domenica 11 agosto 2013

Cina, l’economia rallenta. Lo spettro della “grande frenata” che spaventa il mondo - tempi.it



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Sul futuro della Cina ci sono molte incertezze di giudizio, gli osservatori si dividono tra coloro che vedono la fine di un’epoca – o almeno un brusco rallentamento – e chi, al contrario, profetizza un futuro ancor più radioso per la repubblica asiatica. Secondo gli ultimi dati, il Pil del Dragone ha registrato un rallentamento, attestandosi intorno a una crescita del 7,5 per cento: cifra da far invidia a tutto l’Occidente, ma ben lontana dai numeri a cui la Cina ha abituato il globo. Infatti nell’ultimo ventennio la crescita è sempre rimasta sopra il 10 per cento ogni anno. Al dato macroscopico del prodotto interno si aggiunga inoltre quello più dettagliato dell’indice manifatturiero, calato per il terzo mese consecutivo.

IL PROBLEMA DEBITO. La vera preoccupazione arriva però dalla gestione dei conti pubblici e più in particolare dal debito delle amministrazioni locali. Infatti l’equivalente cinese della nostra Corte dei conti sta effettuando una serie di controlli nelle istituzioni distribuite nel territorio. Nel 2010 il debito totale ammontava a 10.700 miliardi di yuan e le stime indicano un debito attuale di tutte le amministrazioni locali pari a circa 12 mila yuan. Significativa la decisione presa lo scorso 24 luglio dal governo di bloccare per i prossimi cinque anni la costruzione di edifici pubblici.
BOLLA IMMOBILIARE? A coronazione di quanto appena detto vi è lo spettro di una bolla del credito immobiliare: le compravendite sono aumentate esponenzialmente negli ultimi mesi (più 56,8 per cento nel 2013)  e di riflesso il sistema bancario ha tolto i freni per finanziare le acquisizioni anche se rimane alto il valore autofinanziato. Questi sono solo alcuni dati di una realtà complicata e spesso poco trasparente come quella cinese.
Come detto, le opinioni sul futuro di Pechino si dividono tra ottimiste e pessimiste. Da un lato vi sono coloro che prevedono per il paese un avvenire ancora prosperoso, scommettendo sul livello dei consumi interni, elemento a cui il governo cinese sta lavorando per riequilibrare il rapporto con gli investimenti. Dall’altro lato vi è invece chi vede nero osservando in successione i dati decrescenti di un’economia ancora troppo legata all’export. Infatti le ultime contrazioni del prodotto interno derivano principalmente dal rallentamento di economie importanti come Brasile e India, oltre che dall’infinita crisi europea. Se davvero si dovesse verificare la brusca frenata cinese paventata da molti, le ripercussioni a livello mondiale sarebbero dolorosissime, dal mercato delle materie prime ai Pil di paesi ormai eccessivamente Cina-dipendenti.

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