sabato 1 marzo 2014

Oggi qualche dritta fuori dai soliti itinerari per godersi al meglio la città più magica del mondo: New York - di Martina Carolo per www.luxuryandtourism.com


La mia tentazione di oggi è New York. Il mio sogno è aprire la finestra di casa, magari una di quelle case meravigliose di Luxury & Tourism e davanti a questa città urlare “Good morning world!”.
Penso proprio che la Big Apple, la città che non dorme mai (proprio come me), potrebbe essere la città che più mi rispecchia.  Eclettica, aperta e curiosa al nuovo, che non dimentica il passato e le sue origini. L’ombelico del mondo dal colore grigio come i suoi grattacieli che toccano il cielo, rosso come la ciliegina del famoso drink Cosmopolitan e nero come il colore dei divani in pelle dei locali della nightlife e verde come gli la più grande oasi urbana del mondo, Central Park. Ogni volta che qualcuno mi chiede consiglio su cosa portare a New York, vista la mia esperienza di ben 8 viaggi, dico sempre una mega valigia con dentro uno spazzolino e dentifricio, un paio di slip e reggiseno (il resto lo si compra da Victoria’s Secret) e una carta di credito.
Sì solo questo perché fare shopping a New York è un vero piacere e soprattutto in periodo di saldi il piacere e la convenienza raddoppiano  e qua…anche un semplice charm comprato da Tiffany, vi farà sentire subito Audrey Hepburn.
Oggi, invece di parlarvi di moda, vi regalo alcune idee carine e divertenti, diciamo “fighettine”, non banali, da fare a New York se avete poco tempo a disposizione, magari su tacco 12 Jimmy Choo ;-), come userei io fare in versione www.martysparty.it.

 
·         Soffermarsi tra la Lexington Av. e la 52sima strada, dove si trova il famoso sfiato della metropolitana che alza la gonna a Marilyn.


·         Salire al Rockfeller Center e scattare la foto alla star dello skyline newyorkese, l’Empire State Building.
·         Non mancare ad una serata a ritmo di jazz al Village Vanguard, il più leggendario dei jazz club

·         Visitare il giardino giapponese più bello della città a Brooklyn
·   Assolutamente  non mancare di visitare il negozio dei super eroi Brooklyn Superhero Supply e comprare formule magiche per ottenere l’ultravelocità, l’invisibilità,…


·           Non si può lasciare New York senza aver assaggiato gli hot dog di Nathan a Coney Island




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-    Senza bisogno di comprare nulla, fare un tour nelle gallerie d’arte tra la Decima e l’Undicesima strada a Chelsea
·          Comprare vestiti al miglior prezzo nel paradiso outlet di Woodbury Common
·   Tra il 28 e 30 maggio e tra l’11 e il 13 giugno per chi fosse là, godersi il tramonto speciale “Manhattanhenge”, che si annida tra i grattacieli solo in questi 4 giorni
·         Camminare attraverso Central Park, il posto più romantico per scambiarsi una dichiarazione d’amore
Non mi resta che promettervi un prossimo appuntamento di nuove “dritte” in questa città da film che mi fa sempre sognare.



I newyorkesi camminano più in fretta, parlano più in fretta, pensano più in fretta.
Non è necessario esserci nati per essere newyorkesi,
ma dopo sei mesi tu camminerai
parlerai e penserai più in fretta.
E da quel momento anche tu potrai considerarti un newyorkese.
Edward I. Koch

Martina Carolo  
Marty's Party 




venerdì 28 febbraio 2014

Città verdi motori si sviluppo, ma solo il 6% degli edifici ha subìto una riqualificazione energetica -casa24.ilsole24ore.com

