venerdì 16 agosto 2013

Cina: una fine ingloriosa per la 'villa sul tetto' Verra' demolito il 'giardino pensile' di Pechino (ANSA)

(ANSA) - PECHINO, 13 AGO - Le autorita' di Pechino hanno deciso di demolire una grottesca villa che un eccentrico ex-deputato si e' fatto costruire sul tetto di un palazzo di 26 piani alla periferia della metropoli. Il proprietario della mostruosita' architettonica, Zhang Biqing, ha ricevuto oggi l' ultimatum: se non lo demolira' lui, saranno gli operai del comune a farlo.    Zhang, un ex-deputato all' Assemblea Consultiva del Popolo - una delle due camere del Parlamento cinese - aveva acquistato nel 2007 l' attico. Poi, preso da una mania di grandezza, aveva fatto costruire al suo posto una vera e propria collina, con pietre, cespugli e addirittura piccoli alberi. Una visione pazzesca, nel centro del quartiere di Haidan, nel settore settentrionale della capitale. Una zona di universita', di ristoranti e di centri per lo sport e lo spettacolo, come lo stadio coperto di Wukesong.    In mezzo alla ''foresta'' costruita sul tetto del grattacielo sorge la villa, su due piani di circa 500 mq ciascuno, con ampie finestre che permettono di ammirare lo skyline di Pechino. Gli altri inquilini si erano spesso lamentati del rumore provocato dai lavori oltreche' delle pietre e della terra che cadevano dal tetto, ma Zhang aveva sempre respinto sdegnato le proteste. ''Devo ricevere gente importante, che viene da me e si vuole divertire'', avrebbe risposto ad uno degli inquilini che si lamentavano. La foto della ''rooftop villa'' e' stata pubblicata da alcuni giornali cinesi e ha scatenato una valanga di commenti ironici su Internet, spingendo le autorita' ad intervenire. Qualcuno l' ha paragonata ai ''giardini pensili di Babilonia''. Secondo il South China Morning Post, uno dei giornali che ha pubblicato le foto, le modificazioni illegali di edifici a Pechino sono ''migliaia''.    
cina_villa_tetto_2In Cina sono relativamente frequenti le stravaganze architettoniche dei ricchi. Un imprenditore della provincia del Jiangsu ha fatto costruire la sua fabbrica di prodotti tessili, non lontana da Shanghai, come una replica dell' edificio del Congresso degli Usa. Il ''re delle orchidee'' Yang Bin, ora in prigione per evasione fiscale, si era fatto costruire sui suoi terreni nel nord della Cina delle repliche dei mulini a vento che aveva ammirato in Olanda, il Paese nel quale aveva studiato prima di intraprendere la sua sfortunata carriera.    Alcuni commentatori hanno messo sotto accusa anche le star dell' architettura internazionale che hanno costruito in Cina edifici controversi: l' esempio piu' significativo si trova sempre a Pechino, dove l' olandese Rem Khoolas ha progettato il nuovo quartier generale della televisione di Stato, costituito da due enormi, tozzi grattacieli i cui tetti sono uniti da un massiccio corridoio. A causa della sua forma l' edificio, che domina il nuovo centro della capitale, il cosiddetto Central Business District, e' stato soprannominato ''la grande mutanda'' dai pechinesi.(ANSA).

Usa, fiducia costruttori edili sale ai massimi da 2005 - il Sole 24 Ore



La fiducia dei costruttori edili americani sale in agosto a 59, ai massimi dal 2005. Lo afferma la National Association of Home Builders. Il dato conferma la ripresa in atto del mercato immobiliare.

Cerchi casa negli Hamptons? La scegli in elicottero 
Se un elicottero sorvola ripetutamente gli Hamptons non c'è alcun motivo per preoccuparsi. È solo qualcuno che sta cercando casa. L'agente immobiliare Christopher Burnside infatti accompagna tutti i suoi clienti a fare shopping immobiliare dall'alto, per trovare un luogo dove "parcheggiare i loro milioni". "Solo dall'alto è possibile osservare bene le ville, il vicinato, i campi da tennis e le piscine", ha detto Burnside al New York Times. Ma in ultima analisi, ricorda l'agente, "questi viaggi sono sopratutto altro". Quando la corsa è finita, le persone "si fidano di te" e "hai la loro vita nelle tue mani", conclude Burnside che porta i clienti a bordo del suo elicottero Cessna a quattro posti.

Soprattutto perché gli acquirenti che guardano agli Hamptons - meta turistica super-blasonata a poche ore da New York - sono miliardari attirati dalle spiagge e dalle ville stupende. Nel periodo estivo infatti la località di Long Island, nello stato di New York, è invasa da broker di Wall Street e da illustri personalità politiche come l'ex segretario di Stato Hillary Clinton e suo marito, l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.

Mercato immobiliare: le opportunità vengono dall’estero - wakeupnews.eu



È un’occasione d’oro per tutti gli italiani che posseggono più di un immobile e che sono stanchi di pagare l’IMU senza ricavare guadagni da quello che anni fa era considerato un “investimento sicuro”: si tratta del mini boom degli stranieri che comprano casa in Italia.

