Quattro fondi quest'anno, sette nel 2014 e
cinque nel 2015 per complessivi 4,483 miliardi di euro in termini di
valore degli immobili. Di questi, 1,276 miliardi si riferiscono a
quest'anno, 1,965 al prossimo e 1,242 al 2015. È questa la timeline dei
fondi immobiliari in scadenza, spauracchio generalizzato del real estate
italiano e fonte di timori per i risparmiatori che hanno investito
nelle relative quote.
Due i temi sul tavolo della discussione, di cui si stanno occupando anche in questi giorni sia Assoimmobiliare, sia le autorità di controllo, sia le maggiori Sgr. Da un lato, la delicata questione dei fondi destinati, appunto, ai risparmiatori, che in questo periodo vogliono ritornare in possesso dei propri risparmi; dall'altro l'allarme del sistema in merito alla capacità del mercato di assorbire un tale volume di immobili.
Due i temi sul tavolo della discussione, di cui si stanno occupando anche in questi giorni sia Assoimmobiliare, sia le autorità di controllo, sia le maggiori Sgr. Da un lato, la delicata questione dei fondi destinati, appunto, ai risparmiatori, che in questo periodo vogliono ritornare in possesso dei propri risparmi; dall'altro l'allarme del sistema in merito alla capacità del mercato di assorbire un tale volume di immobili.
A scadere nel 2013 sono, in primis, i
fondi Atlantic 1 (Atlantic 2 nel 2015, considerando il periodo di
grazia) di Idea Fimit Sgr e Bnl Portfolio Immobiliare ed Estense Grande
Distribuzione di Bnp Paribas Reim. A seguire, tra i fondi in scadenza
nel 2014, il Fondo Delta di Idea Fimit Sgr, Olinda e Tecla di Prelios
Sgr, Securfondo di Beni Stabili Gestioni Sgr.
La fotografia, scattata da Assoimmobiliare e Nomisma, non lascia spazio a dubbi. Il problema si avvicina velocemente. La ricostruzione non è semplice, per le proroghe in via di richiesta o già richieste: «Alla luce delle proroghe già deliberate sono ben 12 i fondi retail che arrivano a scadenza tra quest'anno e il prossimo, per un totale di circa 3,3 miliardi di euro di attivi a valori di mercato, corrispondenti a oltre due milioni di metri quadrati di superfici disponibili», spiegano da Assoimmobiliare. Un massa, questi 3,3 miliardi, che, date le dimensioni attuali del mercato, sembra davvero difficilmente assorbibile.
La fotografia, scattata da Assoimmobiliare e Nomisma, non lascia spazio a dubbi. Il problema si avvicina velocemente. La ricostruzione non è semplice, per le proroghe in via di richiesta o già richieste: «Alla luce delle proroghe già deliberate sono ben 12 i fondi retail che arrivano a scadenza tra quest'anno e il prossimo, per un totale di circa 3,3 miliardi di euro di attivi a valori di mercato, corrispondenti a oltre due milioni di metri quadrati di superfici disponibili», spiegano da Assoimmobiliare. Un massa, questi 3,3 miliardi, che, date le dimensioni attuali del mercato, sembra davvero difficilmente assorbibile.
«Assoimmobiliare si è fatta portavoce delle
problematiche dei fondi immobiliari e ha sensibilizzato i soggetti
preposti per individuare soluzioni che consentano il differimento
generalizzato delle scadenze dei fondi e la messa in liquidazione in via
eccezionale degli stessi, e in particolare per la gestione della fase
di liquidazione per quelli che abbiano già usufruito della proroga e del
periodo di grazia. E ciò a tutela dei risparmiatori prima ancora che
dell'industria immobiliare», spiega Paolo Crisafi, direttore di
Assoimmobiliare. Sul punto, secondo l'Associazione, «appare
indifferibile un intervento di normazione, anche di natura secondaria
mediante l'esercizio del potere regolamentare delle autorità vigilanti,
volto a introdurre una proroga della scadenza dei fondi e la messa in
liquidazione, da perfezionarsi nel termine massimo di un quinquennio. Di
qui la necessità di previsioni normative dirette a semplificare le
modalità di convocazione dell'assemblea, delegabile al depositario
centrale Monte Titoli, nonché il processo decisionale e le modalità di
espressione del voto».
Per quanto riguarda i fondi retail la via
pratica potrebbe essere quella di un passaggio degli immobili ad altri
veicoli (fondi o società), le cui quote o le cui azioni verranno
sottoscritte da investitori istituzionali e, quindi, con un rimborso
parziale o totale dei risparmiatori. Per i fondi riservati ci potrebbero
invece essere soluzioni più interessanti, soprattutto per quelli che
hanno in pancia immobili di pregio: gli investitori, anche esteri,
interessati a rilevare tutto il "pacchetto", includendo le cospicue
quote di debito bancario (che poi è il grande problema dei fondi
immobiliari), infatti ci sono. Però, giustamente, sono in cerca di una
corretta valutazione degli asset, che tenga conto dei minori valori di
mercato attuali: qui, a frenare, sono però le banche. Come nel caso del
Fondo Due, attualmente nel portafoglio di Prisma Sgr (Zero Sgr, prima),
gravato da un forte debito bancario. Il debito è stato acquistato dal
colosso americano Blackstone, che ora sta trattando gli asset del fondo
stesso: ma il giusto prezzo ancora non si trova, nonostante il fondo sia
giunto a scadenza alla fine di febbraio.