aspettative di una graduale ripresa a partire dal 2014. Fuori dall'Europa, si assiste invece a una fuga degli italiani dal Nord Africa, mentre gli Stati Uniti hanno registrato un lieve aumento, raggiungendo circa il 16% del totale, anche se la larga maggioranza degli acquisti è concentrata a New York e Miami.

6° Golf Week for Children - Golf & Country Club Castello di Tolcinasco (MI) venerdì 6 settembre 2013

H4S sponsor dell'importante Gara e iniziativa benefica che si terrà venerdì 6 settembre 2013 nella splendida cornice del Castello di Tolcinasco (MI) 


Mercato delle case in affitto Ecco cosa cambia senza l'Imu Dalla cedolare al 15% agli aiuti per i morosi incolpevoli - corriere.it

Nelle grandi città i cartelli affittasi sono sempre più numerosi e rimangono appesi sempre più a lungo sulle cancellate. Eppure la domanda di affitto dovrebbe salire, visto che il blocco dei mutui ha tagliato fuori dall'acquisto le fasce più deboli. A rendere difficile il mercato vi sono da un lato il costo dei canoni, scesi come i prezzi delle case ma ancora troppo elevati per chi deve fare i conti con redditi precari, dall'altro l'aumento dell'offerta soprattutto da parte di proprietari che cercano di locare immobili a disposizione per rientrare sui costi di gestione e fiscali. Spesso si tratta di case messe in vendita e poi ritirate dal mercato perché non hanno trovato acquirenti a un prezzo soddisfacente. 
VIA L'IMU - Il decreto legge 102 oltre a eliminare il pagamento della prima rata dell'Imu contiene alcune disposizioni che hanno il pregio almeno di segnalare una maggiore consapevolezza sulla strategicità della locazione in questa fase economica, cercando di contemperare le esigenze degli inquilini in difficoltà e quelle dei proprietari che reclamano un minor carico tributario. In entrambe le direzioni cerca di andare la misura fiscale contenuta nell'articolo 4 del decreto: l'abbassamento, già da quest'anno, della cedolare secca sui contratti di locazione a canone concordato, allo scopo di diffondere questa tipologia di affitto e calmierare il mercato. L'aliquota è di ben cinque punti inferiore a quella sugli investimenti finanziari diversi dai titoli di Stato ma bisogna fare i conti con la realtà del mercato. I contratti a canone concordato sono previsti dalla legge sulle locazioni e vanno stipulati sulla base degli accordi territoriali decisi dalle associazioni dei proprietari e i sindacati inquilini con la mediazione del Comune. Dove ci sono gli accordi danno spesso luogo a canoni teorici molto più bassi di quelli correnti e i proprietari preferiscono tenere le case vuote. 
SERVICE TAX - L'argomento forse più discusso del decreto riguarda la service tax, destinata a sostituire l'Imu. Da un punto di vista formale si tratta di un dibattito improprio perché di service tax nel testo di legge non si parla affatto, ma sarà il pezzo forte della legge di stabilità, in arrivo metà ottobre. Si sa che sarà composta di due parti, la Tari che sostituirà la tassa sui rifiuti e che, come già succede oggi, verrà pagata da chi occupa la casa, e dalla Tasi, una tassa sui servizi indivisibili che nelle case locate sarà suddivisa tra proprietari e inquilini. Il punto cruciale è capire quanto costerà, se sarà modulata anche sul reddito e soprattutto quale percentuale pagheranno gli inquilini. Si può ritenere che una quota troppo alta a carico degli occupanti non sarà a conti fatti un buon affare per le proprietà: sui contratti in corso aumenterebbe il tasso di morosità, mentre per le case vuote sarà necessario un ulteriore ribasso delle richieste di canone, almeno fin quando perdureranno la crisi economica e l'eccesso di offerta. 
FONDI PER FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' - Infine, l'articolo 6 stanzia fondi per le famiglie disagiate che vorrebbero andare in affitto, dotando con 30 milioni all'anno per il prossimo biennio il Fondo nazionale di sostegno istituito dalla legge sulle locazioni e prevede 20 milioni all'anno per il biennio per un Fondo nazionale di sostegno per la "morosità incolpevole" in favore di inquilini in difficoltà a causa del lavoro o per malattia.

Economist: Melbourne la più vivibile fra 140 città Otto delle prime 10 sono in Australia e Canada (ANSA)

(ANSA) - SYDNEY, 2 SET - Melbourne, capitale dello Stato australiano di Victoria nel sudest del continente, continua ad essere, per il terzo anno consecutivo, la città che offre le migliori condizioni di vita al mondo. L'indice 2013 dell'Economist Intelligence Unit, applicato a 140 città, premia la diffusa disponibilità di beni e servizi, i bassi rischi personali ed efficaci infrastrutture, anche se non tiene conto del costo della vita come fattore di 'vivibilità'. Melbourne aveva strappato il titolo alla canadese Vancouver nel 2011, dopo che le due città avevano condiviso il primo posto nel 2002. Vancouver è ora al terzo posto, dopo Vienna. Otto delle 10 città più vivibili sono in Australia e in Canada. In particolare, Toronto è quarta e l'australiana Adelaide condivide il quinto posto con la canadese Calgary. All'ottavo posto Helsinki, al nono l'australiana Perth e al decimo la neozelandese Auckland. Toronto è la città più grande fra le 10 più vivibili, con quasi sei milioni di abitanti nella sua area metropolitana, contro i 4,25 milioni di Melbourne. In fondo alla classifica Damasco, preceduta da Teheran e da Duala (Cameroon).