Sembra paradossale ma grazie alla crisi si apre una nuova opportunità di rivalutare il patrimonio immobiliare italiano e rilanciare anche territori e località. È  grazie ai prezzi in calo che molti più stranieri di prima scelgono di coronare un sogno che magari coltivano da sempre: una casa in Italia. Secondo il portale Gate-Away.com la domanda di casa da comprare è cresciuta del 68% rispetto all’anno scorso, una crescita molto veloce e sorprendente viste tutte le altre stime in negativo del settore.
Gate-Away.com è l’unico portale italiano, nato nel 2007, ad aver fiutato questa occasione d’oro fornendo così un servizio che mancava al web italiano. Eppure il Bel Paese è ancora bello per molti e sono tantissimi i tedeschi, russi, francesi, statunitensi, belgi, svizzeri o norvegesi alla ricerca dicase in vendita in Italia. Le occasioni non mancano ed i turisti del mattone sembrano sapere dove andare: preferiscono i piccoli centri dell’entroterra, in cui i prezzi sono più bassi che al mare o nelle città più grandi. Oltre al vantaggio economico c’è anche quello personale: niente caos, niente stress e la possibilità di spostarsi facilmente tra mare, montagne e città d’arte, una caratteristica unica dell’Italia che offre in poco spazio realtà dalle mille sfaccettature.
Questo mini boom deve essere sfruttato a dovere sia dai privati che sono in possesso di case “appetibili” sia dalle stesse istituzioni che, vista la situazione di emergenza in cui versano le compravendite immobiliari, potrebbero agevolare gli stranieri interessati. Le lungaggini burocratiche sono molte in Italia e purtroppo scoraggiano chiunque ad investire, anche gli stessi italiani, e la tassazione elevata è un altro nodo da sciogliere per tornare a crescere: gli stranieri che comprano casa in Italia devono pagare la corrispondente IMU per la seconda casa. Servirebbe un incentivo che permetta a chi compra una seconda casa in Italia di evitare di vedersi caricato di eccessivi esborsi.
Mancano anche gli intermediari esperti in questo tipo di compravendite: troppo spesso in Italia l’agente immobiliare è un semplice “venditore di case”. Si tralascia così il ruolo di consulente per un investimento a lungo termine, qual è un immobile, che dovrebbe guidare il compratore straniero a una maggiore comprensione del contesto in cui si trova l’edificio scelto, il suo valore nel tempo, il valore della zona, la presenza o meno di altri compratori stranieri.
Insomma la domanda cresce velocemente, l’offerta di immobili invenduti è vasta: dobbiamo solo rimboccarci la maniche per sfruttare questa occasione che si è aperta in modo inaspettato in un periodo buio.

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mercoledì 14 agosto 2013

Toscana: Chiesa e Will & Kate fanno shopping immobiliare Ex carcere Capraia per diocesi e villa nel Senese per la coppia reale (ANSA)



(ANSA) - FIRENZE, 13 AGO - La Chiesa, ma anche William e Kate: l'estate sembra tempo di shopping immobiliare in Toscana, secondo quanto riporta oggi La Nazione in due distinti articoli. A Capraia, una delle perle dell'arcipelago toscano, la diocesi di Livorno sarebbe interessata ad una delle diramazioni della ex struttura carceraria che sull'isola è stata chiusa nel 1986, quella che sovrasta il suggestivo golfo della Mortola. Proprio oggi il vescovo di Livorno Simone Giusti sara' sull'isola ad accompagnare il cardinale Camillo Ruini che trascorrerà a Capraia qualche giorno. "Confermo che ne abbiamo parlato con il vescovo - dice all'ANSA il sindaco Gaetano Guarente - e che c'è un interesse della diocesi per eventualmente fare della ex struttura carceraria un centro culturale che possa ospitare giovani. Ruini? Non c'entra in questa ipotesi, ma magari può sostenere il progetto del vescovo". Il fascino della campagna senese avrebbe invece attratto la giovane coppia della casa reale britannica. Il principe William e la consorte sarebbero interessati alla tenuta della Selva a Monteroni d'Arbia. Non sarebbe la prima volta che gli occhi della famiglia Windsor si posano sulla tenuta, già nel mirino degli emissari reali nel 2011. Il quotidiano indica anche il valore della tenuta, circa 25 milioni di euro. William e Kate avrebbero anche valutato immobili sulle colline di Lucca, come Villa Orsetti, di proprietà del giornalista Alan Friedman, della quale si era anche parlato come tappa della loro luna di miele nel 2011 poi di fatto annullata per impegni di lavoro del principe.(ANSA).

Ripresa nel mercato immobiliare britannico, si teme una nuova bolla - rainews24

Il Royal Institution of Chartered Surveyors che effettua un periodico e autorevole monitoraggio del marcato immobiliare non ha dubbi: una crescita così non si vedeva dal 2006

In Gran Bretagna i prezzi delle case tornano a salire con un ritmo che è il più veloce degli ultimi sette anni, secondo il più recente report della RICS (Royal Institution of Chartered Surveyors), la più importante organizzazione britannica nel settore dell'intermediazione immobiliare.


Un segnale di ripresa dell'economia? Certo, perché il mercato immobiliare è uno dei fondamentali nelle economie liberali. Però è anche un sintomo controverso, perché la crisi economica e finanziaria che avvolge e stritola ancora buona parte dell'Occidente è partita proprio da lì, dal mattone.


I prezzi 
A Maggio si è registrata una crescita di 5 punti dell'indice di fiducia, a Giugno di 21 e a Luglio addirittura di 36 punti, con un incremento dei prezzi del settore che tocca il 4,6%. Un picco simile non si verificava dal Novembre del 2006. Per questa ragione - la velocità dell'incremento dei prezzi che non ha eguali fin dall'inizio dei rilevamenti, nel 1978 - c'è chi teme un'altra bolla immobiliare, innescata dalla nuovamente favorevole politica dei prestiti stimolata dal governo Cameron.


Lo stimolo pubblico alla proprietà immobiliare
Il ministro del Tesoro Osborne ha varato nello scorso Aprile un nuovo regolamento per la concessione di prestiti rivolti all'acquisto di beni immobili di nuova costruzione. Si può finanziare un valore che arriva al 20% dell'immobile in costruzione fino aun massimo di 600mila sterline. Una scelta che ha provocato - per quello che contano - le critiche del Fondo Monetario Internazionale. Certo è che i prestiti erogati dalla banche sono aumentati significativamente, con un aumento - a Giugno 2013 - del 30% annuo.