Consumi energetici residenziali molto al di sopra della media Ue, produzione eccessiva di rifiuti, cementificazione. Ma è proprio dal quadro negativo che emerge dall'anaslisi delle aree metropolitane italiane che può nascere il ruolo di volano dello sviluppo ecosostenibile. È l'auspicio del rapporto sulla green economy "Un green new deal per l'Italia, curato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dall'Enea e presentato oggi.
Tre i temi su cui spingere secondo il report: energia, rifiuti e mobilità. In Italia «le abitazioni consumano dal 30 al 60% di energia in più rispetto alla media Ue» e nell'ambiente urbano «si produce in media il 75% dei rifiuti». Problemi ambientali riguardano anche «l'inarrestabile cementificazione con insediamenti distribuiti in maniera frammentata sul territorio, che continua ad occupare aree libere, spesso agricole, al ritmo di 343 metri quadrati all'anno per ciascun italiano».
«La green economy - osserva il commissario all'Enea, Giovanni Lelli - può rappresentare la chiave di volta per avviare un nuovo ciclo di sviluppo con ricadute su ambiente, rilancio dell'industria e dell'occupazione». Per il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, i temi chiave sono «innovazione, investimenti, occupazione». Ma purtroppo in Italia «sono prevalenti idee vecchie, con un'impostazione produttiva tradizionale. Invece bisogna pensare a un'economia non come fine ma come mezzo per assicurare benessere. Se non si coglie questa opportunità si è vittime di un vecchio sistema».
Efficienza energetica 
Resta ancora aperto il «grande capitolo dell' efficienza energetica» (gli edifici italiani consumano il 30-60% in più della media degli edifici europei). Quasi tutti gli interventi finora realizzati si devono alle detrazioni fiscali -ora al 65%- delle spese sostenute. Dall' analisi quantitativa degli interventi emerge che solo il 20% del patrimonio edilizio è stato ristrutturato nei 12 anni di attività degli incentivi, e che tra questi interventi solo solo il 30% è stato dedicato all'efficienza energetica.

Rifiuti 
Molti rifiuti potrebbero essere riutilizzati ed avere una seconda vita (ingombranti, apparecchiature elettriche, elettrodomestici ecc): secondo l'Enea circa il 48% dei rifiuti elettrici ed elettronici potrebbe essere riutilizzato con un valore di mercato di 45 milioni di euro. Le raccolte differenziate sono ancora a macchia di leopardo sul territorio (fra le 16 città con più di 200mila abitanti si passa dal 51,1% di Verona al 6,4% di Messina). Quello che emerge é che dove le raccolte sono più alte è inferiore il costo di gestione dei rifiuti per ciascun cittadino ( in un comune con una raccolta al 63% il costo annuo per abitante
é di 116,14 euro, in uno con una raccolta al 26% di 224 euro). Dal punto di vista del lavoro, un incremento di mille tonellate l'anno di raccolta differenziata e riciclaggio creerebbe 8,5 posti di lavoro, pertanto il raggiungimento dell' obiettivo di riciclaggio del 50% creerebbe 11mila posti di lavoro.

Mobilità urbana 
L' Italia è ancora lontana da una mobilità sostenibile a basso impatto ambientale. Ma ci sono città - afferma il report - che guardano ai modelli d'Oltralpe più evoluti. Torino, Brescia, Parma, Milano sono al top della classifica stilata da Euromobility sulla mobilità sostenibile. Buon trasporto pubblico, car e bike sharing, tecnologie Ict (sistemi di trasporto intelligenti) hanno permesso di raggiungere questi risultati: Torino primeggia anche per un parco veicolare più ecologico della media italiana. Le città si sono cominciate a muovere «anche grazie al Fondo per la mobilità sostenibile di 200 milioni gestito dal Ministero dell' ambiente che ha interessato 14 aree metropolitane e 96 comuni».

Ma resta ancora molto da fare: le metropolitane sono meno di 200 chilometri in solo 6 città (Milano, Roma, Napoli, Torino,Genova, Catania); nei capoluoghi la densità delle piste ciclabili é pari mediamente al 6% di quella della viabilità per le auto (13,3km/100km2 contro 222 per le auto ma c'é l'esempio virtuoso di Padova con 132,2 km di ciclabili ogni 100km quadrati e 286 km di viabilità per le auto).
L'Italia dopo il Lussemburgo ha il primato in Europa di auto con 61 ogni 100 abitanti con il maggior numero nelle città, in particolare a Roma con 68. Negli spostamenti in un raggio di 50km e superiori ai 5 minuti solo il 15% delle persone usa i mezzi pubblici.

Energia ed emissioni 
L'iniziativa Patto dei sindaci che coinvolge 2.481 comuni italiani - rende noto l'Enea - ha permesso un check up uniforme di consumi energetici e emissioni di CO2 e, grazie alle diagnosi energetico-ambientali necessarie per questo check up, si sono creati circa 20mila esperti del settore. I comuni del patto hanno già avviato iniziative di risparmio energetico, le più comuni sono il rifacimento dell'illuminazione pubblica a Led e le certificazioni energetiche.Poco sviluppato invece il ricorso alle fonti rinnovabili.
Un intervento innovativo é stato quello dei condomini intelligenti in provincia di Genova per diminuire i consumi e aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili.

