venerdì 31 gennaio 2014

Costi ed ecosostenibilità sono i driver della domanda di uffici -casa24.ilsole24ore.com

Concentrazione sui costi, consolidamento, attenzione alla sostenibilità sono stati i tre driver della domanda di spazi a uso ufficio in Italia nel 2013. 
La scelta di dove insediarsi è oggi fortemente condizionata dall'efficienza dell'uso degli spazi e dei consumi, oltre che dalla location. È quanto sottolinea Jones Lang LaSalle in una ricerca sulla domanda e sulle esigenze degli utilizzatori di uffici, spazi commerciali e centri logistici.

A cambiare il modello di ufficio classico è anche una maggiore predilezione per l'open space e il desk sharing. Le moderne tecnologie permettono, infatti, di sfruttare in modo diverso e più intelligente gli spazi di lavoro. La formula dello "smart office" che il gruppo Unicredit sta utilizzando a Milano ne è un esempio: sempre meno la scrivania fissa e personale e sempre più spazi di lavoro condivisi, salette riunione piccole e dinamiche dove studiare, fare meeting e lavorare con il proprio tablet. 
"La grande richiesta di spazi di nuova concezione pone un problema non indifferente in un momento di mercato in cui non si sente parlare di nuovi completamenti - dice Yannis De Francesco, Head of Office Agency Milano di JLL -. Senza nuovi sviluppi, a breve, forse in concomitanza con la reale ripresa economica, il mercato degli uffici di Milano rimarrà senza adeguata offerta di prodotto di qualità". Ma al tempo stesso si vedrà aumentare il tasso di vacancy degli immobili di qualità inferiore, con una conseguente pressione al ribasso sui canoni.
Nell'ultimo quarter del 2013 si sono realizzate le cinque operazioni più grandi dell'anno, a Milano, mentre nell'intero 2013 sempre in città sono stati assorbiti circa 224.000 mq di spazi ad uso ufficio, grazie soprattutto ad un aumento della dimensione media transata. Oggi il canone prime si aggira sui 450 euro al mq all'anno, in lieve calo dai 460 euro dei tre mesi precedenti. Più o meno la cifra che pagherà Google per l'affitto di 5mila metri quadri nella palazzina ecosostenibile di cinque piani realizzata nell'ambito del progetto Porta Nuova da Hines.
A Roma sono stati assorbiti poco meno di 170.000 mq di spazi ad uso ufficio, il triplo rispetto all'anno precedente. Dato il buon livello di attività rimane stabile il canone nominale prime, a €400/mq/annuo.
Il mercato logistico è quello che più di altri fa le spese della crisi. I risultati del 2013 riflettono in maniera più marcata rispetto al 2012 il rallentamento dell'economia italiana. L'assorbimento di spazi logistici si è assestato attorno ai 500.000 mq, che rappresenta un calo del 35% rispetto all'anno precedente. Il quarto trimestre dell'anno ha contribuito significativamente al risultato, con un totale di mq assorbiti di poco inferiore ai 200.000 mq, che sono il risultato della crescita sia del numero di transazioni che del volume medio transato.
Nel settore retail si amplia la polarizzazione tra centri primari e secondari, questi ultimi ormai in crisi da alcuni mesi. Pertanto i canoni dei centri commerciali prime vivono un momento positivo. "Ci sono diversi operatori internazionali alla finestra per capire quale sia il momento migliore per entrare nel nostro mercato – dice Simone Burasanis, Head of Retail Agency -. Sono interessati solo a prime location e non trovano opportunità nelle high street milanesi e romane o nei centri commerciali prime. I progetti per la realizzazione di nuovi centri di rilevanza regionale si stanno spostando avanti nel tempo, rendendo ora poco appetibile il mercato interno per la mancanza di adeguate e moderne strutture commerciali".

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Com'è la vita in Brasile vista da un'italiana doc? Scopriamolo insieme a Marta e alla sua esperienza -di Giorgia Perbellini per www.Luxury&Tourism.com

Oggi intervisto Marta, di Firenze, che dopo la laurea e un tirocinio in Italia ha deciso di partire per il Sudamerica. Ci rimarrà per sempre? Forse...
Da quanto tempo vivi in Brasile? Di cosa ti occupi ora e di cosa ti occupavi prima?

Vivo a Ilhéus, nello stato di Bahia, da circa 3 anni. Sono laureata in Scienze dell'Educazione Primaria e prima di partire ho lavorato un anno in una scuola materna nella mia città.

Quale motivo ti ha fatto scegliere proprio il paese carioca?

Ho scelto di diventare maestra d'asilo proprio perchè sapevo che non mi avrebbe legata all'Italia in modo esclusivo (ho sempre avuto il pallino del viaggio e delle esperienze all'estero). Quando ho deciso di partire, più per voglia di mettermi in gioco che per scappare da Firenze, ho valutato i paesi dove vivevano alcune persone a cui mi sarei potuta appoggiare. Le alternative erano: Brasile, Thailandia e Irlanda. Oltre al clima e alla lingua portoghese, decisamente più facile rispetto al Thai, c'era qualcosa che mi spingeva verso questa terra, un'attrazione magica, che tuttora non riesco a spiegarmi ma so che è stata la scelta giusta.

Quali sono state le prime impressioni una volta arrivata e quali le difficoltà?

Sono partita la prima volta nel 2010, non sapendo a cosa sarei andata incontro e non avendo mai visitato il Paese prima. Il Brasile e lo stato di Bahia in particolare sono magici: le persone sempre disponibili, i colori, la voglia di vivere mi hanno conquistata fin da subito. C'è da dire che all'inizio non parlavo una parola di portoghese quindi ho dovuto aspettare otto mesi prima di poter sostenere un colloquio lavorativo, durante i quali ho vissuto presso una cugina di mia madre aiutandola nel suo negozio di ortofrutta. Un altro aspetto al quale non ero abituata è il proverbiale approccio dei baiani nei confronti del lavoro, che all'inizio mi infastidiva. Ti faccio un esempio: i negozi, che solitamente hanno orari di apertura e chiusura, possono restare chiusi senza preavviso perchè il proprietario ha di meglio da fare. Per noi sarebbe inconcepibile ma qui è così, capita che i dipendenti non si presentino al lavoro per giorni senza motivo, non si può fare affidamento sulla gente!

Descrivici una tua giornata tipo e un'abitudine brasiliana, se c'è, della quale non puoi più fare a meno.

Lavorando in una scuola materna le mie giornate sono abbastanza regolari. La mattina fino alle 12.30 sono alla scuola "infantil", due pomeriggi a settimana organizziamo corsi per i bambini di pittura, musica o sport. Quando riesco vado in spiaggia a rilassarmi e farmi una nuotata o vado a correre. Dalle 16-17 le spiagge iniziano a svuotarsi quindi posso rilassarmi, da sola o con le amiche. Un'abitudine che ho acquisito è quella di andare a ballare il sabato sera: non immaginatevi la classica discoteca italiana, qui sono tutti locali all'aria aperta, piazze, dove le persone si ritrovano per ballare perlopiù in coppia (ottimo modo anche per rimorchiare!). Ad Ilhéus ballano tutti e lo fanno ininterrottamente per ore, divertendosi: so che questa spensieratezza e la loro gioia di vivere in Italia mi mancherebbero molto.