Un fenomeno non solo inglese
Peter Bolton King, direttore del RICS, ha dichiarato al quotidiano britannico The Guardian che la crescita dei prezzi e il rinnovato interesse per gli investimenti immobiliari non è un fenomeno soltanto britannico; segnali simili ci sarebbero in tutto il mondo. A Londra, però, l'incremento dei prezzi è più marcato, tanto che gli esperti del settore si attendono un incremento dell'indice mensile del 4% per i prossimi mesi.
RischiUna nuova bolla immobiliare è possibile, ma va ricordato che ai tempi d'oro delle speculazioni sui mutui immobiliari, sei-sette anni fa, si arrivava a finanziare addirittura il 120% del valore d'acquisto degli immobili - una scelta illogica e speculativa che non ha mancato di provocare danni forse irreparabili.
Un altro rischio connesso alle scelte di Cameron e Osborne è quello della speculazione cementizia, che fa prudere le mani e il portafogli ai palazzinari d'Oltremanica. Sarebbe un pessimo esempio per tutti gli europei, italiani compresi.

Ucraina/ Immobiliare in ripresa. E ora comprano gli ucraini A Kiev prezzi in costante rialzo - tmnews.it

Kiev, 13 ago. (TMNews) - Non é ancora tra le metropoli più care del mondo se si vuole comprare casa, ma Kiev è in costante rialzo. Ben lontana da Londra e Hong Kong che guidano senza rivali le classifiche dei prezzi al metro quadro. Però seguendo un po' la scia di Mosca, ormai da anni unica metropoli postsovietica a inserirsi stabilmente ai vertici dei ranking (oltre 45.000 dollari per un metro quadro sulla Moscova, poco meno rispetto ai più di 55.000 per uno sul Tamigi, secondo l'ultima classifica stilata da Forbes per gli immobili di lusso), la capitale dell'Ucraina sta risalendo dai piani bassi della classifica, dove era caduta con la bolla immobiliare dopo la crisi del 2008/2009. I prezzi del settore in questione avevano subito allora un pesante scivolone, d'altronde un po' come tutta l'economia, con il tonfo del 15% del pil, non ancora completamente recuperato. Ora qualcosa si muove, la ripresa sembra partita, e a comprare sono soprattutto gli ucraini, non più solo gli stranieri.

Per la Global Property Guide il prezzo medio al mq per Kiev si aggira oggi intorno ai 3.500 dollari, con ovviamente enormi differenze a seconda della zona e del tipo di immobile. Il mercato della capitale ucraina è ancora condizionato dai postumi del boom edilizio lanciato dalla Rivoluzione arancione del 2004, con la promessa di una definitiva svolta verso Occidente, e finito nel 2008: in quegli anni si è registrata un'impennata dei prezzi oltre il 300%, seguito poi dal raffreddamento dovuto alla crisi, tanto che i prezzi sono ancora sotto il picco raggiunto nel settembre 2008, quando erano arrivati alla media di 3.600 dollari al mq. 

martedì 13 agosto 2013

Casa: le misure allo studio, da Imu a mutui e affitti Service Tax a Comuni;sgravi-cedolare locazioni e ristrutturazioni (ANSA)

(ANSA) - ROMA, 13 AGO - Non solo Imu. Dovrebbero essere a tutto campo gli interventi che il governo sta mettendo a punto sul tema 'casa', all'interno di un piano complessivo, come aveva annunciato nei giorni scorsi lo stesso Enrico Letta, ''in favore delle famiglie'', in particolare per l'acquisto delle abitazioni, ma anche di sostegno all'edilizia, tra i settori che più hanno risentito della crisi. E il nuovo 'piano casa' dovrebbe passare per una nuova spinta all'erogazione di mutui e prestiti, ma anche attraverso misure per rilanciare il mercato degli affitti. Il punto più dolente rimane quello della tassazione sugli immobili, che va risolto per legge entro il 31 agosto: l'introduzione di una nuova service tax, tra le 9 proposte rese pubbliche dal ministero dell'Economia, rimane la soluzione più quotata (sparirebbe, così, la stessa parola 'Imu' e si darebbe più margine di manovra ai Comuni) ma la 'palla' è tutta in mano alla politica. E la questione potrebbe essere affrontata - non prima di Ferragosto - in una nuova 'cabina di regia', ma potrebbe anche arrivare direttamente sul tavolo del primo Consiglio dei ministri dopo la (mini) pausa estiva, per essere poi declinata in un provvedimento nell'ultima riunione utile, già fissata per il 28 agosto.

Ecco in sintesi le misure-casa al vaglio dell'esecutivo:

- IMU: le 'bandiere' dei partiti restano piantate dove erano all'inizio del dibattito. Abolizione tour court sulla prima casa (circa 4 miliardi) da un lato e rimodulazione con attenzione alle fasce più deboli dall'altra. Al momento l'unica certezza sembra la cancellazione della rata di settembre (2,4 miliardi), come ha affermato anche oggi il sottosegretario all'Economia Piepaolo Baretta. Contestualmente, probabilmente in un unico decreto, dovrebbe arrivare anche la riforma per il 2014. La soluzione 'promossa' dal Mef per efficienza-equità (e anche costo) sarebbe poi quella di ''derubricare'' la questione a un problema di finanza locale, consentendo ai Comuni di introdurre una nuova service tax sui servizi 'indivisibili' (sicurezza, illuminazione, manutenzione strade, per esempio), che potrebbe assorbire anche la Tares, dando alle amministrazioni anche il margine per azzerare del tutto l'aliquota sulla prima casa (oggi lo scostamento, sia verso l'alto che verso il basso, può essere al massimo dello 0,2% dell'aliquota base). Il governo si impegnerebbe a sostenere i Comuni con 2 miliardi di risorse aggiuntive. Nel documento di Via XX Settembre la misura sarebbe accompagnata anche dalla deducibilità della tassa sui 'capannoni' (indicata anche nella legge che ha sospeso la prima rata; il 50% comporterebbe un onere di circa 850 milioni a regime) e dal ritorno dell'Irpef per gli immobili sfitti.