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Storie di vita. Riccardo ci racconta la sua vita nella città dove tutto è possibile: New York City - di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism

Oggi intervisto Riccardo, italiano emigrato nella Grande Mela da molti anni dove si è inserito con successo nel mondo del Real Estate. Sentiamo cosa ci deve raccontare sulla città che non dorme mai.
Da quanto tempo vivi a New York? Hai sempre vissuto in Italia prima?

Vivo a NYC da più di 7 anni. Ho sempre vissuto in Italia prima del trasferimento.

Quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato?

New York e' una metropoli che può intimidire all'inizio. C'e' molta competizione. Le difficoltà iniziali per me sono state la lingua inglese, che andava perfezionata, e la comprensione delle dinamiche di interazione nel mondo immobiliare. Bisogna essere in grado di capire perfettamente le esigenze di clienti che provengono da diverse parti del mondo e saper offrire l'assistenza necessaria per ogni diversa situazione.

Il tuo lavoro è rimasto lo stesso anche dopo il trasferimento?

In Italia mi sono laureato alla Bocconi e poi ho lavorato per pochi mesi, durante una internship, come business analyst presso BG Group. Dopo questa esperienza mi sono subito trasferito a New York dove ho cominciato ad interessarmi al settore immobiliare. Quindi la mia esperienza, salvo la breve parentesi iniziale, e' totalmente legata alla Grande Mela.


Come vedi l'andamento immobiliare a New York e in generale negli Stati Uniti? Sembra che la situazione si stia risollevando più rapidamente che in Italia...

New York è in una fase positiva e di mercato in crescita da un paio d'anni almeno. Siamo tornati a ottimi livelli di volumi di vendite, passando da un alto livello di "magazzino" (proprietà in vendita) nel 2009 al minimo storico dei primi mesi del 2014. Anche i prezzi sono tornati ai valori precedenti la crisi 2008/2009.
La domanda è salubre e l'offerta non è vastissima quindi i prezzi tendono a salire.
Negli Stati Uniti la situazione è simile, dipende dai diversi mercati ma comunque generalmente in ripresa e con buone prospettive.

New York detiene ancora il primato di città che detta moda e tendenze come  qualche anno fa o è stata scavalcata da altre metropoli come Tokyo o Berlino?

Non saprei rispondere su Tokyo e Berlino perchè non le conosco bene. Ma posso dirti quello che vedo qui nella Grande Mela. Per me questa città ha una energia speciale, un dinamismo unico e
una varietà di talento grazie alle persone che vengono qui da tutte le parti del mondo con il sogno e la speranza di creare qualcosa di bello e diverso. Io dico sempre che la nostra Italia è il Paese più bello ma New York è la città più energetica e fantastica che ci sia.

Come definiresti il popolo newyorkese? Ha una propria identità o è un mix di culture che poco si amalgamano tra loro?

NYC è un vero e proprio melting pot. Ma è anche una città che insegna la stessa "lingua" a chi ci abita. Praticità e' forse la parola migliore per definire lo spirito newyorkese. Qui non si bada molto a chi è l'interlocutore, ma piuttosto alla sostanza della conversazione, a quanto si può costruire insieme. Questa positività è parte integrante della cultura americana, che tende a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Quando decidi di vivere qui, proclami automaticamente la tua volontà di essere aperto a diversi stimoli e diventare parte dell'energia della città. Newyorchesi si diventa, non si nasce.

Che consiglio daresti ai giovani che stanno pensando di partire per la Grande Mela per realizzare i propri sogni?

Sappiate che i vostri sforzi saranno ripagati. Perseverate nella vostra area d'interesse e le soddisfazioni arriveranno.


Immaginati tra dieci anni: ti vedi in Italia, a New York o in qualche altra parte del mondo?

Il lavoro di broker immobiliare e' legato al mercato geografico quindi sicuramente sarò fra New York e Miami. L'altra attività che ho recentemente cominciato a trattare offre invece investimenti in fasce di prezzo che non sono presenti a New York. Tra dieci anni mi vedo qui negli Stati Uniti, a fare il lavoro che amo e che con impegno e passione sono riuscito a realizzare.


