domenica 14 luglio 2013

ICS. La tassa unica è davvero un’incognita - news.immobiliare.it



I latini dicevano omen nomen, vale a dire il nome è un presagio. Dopo secoli e secoli, evidentemente, il motto continua ad essere valido e ICS, l’acronimo con cui si è scelto di chiamare la tassa unica sui servizi e la casache andrà a sostituire e cumulare tanto la mai digerita IMU quanto la Tares, la descrive perfettamente: come in algebra anche qui abbiamo a che fare con una grande incognita.

Già, perché nonostante il Governo di Enrico Letta si sia orientato nella direzione della ICS per rendere più semplice la vita dei contribuenti italiani, in realtà moltissime associazioni di categoria a vario titolo legate al tema (o ai temi) che l’imposta dovrebbe regolamentare, hanno sollevato dubbi e perplessità che, senza dubbio, necessitano approfondimento e ulteriore discussione.
Assoedilizia si scaglia senza riserve sull’ Imposta Casa e Servizi definendola senza mezzi termini iniqua ed anti costituzionale dal momento che unisce due tasse molto diverse fra loro sia per caratteristiche, sia per la base impositiva sia, ancora, per i criteri con cui erano calcolate. Per rendere più semplice capire il tutto, basti fare il punto circa il soggetto a cui spetterebbe pagare. L’IMU è tassa di proprietà e quindi deve essere corrisposta dal padrone dell’immobile; la Tares è invece una tassa di utilizzo e quindi, in caso di locazione, a pagarla deve essere chi vive nell’appartamento; ciò detto, a chi toccherebbe corrispondere allo Stato l’importo di un’imposta che unisse le due?
Anche l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili è molto contraria e denuncia come l’istituenda ICS poterebbe allo stratosferico livello del 367% il prelievo patrimoniale subito dagli italiani. A quanto pare le incognite sono ancora tante. Riuscirà il Governo Letta a risolvere questa difficile equazione?

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