- 'PIANO CASA': accanto alla revisione della tassazione, il governo sta pensando a un pacchetto (che potrebbe anch'esso vedere la luce entro fine agosto) di sostegno al mercato immobiliare. In prima linea Cassa Depositi e Prestiti, che dovrebbe fare da garanzia a obbligazioni emesse dalle banche (si parla di 5 miliardi) per 'dare' maggiore liquidità agli istituti di credito e favorire così l'erogazione di mutui-casa. Intervento, si fa notare in via XX Settembre, che va calibrato con attenzione, per non 'abusare' della Cassa. Ma sono al vaglio anche meccanismi più semplici per l'accesso al fondo per le giovani coppie (e le famiglie con redditi precari) e sgravi per gli affitti (costo stimato mezzo miliardo circa), con il ritorno della deduzione Irpef al 15% e una semplificazione della cedolare secca, che potrebbe anche essere applicata solo al 70% dell'imponibile.



- SPINTA A EDILIZIA: il governo ha intanto appena approvato, con il decreto 'Fare', un pacchetto di misure di semplificazione per le ristrutturazioni edilizie (tra l'altro basterà la Scia modificare la sagoma degli edifici, fatte salve aree dei centri storici da tutelare individuate dai Comuni), che si aggiungono agli 'ecobonus'. In arrivo a settembre anche il decreto 'Fare' bis, con nuove semplificazioni e liberalizzazioni, interventi per favorire il credito e abbassare il costo dell'energia.(ANSA).

Come vendere casa nonostante la crisi immobiliare - lavikaweb.it

Alcuni consigli utili degli esperti nel settore, su come vendere il proprio immobile senza ribassi nonostante la crisi del settore

Vendere casa non è un’impresa impossibile se si procede con intelligenza, sfruttando al meglio le potenzialità dell’immobile da vendere e seguendo un buon piano mirato al conseguimento del proprio obiettivo, cioè vendere e vendere bene. Nonostante la forte crisi del settore è infatti possibile riuscire a concludere una vendita soddisfacente per entrambe le parti, a prescindere dall’oggettiva difficoltà di ottenere mutui, cosa che penalizza gravemente i possibili acquirenti. Le tempistiche di vendita, inoltre, potrebbero essere anche discretamente lunghe. Ecco quindi qualche piccola accortezza da mettere in pratica per poter vendere casa senza puntare al ribasso, ma semplicemente rendendo la casa appetibile agli interessati.
Per far conoscere il nostro intento di vendita ci vuole un annuncio ben strutturato nel quale si deve descrivere al meglio l’oggetto della vendita. Inutile dire che grammatica e ortografia devono essere in Italiano perfetto, scevro da errori o giri di parole che renderebbero poco chiaro il messaggio. La casa va descritta esaltandone le caratteristiche migliori e che magari possano anche suggerire emozioni al potenziale acquirente. Per intenderci, se questo mostra interesse per il giardino, prima della visita provvediamo a farlo ben potare e descriviamolo in maniera ampia e dettagliata. Le parole vanno accompagnate da un’immagine chiara e con colori vividi. Vendere in estate ha i suoi vantaggi, soprattutto se si tratta di un immobile sul mare o con un bel giardino fiorito. Bisogna avere cura di rimetterlo in ordine se è stato un po’ trascurato nell’ultimo periodo, così come vale sempre la pena fare qualche spesa di ristrutturazione. D’estate le luci sono più forti quindi attenzione al colore dei muri, devono essere impeccabili, no alle macchie, crepe e men che meno alle ragnatele. Pulizia e ordine minimale, meno cose ci sono in giro più sarà facile per l’acquirente che dovesse venire a visitare la casa immedesimarsi in un suo possibile spazio. Evitare assolutamente di accogliere l’acquirente nelle ore più calde a meno che non si possieda un buon impianto di aria condizionata e ugualmente vietati sono gli odori sgradevoli di animali domestici.
Per l’aspetto prettamente economico invece, bisogna pensare a una spesa che può arrivare anche a 500 euro per avere una valutazione autorevole della casa da vendere, curata da un bravo professionista, la qual cosa aiuterà notevolmente durante la vendita. Non valutare la propria abitazione con i sentimenti che ci legano ad essa, all’acquirente non suscita altro che l’idea di una nuova casa da acquistare spendendo il meno possibile. Infine va considerato il mercato immobiliare in una proiezione di circa sei mesi per poter stabilire un prezzo congruo e senza sembrare troppo frettolosi nel voler concludere la vendita, prepariamo tutta la documentazione inerente alla casa, stando attenti alle voci come le spese condominiali che possono spaventare l’acquirente se elevate. Per ricevere ulteriori consigli per vendere al meglio la vostra casa, si consiglia la lettura del seguente articolo. In ogni caso, sappiate che equilibrio e buon senso portano sempre al risultato sperato.

Equitalia, niente pignoramento per “beni essenziali” e veicoli utilizzati dall’impresa - blizquotidiano.it

ROMA – Il parlamento aggiunge paletti a Equitaliaallargando lo stop alle espropriazioni non solo all’unica casa di proprietà quando non è di lusso, ma anche ad altri immobili se il debito con l’agente della riscossione non supera i 120mila euro. Oltre i beni immobili, a non essere pignorati saranno i cosiddetti “beni essenziali” che ora, sta scritto nel decreto del Fare appena approvato, dovranno essere individuati dal ministro dell’Economia insieme ad agenzia delle Entrate e Istat attraverso la formula statistica del “paniere di beni”.
Le camere hanno anche approvato l’eliminazione delle ganasce se il contribuente dimostra entro 30 giorni dal preavviso che l’auto o gli altri veicoli a motore sono strumentali all’attività d’impresa o professionale.
Prima di procedere al fermo  amministrativo, Equitalia o gli altri concessionari invieranno al debitore una comunicazione preventiva. L’avviso specificherà che se il diretto interessato non pagherà entro 30 giorni (tempi quindi più lunghi, rispetto ai 20 del prima delle modifiche), scatterà il fermo.
Il contribuente potrà però bloccarlo recandosi  presso gli sportelli di Equitalia e dimostrare che il bene è strumentale alla sua attività professionale.