di Giorgia Perbellini per Luxury&Tourism

Carlos Santana vende casa a Las Vegas -news.immobiliare.it

Carlos Santana non ha bisogno di presentazioni: uno dei più grandi musicisti viventi, è nell’olimpo dei migliori chitarristi del mondo e le sue performance dal vivo sono assolutamente memorabili. Grazie ai milioni di copie vendute, il buon Carlos può permettersi di effettuare investimenti immobiliari di un certo livello, anche se ogni tanto ci rimette qualcosa.
È notizia di questi giorni che l’artista americano (di origini messicane) avrebbe finalmente venduto la sua villa di Las Vegas, messa sul mercato quasi un anno fa, nel marzo scorso. Parliamo di una mega villa sita a Summerlin, zona vip sita nel nord est di Las Vegas, che era stata acquistata dall’artista nel 2010 per la modica cifra di 3,5 milioni di dollari. Rimessa in vendita tre anni dopo al prezzo di 3,75 milioni, è rimasta per parecchi mesi senza un compratore: da qui la scelta di contrarre il prezzo, prima a 3,5 (ad agosto) e poi fino a 2,855 milioni di dollari, cifra alla quale la trattativa si è chiusa.
Un bell’affare per il compratore, che si è assicurato una villa dallo stile moderno e sofisticato, grande quasi 700 metri quadri e realizzata nel 2009 badando non solo alla qualità costruttiva ma anche all’eleganza del risultato. Effettivamente, vedendo le immagini la prima impressione è quella di avere a che fare con un hotel, e non con una casa. Quattro camere da letto, sei bagni, una suite presidenziale con tanto di caminetto, una incredibile cantina per i vini, un teatro vero e proprio e una piscina esterna con vista sul panorama della città: non manca nulla per sentirsi delle vere e proprie celebrità.

Non che l’artista viva ora sotto un ponte: Santana, al momento, vive nella sua abitazione principale, sita a pochi metri dall’immobile appena venduto. La differenza la fa il prezzo, visto che casa sua vale più di sei milioni di dollari.
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giovedì 27 febbraio 2014

L'Italia nel 2013 è stato il Paese europeo che ha subìto il più alto calo di fatturato nell'immobiliare -casa24.ilsole24ore.com

I dati di chiusura di fine anno hanno mostrato una ripresa per il settore immobiliare italiano "commercial" (tutti i segmenti, residenziale escluso), mentre per l'abitativo c'è attesa di sapere dall'agenzia delle Entrate come si è chiuso il 2013 (a metà marzo verranno pubblicati i dati).
Certo è che la polarizzazione del meracto tra nord e sud d'Europa sta diventando giorno dopo giorno più evidente. Mentre in Germania e in Gran Bretagna spira forte il vento della ripresa immobiliare, gli altri grandi Paesi europei hanno chiuso il 2013 con il segno
negativo.
Secondo Scenari Immobiliari la Spagna, dopo una lunga depressione, chiude il 2013 con un -2,2 per cento (74,2 miliardi di euro il fatturato del settore nel 2013). E ancora registra vendite in calo per via della scarsa domanda. Tanto che il Paese ha deciso di dare il permesso di residenza ai cittadini esteri che comprano casa.

La Francia (-19,2% in sette anni il fatturato del settore) vede finire un 2013 ancora negativo, a -3 per cento. Nel Paese d'oltralpe il settore immobiliare ha registrato un fatturato pari a 135 miliardi di euro nel 2013. 
E l'Italia? Nella nostra Nazione la crisi ha tagliato il fatturato del mercato in sette anni del 21,5% e il 2013 si è chiuso con la peggiore performance tra i grandi Paesi continentali: -5,7% a quota 98,75 miliardi di euro. E il calo, più forte del previsto, si è verificato nel residenziale. Scenari Immobiliari nel rapporto dello scorso anno prevedeva un aumento dello 0,6% per il fatturato immobiliare in Italia fino a un valore di 115 miliardi di euro (114,5 miliardi di euro il fatturato nel 2012), ben lontano da quanto si è invece verificato.
Mentre non si può dire di essere usciti dalla crisi, anche se gli operatori sono più ottimisti di qualche mese fa. Tra gli indicatori positivi bisogna segnalare l'aumentata presenza degli investitori internazionali che, in Europa, hanno incrementato gli acquisti del 230% tra il 2013 e il 2010. «In Italia il mercato arriverà a 100 miliardi di euro nel 2014» conclude Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. Bisogna però notare che ad oggi la presenza degli investitori esteri è dovuta all'arrivo di molti fondi speculativi, americani in primis, che in Italia vogliono fare affari spuntando prezzi favorevoli ed elevati rendimenti.