Come sta vivendo il Paese questo periodo pre-mondiali 2014 e pre-olimpiadi 2016?

Delle Olimpiadi si parla ancora poco, mentre i mondiali sono ormai sulla bocca di tutti. Dopo gli scontri dell'anno scorso durante la Confederation Cup sembrava che le acque si fossero calmate definitivamente. Invece qualche giorno fa a San Paolo sono esplose nuove proteste. I cittadini sono divisi, hanno opinioni diverse: è vero che sono stati creati migliaia di posti di lavoro, bonificate le favelas, ridotto il crimine organizzato, ma a quale prezzo?
Qui ad Ilhéus la situazione è tranquilla ma non si può dire lo stesso delle grandi città. Detto questo, c'è un fermento nell'aria indescrivibile. Il calcio per la gente povera è tutto, come il ballo, e l'idea di ospitare il torneo più importante del mondo li rende orgogliosi. Ci sarà una tifoseria popolare senza eguali.

Il Brasile sta davvero vivendo il boom economico di cui si parla o l'economia ha risentito della crisi mondiale?


Il Brasile è un territorio molto vasto e l'economia delle grandi città come Rio e San Paolo rispetto a una cittadina come quella dove vivo io cambia dal giorno alla notte. Ti posso portare la mia testimonianza: a Bahia l'economia cresce e migliora vistosamente. Da quando sono arrivata hanno aperto decine di cantieri per creare nuove case, strade, nuovi acquedotti e anche la vita della gente locali sta migliorando. Tutti hanno una televisione, quasi tutti un'auto, molti hanno un pc e scommetto che tra qualche anno la connessione internet arriverà anche a chi vive nelle case di lamiera. Credo che la situazione attuale possa essere paragonata ai nostri anni '80: si cresce, si costruisce, si lavora. Tieni conto comunque che le persone sono abituate a vivere davvero con poco, senza sfarzo: il lusso che si vede è quello dei paulisti (abitanti di San Paolo) che vengono per passare le vacanze al caldo o dei resort cinque stelle per i turisti.


Che consiglio daresti a tutti coloro che vorrebbero fuggire in cerca di prospettive di vita migliori?

Il mio consiglio, soprattutto per un giovane, è quello di partire da un paese in cui vive almeno una persona di fiducia alla quale appoggiarsi, oppure di provare a trasferirsi in uno stato vicino al proprio. Cambiare completamente vita, lasciare tutte le persone care non è facile come sembra e una persona esperta del luogo che ti possa consigliare e aiutare non è cosa da poco.

di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism

Usa: Wall Street torna a scommettere sulle case -a-realestate.it



Wall Street torna alle vecchie abitudini. E lancia una nuova idea multimiliardaria legata la mercato immobiliare e che include processi simili a quelli della crisi del 2007. Lo riporta il New York Times, sottolineando che l'idea riguarda le case unifamiliari e il debito legato a queste venduto agli investitori nel mondo. A differenza del 2007, però, in questo caso c'è una novità: la corsa agli acquisti di unifamiliari in pignoramento per poi affittarle. Una delle pioniere del settore, che in base alle prime stime vale 1.500 miliardi di dollari, è Blackstone, che ha venduto lo scorso autunno il primo bond da 479 milioni di dollari legato alle unifamiliari affittate

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giovedì 30 gennaio 2014

Per la casa si sacrifica anche la pensione: crescono le richieste di anticipo su fondi pensione e Tfr -casa24.ilsole24ore.com



Per coronare il sogno di acquistare casa, sistemare i figli, o anche solo quando è arrivato il momento di una ristrutturazione, si percorrono tutte le strade possibili. Compresa quella di sacrificare il denaro messo da parte per la previdenza integrativa o per la liquidazione. Sono in aumento, infatti, le anticipazioni erogate agli iscritti dai fondi pensioni e ai lavoratori che hanno scelto di lasciare i soldi del loro Tfr in azienda, utilizzate per comprare o ammodernare l'abitazione principale.
Si può chiedere fino al 75% del maturato (70% in caso di Tfr) per sé o per un figlio. I dati 2013 non sono ancora disponibili, ma il trend è ormai consolidato (come mostra la tabella a lato). Un fenomeno interessante, soprattutto perché si è verificato negli anni in cui le compravendite sono andate incontro a una battuta d'arresto. Basti ricordare il -25% di scambi registrato dall'agenzia delle Entrate del 2012.
«Crescono le richieste di anticipazione insieme a quelle di riscatto, perché le famiglie hanno bisogno di liquidità», conferma Roberto Maglione di Assofondipensione, associazione di categoria dei fondi negoziali. «In effetti, se qualche anno fa registravamo 30-40 richieste al mese, oggi ne elaboriamo un centinaio, un quarto delle quali riguardano le abitazioni», conferma Stefano Aragona dell'ufficio contribuzioni di Cooperlavoro, il fondo negoziale delle cooperative. E l'ondata arriverà anche nei fondi aperti, solo ritardata di qualche tempo. «Da noi l'andamento è stabile, soprattutto perché la maggior parte degli iscritti ha aderito a partire dal 2007 e non ha ancora maturato il requisito degli 8 anni di iscrizione», spiega Marco Vicinanza, responsabile investimenti di Arca Sgr, tra i big italiani dei fondi aperti.
Resta il fatto che questo strumento permette di avere liquidità in tempi relativamente brevi. Secondo Fabio Ortolani, presidente di Fonchim, «di solito in due o tre mesi si evade la richiesta». Ma quali sono in media gli importi erogati? «È impossibile dirlo, perché dipende da quanti contributi ha versato l'iscritto fino al momento della domanda. Si tratta di qualche decina di migliaia di euro – aggiunge il presidente Fonchim – Senz'altro, quando gli iscritti decidono di affrontare questo passo lo sfruttano a pieno e quasi sempre chiedono tutto il 75% disponibile». L'anticipazione del Tfr, da sola, può agevolmente coprire una ristrutturazione. Difficilmente, invece, basta per garantire un acquisto. «Generalmente è uno strumento che si usa a integrazione del mutuo», spiega ancora Vicinanza, di Arca Sgr. Che viene concesso per quote sempre più piccole di valore della casa: servono quindi più contanti. 
Certo, non tutto è così semplice in tema di "anticipazioni". I fondi non possono opporsi alle richieste, ma naturalmente non "tifano" per una continua uscita di denaro. Secondo la Covip, i fondi istituiti prima del 1993 nel 2009 hanno erogato 440 milioni di anticipazioni (comprese quelle per spese mediche e altro) e n el 2012 ben 591 milioni. Al punto che, nel settore, alcuni vorrebbero stabilire l'obbligo, per l'iscritto, di reintegrare almeno parzialmente i contributi prelevati. C'è poi da valutare l'opportunità della scelta. «Non esiste un profilo di lavoratore, dipendente o autonomo che sia, cui consigliare l'anticipazione e un altro cui non convenga. Tutto dipende dal montante raggiunto – dice ancora Vicinanza – Certo, nel nostro caso gli autonomi raramente versano al fondo più dell'importo deducibile (5.164,57 euro l'anno) e questo limita la crescita delle loro posizione». Insomma, bisogna essere consapevoli che, in molti casi, chiedere una quota consistente di anticipazione equivale a pregiudicare la prestazione previdenziale futura. «Noi consigliamo di pensarci bene, ma non mettiamo certamente in campo un atteggiamento dissuasivo – conclude Ortolani di Fonchim – si tratta comunque di denaro dell'iscritto, che sceglie come utilizzarlo secondo le sue esigenze. Molti di quelli che ricorrono all'anticipazione sono soddisfatti poiché, almeno su quell'importo, non dovranno preoccuparsi di restituire gli interessi alla banca»

