venerdì 19 luglio 2013

Cina, record dei prezzi immobiliari - monitorimmobiliare

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Cina, record dei prezzi immobiliari 18/07/2013

 
In Cina a giugno i prezzi delle case sono aumentati quasi ovunque, raggiungendo livelli record soprattutto nei centri metropolitani.
 
I prezzi sono saliti in 69 delle 70 città che il governo ha esaminato tramite l'Ufficio nazionale di statistica.
 
La città d'affari di Guangzhou è quella che ha registrato il maggiore incremento con una crescita del 16% rispetto all'anno precedente.
 
A Pechino e Shanghai i prezzi sono saliti rispettivamente del 13% e del 12%.
 
"Con l'economia che rallenta e le altre industrie indebolite, gli investitori non hanno molta scelta, e cercano investimenti immobiliari per ottenere buoni rendimenti" commenta Yao Wei, economista della Societe Generale a Hong Kong.
 
"Molte delle misure del governo hanno preso di mira lo stock di case esistenti, producendo come effetto l'ulteriore rialzo dei prezzi delle case" ha aggiunto.
 
In Cina a marzo è stata lanciata una campagna triennale per il raffreddamento dei prezzi immobiliari, e Pechino è stata la città che ha applicato le misure più dure, aumentando il minimo acconto sulle seconde case dal 60% e introducendo una tassa del 20% sulle plusvalenze di capitale sulle case esistenti.
 
L'unico calo dei prezzi delle case nuove il mese scorso si è verificato nella città orientale di Wenzhou, dove sono scesi del 2,8% rispetto all'anno precedente, secondo i dati.
 
 
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Confedilizia: riforma condominio crea problemi privacy Prevede l'obbligo per l'amministratore di presentare l'estratto conto delle entrate e uscite (ANSA)

Confedilizia: riforma condominio crea problemi privacy

(ANSA) - ROMA, 17 LUG - "La riforma del condominio che prevede l'obbligo per l'amministratore di presentare l'estratto conto delle entrate e uscite, fa sì che si renda pubblico anche chi paga e chi no le tasse condominiali, questo crea dei problemi di privacy dei condomini e rischia di aumentare i litigi anziché ridurli". Lo ha detto il presidente confederale di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, presentando il mansionario dell'amministratore. "E' un problema da risolvere - spiega Sforza Fogliani - per questo faremo un quesito al garante della privacy per chiarire cosa deve essere reso pubblico e cosa no". (ANSA).

Confedilizia: riforma catasto al buio senza confronto Governo decide futuro tasse italiani senza contraddittorio (ANSA)

Confedilizia: riforma catasto al buio senza confronto

(ANSA) - ROMA, 18 LUG - Un tema cruciale come quello della riforma del catasto, che ha un forte impatto sul futuro delle tasse degli italiani, viene oggi affrontato dal comitato ristretto della commissione finanze della Camera ma "il governo continua a sottrarsi ad ogni confronto con le parti sociali rappresentative dei contribuenti ". E' quanto afferma il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, che parla di un "catasto algoritmico al buio ". "Dopo alcuni rinvii, il Comitato ristretto della Commissione Finanze della Camera si occuperà oggi del Catasto algoritmico - afferma Sforza Fogliani - Buona la volontà del presidente Capezzone e di diversi parlamentari sia dell'opposizione che della maggioranza. Ma specie sulla reale impugnabilità delle rendite catastali, il Governo continua però a sottrarsi ad ogni confronto con le parti sociali rappresentative dei contribuenti. Un tema cruciale, scippato però alla trasparenza ed al contradditorio. Per molti, quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi ". "Il futuro delle tasse sulle case degli italiani - spiega Confedilizia - si decide in questi giorni, sulla base delle esigenze di un Fisco onnivoro, cha aumenta vieppiù le proprie pretese. L'opinione pubblica non è minimamente consapevole della riforma epocale che si sta varando in fretta e furia, in tempi in cui la gente pensa alle vacanze ". (ANSA).

Immobili verdi, quanto l'acquirente è disposto a pagare di più - Nell'acquisto della casa non sempre le tecnologie verdi vengono valorizzate. Spaventano le manutenzioni complesse

Rinnovabili e nuove tecnologie a risparmio energetico? Quanto e come influenzano le vendite di immobili?
Ce lo si domanda negli Stati Uniti. Se, infatti, la maggior parte degli agenti immobiliari dichiara che le funzioni di risparmio energetico rendono le abitazioni più attraenti agli occhi degli acquirenti, la questione è controversa, nel senso che racchiude più punti di vista.
Non c'è dubbio che anche in Italia nel caso di edifici nuovi nelle province del Nord Italia, la buona classe energetica spinga le vendite, ma sull'usato ristrutturato gli acuirenti sono davvero disposti a pagare un maggior prezzo di acquisto per l'impianto fotovoltaico, la pompa di calore ecc?

vendita giovGIOVANI: PIÙ INFORMATI E PIÙ PROPENSI ALL'INVESTIMENTO. Una fascia di compratori che negli ultimi anni ha manifestato un crescente interesse verso le tecnologie green è sicuramente quella dei più giovani, i quali sono spesso più informati e disposti a spendere di più per fare un investimento a lungo termine. "Gli acquirenti più giovani sono più curiosi e più inclini a cercare e richiedere tutti i nuovi elementi di efficienza energetica," spiega l'immobiliarista Claudette Reuther di Gardner Realtors.
PERMANE UN CERTO SCETTICISMO. Il discorso sembra essere differente per gli acquirenti più in là con l'età. "Notiamo che in molti chiedono di queste funzioni", sottolinea Carol Jambon dell'agenzia Latter and Blum. "Ma non è detto che poi siano effettivamente disposti a pagare ciò che il venditore vorrebbe." Gli immobiliaristi americani concordano su un punto: sono ancora molti gli acquirenti scettici sul ritorno economico delle tecnologie green. Anzi, questo aspetto influenza più colui che effettua l'investimenti per poi godersi i risparmi futuri, piuttosto che il nuovo acquirente che non sempre riconosce l'investimento.
pv installingMANUTENZIONE: IN MOLTI LA GIUDICANO TROPPO COSTOSA. Un altro elemento che emerge dai racconti degli immobiliaristi è la frequenza con cui gli acquirenti esprimono dubbi e preoccupazioni per la manutenzione delle tecnologie a risparmio energetico. "Alcuni di questi sistemi sono sviluppati molto di recente e di conseguenza sono dotati di un certo bagaglio di tecnologia che spesso viene visto come un peso", dichiara l'immobiliarista Bob Mack. "Mantenere l'apparecchiatura può risultare molto costoso e questo a volte spaventa”.
SÌ A RETROFIT “BASE”, A PARTIRE DAI SERRAMENTI. Gli acquirenti americani sembrano essere, invece, aperti con le tecnologie di efficienza “base”. Ad esempio nuovi serramenti, finestre con doppio vetro e così via. “Ma quando si tratta di aggiornamenti più sofisticati, la gente a volte dimostra di aver paura della complessità”, conclude Mack.

Imu e Iva. Tutte le ipotesi in campo per cambiare la tassa sugli immobili di Maria Calderari Ilghirlandaio.com

Imu e Iva. Tutte le ipotesi in campo per cambiare la tassa sugli immobili
(Il Ghirlandaio) Roma, 18 lug. Quella del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni è una corsa contro il tempo. Le carte sull'abolizione dell'Imu sulla prima casa e sulla sospensione dell'Iva dovrebbero scoprirsi entro pochi giorni in modo da poter indicare le linee che intende seguire e le necessarie coperture finanziarie.
Al momento non solo le posizioni tra Pd e Pdl sono distanti (il partito di Berlusconi vuole l'eliminazione mentre i democratici puntano a una rimodulazione) ma soprattutto mancano le risorse. Le prospettive economiche tracciate da tutti gli istituti, dalla Banca d'Italia al Fndo monetario internazionale fino all'agenzia di rating Standard & Poor's stimano un peggioramento nel corso dell'anno con un Pil che dovrebbe attestarsi a fine 2013 a -2%. Questo significa che qualsiasi spesa non coperta rischia di portare il debito sopra il tetto del 2% rispetto al Pil. Va ricordato che all'Eurogruppo l'Italia si è impegnata con una "clausola di salvaguardia" a intervenire in corso d'anno se il deficit 2013 minaccia di tornare sopra il 3% del Pil. E non si tratta di un'ipotesi tanto irreale giacché in primavera il Tesoro e la Commissione europea prevedevano un disavanzo italiano sul filo del 3% sulla base di previsioni meno negative di quanto sta emergendo ora. A marzo sia il governo che Bruxelles pensavano che la caduta del pil sarebbe stata dell'1,3% mentre ora le stime sono di una contrazione maggiore.