"Mercato immobiliare fermo, non bastano gli incentivi". Per 'Lavoce' serve una riduzione dei prezzi di Mario Grechi - Il Ghirlandaio

(Il Ghirlandaio) Roma, 12 ago. Il mercato immobiliare è ancora fermo e per rilanciarlo è necessaria una riduzione dei prezzi, perchè non bastano gli incentivi fiscali. È l'analisi del sito di approfondimento Lavoce.info su 'Come dissinnescare la bolla immobiliare'. Infatti, gli indicatori "sul settore dell'edilizia abitativa (il numero delle compravendite, dei mutui ipotecari, dei permessi di costruzione) sono tutti ancora abbondantemente al di sotto dei livelli raggiunti ante-crisi ed è difficile fare previsioni su quando il mercato si rimetterà in moto. Le proposte sono diverse, ma per ridare vigore al mercato della casa è indispensabile una riduzione dei valori immobiliari".  
L'Abi e l'Ance, afferma l'economista Raffaele Lungarella, "hanno avanzato alcune proposte di carattere fiscale. Si chiede di attenuare gli effetti dell'Imu sul mercato della locazione e l'esenzione dall'imposta, per cinque anni, a favore dei proprietari che acquistano una casa dalle imprese di costruzione; la prosecuzione degli incentivi per elevare gli standard di efficienza energetica degli edifici e per la riqualificazione delle città; la riduzione delle imposte sul trasferimento degli immobili per favorire la mobilità della popolazione e altre agevolazioni fiscali per la manutenzione e ristrutturazione degli immobili".
"Tutte proposte - sostiene lo studioso - connotate dalla comune rivendicazione di un intervento dello Stato, il cui bilancio dovrebbe sopportare un onere finanziario non quantificato, ma sicuramente ingente". Il documento Abi-Ance, però, "non fa alcun cenno agli ostacoli al rilancio del settore che operano dal lato dell'offerta. E tuttavia, le condizioni dell'offerta hanno avuto una responsabilità non secondaria nell'originare la crisi, ed è principalmente su di esse che occorre intervenire per uscire dalla crisi".
C'è uno scarto rilevante, spiega Lavoce.info, "tra i prezzi delle case e la situazione economico-finanziaria delle famiglie, che ha indebolito la domanda. Su questo divario si sono innestati altri fattori aggravanti, primo fra tutti le difficoltà incontrate dalle famiglie nel finanziare gli acquisti di abitazioni a causa del credit crunch". Facilitare l'accesso al credito di famiglie e investitori "è di grande importanza, ma l'elemento fondamentale da cui partire per ridare fiato al settore immobiliare è riequilibrare il rapporto tra prezzo delle abitazioni e reddito delle famiglie". In altri paesi, infatti, "il livello di quel rapporto è stato abbassato dallo scoppio della bolla immobiliare e dal conseguente crollo dei prezzi delle abitazioni".
Negli ultimi tre anni, secondo l'Istat, i prezzi delle case hanno avuto "una flessione sensibile per le abitazioni esistenti, ma non per quelle nuove. Che sia necessaria una riduzione dei prezzi delle abitazioni è riconosciuto anche in un documento del centro studi confindustriale, dal titolo 'I prezzi delle case in Italia sono ancora alti'. E che il rilancio del mercato della casa passi per da qui è implicitamente ammesso anche dall'Abi, quando propone la conversione degli immobili invenduti in immobili di edilizia sociale, con conseguente 'forte riposizionamento del loro valore di riferimento' e con 'evidenti impatti negativi sia per le imprese di costruzione che per la banca che ha finanziato l'iniziativa'".
L'Abi, evidenzia l'economista, ritiene che l'operazione "dovrebbe essere parte di un piano casa che preveda anche un intervento del sistema integrato dei fondi avviato da Cdp Investimenti Sgr". Se però "ci fosse la disponibilità degli imprenditori proprietari degli alloggi ad abbassare i prezzi, non sarebbe necessario aspettare un futuribile nuovo piano casa. L'operazione può essere avviata subito: in sostanza, si tratta di allineare i prezzi dell'edilizia di mercato ai più bassi valori dell'edilizia
convenzionata. A parità di caratteristiche costruttive e di localizzazione, la differenza di prezzo tra le due tipologie di alloggi è data principalmente dal diverso valore attribuito all'area edificabile".
"Se - conclude l'analisi del sito di approfondimento economico - come sostengono Confindustria e Abi, la ripresa del mercato della casa necessita di una caduta dei prezzi, è interesse di tutti i soggetti coinvolti non aspettare che la bolla esploda, bensì innescare una deflazione controllata".

lunedì 12 agosto 2013

Spagna: compravendite case tornano a calare A giugno -5,5% a giugno rispetto allo stesso mese del 2012 (ANSA)


(ANSA) – MADRID, 12 AGO – Dopo una ripresa nel primo trimestre dell'anno, il mercato della compravendita di alloggi in Spagna è tornato nel secondo quarto dell'anno a calare, con una caduta a giugno del 5,5% rispetto allo stesso mese del 2012, con complessive 23.966 transazioni. Tuttavia, secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto nazionale di statistica, i primi sei mesi dell'anno si chiudono in positivo, con un aumento del 5,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie all'aumento delle compravendite precedente alla fine delle detrazioni sulla prima casa e all'aumento dell'Iva dal 4% al 10% sull'acquisto di alloggi nuovi. Del totale delle compravendite, l'83,9% a giugno ha riguardato case di nuova edificazione in città, con un aumento dell'1,7% su base annua, e dell'8,4% degli alloggi di seconda mano.(ANSA).