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Per i grattacieli la crisi è finita, 73 nuovi nel 2013 -a-realestate.it


Per i grattacieli il 2013 è stato il secondo anno migliore di sempre con il completamento di 73 edifici più alti i 200 metri in tutto il mondo, dietro solo al record del 2011 quando ne erano stati completati 81. Sono i dati contenuti nel report annuale realizzato dal "Council on tall buildings and urban habitat", che ogni anno fa il punto sui trend altimetrici mondiali. "Forse la leggera caduta del 2012 nelle nuove costruzioni è stato l'ultimo effetto della crisi finanziaria del 2008 e il 2014 inizia con una piccola speranza di ripresa", si legge nel report. Le previsioni, che in questo campo sono abbastanza precise, parlano infatti per quest'anno di 90 nuovi edifici, che dovrebbero diventare 105 nel 2015. Ma anche il "negativo" 2012 aveva visto il completamento di 69 edifici, segno che la corsa verso il cielo è ormai inarrestabile: i dati parlano chiaro, dal cambio di millennio il numero dei giganti di vetro è passato da appena 261 a 830, con una crescita del 318%. Dei 73 costruiti nel 2013, 12 sono entrati nella classifica dei 100 più alti al mondo ma lo studio mostra anche come la geografia delle costruzioni stia cambiando: l'Asia è infatti il nuovo centro con tre quarti dei nuovi grattacieli. A spingere la crescita è la Cina che da sola ne ha costruiti 53 in 22 città differenti, ma il più alto dell'anno è la seconda torre dell'hotel Marriot Marquis a Dubai, con 355 metri. A sorpresa solo uno dei 73 è negli Stati Uniti, a New York, mentre la piccola Panama, con due nuove edifici, porta il totale a 19, tutti realizzati negli ultimi cinque anni. In Europa i grattacieli completati nel 2013 sono due: lo Shard di Londra ed il Mercury City di Londra; il primo progettato da Renzo Piano che con i suoi 306 metri è anche l'edificio più alto d'Europa.


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Come comprare bene casa -lavorincasa.it

L’aiuto delle figure professionali nel comprare bene casa

Molti, quando devono acquistare casa, si affidano ciecamente a figure professionali tipiche del settore: agenti immobiliari, geometri o architetti. Gli esperti però raccomandano: va bene affidarsi, ma con prudenza e avendo una preparazione di base che è assolutamente necessaria. 

Un punto critico – si legge su Viveredimmobili.it - può essere ad esempio una stima errata dall’immobile da parte di una di queste figure professionali… ecco perché l’acquirente deve essere in grado di riconoscerla per evitare di pagare un prezzo troppo elevato per un’abitazione.



Per quanto riguarda gli agenti immobiliari invece Alfio Bardolla afferma come siano i più grandi amici di un investitore in immobili. Inizialmente – spiega – non ti conoscono e ti tratteranno come gli altri acquirenti ma, dopo che avrete concluso qualche affare, passerai dalla parte dei partner d’affari. A quel punto, se avrai scelto agenti immobiliari in gamba, saranno loro a segnalarti le opportunità in linea con quello che cerchi.


I soldi si fanno quando si compra bene casa, non quando si vende

Il titolo di questo paragrafo rappresenta una delle massime di Alfio Bardolla. Che cosa significa? In poche parole: quando si acquista casa bisogna comprare a sconto.

Ovvero abbondantemente al di sotto del prezzo di mercato (secondo Bardolla, almeno del 30%). In questo modo, se si compra un appartamento a un prezzo più basso rispetto al suo valore di mercato, allora sarà possibile un domani metterlo in vendita a un costo inferiore rispetto alla media rendendo l’operazione molto più semplice (per Alfio Bardolla oggi con la crisi immobiliare il problema è vendere non comprare) e coprendo tutte le spese sostenute.

Offrendo infatti l’immobile a un prezzo inferiore i vantaggi sono molteplici: la competitività rispetto agli altri immobili aumenta, il numero di visite dell’appartamento saranno maggiori, i tempi per la vendita si accorceranno moltissimo.




Per comprare bene non bisogna innamorarsi di una casa

Fra i consigli meno scontati in assoluto navigando sul web c’è  quello di Matteo Rizzo, agente immobiliare da oltre 15 anni che di recente ha creato il portale Viveredimmobili.it proprio per guidare le persone negli investimenti immobiliari. La teoria all’inizio può sembrare strana - soprattutto per chi si appresta a comprare la casa di proprietà - ma, in effetti, la sua logica non fa una piega.  

Secondo Rizzo a molti capita che, al momento della visita, letteralmente si innamorino di una casa. Eppure il fatto che un’abitazione piaccia e che soddisfi le proprie necessità non può e non deve essere secondo lui l’unico parametro di riferimento per l’acquisto.

In genere una persona o una famiglia nel 99% dei casi sceglie un’abitazione secondo i propri gusti personali e le proprie necessità. Il tutto ignorando completamente ciò che il mercato immobiliare richiede maggiormente.

Tutto ciò è sbagliato: seguendo esclusivamente questo principio si possono commettere degli errori davvero gravi che in futuro possono far perdere ai proprietari decine di migliaia di euro.

Anche se si tratta di una casa di proprietà, quella dove si desidera vivere con stabilità, è meglio che l’investimento sia sicuro. Se infatti in futuro per qualsiasi motivo (trasferimento sede di lavoro, problemi finanziari, famiglia allargata, esigenze cambiate, ecc.) fosse necessaria la vendita dell’immobile, l’ideale sarebbe possedere un’abitazione richiesta dal mercato e quindi rivendibile facilmente al giusto prezzo.