Gli ultimi dati delle Finanze indicano un calo importante del gettito tributario dovuto proprio alla crisi che tra le conseguenze ha avuto anche la rateizzazione delle imposte.
A fronte di questo scenario gli spazi di manovra per Saccomanni sono davvero risicati. Tant'è che secondo indiscrezioni, il ministro punterebbe a far slittare tutta la partita in autunno mettendo il Pdl nell'angolo con la minaccia che togliere l'Imu ora significa una manovrina correttiva in autunno dalle conseguenze disastrose per i redditi delle famiglie. Il ministro sa che l'Europa guarda, valuta e non può quindi permettersi di legare gli sconti Imu a poste aleatorie. Come una spesa per interessi sul debito (80 miliardi l'anno) meno esosa del previsto se lo spread però si mantiene sotto i 300 punti. Cosa questa non così scontata dopo il declassamento di Standard & Poor's e soprattutto l'outlook negativo.

Nell'attesa cabina di regia di giovedì quindi il ministro dell'Economia ha messo tutte queste considerazioni sul tavolo della maggioranza per tirare le fila. I tecnici del ministero hanno elaborato varie ipotesi sulle quali fare una prima ricognizione giacchè difficilmente la cabina di regia riuscirá a trovare la quadra.

Vediamo le varie ipotesi. C'è quella di innalzare la franchigia da 200 a 600 euro, operazione che consentirebbe di esentare l'85% dei proprietari di prima casa ma che risulterebbe costosa: richiede infatti una copertura di circa 3 miliardi, non così lontana dal buco di 4 miliardi che comporterebbe l'eliminazione tout court dell'imposta sulla prima abitazione. C'e' anche un 'piano B' che prevede di alleggerire l'imposta legando la franchigia all'Isee, l'indicatore del reddito. Diversi i parametri che potrebbero essere presi in considerazione: dal numero dei figli al valore catastale dell'immobile, ai metri quadri fino alla presenza di un mutuo. Tra le ipotesi, al momento solo sussurrate, anche un possibile ulteriore rinvio della rata da settembre a dicembre, considerata solo un'opzione di riserva, nel caso in cui i partiti non riuscissero a trovare un accordo. Si lavora anche alle soluzioni per evitare del tutto l'aumento dell'Iva, per ora solo rinviato al 1 ottobre. I tecnici stanno valutando coperture alternative all'aumento degli acconti Irpef e Ires. Rinviare lo scatto a fine anno costerebbe un altro miliardo. Resta sempre in piedi anche la possibilitá di arrivare alla cosiddetta 'service tax' che assorbirebbe Imu e Tares sui rifiuti.

Ma in questo caso si tratta di evitare che la fusione delle due imposte si trasformi in un moltiplicatore con l'effetto di aumentare la pressione fiscale. Abbiamo giá visto che per quanto riguarda le modifiche al decreto sul lavoro, nella parte della flessibilitá legata allExpo 2015, il governo ha scelto la strada del rinvio mettendo come traguardo il 15 settembre. Non è quindi escluso che Saccomanni segua la stessa logica anche per l'Imu. Il problema non è solo quello delle coperture. C'è anche un quadro politico che è agitato e sul quale pende la sentenza del 30 luglio a carico di Berlusconi. Le vicende internazionali con la questione kazaka hanno messo altra benzina. Insomma tutto lascia consigliare a Saccomanni un rinvio sul quale anche la maggioranza, con i mugugni di rito, potrebbe non essere del tutto in disaccordo.

giovedì 18 luglio 2013

Nella meravigliosa cornice del Chervò Golf - San Vigilio Pozzolengo - Lago di Garda si è tenuto in data 17.07.2013 il 3° Campionato Italiano a Squadre PF Golf.

Nella meravigliosa cornice del Chervò Golf - San Vigilio Pozzolengo - Lago di Garda si è tenuto in data 17.07.2013 il 3° Campionato Italiano a Squadre PF Golf.
Grande soddisfazione per il presidente dell'associazione dei Promotori Finanziari Golfisti Patrizio Comi vista la partecipazione di 22 squadre !!

Dopo l'appuntamento del 30.06.2007 al Golf Club Ambrosiano anche in questa occasione H4S e Luxury & Tourism erano presenti quali sponsor per presentare le opportunità di investimento immobiliare in Repubblica Dominicana.

In serata, durante la cena è stato estratto il premio messo in palio da  : un soggiorno di 1 settimana per due persone in Repubbblicana Dominicana


Patrizio Comi (Presidente PF Golf), Eduardo Cirincio (Amministratore H4S) e il vincitore del soggiorno di una settimana per 2 persone in Repubblica Dominicana .

Vi aspettiamo tutti il giorno 26.09.2013 al Golf Club Bergamo l'Albenza per il prossimo appuntamento con gli amici di PF Golf.

www.luxuryandtourism.com

Vendere casa oggi: ci vogliono 8 mesi e mezzo ma solo con realismo sui prezzi di Michela Finizio - Il Sole 24 Ore




Non è sicuramente il momento migliore per vendere una casa in Italia, ma con pochi accorgimenti si può massimizzare il potenziale dell'immobile e garantirsi qualche chance sul mercato. Secondo Nomisma, in media, un'abitazione richiede più di 8,5 mesi per trovare un compratore e sconta un ribasso medio sul prezzo iniziale richiesto del 16,5% a fine trattativa.
Vendere casa in tempo di crisi non è una passeggiata, spesso è un'esigenza. «Fino a un anno fa, chi vendeva non voleva abbassare i prezzi e la forbice tra domanda e offerta era molto ampia», afferma Paolo Righi, presidente di Fiaip, la federazione degli agenti immobiliari. «Oggi domanda e offerta iniziano a incontrarsi – aggiunge – e i venditori sanno che devono abbassare le pretese, soprattutto chi cede il vecchio usato per migliorare il suo stato abitativo. Chi vende per sostituzione, infatti, oggi è disposto a scendere, anche perché sa di poter trovare a un po' meno».


I tempi medi per chiudere una trattativa hanno raggiunto gli 8,5 mesi nel residenziale, i 10,4 mesi per gli uffici, i 9,8 mesi per i negozi e i 7 mesi per i box auto. Per tutte le tipologie l'allungamento ha superato, in un anno, il mese e mezzo. Più in difficoltà le nuove costruzioni residenziali, che a Padova e a Venezia-Mestre impiegano 11 e 12 mesi per essere acquistate. «Oggi l'offerta è tanta sul mercato – afferma Righi – e i pochi che comprano vogliono confrontare. Negli ultimi due anni si sono aggiunti numerosi aspetti, dalle metodologie costruttive al risparmio energetico, che i clienti vogliono valutare. E poi la trattativa si allunga perché la banca impiega due mesi e mezzo in media per deliberare un mutuo».
Vendere per monetizzare oggi è sconsigliato: «I risparmi investiti nel mattone rischiano di subire una svalutazione», dice il rappresentante degli agenti immobiliari. «Oggi vende solo chi è spinto da un progetto e investe in qualche intervento di ristrutturazione per cercare di ottenere il massimo», aggiunge. La richiesta iniziale, però, deve essere realistica: nel residenziale usato gli sconti medi concessi in trattativa sono saliti di due punti percentuali negli ultimi sei mesi, secondo Nomisma.
Per individuare il "prezzo giusto" bisogna conoscere il mercato. Una perizia esterna, realizzata da un professionista, può costare tra i 200 e i 500 euro. «Sul mercato oggi non si va più come a una lotteria – commenta Righi – sperando prima o poi di trovare almeno un acquirente disposto a tutto. Così si rischia solo di dover fare un mega-sconto finale e di non riuscire a valorizzare le caratteristiche dell'unità». Ci sono già passati gli americani, che a sette anni dallo scoppio della crisi ora assistono ai primi rialzi dei prezzi e alla riduzione dello stock sul mercato: due fenomeni che creano nuove opportunità per chi deve vendere. In un'indagine pubblicata a gennaio dalla National Association of Relators (l'associazione degli agenti immobiliari negli Usa), il 30% degli operatori ha dichiarato che eccessivi ribassi e valutazioni non corrette dell'immobile sono la causa di cancellazioni, ritardi e rinegoziazioni in fase di trattativa.
Una perizia professionale, oltretutto, mette al riparo da eventuali imprevisti che potrebbero bloccare la vendita: «Così si controlla la corrispondenza tra lo stato dei luoghi e la planimetria catastale – dice Righi –, per evitare che la presenza di un vano non conforme poi faccia perdere tempo prima del rogito». In un mercato molto più selettivo, a fare da deterrente sono anche le spese condominiali: «C'è un'attenzione sempre più elevata a questi costi – conclude il presidente di Fiaip –: anche se l'appartamento piace, in molti fanno un passo indietro quando illustriamo le spese, che si sommano alle tasse e ad altri oneri per chi compra».