domenica 11 agosto 2013

Francia: Corsica, 'vendere case solo a residenti' (ANSA)



(ANSA) - PARIGI, 8 AGO - Limitare l'acquisto dei terreni e delle case in Corsica ai soli corsi e a quanti risiedono nell'isola da almeno cinque anni: la proposta shock e' comparsa stamane sul quotidiano locale Corse-Matin, avanzata da Paul Giacobbi, il presidente dell'organo esecutivo di Corsica (che e' una regione a statuto speciale). ''Se si potra' continuare a comprare un terreno in Corsica come si fa con una barretta di cioccolato al supermercato sara' una catastrofe. Lo scorso maggio l'Assemblea Corsa ha votato una legge controversa che ha fatto della lingua regionale la seconda lingua ufficiale dell'isola, dopo il francese. E cosi' in Corsica si torna a respirare aria di secessione. L'idea di limitare la proprieta' immobiliare ai corsi e' del radicale Paul Giacobbi, presidente dell'organo esecutivo di Corsica: "Se si potra' continuare a comprare un terreno in Corsica come si fa con una barretta di cioccolato al supermercato sara' una catastrofe. Bisogna limitare l'accesso alla proprieta' immobiliare ai residenti'', ha detto Giacobbi in un'intervista al quotidiano Corse-Matin. Secondo lui riservare l'accesso alla proprieta' ai soli residenti e' ormai una ''misura indispensabile'' per combattere la speculazione edilizia nell'isola, anche se la misura ''pone un problema di diritto europeo''. Quello dell'immobiliare e' un tema delicato sull'isola francese. I terreni edificabili sono sempre piu' rari, il prezzo al metro quadrato sale alle stelle e gli abitanti dell'isola restano tagliati fuori, non potendoselo permettere. La proposta di Giacobbi, a giudizio del quotidiano Le Figaro, non arriva pero' ora per puro caso. Essa segue infatti a ruota un'altra iniziativa controversa che e' stata votata lo scorso 17 maggio dall'Assemblea Corsa, che ha fatto della lingua corsa la seconda lingua ufficiale dell'isola, accanto al francese. Un'iniziativa condannata dal ministro dell'Interno, Manuel Valls: "il francese e' la sola lingua ufficiale", ha detto il ministro in un viaggio a Bastia nel mese di giugno. Il clima nell'isola e' teso. Un'ondata di omicidi ha insanguinato la Corsica dall'inizio dell'anno, 11 contro i 19 in tutto il 2012. All'epoca il ministro era stato costretto a fare la voce grossa dopo l'ultimo e inatteso guanto di sfida degli indipendentisti: in un comunicato il Fronte di liberazione nazionale corso si era detto ''pronto a riprendere le armi'' se la Francia non riconoscera' i diritti dell'isola. E la terra, cosi' come la lingua, e' sempre stata al centro delle rivendicazioni di indipendenza. Si ricorda che l'estate scorsa lo stesso Fnlc aveva fatto saltare in aria alcune case private nel giro di una notte, proprio per puntare il dito contro la speculazione edilizia. "Questa operazione - avevano scritto gli indipendentisti all'epoca - si incardina nella lotta per la difesa della nostra terra. Il nostro popolo continua a essere spogliato del bene piu' prezioso".

Usa: è 'battaglia' di offerte per l'Empire State Building (ANSA)



(ANSA) - NEW YORK, 10 AGO - E' 'guerra' per mettere le mani sul gioiello di New York. Thor Equitiy, il colosso dell'immobiliare della Grande Mela, avanza la sua seconda offerta per l'Empire State Building: l'ammontare non e' noto ma e' sicuramente superiore ai 2,1 miliardi di dollari in contanti messi sul piatto dalla stessa Thor in giugno. E Thor non e' l'unica a corteggiare l'edificio simbolo di New York: sul tavolo della famiglia Malkin, che controlla l'Empire State Building, ci sono altre due offerte. La corsa all'acquisto del grattacielo storico e' iniziata da quando la famiglia Malkin ha ottenuto il via libera alla creazione di un fondo immobiliare, nel quale far confluire diverse proprieta', da quotare in Borsa. L'obiettivo di Malkin e' quello di raccogliere 1 miliardo di dollari con lo sbarco a Wall Street, in quella che sarebbe la maggiore ipo immobiliare da anni. Le offerte d'acquisto giunte sono tutte piu' elevate dell'obiettivo di raccolta per l'Empire State Building, il cui valore e' stimato in 2,5 miliardi di dollari incluso il debito. La famiglia Malkin ha piu' volte assicurato che intende valutare tutte le proposte. Un'eventuale vendita dell'Empire State Building dovrebbe comunque ottenere il via libera anche del fondo di Leona Helmsley, l'ereditiera alberghiera e una delle maggiori stakeholder del grattacielo. E a dimostrazione della volonta' di metter le mani sull'edificio, Thor ha presentato un'offerta anche per rilevare il 63,8% che l'Helmsley Estate ha nell'Empire State Building Company, che ha in sub-affitto il grattacielo fino al 2076. L'autorizzazione a una vendita dovrebbe arrivare anche dagli altri azionisti del gruppo immobiliare. Ed e' proprio su questi che e' puntata l'attenzione, dopo che nell'ultimo anno hanno dato battaglia alla famiglia Malkin, ritenendo l'ipo non appropriata. Sono stati mesi di duro scontro, con molti azionisti scettici a rinunciare al loro 'pezzo' di storia e convinti che solo la famiglia Malkin trarrebbe benefici dalla quotazione del gruppo. Altri invece si erano schierati a favore dell'ipo, con la quale sarebbe stata eliminata l'esistente struttura di comando bizantina. Il rischio e' che una vendita possa riaprire la spaccatura, complicando il processo anche della quotazione.(ANSA).