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USA: investitori esteri sempre più a caccia di immobili commerciali -borsaitaliana.it

L'interesse degli investitori stranieri per immobili commerciali negli Stati Uniti e' aumentato nel 2013 con i flussi internazionale di capitale nel settore arrivati a nuovi massimi. Stando a uno studio della societa' di consulenza Jones Lang LaSalle, riportato dal Financial Times, l'anno scorso l'America si e' confermata prima destinazione per gli investimenti diretti in proprieta' commerciali da parte di stranieri, con un totale di 38,7 miliardi di dollari, il 44% in piu' rispetto al 2012. Tra gli investitori piu' attivi ci sono stati canadesi, cinesi e australiani, che hanno scommesso soprattutto su Manhattan, Los Angeles e Chicago, ma anche su mercati secondari come Houston, Dallas e Seattle. A fare gola e' il miglioramento dell'economia americana, che crea un contesto favorevole agli investimenti. Quasi la meta' di tutti gli investimenti sono stati destinati a palazzi per uffici, il 16% a complessi per appartamenti, il 15% al retail e la restante parte a hotel, proprieta' industriali e terreni.

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Nel centro città aumenta l'offerta di case in vendita -casa24.ilsole24ore.com

Case di lusso vendesi. È l'ultimo trend nel segmento residenziale di pregio delle maggiori città italiane. La difficoltà di affittare dimore di ampia metratura, i cui canoni di locazione facilmente superano 30.000/40.000 euro all'anno, unita all'inasprimento delle tasse - e all'elevato prezzo della manutenzione - spinge i proprietari a mettere sul mercato le seconde e terze case anche in città.
La famiglia di Marco F. possiede da generazioni molte case nella zona a San Vittore a Milano e sta iniziando a valutare una possibile vendita proprio perchè gli appartamenti sono da tempo sfitti.
«Fisiologicamente la tipologia di immobili di grande metratura nelle crisi del mercato è quella che soffre di più sotto il profilo dell'assorbimento – dice Daniele Mancini, amministratore delegato di Casa.it –. E anche se di recente gli affitti sono stati rivisti lievemente al ribasso, la domanda si è spostata su zone più decentrate e altre metrature». Per questo motivo l'offerta di case di lusso in affitto cresce sul mercato e dopo un certo lasso di tempo, se l'immobile è ancora sfitto, i proprietari provano a metterlo in vendita. «Sempre più spesso si passa dall'affittasi al vendesi nel segmento di livello alto» conclude. A pesare sono anche le tasse. Una novità della legge di stabilità per il 2014 riguarda proprio gli immobili sfitti. È infatti stabilito che il reddito degli immobili a uso abitativo non locati, situati nello stesso Comune dove si trova l'abitazione principale, concorrono alla formazione della base imponibile Irpef e delle relative addizionali nella misura del 50% (si veda l'altro articolo in pagina). 
Tra le zone interessate dall'aumento dell'offerta in vendita l'ufficio studi di Casa.it individua a Milano l'area Duse-Porta Venezia, dove l'offerta è aumentata del 5,3% negli ultimi 12 mesi. Qui i prezzi al metro quadro viaggiano tra 8mila e 13mila euro. «Milano è la città-termometro del mercato in Italia – spiega Enzo Albanese, amministratore unico di Sigest –. E vediamo che anche qui la fascia alta soffre». Tornando ai dati di Casa.it a Roma la zona Trevi-Barberini ha registrato un aumento dell'offerta del 6,3% (prezzi tra 8.700 e 12mila euro al mq). A Torino è salita del 5,6% in via Roma. La domanda rimane, invece, debole nei quartieri citati, intorno allo 0,6-0,8% con un massimo di crescita del 2% a Milano. I dati dimostrano che il tasso di sfitto cresce sempre di più. I valori non dovrebbero, invece, scendere nei prossimi anni. «Notiamo una certa stagnazione delle quotazioni in queste zone centrali» conclude Mancini.
Il ritorno della domanda estera speculativa che si registra in Italia per i settori "commercial", non si trova infatti nel residenziale. 

«Molti proprietari hanno vissuto l'incremento delle tasse come un attacco alla proprietà – spiega Vittorio De Caprio, a.d. di Santa Tecla immobiliare – e così decidono di vendere. È anche vero che negli ultimi due anni i canoni di locazione sono scesi anche grazie alla cedolare secca, consentendo al segmento di ritrovare un minimo di vivacità. Sul fronte prezzi, invece, quello che notiamo è che guardando i valori di chiusura dei contratti di vendita ci stiamo riallineando sulle quotazioni del 2000-2001, tenuto conto anche ovviamente dell'incremento Istat». 
«C'è una tendenza al disinvestimento anche in relazione alle difficoltà di locare gli immobili – spiega Luca Dondi, direttore generale di Nomisma –. Anche per quanto riguarda il lusso il 2013 è stato un anno difficile. Nonostante ci sia la volontà di provare la strada della vendita, dall'altra parte c'è una domanda ancora piuttosto scarsa». E lo dimostra il calo molto significativo che hanno registrato alcuni operatori in termini di fatturato in quel comparto. «Da un lato – commenta Dondi – aumenta l'offerta per fare fronte alle spese, dall'altra il mercato resta rarefatto, anche su Milano e Roma. La domanda di fascia alta pretende poi un prodotto che spesso non si trova». E il 2014 come sarà? «Il trend è di adeguamento dei prezzi rispetto alla disponibilità della domanda, e segmentazione di prezzo in funzione della qualità dell'offerta» conclude Dondi.