Borsa: dopo l'arresto dei Ligresti vola Fonsai, gli immobili sperano nel concordato(firstonline.info)


Così tramonta l'impero dell'Ingegnere di Paternò, ma l'effetto degli arresti sui titoli di Borsa sconta la possibilità che ora per gli immobili del gruppo il concordato diventi più vicino - Dopo un'apertura in territorio negativo, Fonsai mette il turbo a Piazza Affari.



L'impatto emotivo è durato un'ora o poco più. Il titolo Fonsai ha perduto fino all'1,5% subito dopo la notizia degli arresti di Salvatore Ligresti, delle figlie e dei collaboratori più stretti. Poi, il mercato ha preso atto che le contestazioni dei magistrati, da quel che si apprende dalla conferenza stampa, non aggiungono nulla di nuovo a quanto già si sapeva: un buco nella riserva sinistri di circa 600 mln euro, più un danno patrimoniale di circa 300 milioni dovuto all'occultamento di "un'informazione sensibile e determinante per le scelte degli investitori, la cui mancata comunicazione ha cagionato un grave danno ad almeno 12.000 risparmiatori", come si legge nel comunicato della Fiamme Gialle.

Si tratta, insomma, di una cifra già nota e già coperta da Unipol-Fonsai con la previsione nel piano 2012-2015 di rafforzamenti delle riserve sinistri danni di esercizi precedenti per circa 900 milioni di euro. Anzi, l'uscita di scena dei Ligresti fa venir meno la minaccia di azioni legali di disturbo da parte dell'ex gruppo di controllo, già paventate nelle scorse settimane dopo dichiarazioni sibilline di Giulia Ligresti.

Il mercato, in cambio, non crede che la nuova Fonsai possa rifarsi sugli ammanchi nei confronti dei vecchi amministratori: un'azione legale potrebbe essere avviata ma non è facile prevedere quali somme potrebbero essere recuperate. Nessuna conseguenza nemmeno sulle partite ancora aperte sui terreni coinvolti nei fallimenti di Inco e Sinergia, che non sono confluite in Unipol Fondiaria. Tre settimane fa il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno reso noto di aver congelato le decisioni sul cosiddetto progetto Cerba, il Centro europeo di ricerca biomedica, che riguarda un terreno che rientra nel fallimento del gruppo Ligresti, e si trova all'interno del Parco Agricolo Sud Milano.

L'area Cerba era stata ipotecata da Salvatore Ligresti per 120 milioni di euro per avere prestiti da Unicredit e da altre banche, ipoteche che però nell'ambito del fallimento di Imco e Sinergia Holding, a monte del gruppo, sono state giudicate dal Tribunale fallimentare in primo grado "operazione depauperatoria" e "atto formato senza i requisiti di legge”. “Ora il ceto bancario dovrà mettere a punto la sua proposta, ma possiamo dire che il concordato è più vicino”, dichiarò in quell'occasione il numero uno di Hines in Italia, Manfredi Catella. Il Cerba, del resto, è l'asset chiave attorno al quale ruota l'intero piano di concordato che sarà presentato dalle banche creditrici esposte verso il sistema delle holding dei Ligresti per 325 milioni. Il piano prevede il conferimento delle aree in un fondo immobiliare gestito da Hines oltre ad altri immobili di proprietà di Imco e Sinergia.

E' l'ultimo pezzo di quello che fu l'impero immobiliare della Milano da bere.

Il valore degli immobili in Toscana sono scesi del 20% in cinque anni - gonews.it

La Rete Casa: "Non sono i prezzi a frenare le compravendite, ma il crollo del potere d’acquisto delle famiglie"

“Non è l’eccessivo costo degli immobili a frenare il mercato delle compravendite, ma la mancanza di liquidità da parte delle famiglie a cui si aggiunge la frenata brusca delle concessione dei mutui, che ha fatto sì che chi vuole acquistare debba contare essenzialmente sui propri risparmi. Se non si riapre la porta d’accesso ai finanziamenti non solo non ci sarà ripresa del settore, ma molte famiglie si troveranno a dover scegliere la strada dell’affitto, che sicuramente non è una forma di investimento”. Rete Toscana Casa chiede alle istituzioni un intervento a sostegno della ripresa del mercato immobiliare, che resta un volano prezioso per l’economia, anche perché garantisce moltissimi posti di lavoro per il comparto dell’edilizia e delle ristrutturazioni.
“E’ assurdo continuare a vedere la casa come una rendita, senza considerare che nella gran parte dei casi le compravendite sono riferite a persone che non acquistano per speculare ma sono alla ricerca di un luogo in cui abitare. A Firenze negli ultimi cinque anni i valori sono diminuiti in media che si avvicina al 20% ed è difficile pensare che il calo possa continuare ancora su questi livelli, poiché c’è una soglia sotto cui diventa impossibile scendere se non si vuole perdere il valore della casa come investimento. Per cui non ha senso parlare di prezzi gonfiati. Il vero problema – ribadisce Rete Toscana Casa – resta la sempre più diffusa mancanza di capacità di spesa. Se non si rende ossigeno alle famiglie non potrà esserci ripresa. In questo senso riteniamo opportuna anche una riflessione sui livelli di tassazione degli immobili e chiediamo di rivedere l’applicazione dell’Imu, non solo abolendo quella sulla prima casa, ma rimodulando anche quella sugli immobili commerciali e industriali, oggi quanto mai penalizzati”.

mercoledì 17 luglio 2013

Golf People Real Estate - La pizza buona non è più sufficiente ad attirare investimenti stranieri