Il consiglio di Rizzo è quindi quello di immagazzinare informazioni prima di acquistare casa raccogliendo notizie su quale tipologia di immobili sia la più richiesta in questi ultimi anni nella città. Come farlo? Le fonti sono molteplici: basta parlare con agenti immobiliari, geometri o architetti ma anche leggere i quotidiani locali o le riviste di settore che contengono articoli dettagliati su ricerche di mercato condotte recentemente.

Certamente il top alla fine di tutto è riuscire a soddisfare entrambe le condizioni: appagamento personale nell’acquisto della casa (se sarà quella di proprietà) e acquisto di una tipologia di immobile richiesta dal mercato.



Regole d’oro da seguire prima della proposta d’acquisto

Una volta individuato l’immobile giusto da comprare, secondo Guida-immobiliare.com è bene seguire 8 regole d’oro prima di firmare una proposta d’acquisto evitando così brutte sorprese. Ecco di seguito alcune.

In primis è bene richiedere al proprietario dell’immobile oppure all’agenzia immobiliare l’atto di provenienza dell’immobile ed effettuare le visure ipotecarie ventennali presso il notaio di fiducia (oppure richiedere che l’agente immobiliare le procuri).

Se si sta acquistando casa tramite un'agente immobilare è importante verificare che sia iscritto al Ruolo degli Agenti d’Affari in Mediazione e informarsi sulla serietà e sull’affidabilità dell’agenzia.

Prima della firma è bene richiedere una copia del contratto preliminare per valutare se si rendono necessarie delle modifiche di ciò che è scritto ed evitare magari clausole che potrebbero limitare i diritti dell’acquirente. Non è consigliabile firmare il contratto preliminare al momento della prima lettura.

Gli assegni consegnati a titolo di caparra devono essere poi non trasferibili e intestati al venditore, anche quando si acquista tramite l’intervento dell’agenzia immobiliare.

Infine, bisogna richiedere al venditore, al momento dell’atto notarile, una dichiarazione dell’amministratore del condominio dove si evince che le spese condominiali sono state regolarmente pagate sino a quella data. Tali oneri infatti seguono l’immobile e non la persona, quindi in caso di insolvenze il nuovo debitore diventa l’acquirente in qualità di nuovo proprietario.

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Comprare casa vicino alla scuola conviene -news.immobiliare.it

Ci sono piccoli stratagemmi che potrebbero mettere il vostro investimento al riparo dalle fluttuazioni del mercato immobiliare. Così almeno suggerisce una ricerca i cui risultati sono stati pubblicati nei giorni scorsi negli Stati Uniti.
Secondo lo studio, uno dei salvagenti più stabili per il prezzo degli immobili è la vicinanza ad un buon istituto scolastico. Indipendentemente dal fatto che l’acquirente in pectore abbia figli o non solo non li abbia, ma magari nemmeno abbia intenzione di averne, sappia che, numeri alla mano, un buon istituto scolastico nelle vicinanze è una sorta di assicurazione sul valore della casa.
Di sicuro bisogna tenere conto anche del rovescio della medaglia; comprare casa vicino ad una buona scuola costa un po’ di più, ma questo vi tornerà indietro con gli interessi nel momento in cui deciderete di vendere. Lo studio cita anche un caso specifico condotto a San Francisco nel 2007. Lo stesso medesimo immobile subiva una differenza di prezzo notevole (100.000 dollari) a seconda che si trovasse più o meno vicino ad un istituto scolastico ritenuto eccellente.
Tutto questo avviene perché, all’atto dell’acquisto, le famiglie con bambini pongono la presenza di una buona scuola ai primi posti fra le caratteristiche di una casa e lo stesso, sempre più di frequente avviene anche fra gli acquirenti senza figli perché, comunque, il quartiere con una o più buone scuole è ritenuto “migliore”.
Sarebbe forse superfluo ribadirlo, ma la comunicazione relativa all’analisi si conclude con un caveat agli acquirenti; fate in modo che la casa non venga scelta solo per dove si trova, ma soprattutto per il fatto che si adatti alle vostre reali esigenze.

In pratica: vivere in 5 in un monolocale da 20 metri quadri, per quanto vicino alla migliore scuola della città, potrebbe risultare fastidioso.

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mercoledì 29 gennaio 2014

I russi fanno shopping in Veneto. Al top i palazzi a Venezia ma anche i vigneti del Trevigiano -casa24.ilsole24ore.com

Dalla Russia con furore? Quello che è certo è che la madre Russia è interessata ai gioielli del Veneto. E punta i riflettori su ville venete, su ettari di vigneti tra Valdobbiadene e Valpolicella, palazzi a Venezia, Rovigo e Verona, aree logistiche commerciali, terrreni e fabbricati sulla colline del Prosecco doc e alberghi. Insomma: il meglio del made in Italy o il meglio del made in Veneto. La missione esplorativa di venti operatori, giunti da Mosca, ha avuto come teatro la Marca Trevigiana ed è stata organizzata dall'Associazione italo-russa “Ira” guidata dal presidente Paolo Bellini che è a sua volta presidente di Anama (Associazione nazionale degli agnti e mediatori d'affari aderente a Confesercenti.
I venti businessmen russi hanno potuto esplorare quanto di meglio c'è sul mercato. A cominciare dai due complessi residenziali sul Canal Grande, il piano nobile di Ca' Dolfin valutato nove milioni di euro e un complesso a pochi metri da Ponte di Rialto appena ristrutturato dal prezzo significativo di 25 milioni di euro. Ma non solo. Anche numerose ville venete, tra cui un fulgido esempio di architettura cinquecentesca come Villa Morosini a Rovigo stimata in 5-6 milioni di euro, ultima propaggine veneta prima di raggiungere Ferrara. Che dire, poi, dell'area di 65 mila metri quadri in vendita a vicino al casello di Preganziol in provincia di Treviso.

O Verona dove uno splendido palazzo storico in via Cavour solletica gli appetiti. Ma ai russi interessano anche le Terme, eccoli considerare l'area termale di Montegrotto nel Padovano dove potrebbero avere messo gli occhi sull'hotel più importante della località turistica: li si parla di 150 mila euro a camera moltiplicati per le 112 camere di cui si compone il complesso alberghiero. Ma non finisce qui, anche le isolette della Laguna sono attraenti per gli investitori venuti dal freddo.Sono bastati tre giorni per far innamorare gli algidi moscoviti, disposti a fare buoni affari sul suolo italico. A una condizione: che non si tiri troppo sul prezzo. Ma dovremmo aspettarci di sentir parlare russo di qui a pochi anni? Paolo Bellini, presidente di Ira e di Anam non si stupirebbe.