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Crollo mercato immobiliare: le ragioni di Confedilizia -casaemutui.net

Il mercato immobiliare è in crisi. Lo è da qualche anno, ossia da quando la crisi finanziaria è andata a coinvolgere l’economia reale. Dopo un crollo quasi vertificali, negli ultimi mesi pare si intraveda la luce in fondo al tunnel. La risalita sarà lenta e ardua, anche perché i primi segnali di ripresa sono in verità conseguenza di un fatto tutto sommato spiacevole: l’avvicinamento tra domanda e offerta per mezzo della svalutazione degli immobili. Siamo alla deflazione.
Molti si interrogano sulle cause, perché è a partire dalla consapevolezza di queste che sarà possibile mettere in campo le ricette giuste. Confedilizia ha le idee chiarie. La maggior parte delle colpe è dell’Imu e, più in generale, della pressione fiscale che grava sulla casa. Secondo l’istituto, l’aumento delle tasse dal 2011 al 2012 è stato del 23% e per il 2014 si prevedono ancora aumento, nonostante le rassicurazione del Governo Letta – ormai sostituito. Il fantasma della Tasi, verà novità di quest’anno, mette paura.
La crisi del mercato immobiliare si è fatta sentire ovunuque, ma soprattutto nel nord-est e nel nord-ovest, vero e proprio motore di tutto il comparto. Il calo delle compravendità è stato, in quelle zone, del 26%. In Sardegna è stato addirittura del 28%. Meno colpito il meridione, che da sempre soffre di alcuni problemi nella compravendita (anche quando si staziona in periodo di crescita) con un comunque alto 20%.

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mercoledì 26 febbraio 2014

Mutui casa: l'Imu pesa sulla crisi del mercato immobiliare -mutui.supermoney.eu

Trovare la casa dei propri sogni non è semplice, ma oggi grazie a internet e alle agenzie specializzate si possono vedere molti immobili interessanti tra cui scegliere. Una volta che abbiamo deciso quale fa per noi ecco che sapere come calcolare la rata del mutuo può essere importante per avere dei costi in linea con le nostre disponibilità economiche.
Ci sono tante possibilità per i consumatori, dalle offerte di Barclays a quelle diCariparma, l'importante è conoscere bene tutte le caratteristiche di questi prodotti in modo da fare una scelta consapevole. Oggi però sembra, come sottolineato dall'ultimo rapporto di Confedilizia, che pochi italiani si possano permettere una casa di proprietà e quindi un mutuo.
La motivazione principale è l'Imu e il suo costo che davvero per molte famiglie è quasi insostenibile. Il passaggio Ici-Imu è stato fatale per tanti, e questo si vede anche dal numero di case vendute nell'ultimo periodo che è crollato sensibilmente. Inoltre con la Tasi, la nuova tassa sulla casa, ci sarà un ulteriore calo di Pil del 25%. E non è tutto, infatti, negli ultimi due anni continuano ad aumentare le tasse sulla casa (è stato calcolato dal 9% al 23,7% tra 2011 a 2012, ndr) che gravano sulla patrimoniale per 355 miliardi in più.
Tornando poi al mercato immobiliare, secondo Confedilizia questo aumento delle tasse ha inciso molto sul settore, infatti negli ultimi due anni c'è stato un calo del 25,4-26%. Questa diminuzione riguarda l'Italia intera, ma si concentra soprattutto nelle zone di nord est, nord ovest e nel centro italia in cui si concentra oltre il 70% del mercato.
Scendendo nell'Italia meridionale e continentale che rappresentano invece il 20% delle vendite il calo è stato meno incisivo ma comunque importante, infatti si tratta del -22% delle compravendite. Nelle isole si è raggiunto il 28% di calo, che rappresenta il picco più alto: qui la motivazione principale è da far ricadere sulla crisi delle seconde case, che in questo ultimo periodo vive un momento davvero negativo.
Questa la situazione fotografata da Confedilizia per il momento, e non ci sono di certo dei numeri confortanti per i consumatori italiani né tanto meno per i professionisti dell'edilizia. La speranza è che con il cambio di Governo si riesca a fare di più per rilanciare tutto il settore.
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Nel n. 8 di GOLF PEOPLE si parla di Repubblica Dominicana