NEWS. La pizza buona non è più sufficiente ad attirare investimenti stranieri…

luglio 17, 2013 by redazione
Il mio intervento della scorsa settimana dal titolo “Come vedi la tua casa? Teoria della relatività“(http://immobiliallestero.blogspot.it/2013/07/golf-people-real-estate-come-vedi-la.html) ha provocato numerosissime reazioni: quello che speravo!
Alcuni mi hanno scritto per darmi del “pessimista”, qualcuno mi ha addirittura accusato di “turbare il mercato” o comunque di citare dati non veritieri.
Purtroppo, e ripeto purtroppo, gran parte dei commenti e delle reazioni testimoniavano invece esperienze proprie recenti in linea con quanto da me sostenuto.
C’è stato anche chi mi ha chiesto come risollevare le sorti del comparto immobiliare in profondissima crisi, come confermato da fonti ben più autorevoli di chi ogni lunedì – oggi in clamoroso e imperdonabile ritardo – vi scrive esprimendo opinioni sul mondo immobiliare.
Ritengo personalmente che il mercato immobiliare interno “Italia su Italia” permetta oramai ben pochi correttivi. Come scrivevo nel mio pezzo del 26.04.2013 “perché in Italia le case non si vendono più? “ (http://immobiliallestero.blogspot.it/2013/04/golf-people-real-estate-perche-in.htm), il più cliccato di sempre, a fronte di una offerta spropositatamente superiore alla domanda ben poco si può, a questo punto, fare.
Esiste invece una importante nicchia di mercato che noi agenti dovremmo curare, ovvero la domanda deglistranieri che vogliono acquistare immobili nel nostro Paese.
Ovviamente gli stessi – e il dato è in continuo aumento – sono alla ricerca di immobili in Italia di particolare pregio e soprattutto in importanti location.
Abbiamo un mare bellissimo, dei laghi affascinanti, il patrimonio storico-artistico più importante al mondo, l’arte culinaria, il vino, le colline, le pianure, la moda e, tutto ciò, nessun governo ce lo potrà sottrarre! Eppure, l’incerta normativa fiscale nel settore immobiliare, scoraggia e frena gli investimenti immobiliari in Italia da parte degli stranieri.
“Il solito cliente straniero” con cui sono solito farmi sempre delle lunghe e piacevolissime chiacchierate non smette di stupirsi per le continue modifiche alle tasse o imposte sugli immobili a cui i governi degli ultimi decenni ci hanno oramai abituati.
ISI inizialmente, divenuta poi ICI e ora IMU. Questo dal 1992…
Il cliente – soprattutto per prendersi gioco di me sapendo che non riesco quasi mai a rispondergli – mi chiede ogni volta: quand’è la prossima scadenza dell’IMU? Ovviamente mi trova quasi sempre impreparato … e, questa volta, sicuramente non per colpa mia!
Battute a parte, come credete si possa sentire un cliente che volesse investire in immobili in Italia e che non riesce ad avere risposte precise sulla tassazione?
Fintantoché non riusciremo a trasmettere stabilità e sicurezza gli investimenti immobiliari “in entrata” saranno decisamente limitati. Penso che la potenzialità ci sia – per i motivi di cui sopra – ma che, come spesso accade, vi sia l’incapacità di farla fruttare.
Non possiamo più sperare che la pizza buona sia sufficiente per attirare investimenti stranieri nel nostro Paese anche perché – e chi legge i mie interventi lo sa bene – esistono nazioni con meno potenzialità che si adoperano in politiche atte ad attirare e privilegiare investimenti stranieri.
E noi che stiamo aspettando ?
Accetto con piacere ogni tipo di commento.
Al prossimo appuntamento.
Gianluca Santacatterina

Commerzbank: cede gli immobili nel Regno Unito - advisoronline.it

Commerzbank ha comunicato ieri la vendita del pacchetto immobiliare britannico della controllata Euripho alla banca statunitense Wells Fargo e alla società di private equity Lone Star. Il ceo Martin Blessing non ha specificato il prezzo dell'operazione, ma ha detto che nella vendita sono compresi soprattutto crediti immobiliari, per un valore di circa 5 miliardi di euro, e di avere accettato una riduzione del valore nominale dei pacchetti ceduti pari al 3,5%.

Grazie alla transazione, la banca tedesca procederà più in fretta nella liquidazione del portafoglio isolato nella bad bank dell'istituto, che scenderà sotto i 90 miliardi, anche se l'istituto ha annunciato l'iscrizione a bilancio entro il 2013 di oneri per 179 milioni di euro, e che l'operazione non avrà impatti significativi sul capitale core Tier 1.

A.A.A. (S)vendesi isole - news.immobiliare.it

A.A.A. (S)vendesi isole

Chi fa della difesa della natura e del territorio una parte integrante della propria vita non può che rimanere amareggiato alla notizia che sono tanti i paradisi naturali nel mondo messi in vendita per quei privati che possono permetterseli. I vincoli per l’utilizzo di isole e arcipelaghi sparsi in tutto il mondo sono tanti, ma quella delle isole in vendita resta una questione complessa e da indagare con attenzione.

L’Isola di Budelli è in vendita

Poco meno di tre milioni di euro bastano per diventare proprietari di un angolo di Mediterraneo che toglie il fiato: è questa la cifra sufficiente per acquistare l’isola di Budelli, situata all’interno del Parco de La Maddalena. Gli amanti della natura la conosceranno per via della sua spiaggia dalla sabbia rosa, mentre i cinefili ricorderanno questi luoghi perché è qui che il regista Michelangelo Antonioni ha girato il suo celebre film “Deserto Rosso”. L’incolumità dell’isola è a rischio dagli anni ’90, quando si è parlato per la prima volta di venderla ai privati, e la paura che questo paradiso della natura scompaia non si è ancora assopita.

Attualmente, l’isola in questione è di proprietà di una società immobiliare di Milano andata in fallimento: da qui la decisione del tribunale di Tempio Pausania, in Gallura, di mettere lo strano “immobile” all’asta. Parliamo di 1.610.153 metri quadri che però non possono essere oggetto di alcun intervento, visti i forti vincoli di tutela del territorio imposti dal Ministero dell’Ambiente. Nessuna costruzione, nessun resort o albergo di lusso potranno mai essere realizzati in quel contesto da favola. Anzi, chi la comprerà dovrà chiedere il permesso e l’accompagnamento del personale del Parco della Maddalena persino per visitarla.

Certo, vista la bellezza del territorio in questione – celebre per la sua Spiaggia Rosa – sarebbe stato meglio che ne diventasse proprietario lo Stato italiano, che gode attraverso il Ministero dell’Ambiente del diritto di prelazione. Ma dai vertici della Nazione non è giunto alcun cenno di attenzione (vista la scarsità di fondi): da qui la decisione del Presidente del Parco della Maddalena di proporre l’isola di nuovo ai privati. Base d’asta: 2 milioni e 945mila euro. Gli interessati sono invitati a partecipare con la loro offerta all’incontro del primo ottobre prossimo.

I precedenti della Sardegna: Spargi e Santo Stefano

La probabilità che l’isola di Budelli vada nelle mani di qualche magnate straniero è davvero alta e, oltretutto, non sarebbe nemmeno la prima volta: nel 2011, ad esempio, una imprenditrice umbra ha acquistato – per la modica cifra di 127mila euro – otto ettari di macchia nell’isola di Spargi, all’incirca la metà della sua estensione totale.

Un anno dopo, invece, ad una società romana sono bastati 90 mila euro per acquistare un angolo dell’isola di Santo Stefano, un’altra delle isole che compone il parco della Maddalena.

Le “offerte” in giro per il mondo

La Sardegna non è l’unica regione della nostra Nazione in cui è possibile acquistare isole o frazioni di isole: di recente il “Piccolo” di Trieste ha fatto il punto sulle proposte del settore in Friuli Venezia Giulia. Qui le opportunità più interessanti le troviamo nella laguna di Grado: segnaliamo che è in vendita – anch’essa per tre milioni di euro – la Ravaiarina, composta da 50 ettari di terra e 800 metri quadri di edifici, tra cui un immobile principale, già pronto per essere trasformato in un agriturismo.

Offerte di isole in vendita non mancano lungo le coste di tutta la Penisola, ma chi è disposto a spingersi più a Nord potrebbe trovare quello che cerca nell’Europa del Nord, magari in Irlanda o in Scandinavia. Le Maldive, infine, pullulano di offerte, anche se i prezzi salgono tantissimo e le trattative si fanno sempre riservate.

martedì 16 luglio 2013

Regno Unito, nuovo record dei prezzi: +0,3% a luglio by Monitorimmobiliare

http://monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15493
Regno Unito, nuovo record dei prezzi: +0,3% a luglio 15/07/2013

Nel Regno Unito continua la corsa dei prezzi del residenziale.

A luglio, secondo la società di intermediazioneRightmove, i prezzi hanno toccato un livello record, crescendo almeno il doppio rispetto a quanto previsto per quest'anno.

I prezzi richiesti sono aumentati dello 0,3% a una media di 253.658 sterline (383.300 dollari), e secondo Rightmove saliranno ancora del 4%, invece che del 2% come ipotizzato precedentemente.

Londra i prezzi medi richiesti si aggirano sempre intorno alle 515.379 sterline.

"Una combinazione di apparente stabilità economica internazionale e segnali di una ripresa economica a livello nazionale stanno spingendo potenziali debitori ad accrescere i loro impegni finanziari", ha detto Miles Shipside, un esponente della società.