“Ormai da tempo, almeno sei anni – spiega – il Veneto è al primo posto nei desiderata degli investitori russi, nonostante il mito della Toscana, sempre difficile da scalfire. In particolare, Venezia e Verona la fanno un po' da padrone anche se il triangolo di Treviso, Padova e Verona sono un autentico punto di riferimento russo per quanto concerne gli investimenti a reddito come Bed & Breakfast e Agriturismi”. Ma non solo, gli operatori moscoviti calati in terra veneta hanno evidentemente saputo apprezzarne anche il rinomato vino. “Assolutamente sì – prosegue Bellini – le aziende vitivinicole sono per loro di estremo interesse. Così come il Lago di Garda dove c'è una splendida villa a Torri del Benaco del costo di due milioni di euro con splendida vista lago e piscina”.

Proprio per la grande attenzione della Russia verso il Veneto, l'associazione Italo-Russa ha intenzione di organizzare mensilmente dei mini tour di massimo cinque operatori con incontri ristretti organizzati ad hoc. Del resto, sono quattro i filoni principali che hanno caratterizzato la missione russa iniziata il 27 novembre e terminata il 1 dicembre. Sono i sistemi bancari, immobiliari di investimento, valutazioni di operazioni di sviluppo per grandi aree, logistica e residenze. Venezia è sempre al top degli investimenti immobiliari.

Oltre al complesso restaurato a due passi dal Ponte di Rialto a Venezia il cui costo si aggira tra i 22-25 milioni di euro, c'è anche un'isoletta di fronte al Lido di forma ottagonale che potrebbe essere acquistata. Ma non finisce qui, anche la splendida Mazzorbo dove sorge il complesso Venissa della famiglia del prosecco Bisol, è oggetto di una trattativa da parte di investitori russi. Proprio tra Mazzorbo e Burano (le due isole sono collegate da un ponte n.d.r) sarebbe in ballo un grande progetto di albergo diffuso al quale si stanno interessando alcuni operatori russi. L'idea potrebbe essere quella di rilevarela tenuta Venissa recuperando il paese anche dal punto di vista immobiliare per realizzare l'albergo diffuso. L'investimento complessivo è di circa 30 milioni di euro

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essere o non essere, acquistare o affittare? ecco perché comprare casa continua ad essere più conveniente -idealista.it

se la difficoltà di accendere un mutuo e la pesante tassazione sulla casa, unite all'incertezza economica e lavorativa, rendono l'investimento immobiliare una missione per pochi, anche oggi comprare un'abitazione è più conveniente che affittarla. o almeno è quello che sostiene l'ufficio studi di tecnocasa che ha realizzato diverse simulazioni in città come roma, milano, torino e napoli valutando caso per caso la convenienza tra acquisto e affitto
in ciascuna delle quattro città è stato preso in considerazione un bilocale in zona semi centrale. Considerando il caso tipo del capoluogo lombardo, ecco l'analisi.

bilocale acquisto
si è preso in considerazione un immobile di 230.000 euro per il quale l'acquirente ricorre a un mutuo a tasso fisso di 25 anni che finanzia il 63% del valore, pagando un mutuo di 868 euro. il capitale iniziale è di 100mila euro. l'importo del mutuo comprende anche tutte le spese quali notaio, intermediazione immobiliare, imposte e bolli
il mutuatario pagherà i costi legati all'acquisto della casa e all'accensione del mutuo e avrà un beneficio fiscale grazie alla detrazione degli interessi passivi. inoltre dovrà pagare le spese di gestione dell'immobile (manutenzione straordinaria e assicurazione)
per calcolare il valore futuro dell'immobile abbiamo considerato una rivalutazione annua pari alla media dell'indice istat degli ultimi 10 anni

bilocale affitto
chi opta per la locazione dovrà pagare un canone mensile iniziale di 750 euro che sarà aggiornato annualmente in base all'indice istat. l'affittuario dovrà pagare ogni anno la registrazione del canone di locazione. anche in questo caso, c'è a disposizione un capitale iniziale di 100mila euro che sarà investito in un btp a 25 anni

differenza rata del mutuo e canone
tecnocasa analizza la differenza tra i canoni di locazione e le rate del mutuo. nel primo anno ad esempio ci sarà una differenza positiva per il locatario (che spende 750 euro al mese contro una rata mensile di 868 euro per il proprietario) che sarà investita dall'affittuario in un conto corrente bancario ordinario con tasso di renumerazione dello 0,35% lordo. allo stesso tasso sarà investita l'eventuale differenza tra i costi di gestione dell'immobile, i costi della locazione e il beneficio fiscale per la detrazione degli interessi
risultato finale
dopo 25 anni, secondo i calcoli effettuati, il guadagno ottenuto da entrambi sarà il seguente:
- proprietario (valore futuro immobile-rate del mutuo)= 111.965 euro
- inquilino (capitale investito-canoni di locazione+eventuale differenza rata mutuo/canone e altri costi benefici)= -30.176 euro
secondo i calcoli il risultato è favorevole a chi ha acquistato

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Sardegna: classifica, nell'isola ville tra le più belle -a-realestate.it



Dopo aver conquistato i palazzi del potere francesi con una specialità come la fregola che viene cucinata nei Ministeri e all'Eliseo, la Sardegna guadagna ulteriore prestigio nelle classifiche internazionali con il quotidiano inglese The Guardian che elabora una top 100 delle più belle case sulla spiaggia in diverse zone geografiche. Prima, e unica tra le italiane ad essere nella Top 10, Villa La Plage, a Villasimius, per la sua pace e tranquillità. "Lo sfarzo e i megayacht della Costa Smeralda sono a 300 km a nord, ma sembra di essere milioni di miglia lontani in questa comoda e semplice casa su una spiaggia da cartolina appena fuori dalla cittadina di Villasimius, ad un ora dall'aeroporto di Cagliari", ha scritto il giornale. Oltre alla Sardegna, nei primi posti di questa classifica compaiono vere bellezze come Albufeira, in Portogallo, Corfù e Creta in Grecia, la penisola del Bozburun in Turchia e Brac in Croazia. Un ulteriore riconoscimento arriva anche dal Times di Londra che, dopo elogi dell'isola, elabora una sua classifica delle 50 migliori ville del Mediterraneo e la Sardegna conquista il 21/o posto con Villa Oro Verde, ad Arzachena. 

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Frank Gehry firma il grattacielo residenziale più alto in Germania: 39 piani in Alexanderplatz -casa24.ilsole24ore.com


Sarà il design di Frank Gehry, l'architetto famoso per il Guggenheim Museum di Bilbao, a firmare un nuovo grattacielo in Alexanderplatz, a Berlino, che sarà il più alto edificio residenziale della Germania.

La torre di 39 piani sarà alta 150 metri e ospiterà circa 300 appartamenti, un hotel con spa. Lo sviluppo è promosso da Hines, società immobiliare statunitense con sede principale a Houston, che investe sul progetto circa 250milioni di euro. Il cantiere dovrebbe partire nel 2015. «Berlino sta diventando sempre più una metropoli internazionale e questo progetto è uno dei principali segni di questo passaggio», ha detto Regula Luescher, direttore del dipartimento di Urbanistica del Senato di Berlino per annunciare il piano. «Questo edificio sarà un punto di riferimento».