Pharrell Williams alza il prezzo della sua casa in vendita -news.immobiliare.it

Pharrell Williams è un tipo strano: nel 2013 è stato l’uomo dei record, in grado di sfornare hit mondiali (una per tutte, è sua la voce di “Get Lucky” dei Daft Punk) e di essere, al contempo, uno dei produttori più importanti ed influenti in circolazione. Negli ultimi anni, infatti, è diventato il punto di riferimento per decine di artisti pop (da Madonna a Britney Spears, da Justin Timberlake a Jay-Z) mentre il suo ultimo brano, “Happy”, scritto per il film “Cattivissimo me 2”, lo ha reso popolare anche tra i più piccoli.
Se tutto quello che tocca nel mondo della musica diventa oro, non possiamo dire la stessa cosa per quel che riguarda il mercato immobiliare. È dal novembre 2012 che Pharrell ha messo in vendita la sua super villa, ma fino ad oggi nessun compratore si è fatto avanti. Ma cosa fa per rendere più accattivante l’immobile? Alza il prezzo!
La casa in questione è un attico a Miami, sito al quarantesimo piano della Bristol Tower, nella zona di Brickell: un vero gioiello, acquistato nel 2007 per 12,5 milioni di dollari. La meravigliosa dimora è disposta su due livelli ed è dotata di cinque camere da letto, sette bagni, l’immancabile piscina e benefit di lusso come la sala cinema, la terrazza sul tetto e la cucina all’aperto. Nonostante il lusso – e l’arredamento cucito addosso all’artista – è da oltre un anno che Pharrell prova a vendere l’attico: il prezzo iniziale era di 16,8 milioni di dollari, via via calato di quasi sei milioni nel corso del tempo. L’ultimo ribasso risale allo scorso agosto, quando la cifra era richiesta era pari a 10,9 milioni di dollari.

Nonostante ciò, nessuna trattativa è andata in porto. Ma il rapper non si arrende, anzi: pensa bene di alzare di 99 mila dollari la cifra richiesta. Adesso, infatti, chi vorrà comprare l’immobile dovrà spendere la ragguardevole (e un po’ bizzarra) cifra di 10 milioni e 999 mila dollari.
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New York: ombre su Central Park per i nuovi grattacieli -a-realestate.it

Lunghe ombre si stendono su Central Park a New York, e gli ambientalisti gettano l'allarme: a loro avviso i nuovi grattacieli costruiti, in costruzione o autorizzati lungo il confine sud del parco mettono a rischio il microclima dell'unica "gemma verde" di Manhattan. "Sulla base di studi sull'ombra delle nuove costruzioni e' chiaro che i regolamenti esistenti non proteggono Central Park, né offrono una cornice prevedibile per guidare lo sviluppo immobiliare", ha denunciato la Municipal Art Society of New York: "Al contrario, la normativa esistente produce edifici che hanno colto il pubblico e gli stessi regolatori di sorpresa. Occorre rivedere i piani regolatori attorno ai nostri principali spazi aperti". Sono almeno undici le "maxi-torri" che minacciano l' ecosistema di Central Park, l'ultima in ordine di arrivo, quella che dovrebbe sorgere al posto della palazzina da cui ha da poco avuto lo sfratto la storica Libreria Rizzoli della 57.ma strada. Secondo la Municipal Art Society rischiano di finire sotto il loro cono d'orma popolari attrazioni come lo zoo (quello del cartone 'Madagascar') e il Carousel (la giostra su cui sono saliti almeno una volta tutti i bambini della Grande Mela), il laghetto e almeno due "playground", le aree giochi. Oltre 40 milioni di persone visitano Central Park ogni anno. Le super-torri, tre delle quali sono più alte dell'Empire State Building, stanno sorgendo a sud del parco tra la 56esima e la 58esima strada in quello che e' stato soprannominato "il corridoio dei miliardari" per il valore d'oro del cemento armato nella zona. "Sono edifici per monarchi stranieri, sceicchi e oligarchi, gente che si puo' permettere di pagare decine di milioni di dollari con una punta di 95 milioni per spazi che abiteranno magari una volta all'anno", ha protestato Linda B. Rosenthal, consigliere comunale dell'Upper West Side durante una affollata riunione di attivisti civici convocata alla New York Public Library. Era presente solo un costruttore: Gary Barnett, che sta completando un grattacielo di quasi 300 metri tra 57esima strada e la Settima Avenue e si prepara a porre le fondamenta di una super-torre di addirittura 457 metri un isolato piu' a ovest. Agli attivisti ha detto che "i timori sulle ombre sono esagerati, saranno al massimo 10 minuti al giorno per grattacielo, e senza alcuna conseguenza negativa su flora e fauna del parco", mentre i nuovi edifici genereranno proventi fiscali per le casse del comune, migliaia di posti di lavoro per la costruzione e mille impieghi permanenti nei negozi e gli hotel che avranno all'interno.