"A meno di un serie di cattive notizie economiche, ci aspettiamo che l'impatto positivo di questo andamento economico sul mercato immobiliare prosegua".

Rispetto all'anno precedente, i prezzi medi in Inghilterra e Galles sono aumentati del 4,8%, a Londra invece del 12%.

"Sembra però che i venditori di Londra si siano presi una pausa di respiro", ha detto Shipside.

"Resta da vedere se questo è l'inizio del consueto rallentamento estivo o se la forte domanda da parte degli acquirenti e la carenza di scorte vedrà i prezzi aumentare di nuovo al di sopra della media della bella stagione, che è tradizionalmente più bassa”. 

Posted by Monitorimmobiliare

Ibiza vieta gli sfratti - Monitorimmobiliare.it

http://monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=15492
Ibiza vieta gli sfratti15/07/2013

 
Niente più sfratti ad Ibiza (almeno sulla carta).
 
L'isola sarà infatti dichiarata "libera dagli sfratti", così come chiesto e ottenuto dalla delegazione locale dell'Associazione spagnola delle vittime dei mutui (PAH), dopo l'incontro con la consigliera alla Partecipazione cittadina, Carmen Dominguez.
 
Mancherebbe però ancora l'ok delle istituzioni locali.
 
Aitor Morras, portavoce dell'associazione, ha assicurato l'importanza dell'accordo e ha garantito che, una volta ottenuto il via libera degli enti locali, "le istituzioni non metteranno più a disposizione mezzi per eseguire sgomberi", escludendo quindi l'intervento di polizia locale, vigili del fuoco o fabbri.
 
Quella degli sfratti è una delle principali emergenze della Spagna scoppiata dopo l'inizio della crisi economica, a cui il governo ha cercato di porre rimedio approvando una legge per una moratoria degli sgomberi nel caso di debitori con ipoteca a carico

Posted by Monitorimmobiliare

Piattaforma degli agenti immobiliari per dire stop ai cartelli «Vendesi» abusivi - di Michela Finizio - Il Sole 24 Ore



Potrebbe andare online subito, se solo ci fosse la volontà politica di tutelare gli agenti immobiliari e arrestare il degrado urbano provocato da migliaia di cartelli abusivi affissi in città. Il software per la gestione dei cartelli «Vendesi» e «Affittasi», progettato dall'Associazione Agenti Immobiliari Riuniti (Air) di Roma, è tra le iniziative che il nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino, dovrà esaminare nei prossimi mesi.
Nella Capitale negli ultimi anni sono lievitate le sanzioni a carico degli agenti immobiliari, per la violazione delle norme sul decoro urbano. Il regolamento comunale, in particolare, prevede che gli «avvisi al pubblico, riguardanti la locazione o la compravendita immobiliare, possano essere affissi esclusivamente sulle porte di accesso degli stessi immobili da locare o da vendere, purchè di superficie non superiore ad un quarto di metro quadrato». Il trasgressore è soggetto al pagamento di una sanzione pecuniaria di 412 euro per i committenti della pubblicità, e ad una multa da 50 euro per gli autori della violazione, oltre a dover sostenere le spese del procedimento.
Sono in tanti ad essere incorsi in queste sanzioni, a cui si aggiungono quelle previste per la violazione delle norme del Codice della strada: «Ad un certo punto l'anno scorso l'attività ispettiva si era veramente accanita», ha detto Roberto Renzi, presidente dell'Air. Ecco perché l'associazione indipendente ha scelto di promuovere il progetto di un portale web, tramite il quale agenti immobiliari e privati possano compilare e stampare cartelli di annuncio "a norma di legge". «Una software house ci sta lavorando – racconta Renzi – e se il Comune fosse pronto ad adottare la piattaforma, rendendola accessibile dal sito internet di Roma Capitale, potremmo essere online in tempi rapidissimi».
Per accedere alla piattaforma gli agenti immobiliari dovrebbero inserire i loro codici di iscrizione alla Camera di Commercio locale, mentre i privati dovrebbero inserire il codice fiscale e i dati catastali. A quel punto il software consente di compilare un format standard di cartello, con una breve descrizione e tutti i dati necessari (certificazione energetica compresa) relativi all'immobile. «Oltre al decoro urbano – aggiunge il presidente dell'Air – se venisse adottato questo strumento potremmo ridurre drasticamente l'abusivismo, sia perché i cartelli di annuncio diversi verrebbero sanzionati sia perché ogni cartello, dotato di codice Qr, potrebbe rimandare immediatamente alle anagrafiche degli inserzionisti, per verificarne le loro credenziali».
Lo strumento si propone di essere utile alla polizia municipale nell'attività di vigilanza e al passante in cerca di una casa, che con uno smartphone così potrebbe immediatamente visionare le foto e la scheda completa dell'immobile, accedendo tramite Qr code dal cartello Vendesi. «Abbiamo iniziato questo progetto qualche anno fa – conclude Renzi – e a settembre 2012 avevamo avviato l'iter amministrativo presso il dipartimento delle Attiività Economico-Produttive del Comune di Roma. Siamo stati ricevuti dal responsabile dell'ufficio Affissioni e il progetto è piaciuto. Poi con le elezioni amministrative tutto si è bloccato». La settimana scorsa Renzi ha inviato una lettera al nuovo sindaco per chiedergli di prendere in esame il progetto, nella speranza che l'attuale amministrazione si mostri sensibile a queste problematiche.
Nel frattempo chi si è interessato all'iniziativa è il Comune di Tarquinia: l'amministrazione che lo adotterà per primo potrà sperimentare una piattaforma strategica per la professione degli agenti immobiliari, capace forse un domani di dare vita ad un database di annunci immobiliari diffuso a livello nazionale

Barbie cerca casa a Milano. Con l'aiuto del Politecnico di Giovanna Mancini. - Il Sole 24 Ore



Icona glamour per generazioni di bambine, globetrotter infaticabile e sempre attenta alle mode e alle novità, Barbie - sì, proprio la bambola della Mattel - ha deciso di lasciare la sua vilal di Malibù per trasferirsi a Milano. E ha affidato la progettazione della sua nuova casa agli studenti del Politecnico di Milano.
Se detta così vi suona come un gioco, vi sbagliate di grosso: il progetto "Barbie cambia casa" ha infatto coinvolto per un mese (dal 31 maggio al 30 giugno) gli studenti della Scuola del design del Politecnico di Milano, a cui è stato chiesto di studiare quattro tipologie di abitazioni tipicamente milanesi e reinterpretarle adattandole alle "esigenze" e allo stile di vita della bambola Mattel. Accanto a loro, oltre al team Mattel, anche quello di Boffi, storico brand del design made in Italy, che ha supportato il progetto curandone l'aspetto stilistico.
Le tipologie previste erano la classica casa signorile in centro, un loft, una casa di ringhiera e una villa suburbana, in Brianza. Dei 30 progetti realizzati, quattro (uno per tipologia) saranno selezionati da una giuria come vincitori. 