Alexanderplatz è una piazza circondata da blocchi di uffici in stile sovietico e da una delle strutture più famose di Berlino, la Fernsehturm television tower. Color crema, la torre di pietra firmata da Gehry accenderà il suo asse grazie a un design che lo sviluppatore ha paragonato a un quadrifoglio.

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martedì 28 gennaio 2014

Cambiare vita in Marocco, Egitto, Tunisia e Madagascar -casa24.ilsole24ore.com

Marocco, Tunisia, Egitto sono stati per alcuni anni meta di cittadini europei, italiani e francesi soprattutto, che hanno scelto di cambiare vita e dedicarsi a un'attività nel settore del turismo. Dalla classica pizzeria all'apertura di un bed & breakfast in un riad a Marrakech fino all'attività di gestore di un diving sul mar Rosso, molte sono state le formule scelte per lasciare il Paese d'origine e trovare un'attività al sole del Nord Africa.
Con le turbolenze politiche degli ultimi anni però la situazione è cambiata. Non tutti i Paesi soffrono dell'instabilità politica e dei problemi economici, ma certo l'intera area oggi richiede maggiori cautela e allerta. Anche il Madagascar, anch'esso eletto da molti italiani come meta prediletta non gode di una sicurezza politica vera e propria oggi. Ma questi Paesi vantano bassi costi della vita e in alcuni casi la possibilità di ottenere la pensione lorda. 
Godersi la pensione in Tunisia 
Tra i Paesi del Nord Africa scelti come meta per un trasferimento c'è la Tunisia. Qui molti italiani hanno acquistato in passato case per le vacanze, ma non sono pochi anche coloro che hanno scelto di vivere nel Paese. Giovani e pensionati. 
Le pensioni estere beneficiano di una riduzione dell'80% delle tasse in base a un accordo bilaterale tra i due Paesi firmato nel 2006. Quindi chi decide di risiede in Tunisia per più di sei mesi al'anno può contare su un aumento del proprio reddito rispetto all'Italia. 
Ma come si vive in Tunisia? La situazione non è troppo drammatica, per questo il mercato immobiliare vive una fase di relativa stabilità. Almeno a quanto dicono gli operatori immobiliari in loco. Per comprare casa serve un'autorizzazione governativa che, al tempo stesso, garantisce gli stranieri. E la domanda di case, sia da parte del mondo europeo sia da quello arabo (tra cui molti libici benestanti, in fuga dal proprio Paese) resta alta. "Anche nel 2013 il mercato immobiliare è stato attivo e sempre in crescita, sia il nuovo sia l'usato hanno destato l'interesse degli acquirenti, inoltre in questo periodo d'incertezza economica il mattone rappresenta il bene rifugio per eccellenza. – spiega Walid Zahag, responsabile sviluppo Tecnocasa in Tunisia -. Le zone più richieste sono quelle adiacenti al mare di Tunisi, Hammamet, Sousse e l'isola di Djerba". Nella capitale i prezzi medi del nuovo a seconda delle zone vanno dai 700 ai 2mila euro al mq. Rispetto al 2012 i prezzi sono aumentati dell'8%, la disponibilità di spesa per chi intende acquistare la prima casa si aggira attorno ai 100mila euro. "Alcuni quartieri di Tunisi – continua Zahag - sono dei veri cantieri a cielo aperto completamente rinnovati, con un'offerta abbondante e diversificata. Attivo è anche il mercato delle locazioni, che pur avendo subito una lieve battuta d'arresto (-10%), continua a dare – a chi compra per mettere a reddito - un rendimento medio pari al 6% annuo".
"Gli acquirenti stranieri sono principalmente francesi, seguiti da italiani – dice ancora l'intervistato -. Inoltre si registrano numerosi acquisti da parte di acquirenti provenienti dalla Libia che si sono trasferiti in Tunisia dopo la rivoluzione avvenuta nel loro Paese. Il motivo principale dell'acquisto da coloro che provengono dall'Italia è legato a necessità lavorative, sono pertanto persone che si trasferiscono in Tunisia. Vi è poi una piccola parte di italiani che acquistano per investimento grazie alla buona redditività degli immobili oltre che per l'aumento dei valori. In generale, comunque, chi acquista per investimento è disposto a spendere mediamente 140mila euro". 
Secondo Scenari Immobiliari, ad Hammamet i prezzi variano dai 1.000 ai 2.100 euro al metro, con un aumento dal 2004 del 50%; a Monastir da 500 a 1.000 euro (+65%); a Sousse da 600 a 1.050 (+65%) e a Djerba dai 630 ai 1.200 euro al metro (+75%). 
Luca Patrizio Ciuti è entrato in contatto con la Tunisia nel 2004, lavorando nel settore tessile abbigliamento. Da allora, dopo avventure e disavventure, Ciuti ha deciso di trasferirsi nel Paese, dove vive stabilmente dal 2008 e dove gestisce una società di consulenza che, oltre che a sviluppare idee, progetti ed eseguire ricerche di mercato, offre a chiunque voglia delocalizzare, investire o semplicemente trasferirsi in questo Paese assistenza e supporto in loco.
"La Tunisia nonostante ancora oggi sembri dover colmare un gap di un trentennio rispetto ai più evoluti Paesi europei, è una realtà in continua e rapida evoluzione – dice Ciuti -. Il tasso di povertà è ancora elevato, ma incomincia a manifestarsi il "ceto medio" che fino a qualche anno fa sembrava inesistente. Anche il basso costo della vita gioca un ruolo fondamentale nella scelta di venire a vivere qui. La spesa settimanale costa la metà rispetto all'Italia. Al ristorante si mangia bene con 10-15 euro. La sanità migliore è quella privata, per la quale si pagano 100 euro al mese. Le tasse sulle abitazioni sono irrisorie, raramente arrivano ad un corrispettivo di 40/50 euro annui ma che mediamente si aggirano sui 20. Non esistono tasse sui rifiuti anche se c'è da dire che il servizio di raccolta lascia a desiderare e non esiste differenziazione. Una raccolta spontanea di singoli privati che poi rivendono i materiali riciclabili, prevalentemente ferro, plastiche ed alluminio, contribuisce alla pulizia di molte periferie. Per quanto riguarda la tassazione dei redditi in genere non supera il 37% ma mediamente si aggira sul 20%".