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Mercato immobiliare: Shhhhhh.. zzz…zzz…ronf…ronf -aiutomutuo.finanza.com

Nel quarto trimestre del 2013 il quadro del mercato immobiliare rimane debole, pur in presenza di alcuni segnali moderatamente positivi. Come riportano le 1406 agenzie immobiliari interrogate nel sondaggio congiunturale di bankitalia, sale al 65,8% la quota di operatori che dichiara di aver venduto almeno un immobile (dal 59,8% del trimestre precedente però influenzato da un’accentuata stagionalità tipica dei mesi estivi). In oltre due terzi dei casi si è trattato della vendita di abitazioni preesistenti. Le vendite hanno interessato, in prevalenza, immobili di metratura fino a 140 metri quadri (circa il 95%), abitabili o parzialmente da ristrutturare (65%), con classe energetica bassa (circa 62%).
Stabile al 46% la quota di agenzie che indica la difficoltà di reperire un mutuo come causa prevalente di cessazione del mandato. Negli ultimi tre mesi del 2013, poi, la percentuale di acquisti finanziati con un mutuo ipotecario è nuovamente cresciuta al 61%dal 57%, insieme con l’aumento del rapporto tra prestito e valore dell’immobile al 59,8% dal 57,9%.
Restano ancora improntati al ribasso i giudizi sull’andamento attuale e atteso delle quotazioni immobiliari: il divario fra prezzi di offerta e di domanda resta la principale causa di cessazione dei mandati a vendere segnale che i potenziali acquirenti optano per una stategia di ulteriore calo dei prezzi. Lo scenario “rimane nel complesso debole”, con attese al ribasso sulla dinamica dei prezzi. Circa il 60% degli operatori si aspetta che i canoni di affitto per il trimestre in corso si mantengano stabili. A dicembre, è aumentata al 70,5% (dal 68,2% di tre mesi prima) la quota di agenti immobiliari che segnala una discesa dei prezzi di vendita. Il risultato riflette principalmente le valutazioni riscontrate nelle aree urbane e metropolitane, in particolare del Centro.  E’ stabile intorno al 65% la quota di operatori che prevede un calo dei prezzi nei primi tre mesi del 2014 rispetto al trimestre precedente
Per le trattative, il margine medio di sconto dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore (pari al 16%) non si è discostato significativamente dal livello medio dei quattro trimestri precedenti mentre è notevolmente diminuita al 4,6% la percentuale di agenzie che testimoniano di aver dovuto effettuare sconti superiori al 30% per portare a buon fine la trattativa.
Le zone territoriali dove vengono effettuati maggior sconti risultano essere, come sempre, il Sud ed il Centro italia. Rispetto alla media nazionale del 4,6%, nel Sud, si riesce ad ottenere, rispetto all’importo inizialmente richiesto dal venditore, sconti superiori del 30% nel circa 10% dei casi.
Il tempo che intercorre tra l’affidamento del mandato e la vendita si conferma intorno ai 9 mesi contro i 7 mesi o meno che si registravano fino al 2010.
In sintesi, la situazione generale del mercato immobiliare risulta stabile nella dinamica sia nelle tempistiche che negli sconti sulle compravendite. Quello che certamente si intuisce è la strategia dell’astensione da parte dei compratori sintonizzati sulle stesse convinzioni e previsioni delle agenzie che hanno risposto al questionario. I potenziali acquirenti rimangono in attesa di un ulteriore calo dei prezzi di mercato e di un minor costo di approvvigionamento del credito. E’ l’unico “atteggiamento” che porterà all’allineamento dei prezzi di mercato al livello delle reali potenzialità degli acquirenti; un processo di assestamento alimentato dalla drastica diminuzione della domanda che non potrà che ridimensionare, ovviamente, il prezzo dell’offerta.
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