Imu: si lavora su sconto,verso aumento soglia esenzione (ANSA)



(ANSA) - ROMA, 15 LUG - Le ipotesi sulla riforma dell'Imu restano tutte sul tavolo in attesa della cabina di regia di giovedì prossimo e dell'orientamento politico che ne emergerà. Ma il compromesso possibile, capace di mettere d'accordo Pd e Pdl, secondo alcuni tecnici del ministero dell'Economia, potrebbe essere quello di alzare la soglia di esenzione a 600 euro, escludendo quindi dal pagamento della tassa sulla prima casa almeno l'80% dei proprietari. "Già oggi, in base al decreto legge, - spiega il sottosegretario all'Economia, PierPaolo Baretta - le case di lusso sono escluse dal rinvio del pagamento della prima rata". Alzare la franchigia a 600 euro significherebbe quindi trovare probabilmente una soluzione ammissibile anche per il Pdl che di quel decreto è stato tra i principali ispiratori. Il partito di Silvio Berlusconi potrebbe cioè accettare, più che la tanto propagandata eliminazione totale della tassa, un deciso ampliamento del numero degli esenti "perché - continua ancora Baretta - le condizioni di reddito non solo ininfluenti, in qualche modo bisognerà tenerne conto". D'altra parte, la proposta del Pd è da sempre quella di fissare la soglia a 500 euro. Cento in più potrebbe essere dunque un espediente da non sottovalutare anche per convincere l'altra ala della maggioranza. Oggi la franchigia è fissata a 200 euro, con ulteriori detrazioni di 50 euro a figlio per un massimo di 400 euro (e quindi un totale di 600 euro ma solo con ben 8 figli a carico). L'anno scorso i proprietari hanno pagato in media 235 euro. Gli esenti sono stati 4,6 milioni, il 24% sui 19,2 milioni di prime case. Con l'innalzamento della soglia la percentuale sarebbe più del triplo rispetto all'attuale. Tra le proposte allo studio del Tesoro, coadiuvato anche dal ministero degli Affari Regionali cui spetta l'arduo compito di mediare con i Comuni, c'è anche quella di modulare la tassa in base ai metri quadrati dell'abitazione e al numero di persone che ci vivono: non solo figli ma anche anziani a carico. "E' un'ipotesi possibile fra le altre - osserva Baretta - ma non c'è nulla di definito. Aspettiamo la cabina di regia di giovedì e poi valuteremo in base a quella". Il sottosegretario non si sbilancia, ma sembra ottimista: "logica e razionalità potrebbero prevalere". (ANSA).

lunedì 15 luglio 2013

Mediobanca e gli allarmi sulla casa - osservatoriofinanziario.com


"Credo che Mediobanca abbia una personale 'avversione' all'immobiliare", tuona Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, "oltre a questo documento, infatti, c'è da tempo un progetto per la creazione di una 'bad bank' contenente immobili delle banche, come se fossero titoli 'tossici'". Il documento in questione è il Rapporto di Mediobanca Securities, la controllata londinese del Gruppo Mediobanca specializzata in intermediazione finanziaria, redatto dall'analista Antonio Guglielmi. Tutto ruota intorno a una tesi di fondo: l’Italia è in bancarotta. Rischia un default nei prossimi sei mesi. Un po' come è successo alla Grecia. E come già, quasi, successe in Italia nel 1992. 

L'Italia rischia il fallimento, è la tesi Mediobanca, perché lebanche sono deboli. E su questo alert si accende immediatamente l’attenzione e la polemica (nella quale interviene piccatamente, anche Enrico Tomaso Cucchiani, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo). Ma, in realtà, il report contiene un'altra previsione potenzialmente devastante, ma che finisce colpevolmente in un cono d’ombra. Vale a dire: le banche sono deboli per colpa del mercato immobiliare. Il giudizio tranchant che fa balzare sulla sedia Breglia e gli esperti del settore. 

Ma cosa potrebbe accadere all'Italia da qui a sei mesi? È vero che il mercato immobiliare crollerà, e con esso anche le banche e l'intero Paese? Per capirlo, bisogna innanzitutto fare un passo indietro. E ripercorrere per sommi capi la tesi di fondo del report di Mediobanca. 

Per prima cosa, dice Guglielmi, i segnali di crisi già ci sono. Sono numerosi, e arrivano da più parti. Come per esempio il rendimento dei Btp che ha recentementesuperato quello dei Bot di pari durata, lasciando presagire un atteggiamento prudente e attendista da parte degli investitori, che quindi, sembra stiano aspettando un default del Paese a breve. 

Secondo, rispetto a quanto accadde nel 1992, stavolta la situazione si presenta peggiore. Il contesto macroeconomico sta colpendo l’economia italiana più pesantemente di quanto accadde allora. Mentre l’Italia, dal canto suo, non può più contare sulla leva della svalutazione, come 21 anni fa, quando a svalutarsi fu la lira. 

Terzo, le banche hanno visto ridursi, dal 2007 a oggi, il tasso dicopertura cash dei crediti problematici, passato dal 51 al 40% del 2013. Diventando, necessariamente, molto più dipendenti dalle garanzie realirispetto a qualche anno fa. Prima che la crisi divampasse. Così, se i prestiti concessi non vengono rimborsati, o vengono restituiti solo in parte, le garanzie reali,cioè gli immobili, diventano fondamentali. Ma con i prezzi delle case che si riducono, la situazione rischia di destabilizzare il sistema. 

Ma davvero la situazione è così catastrofica? Certo, l'allarme lanciato da Mediobanca potrebbe condizionare le politiche future degli investitori, andando a peggiorare comunque la situazione. E già il nuovo taglio di rating dell'Italia (sceso a BBB), stabilito il 9 luglio daStandard&Poor's, non lascia presagire buone notizie in arrivo.

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Anche l'immobiliare, poi, non se la sta passando bene. Dall'inizio della crisi a oggi, infatti, i prezzi delle case si sono ridotti nell'ordine del 10% sul nuovo e sull'immobiliare di pregio. Mentre l'usato ha fatto registrare una flessione intorno al 25%.Stando ai dati diffusi dall'Istat, inoltre, nel corso dell'ultimo anno, i prezzi sono scesi del 7,7% sull’usato e dell’1,1% sul nuovo, su base annua. 
Che vanno poi ad aggiungersi a un ulteriore calo del 5,7%, calcolato rispetto allo stesso periodo di un anno fa, registrato nel primo trimestre del 2013

Anche Tecnoborsa e l'Agenzia delle Entrare, in un recente sondaggio sempre riferito al primo trimestre 2013, parlano di contrazione del costo delle abitazioni. In particolare, dai dati emerge che circa l’83% degli agenti immobiliari nei primi 3 mesi ha dovuto accontentarsi di prezzi ridotti rispetto alle aspettative, di valori che si aggirano anche intorno al -15,6% sul prezzo atteso. 

E nonostante i prezzi siano in costante calo, le compravendite non si risollevano. In una recente indagine pubblicata daNomisma e relativa all'andamento del mercato immobiliare in 13 città italiane, infatti, emerge un ulteriore calo del 14,2% nell'acquisto di abitazioni, registrato solo nel primo trimestre 2013. Che vuol dire -25,8% rispetto al 2012, per un totale di circa 154.000compravendite in meno. E si traduce, anche, in una dilatazione dei tempi medi di vendita. Per acquistare una casa, infatti, servono 8,5 mesi. Mentre uffici, negozi e box, non se la passano meglio, e richiedono rispettivamente 10,4, 9,8 e 7 mesi per essere venduti. 
Anche l'immobiliare, poi, non se la sta passando bene. Dall'inizio della crisi a oggi, infatti, i prezzi delle case si sono ridotti nell'ordine del 10% sul nuovo e sull'immobiliare di pregio. Mentre l'usato ha fatto registrare una flessione intorno al 25%.Stando ai dati diffusi dall'Istat, inoltre, nel corso dell'ultimo anno, i prezzi sono scesi del 7,7% sull’usato e dell’1,1% sul nuovo, su base annua. 
Che vanno poi ad aggiungersi a un ulteriore calo del 5,7%, calcolato rispetto allo stesso periodo di un anno fa, registrato nel primo trimestre del 2013

Anche Tecnoborsa e l'Agenzia delle Entrare, in un recente sondaggio sempre riferito al primo trimestre 2013, parlano di contrazione del costo delle abitazioni. In particolare, dai dati emerge che circa l’83% degli agenti immobiliari nei primi 3 mesi ha dovuto accontentarsi di prezzi ridotti rispetto alle aspettative, di valori che si aggirano anche intorno al -15,6% sul prezzo atteso. 

E nonostante i prezzi siano in costante calo, le compravendite non si risollevano. In una recente indagine pubblicata daNomisma e relativa all'andamento del mercato immobiliare in 13 città italiane, infatti, emerge un ulteriore calo del 14,2% nell'acquisto di abitazioni, registrato solo nel primo trimestre 2013. Che vuol dire -25,8% rispetto al 2012, per un totale di circa 154.000compravendite in meno. E si traduce, anche, in una dilatazione dei tempi medi di vendita. Per acquistare una casa, infatti, servono 8,5 mesi. Mentre uffici, negozi e box, non se la passano meglio, e richiedono rispettivamente 10,4, 9,8 e 7 mesi per essere venduti. 