I disordini politici hanno ridimensionato l'interesse per l'Egitto 
La situazione è più complessa in Egitto. "Si sconsigliano i viaggi non indispensabili nel Paese – recita il sito del ministero degli Affari Esteri - con destinazioni diverse dai resort situati nelle località turistiche del Mar Rosso, in quelle dell'alto Egitto e in quelle della Costa Mediterranea. Il 14 novembre 2013 è stato abrogato lo Stato di Emergenza nonché eliminato il coprifuoco . Si continua tuttavia a registrare un clima di instabilità e turbolenza".
Giorgio Pini ha scelto di fare della propria passione, le immersioni, un lavoro. Oggi sul Mar Rosso, a Sharm el Sheik, gestisce un diving e un bed & breakfast. In Egitto una piccola attività imprenditoriale è tassata sugli utili del 10-15%. E il costo della vita? Una cena in un buon ristorante di pesce costa 15-20 euro, la benzina 0,20 euro al litro. «Ma è l'instabilità politica a bloccare il lavoro. Siamo stati fermi da metà agosto fino a metà novembre» dice Pini. 
L'interesse per l'immobiliare però è crollato, per i continui disordini. Secondo Scenari Immobiliari i prezzi del mattone si aggirano tra i 1.500 e i 4mila euro al metro a Il Cairo, con un rialzo del 60% dal 2004 a dicembre 2013. Più elevati i rialzi in altre zone come Hurghada (+130% dal 2004 a oggi) e Marsa Alam (+120%) dove oggi il mq costa rispettivamente 650-1.000 euro e 450-1.000 euro. A Sharm el Sheik le quotazioni sono più elevate e per una casa si devono mettere in conto da 650 a 1.700 euro al mq.

Prezzi del mattone in discesa in Marocco 
Tra i diversi Paesi del Nord Africa il più stabile è il Marocco. Il Governo ha previsto diversi incentivi fiscali – come l'opportunità di costituire società senza avere bisogno di un socio locale - e tasse vantaggiose, dicono alcuni italiani che si sono trasferiti in loco (15% annui al di sotto di 300mila euro di utile e 30% annuo al di sopra dei 300mila euro di utile), mentre un intestatario di partita Iva può scaricare tutto (noleggi, benzina, telefono, spostamenti, aereo, abiti di rappresentanza).
"Per quanto riguarda i pensionati, alcune regioni permettono di tutelare il pensionato espatriato acquisendo la residenza e facendoli percepire la pensione al lordo dell'importo, applicando una piccola aliquota, in base al luogo e alla tipologia di servizio che viene richiesto" dice Daniele Pescara di Genesis Marocco. Anche il Marocco, infatti, è nella lista dei Paesi che ha firmato un accordo bilaterale con l'Italia per evitare la doppia imposizione dei redditi. Chi risiede qui per oltre 6 mesi l'anno ne ha diritto. 
Quanto costa la vita? La spesa poco, "addirittura il venerdì, non avendo la possibilità di conservare la merce, i negozianti svendono il cibo e con circa 20 euro si riempie il vano di un furgone di primizie" dice Pescara. I supermercati e gli ipermercati (Auchan / Marjane) sono invece enormi e molto cari. 
"L'immobiliare vive un boom, da quando è uscita la legge che dice che entro il 2025 in Marocco non ci dovranno poi essere baraccopoli e da quando il Re ha deliberato il mutuo per la prima casa (popolare) a tutti i padri di famiglia marocchini – dice ancora l'intervistato -. Bisogna però stare attenti alle truffe, anche da parte di imprese italiane che proponevano case di lusso e vendevano catapecchie". 
Il costo di una abitazione può variare in base alla location e soprattutto alle rifiniture, che in Marocco scarseggiano, comunque una casa in centro a Marrakech si aggira da 1.500 a 2.600 euro mq. Poi si possono trovare riad anche di quattro piani da acquistare con 80.000 mila euro. Una tipologia di immobili che ha attirato in passato molti acquirenti stranieri, che ne hanno fatto poi strutture ricettive.
La situazione socio-economica, secondo Daniele che ci vive, è stabile. Ma qualcuno mette in guardia. Soprattutto sulla illiquidità del settore del mattone. Oggi i prezzi, rispetto a 4-5 anni fa, si sono parecchio ridimensionati perché molti occidentali che vivevano qui hanno deciso di fare rientro in patria e di monetizzare. La conseguenza è che l'offerta supera la domanda. «La rivalutazione per chi avesse comprato a ragion veduta dieci anni fa – dice Paola Gianasso – è pari al 120%. Ma il discorso non vale per chi è arrivato cinque anni fa». 

Al sole del Madagascar con 500 euro al mese 
Molto più a sud c'è un'altra meta che ha attirato molti italiani negli anni passati: il Madagascar, al largo del Mozambico. Chi già ci vive dice che in alcune aree come Tulear (Toliara) - sulla costa sudoccidentale dell'isola - sulla linea del Tropico del Capricorno, godono del clima ideale, temperato dal mare e mai freddo, a stagioni invertite rispetto all'Italia. In generale quando in Italia è freddo in Madagascar è piena estate. "Grazie al basso costo della vita, in Madagascar si può vivere bene già con soli 500 euro – dice Vittorio Conte (www.azmadagascar.info) – e viste le basse retribuzioni locali con 35 euro al mese si può avere personale di servizio".
Il mattone se in affitto viaggia su canoni da 83 a 200 euro al mese. La pasta costa un po' più che in Italia, poco cari sono pesce e carne. Per un pasto in un ristorante locale di tipo medio difficilmente si spende più di 7-8 euro. La situazione politica non è però stabile.

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Australia: il boom immobiliare oltre le porte di Sydney -ilghirlandaio.com

Il boom immobiliare in Australia ha superato le porte di Sydney e si sta diffondendo in diverse zone del Paese. Case fatiscenti e complessi residenziali a basso costo stanno cedendo il passo a grandi immobili e moderni appartamenti a più piani in numerose città australiane. Secondo l'Australand Property Group (citato dal Wsj), i terreni per lo sviluppo residenziale che cinque anni fa si vendevano a 200 mila dollari, oggi hanno raddoppiato il loro valore e vanno via a 400 mila dollari. E così i prezzi dei terreni e degli immobili anche nelle zone più periferiche stanno aumentando alimentando gran parte della domanda dei grandi e piccoli investitori in cerca di rendite fruttuose. Questo grazie anche ai tassi di interesse bassi decisi dalla banca centrale che punta a riaccendere l'economia. A livello nazionale i prezzi delle case sono aumentati quasi del 10% l'anno scorso, il più forte incremento dal 2010, secondo i dati diffusi all'inizio di questo mese da RP Data. Sydney ha visto il dato più positivo, con un incremento del 14,5%, ma i prezzi sono aumentati del 9,9% anche a Perth, dell'8,5% a Melbourne e del 5,1% a Brisbane. Stesso boom è stato registrato anche a Liverpool, ha confermato il sindaco Ned Mannoun. L'aumento dei prezzi dei terreni residenziali e degli immobili hanno innescato però un dibattito nel Paese riguardo all'eventualità da parte della Reserve Bank of Australia di innalzare i tassi di interesse per mantenere il mercato in equilibrio. 