Cina, la Parigi di cartapesta dove nessuno vuole vivere di Ilaria Maria Sala - lastampa.it



Vicino a Hangzhou, una storica città della Cina meridionale, famosa per il suo Lago Occidentale (Xihu) che ha ispirato nei secoli poeti e pittori, il pregiatissimo tè dal villaggio Pozzo di Drago (Longjing) e la manifattura della seta, è stata costruita un’assurda, surrealista replica di Parigi. Naturalmente, con tanto di Tour Eiffel (alta 108 metri, contro i 324 dell’originale) e imponenti palazzi chiari dal tetto grigio, che si affacciano lungo ampi viali fotocopiati su quelli costruiti dal Barone Haussmann nell’800, durante il Secondo Impero. Ma questa replica è una città periferica, pensata per ospitare diecimila persone, che invece giace, come molti altri arditi cloni di cui la Cina è prodiga, quasi deserta.  

Il progetto è del gruppo Zhejiang Guangsha Co Ltd, una società immobiliare di rilievo, quotata in Borsa (ma che ha perso più del 18% nell’ultimo anno) e specializzata nella costruzione di ville, palazzi e intere città-satellite delle metropoli cinesi. Zhejiang Guangsha non è l’unico immobiliarista che si ispira, quando non copia, modelli architettonici o urbanistici. Come lui, ce ne sono molti altri. C’è chi ha costruito una replica della Casa Bianca nel bel mezzo della regione dell’Anhui, una delle meno abbienti del Paese (ma l’idea è piaciuta tanto che le Case Bianche, in Cina, non si contano), o chi ha deciso di replicare, mattone per mattone, Hallstatt, un villaggio scenico dell’Austria che si specchia su un lago alpino e che, per il suo passato preistorico e le miniere di sale, è annoverato fra i luoghi Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Hallstatt è stata clonata dalla Minmetals Land Ltd, il braccio per la promozione immobiliare della China Minmetals Corp, il principale gruppo di metalli cinese che, come ogni gruppo industriale cinese, si occupa anche di immobiliare.  

Fuori Shanghai c’è Thames Town, costruita come le città mercantili inglesi, approvata e fatta costruire dalla municipalità di Shanghai: anch’essa semi deserta, popolata soprattutto di novelli sposi che vanno, in abito di nozze, a fare le foto da mettere nell’album matrimoniale. Sembra un assurdo, uno spreco, ma il business vero qui è già avvenuto, ed era l’edificazione stessa. Perché il settore immobiliare conta e ha contato in modo cruciale nella strabiliante crescita economica cinese degli ultimi trent’anni: un settore spesso imbizzarrito, che vede città come Pechino o Shanghai costare già ora molto più che non New York o Londra – o la stessa Parigi. Malgrado gli sforzi, spesso invero poco sentiti, che il governo centrale annuncia di voler fare per calmare la bolla speculativa, i prezzi non fanno altro che salire, e il luogo migliore per mettere i propri soldi in Cina, malgrado i rischi, resta ancora oggi proprio il mattone (per gli stranieri, no, dal momento che hanno diritto ad acquistare un unico immobile e solo se risiedono nel Paese da più di un anno). 

Ma per i promotori immobiliari l’investimento è relativamente basso, dato che la manodopera costa poco, i terreni possono essere ottenuti a prezzi di favore grazie ad autorità locali compiacenti che, con le buone o con le cattive, scacciano i contadini che li occupavano, e i materiali non hanno bisogno di essere di pregio, basta che il risultato finale dia un buon colpo d’occhio.  
Così, grazie a questa connivenza fra re del mattone e autorità locali, il Pil cresce rapido anche nelle piccole località, aiutando i quadri di partito locali a vedersi aumentati gli stipendi e accedere alle promozioni, che sono calcolate tutt’ora proprio sulla base della crescita del Pil locale.  

Non si sarà prodotta ricchezza vera, sostenibile o duratura, ma spesso i nuovi ricchi sono realmente attratti da questi simboli occidentali (Tour Eiffel, Casa Bianca, villaggi austriaci e via dicendo). Guardandoli, è difficile capire che cosa esprimano: copie mal concepite che oscillano fra Disneyland e una anti-utopia in cui tempo e spazio si siano schiacciati in un unico Paese, mescolando finte piazze rinascimentali a villone californiane, in un unico tripudio di quanto è «estero», quindi raffinato e moderno, anche quando imita l’antico.  
L’immobiliare impazzito, poi, si auto fagocita, e ormai copia anche se stesso, con infinite repliche di finte strade delle dinastie Ming e Qing, che sono ormai state erette ovunque per ospitare i negozi per turisti – spesso, proprio lì dove sono state abbattute vere antichità, che stonavano con la visione fantasiosa che avevano i promotori immobiliari e i pianificatori urbani. 

Non conta l’autentico, e nemmeno quello che è utile, in una Cina che ha corso così forte verso la crescita economica da essersi lasciata indietro tutto il resto – a parte questa strana fantasia di avere una Tour Eiffel appena fuori Hangzhou. 

Crisi del mattone e affari possibili. Ecco, per chi può, dove conviene comprare nel Mondo! - befan.it