Oracle batte Microsoft, è di Larry Ellison la casa più costosa dei guru della Silicon Valley - news.immobiliare.it

2 set 2013, pubblicato da Vittoria Giannuzzi in: America Curiosità Primo piano VIP 
Che i re della silicon valley siano tutti milionari è cosa nota, ma meno noto che siano (quasi) tutti dei grandi appassionati di real estate: le loro case sono delle vere e proprie opere d’arte, dal valore quindi inestimabile.
Inestimabile fino ad un certo punto, però, visto che il sito americano Business Insider si è divertito a stilare la classifica dei 30 Paperoni con le ville più incredibili. Si parte, al trentesimo posto, con la villa di Marissa Mayer, CEO di Yahoo: la sua villa di Palo Alto è ben più modesta dei suoi pari grado, anche se è stimata circa 5,3 milioni di dollari. Costruita nel 2006, è dotata di 5 camere da letto e sei bagni: non sarà gigante, ma è stata un’ottima location per eventi, tra cui spicca una cena con raccolta fondi annessa per la campagna elettorale di Obama del 2010.
Scorrendo la classifica alla ricerca di nomi noti anche nel nostro Paese, troviamo al 27esimo posto Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook: il giovane prodigio del web vive in una dimora da 7,3 milioni di euro a Menlo Park, non lontano dal quartier generale delle sua azienda. Oltre a 5 camere da letto e cinque bagni, la villa vanta una piscina di acqua salata, una sala per la lampada e un’immensa veranda.
Al 19esimo posto, invece, troviamo la villa di Larry Page, il noto fondatore di Google: la sua dimora vale ben 15,2 milioni di dollari (ne valeva solo 7 nel 2005, anno dell’acquisto). L’immobile – anch’esso a Palo Alto – è grande 750 metri quadri e conta 6 camere da letto ed altrettanti bagni. Niente a che vedere con  la villa di Beverly Hills diJeff Bezos – fondatore del colosso Amazon e neo proprietario del Washington Post – che, stimata ben 26,7 milioni di euro, si trova all’ottavo posto in classifica. Non a caso parliamo di uno dei 20 uomini più ricchi del mondo!
Chi pensava fosse Bill Gates il primatista di questa classifica si sbagliava: la sua futuristica dimora vale ben 121 milioni di dollari ma è solo seconda, surclassata da quella di Larry Ellison, fondatore e attuale CEO di Oracle. La sua vale ben 300 milioni di dollari, ma la ragione è semplice: la sua casa è un’isola intera. Egli possiede, infatti, un’isola hawaiana intera: per la precisione ne possiede il 98%.

Comprare casa? In Spagna Sono sempre di più gli italiani che acquistano all'estero. Ecco le mete più convenienti - design.repubblica.it

Sono sempre di più gli italiani che acquistano casa all’estero: 42mila le transazioni oltre confine nel 2013, +5,5 per cento rispetto al 2012, secondo Immobiliare.it. Un dato che è in aumento: «il flusso di acquisti dovrebbe registrare un’ulteriore crescita nei prossimi mesi», affermano dall’osservatorio del portale immobiliare.
Tra le mete più ambite e più convenienti: la Spagna con occasioni a prezzi scontati, mediamente inferiori del quaranta per cento rispetto alle punte di mercato del passato. Le offerte sono concentrate lungo la costa meridionale, mentre le zone turistiche più note, come le Baleari e le Canarie, hanno registrato cali più contenuti rispetto alla media nazionale.
Rispetto all’anno scorso sono stabili gli acquisti in Grecia, dove però è difficile trovare immobili di qualità a prezzi contenuti, soprattutto nelle isole più note delle Cicladi e del Dodecaneso. In sensibile calo i Paesi dell’est Europa, che rappresentano circa il 10 per cento degli acquisti complessivi, con una forte concentrazione in Croazia. In crescita l’interesse anche per la Turchia: qui Istanbul è la meta privilegiata, con quotazioni salite di oltre sei volte in 10 anni e prospettive di rivalutazione anche nel prossimo futuro.
Infine i primi mesi del 2013 hanno visto un lieve aumento degli acquisti nei Paesi extraeuropei, esclusi gli Usa: gli investitori, spiegano da Immobiliare.it, evitano le mete ad alto rischio, sia dal punto di vista economico e politico che di trasparenza, come Asia e, soprattutto, nord Africa. In America del Sud, grande interesse per il Brasile, anche se i diffusi problemi di sicurezza comportano una concentrazione degli investimenti in alcune zone, quali gli Stati nordorientali di Bahia, Alagoas e Fortaleza, e quelli meridionali di Ilha Grande, Angra dos Reis e Rio Grande do Sul.