Ma, il rischio di un default del Paese, non per tutti, sembra essere un'ipotesi concreta. "I dati di Mediobanca sono effettivamente allarmanti e condivido i timori di fondo", spiega Luca Dondi, Responsabile del settore immobiliare di Nomisma, "ma non credo che ci saranno effetti traumatici nella seconda parte dell'anno. Le sofferenze sono un problema enorme ed è vero che si è fatto eccessivo affidamento sulla capacità di copertura delle garanzie immobiliari, in un mercato divenuto ormai del tutto illiquido. Non credo tuttavia che il gradualismo, spesso eccessivo, che ha caratterizzato l'adeguamento dei valori immobiliari venga improvvisamente meno, nonostante i richiami all'ordine in tal senso di Banca d'Italia". Che, infatti, proprio a marzo 2013 ha inviato, a tutti i principali istituti di credito, una lettera contenente la richiesta di aggiornare le perizie e riclassificare crediti difficili, sofferenze e incagli, valutando anche la liquidabilitàdegli immobili. Vale a dire: i tempi, e i ricavi che si otterrebbero da una eventuale vendita dell'immobile dato in garanzia. Aggiornando così le stime di valore. Per essere, poi, in grado di far fronte a eventuali perdite. 
"È una 'campagna' poco spiegabile, se si considera che le banche italiane hanno finanziato sempre poco l'immobiliare retail italiano", continua Breglia, "salvo un paio d'anni, tra il 2004 e il 2006, in pieno boom immobiliare (quando i mutui arrivarono sino al 100% del valore della casa da compare), infatti, da decenni la percentuale di mutuo concesso non supera il 50% del prezzo di acquisto. E in genere la perizia bancaria è più rigida rispetto al valore di mercato. Inoltre, la percentuale di crediti in sofferenza nei mutui è al di sotto del 4%, contro una media europea più che doppia. Caso diverso, invece", aggiunge il Presidente di Scenari Immobiliari, "è il finanziamento di grandi operazioni immobiliari (come Santa Giulia a Milano) dove il peso del finanziamento incagliato è notevole. Ma qui non c'è mai un'autocritica del sistema finanziario (o meglio dei suoi vertici) che hanno finanziato operazioni dal dubbio esito senza aver fatto specifiche indagini di mercato e chiesto l'ausilio di chi opera nel mercato stesso? Quante operazioni in giro per l'Italia fatte per compiacere politici locali che hanno peso sulle fondazioni bancarie?". 

La situazione, dunque, resta tesa. Anche se l'ipotesi di un default sembra essere scongiurabile. E anche se non si assisterà alla bancarotta del Paese, gli esperti sembrano concordi nel dire che non sarà un periodo facile per il mercato immobiliare.

"Ci sarà sicuramente una riduzione del valore più che proporzionale rispetto alle dinamiche congiunturali (bisogna recuperare i compiti non fatti in passato), ma non prevedo tracolli", continua Dondi che prevede, "il fenomeno continuerà ad essere gestito, con le ovvie ricadute in termini di efficienza del mercato, ma con la garanzia di una tenuta a livello sistemico. Una sorta di tutoraggio, che risulta influenzato dal dinamiche congiunturali senza prevedere automatismi negli adeguamenti nel caso in cui emergano sopravvalutazioni rispetto agli effettivi livelli di mercato".

Anche le banche, però dovranno fare la loro parte. "Sarebbe il caso di chiedere 'più banca nell'immobiliare'", chiarisce, infatti, Breglia,"per le famiglie che possono pagare un mutuo ma non gli viene dato, per le operazioni immobiliari che possono avere un ragionevole buon esito e gli viene negato. L'immobiliare, come insegnano nei primi giorni dei corsi di economia, è il motore dell'economia di un Paese sano". 

Ma finché la situazione rimane stabile, non si possono non prevedere ricadute sull'andamento della crisi economica. "È evidente che l'esigenza di accompagnamento allunghi i tempi dell'uscita dalla recessione. Non parlerei di bolla speculativa, che ha caratteristiche diverse, ma di potenziale recessivo ancora inespresso", spiega Dondi,d "due modi diversi per dire che i prezzi degli immobili caleranno ancora". Con buona pace di chi decide di comprarsi casa. Sempre che, alla fine, riesca a ottenere un finanziamento. 

© Of-Osservatorio finanziario - riproduzione riservata

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Cina: investimenti immobiliari aumentati del 20.1% nel primo semestre - crionline

Il 15 luglio l'Ufficio nazionale cinese di statistica ha rilasciato un comunicato sull'economia cinese nel primo semestre, da cui emerge che nella prima metà dell'anno gli investimenti nel settore immobiliare nell'intero paese (contadini esclusi) sono stati di 18,1318 bilioni di RMB, con un aumento nominale del 20,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'aumento degli investimenti nel terziario è risultato essere il più veloce.
Secondo i dati, nella prima metà dell'anno l'aumento degli investimenti nel settore immobiliare nell'intero paese ha subito una riduzione di 0,8 punti percentuali rispetto al primo trimestre e un calo di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Mercato immobiliare, l’ora della svolta di Paolo Onofri * Stefania Tomasini - Repubblica.it



Anche se negli anni 2000 in Italia non vi è stata una bolla immobiliare vera e propria, il settore delle costruzioni rischia non solo di condizionare la ripresa ma anche di rappresentare uno dei maggiori fattori di rischio in prospettiva. Il settore è in recessione dal 2008 e ha perso un quarto del valore degli investimenti rispetto al periodo pre-crisi e 370mila unità di lavoro. L’aggiustamento è ancora in corso: nel primo trimestre di quest’anno gli investimenti sono caduti del 3,9% sul trimestre precedente, contribuendo in misura consistente alla caduta del Pil, e l’occupazione è caduta del 4,8%. Anche i prezzi degli immobili sono in caduta da sei trimestri: hanno perso il 5% in termini nominali, il 15% al netto dell’inflazione. Non si era mai verificato in passato: dopo il precedente ciclo espansivo, iniziato nel 1987 e culminato nel 1992, i prezzi nominali erano scesi solo per un anno e dell’1%. I problemi che solleva questa situazione sono molti e vanno ben oltre il contributo del settore alla crescita dell’economia nel suo complesso e quindi alla ripresa ciclica. Come dimsotra l’esperienza statunitense, ampie oscillazioni effettive e attese nei prezzi degli immobili influenzano il valore della ricchezza detenuta dalle famiglie e si possono riflettere nelle scelte di consumo. Inoltre, la minore liquidità in fasi di caduta dei prezzi influenza la composizione del patrimonio finanziario delle famiglie che verrà detenute in forme più liquide. Ma non solo.
Gli immobili rappresentano il principale collaterale dei prestiti delle famiglie: una loro perdita di valore rende più rischioso l’attivo del sistema bancario e richiede un maggiore apporto di capitale. L’interagire di questi fenomeni potrebbe innescare un circolo vizioso che lascerebbe le famiglie più fragili finanziariamente e più vincolate nella loro liquidità poiché nell’impossibilità di disporre della loro ricchezza perché esposte a perdite in conto capitale, ma darebbe luogo a banche più restie a concedere prestiti perché il loro attivo e i prenditori di fondi sono più rischiosi. Una situazione potenzialmente esplosiva. Riveste dunque grande importanza capire a che punto è giunto l’aggiustamento del settore. Come noto le costruzioni seguono un ciclo proprio, che non sempre coincide con i cicli economici del Pil. I cicli delle costruzioni sono di durata assai più lunga e sono caratterizzati da fasi espansive cui seguono spesso lunghe fasi di stagnazione, sia nelle quantità investite sia nei prezzi. La ragione è ovvia, ed è legata alla vita media molto elevata delle costruzioni comparata a quella di altri beni capitali come macchinari (30 anni e più rispetto a 10). Un eccesso di investimenti effettuato in beni immobili richiede un tempo lungo per essere riassorbito, come il caso della Germania post riunificazione mostra: al boom immobiliare degli anni 90 sono seguiti praticamente 20 anni di flessione/stagnazione, e solo di recente si assiste a una ripresa dell’attività e dei prezzi. In Italia, la durata dei cicli delle costruzioni è stata in passato mediamente di circa 10 anni ma l’ultimo ciclo è maggiore per lunghezza e intensità sia nella fase di ascesa che nell’attuale fase di calo. In tale contesto, per valutare compiutamente lo stato e le prospettive del settore si dovrebbe disporre di una misura degli edifici, ad uso residenziale e produttivo, invenduti. In mancanza di dati ufficiali, abbiamo effettuato una valutazione induttiva del numero di abitazioni invendute in Italia a partire dal gap tra il numero di permessi di costruzioni residenziali e il numero di abitazioni ultimate. Bene, il numero di permessi ha cominciato a diminuire fra il 2003 e il 2004, mentre l’ultimazione delle costruzioni ha richiesto ancora qualche anno per poi cominciare a flettere anch’esso e ancora oggi il numero di permessi è inferiore al numero di fabbricati ultimati, benché dal 2009 la distanza fra le due variabili si sia andata riducendo. Si può presumere che il numero di abitazioni invendute si sta riassorbendo ma che il processo non ha ancora avuto termine. Molto dell’aggiustamento in termini di prezzi e quantità sembra tuttavia essere già avvenuto. Da questo punto di vista si apre quindi uno spiraglio che permette di vedere la fine della caduta dell’attività economica nel settore delle costruzioni in Italia. Dopo l’ulteriore contrazione del 6.7% che si realizzerà quest’anno riteniamo che la svolta, nel contesto di debolezza dello scenario macroeconomico complessivo, si verificherà nella seconda metà del 2014, anche se sarà modesta e non eviterà un’altra caduta dello 0.6% in media d’anno. Solo nel 2015 sia i prezzi che le quantità inizieranno nuovamente a risalire, seppur a un ritmo molto più lento rispetto al passato e non tale da consentire un recupero dell’occupazione. E’ un quadro certamente non brillante, che tuttavia potrebbe migliorare e contribuire allo stesso tempo a imprimere una svolta positiva all’economia italiana in termini di produttività ed efficienza se si riuscissero a orientare investimenti, pubblici e privati, verso i comparti più “strategici”, quali le opere infrastrutturali e di riqualificazione del patrimonio storico e abitativo, da troppo tempo penalizzati dai vincoli posti dalle finanze pubbliche e dallo sviluppo, talvolta indiscriminato, di edilizia residenziale di bassa qualità. * Prometeia