Se si pensa che la crisi economica abbia soltanto aspetti negativi, in alcuni casi ci si sbaglia di grosso: non sempre, infatti, per i grandi speculatori finanziari o gli immobiliaristi questa situazione è foriera di negatività, ma anche coloro che  hanno una piccola somma di denaro conservata potranno ovviamente effettuare  investimenti nel “mattone”, ed acquistare la casa dei propri sogni ad un costo molto più basso rispetto ai prezzi che comunemente esisterebbero durante un periodo di prosperità economica.
Si potrebbe quindi affermare che la crisi economica non distrugge soltanto le persone: il settore immobiliare purtroppo sta crollando, e con esso anche i prezzi degli immobili, sopratutto di quelli più lussuosi, con, spesso, i proprietari che decidono di abbassare vertiginosamente i prezzi o di uscire dal mercato immobiliare, lasciando spazio soltanto a coloro che hanno veramente necessità di vendere.
Esistono comunque posti specifici dove si possono acquistare le case ad un prezzo molto più basso, come se queste fossero soggette ai saldi di fine stagione?
La risposta a questo quesito, che potrebbe insinuarsi nella mente degli investitori è naturalmente affermativa: la crisi che sta imperversando in Europa, e non solo  ha messo in ginocchio il settore immobiliare di molti Paesi, in cui, attualmente, l’acquisto di residenze un tempo inaccessibili ai più, attualmente potrebbe divenire possibile con un esborso assolutamente limitato .
Occasioni di investimento che sembrano attraversare globalmente il Pianeta, interessando, talvolta per ragioni diverse, Nazioni di ogni continente. Ad esempio, inutile sottolinearlo, possibilità di investimento ad Atene, in Grecia, dove i piccoli appartamenti situati in zone periferiche vengono a costare intorno ai dieci mila euro o sempre rimanendo in Europa, per chi voglia godersi una pensione dorata grazie ad un clima da favola, opportunità  nelle Isole Canarie nelle quali, si può acquistare un bilocale sui 50-60 mila euro, dopo una contrazione del settore immobiliare di un buon 30-40%.. Situazione analoga è paradossalmente rappresentata dalla città di Detroit, dove lussuose ville vengono svendute a prezzo di saldo, e questo poiché i proprietari delle ville sono disposti a tutto pur di vendere.
Una seconda fascia, dove le case o appartamenti hanno un costo che comunque non raggiunge i cinquanta mila euro la si trova innanzitutto in Brasile, ed in particolare nella città di Iracema, nei pressi di Fortaleza, dove sarà possibile divenire proprietario di graziosi appartamenti  nei pressi delle spiagge per poche decina di migliaia di euro, o  Las Terrenasridente località della Repubblica Dominicana, a solo un’ora  dalla capitale dove è possibile entrare in possesso di una villa meravigliosa a prezzi interessantissimi. Voglia di Oriente? Anche in questo caso non mancano gli spazi, come ad esempio in Cambogia, dove con somme esigue si può incarnare il sogno coloniale con una delle poche ville francesi rimaste.


Se invece si preferisce acquistare ad un certo prezzo per poi rivendere ottenendo un elevato profitto, allora bisogna puntare ad acquistare una casa di lusso ad Hong Kong: le case possono costare moltissimo, per la precisione un attico di 200 mq in una zona residenziale può valere non meno di  cinque milioni di euro, ma grazie al rialzo del mercato immobiliare (cresciuto nell’ultimo anno di quasi il 25%), rivendendo la casa dopo un anno si potrà ottenere un ricavo di sei milioni di euro, guadagnandone uno secco.
Si tratta quindi di scegliere il tipo d’investimento in base alle proprie esigenze, poiché coloro che hanno risparmi potranno ottenere ottimi profitti investendo in un mercato immobiliare ricco di opportunità come non mai..

central man yiu street Crisi del mattone e affari possibili. Ecco, per chi può, dove conviene comprare nel Mondo!
( Una panoramica di una carissima Hong Kong. Per appartamenti in zone lussuose, somme a 6 zeri)

Cina, l’economia rallenta. Lo spettro della “grande frenata” che spaventa il mondo - tempi.it



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Sul futuro della Cina ci sono molte incertezze di giudizio, gli osservatori si dividono tra coloro che vedono la fine di un’epoca – o almeno un brusco rallentamento – e chi, al contrario, profetizza un futuro ancor più radioso per la repubblica asiatica. Secondo gli ultimi dati, il Pil del Dragone ha registrato un rallentamento, attestandosi intorno a una crescita del 7,5 per cento: cifra da far invidia a tutto l’Occidente, ma ben lontana dai numeri a cui la Cina ha abituato il globo. Infatti nell’ultimo ventennio la crescita è sempre rimasta sopra il 10 per cento ogni anno. Al dato macroscopico del prodotto interno si aggiunga inoltre quello più dettagliato dell’indice manifatturiero, calato per il terzo mese consecutivo.

IL PROBLEMA DEBITO. La vera preoccupazione arriva però dalla gestione dei conti pubblici e più in particolare dal debito delle amministrazioni locali. Infatti l’equivalente cinese della nostra Corte dei conti sta effettuando una serie di controlli nelle istituzioni distribuite nel territorio. Nel 2010 il debito totale ammontava a 10.700 miliardi di yuan e le stime indicano un debito attuale di tutte le amministrazioni locali pari a circa 12 mila yuan. Significativa la decisione presa lo scorso 24 luglio dal governo di bloccare per i prossimi cinque anni la costruzione di edifici pubblici.
BOLLA IMMOBILIARE? A coronazione di quanto appena detto vi è lo spettro di una bolla del credito immobiliare: le compravendite sono aumentate esponenzialmente negli ultimi mesi (più 56,8 per cento nel 2013)  e di riflesso il sistema bancario ha tolto i freni per finanziare le acquisizioni anche se rimane alto il valore autofinanziato. Questi sono solo alcuni dati di una realtà complicata e spesso poco trasparente come quella cinese.
Come detto, le opinioni sul futuro di Pechino si dividono tra ottimiste e pessimiste. Da un lato vi sono coloro che prevedono per il paese un avvenire ancora prosperoso, scommettendo sul livello dei consumi interni, elemento a cui il governo cinese sta lavorando per riequilibrare il rapporto con gli investimenti. Dall’altro lato vi è invece chi vede nero osservando in successione i dati decrescenti di un’economia ancora troppo legata all’export. Infatti le ultime contrazioni del prodotto interno derivano principalmente dal rallentamento di economie importanti come Brasile e India, oltre che dall’infinita crisi europea. Se davvero si dovesse verificare la brusca frenata cinese paventata da molti, le ripercussioni a livello mondiale sarebbero dolorosissime, dal mercato delle materie prime ai Pil di paesi ormai eccessivamente Cina-dipendenti.