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Brooklyn in fermento: ecco le zone su cui scommettere per investire a New York -casa24.ilsole24ore.com


A New York il mercato immobiliare continua a vivere un buon momento. Una febbre, quella che coinvolge il real estate newyorkese a tutti i livelli, che non teme soste o arresti.

Tanto che nel terzo trimestre 2013 il prezzo medio al quale sono stati venduti gli appartamenti è di 1,5 milioni di dollari circa (1,1 milioni di euro).

Bisogna ricordare però che a Manhattan oltre la metà delle abitazioni private sono in cooperativa e possono essere acquistate solo per uso personale, poiché in genere non ne e' consentita la locazione. Se si considerano solo i condomini il prezzo medio sale a 1,8 milioni di dollari (1,33 milioni di euro circa). Il prezzo medio al metro quadro è per i condo 13mila dollari circa (9.600 euro al metro). Il valore nei condomini è salito di circa dell'11% in media negli ultimi 12 mesi.
L'identikit di chi compra 

La domanda che molti si pongono è da dove deriva una così forte richiesta? Da un lato dai valori ancora ragionevolmente bassi dei tassi di interesse e dall'altro dalla diffusa aspettativa di rialzi delle quotazioni nel futuro prossimo, due variabili che hanno spinto all'acquisto gli americani, mentre per la richiesta estera il driver più importante è stato il valore del dollaro, rispetto all'euro e ad altre valute. Ma c'è stata anche la scoperta di Manhattan da parte dei cinesi che, mai così tanto come quest'anno, hanno deciso di investire nel mattone americano. 
Sono stati proprio i bassi tassi (un mutuo a tasso fisso ha viaggiato per lungo tempo intorno al 3,5% e oggi è intorno al 4,5%) a spingere all'acquisto e a decretare il ridimensionamento degli affitti.

Quali le aree su cui puntare? 

Ma quali sono le zone di New York che oggi mostrano ancora grandi potenzialità di sviluppo e rivalutazione, visto che ormai Manhattan viaggia su prezzi stellari? Brooklyn, in primis, è da tempo in forte sviluppo. "L'area piace molto sia a chi investe sia a chi invece vuole spostarsi in una zona meno caotica della città – dice Francesco Cirillo, avvocato e broker di Vivaldi real estate -. Restando a Manhattan West Village, fino a Tribeca, continua a riscuotere interesse. Qui c'è Hudson river park, mentre nell'Upper West side c'è Riverside park. Nella parte East invece non c'è molto verde. Ma bisogna dire che questo quartiere non è tanto economico, anche se non arriva ai livelli di Manhattan per il lusso". 
I consulenti immobiliari di New York oggi consigliano Brooklyn, vicino al waterfront, da Long Island City (nel Queens) fino a Red Hook. Una delle possibilità per chi vuole fare un investimento è anche comperare l'immobile sulla carta e poi venderlo o ancora sulla carta o appena è finito l'immobile. In alcuni casi con profitti anche del 30 per cento.
Ad essersi già affermata è la zona di Williamsburg, che in media costa 1.100-1.200 dollari al piede quadrato (9.900/10.800 dollari al mq, ossia 7.300-8mila euro al mq), anche 1.500 (13.500 dollari al mq ovvero 10mila euro al mq) se l'abitazione è sull'acqua. Oggi qui 55 mq in un bel palazzo sull'acqua costano circa 720mila dollari (531mila euro). "Due blocchi più indietro, dove non c'è la vista, la stessa cifre consente l'accesso a 70 mq – dice ancora Cirillo -. Greenpoint, più indietro nello sviluppo di Williamsburg, è una delle aree più gettonate per il prossimo futuro. Qui stanno progettando 7mila nuovi appartamenti e ben dieci torri. Si vende a 800-900 dollari al piede quadrato (7-8mila dollari al mq), se compri palazzine più vecchie anche sui 600 dollari (5.400 dollari al mq). 

La scommessa di Red Hook

Quest'area sta attirando l'attenzione. Si tratta di un polo creativo, che sta diventando piano piano il quartiere degli artisti (non più emergenti ma già famosi). Vi si trovano loft di grandi dimensioni e con soffitti alti, vicino all'acqua e con un bel panorama su Manhattan". I prezzi? Non sono ancora ufficiali ma dovrebbero aggirarsi dai 4.600 agli 8mila euro al mq a seconda del piano e del panorama nei progetti ambiziosi dei complessi che sono in via di riqualificazione da parte di Estate 4, dello sviluppatore italiano Alessandro Cajrati Crivelli, che a Milano ha realizzato Tortona 37 sui Navigli e ha numerosi sviluppi in corso da Londra a Los Angeles. Si tratta della riconversione di antichi edifici esistenti (l'area è stata acquistata a fine 2012 per quasi 12 milioni di dollari), alcuni sull'acqua, e vecchi magazzini che verranno riconvertiti in abitazioni di lusso, uffici, negozi. 
L'area è ancora molto indietro nello sviluppo, e quindi offre prezzi interessanti (anche se c'è poco in vendita) e buone prospettive. La zona non gode di facile accesso alla metropolitana. Pertanto verranno creati servizi navetta verso la piu' vicina fermata della metro e un servizio ferry che colleghera' Red Hook a Manhattan in poco piu' di dieci minuti. Diversa e' la situazione della metropolitana in Williamsburg che offre l'opportunità di essere a Manhattan in una fermata. I prezzi mediani si aggirano 5mila dollari al mq (3.700 euro al mq)".

Bushwich offre bassi prezzi, ma lo sviluppo è ancora lontano 

Ma è tutta la grande area di Brooklyn a vivere un grande fermento. Nella zona di Roosvelt tech island la Cornell University ha investito due miliardi di dollari per creare un campus tecnologico e realizzare una zona dedicata all'high tech. Dumbo waterfront è l'equivalente di Tribeca ma a Brooklyn. Brooklyn bridge park, situato sotto Brooklyn hights (la zona elegante di fronte financial district) sarà un nuovo parco pubblico in un'area che un tempo è stata industrializzata.
Il vero quartiere degli artisti che ancora non hanno raggiunto la fama è invece Bushwich, situato dietro Williamsburg. Qui si spendono 3.600 – 5.200 dollari al metro quadrato in condominio (2.650-3.800 euro). La zona è presa d'assalto, infatti, da vari tipi di artisti e creativi che stanno prendendo d'assalto i suoi loft nella convinzione che sia la nuova Williamsburg. Ma la trasformazione è appena iniziata e ci vorranno anni per vederne l'esito, tanto che investire qui non è consigliato a chi risiede lontano, come in Europa, e non potrebbe seguire poi l'investimento. Bushwich è più adatta invece a chi conosce molto bene New York e i suoi repentini cambiamenti in grado di trasformare zone dimenticate in quartieri "cool".

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