Slovenia: prezzi immobili in calo Scesi del 4,3% nel primo trimestre 2013 (ANSA)


(ANSA) – LUBIANA, 14 LUG - Il prezzo degli immobili (case e appartamenti) in Slovenia è sceso del 4,3% nel primo trimestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo nel 2012. Nella zona euro il calo è stato del 2,2%. I nuovi immobili hanno subito un calo di prezzo ancora maggiore del 3,8%, secondo i dati dell'Ufficio per le elaborazioni statistiche slovene. E' inoltre calato, anche se in misura minore, il prezzo degli immobili usati: la riduzione nel primo trimestre 2013 rispetto al trimestre precedente è stato quantificato allo 0,7%. (ANSA)

domenica 14 luglio 2013

Valeria Marini e Dario Argento: nelle loro case gli italiani non vivrebbero (comunicati123.com)



Le case dei vip riempiono le pagine dei giornali e rappresentano un sogno ad occhi aperti per tutti i comuni mortali. Ma vivremmo davvero in una casa “famosa”? È questa la domanda che Immobiliare.it (www.immobiliare.it), sito leader dell’immobiliare online, ha fatto agli italiani, indagando sui gusti della nazione in fatto di case vip.
Dal sondaggio – condotto su un campione di 5.000 utenti del sito – emerge che il 52% degli italiani vivrebbe volentieri nella casa in cui ha vissuto un personaggio famoso. Vuoi per il valore aggiunto che un proprietario celebre offrirebbe all’immobile, vuoi per l’orgoglio di aver diviso il proprio tetto con un vip, vuoi ancora per la possibilità di ambire al lusso riservato a pochi, ma le case dei personaggi più famosi fanno davvero gola.
Ma a casa di chi vorrebbero vivere gli italiani? Al primo posto troviamo uno dei geni della storia del nostro Paese, Leonardo da Vinci: vivere nella sua abitazione rappresenterebbe davvero una nota d’orgoglio, oltre che la certezza di abitare in un pezzo di storia della nostra cultura. Se la storia è al primo posto, al secondo posto vi è la fiction: è la casa di Salvo Montalbano – il protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri e della fiction TV – a trovarsi sul podio delle case preferite. In effetti, offre un panorama mozzafiato e intrighi a portata di mano: quale cocktail migliore? Al terzo posto, la casa di Silvio Berlusconi: non è chiaro se si tratti di Palazzo Grazioli o Villa Certosa, ma evidentemente agli italiani interessano il lusso e il prestigio di certi immobili.
Seguono, nella classifica delle case più ambite, la Casa Bianca – significherebbe essere il presidente degli Stati Uniti, cosa volere di più? – e quella in cui vivono Francesco Totti e Ilary Blasi (perché di certo è dotata di un’area relax e fitness degna di una Spa). Tra le case più ambite, quella di Carlo Cracco – forse per la sua cucina – Buckingham Palace, la residenza diElisabetta d’Inghilterra, la casa di Roberto Bolle, quella di Madonna e quella della regina della TV italiana, Raffaella Carrà.
Dove, invece, gli italiani non vivrebbero mai? Quel che emerge tra i nomi citati è che gli italiani non amano il kitsch: è la casa di Valeria Mariniquella più “temuta”, forse per via dello stile troppo da bambola a cui la soubrette ci ha abituati. Secondo in classifica è il regista Dario Argento, temendo che la sua abitazione sia costruita come se fosse il set di uno dei suoi film dell’orrore. In terza posizione c’è Bruno Vespa, forse per paura di ritrovarsi davanti al portone dei politici alla ricerca della “Terza Camera”.
Tra i nomi presenti in classifica troviamo Beppe Grillo – magari la Rete lo spia anche a casa – la coppia composta da Flavio Briatore ed Elisabetta GregoraciPaolo Limiti e Barbara d’Urso. Teatro di troppi litigi, e quindi poco desiderabile, la casa di Al Bano e Loredana Lecciso. Tra i nomi più invisi anche quello di Teo Mammuccari e quello di Licia Colò: paura di trovare in casa qualche animale selvatico?
Tuttavia, sono pochi quelli disposti a pagare di più pur di vivere in una casa che ha segnato la vitadi un personaggio celebre: solo il 24% del campione, la maggioranza dei quali chiuderebbe un occhio (arrivando a pagare anche il 10% in più rispetto al valore di mercato dell’immobile) solo qualora il vip in questione fosse davvero meritevole di questo sacrificio. Per il 76% degli italiani, invece, non c’è vip che tenga. Nota di colore: le donne si rivelano più disinteressate degli uomini al mondo delle celebrità, tra loro infatti questa percentuale supera l’80%.
Chi non considera con piacere l’idea di vivere nella casa che ha dato i natali o in cui ha vissuto una celebrità è chiaro nelle motivazioni: per il 43% la casa deve avere il massimo della privacy ed un passato così ingombrante non la garantirebbe di certo; il 35%, invece, non vorrebbe associare la propria vita a quella di un personaggio famoso, mentre il 21% un passato così “ingombrante” non permetterebbe di modificare l’immobile a proprio piacimento.
Di seguito le tabelle riassuntive:
Nella casa di quale personaggio famoso vorresti vivere?
Leonardo da Vinci
26%
Salvo Montalbano
17%
Silvio Berlusconi
15%
La Casa Bianca
12%
Francesco Totti-Ilary Blasi
8%
Carlo Cracco
6%
Elisabetta d’Inghilterra
6%
Roberto Bolle
4%
Madonna
3%
Raffaella Carrà
1%
Nella casa di quale personaggio famoso non vivresti mai?
Valeria Marini
24%
Dario Argento
19%
Bruno Vespa
13%
Beppe Grillo
10%
Flavio Briatore-Elisabetta Gregoraci
9%
Paolo Limiti
7%
Barbara d’Urso
7%
Al Bano-Loredana Lecciso
5%
Teo Mammuccari
3%
Licia Colò