sabato 18 maggio 2013

Cantieri in difficoltà, la crisi delle costruzioni rallenta il Bosco Verticale a Milano di Michela Finizio - Il Sole 24 Ore

È l'ultima, in ordine di tempo, vittima della crisi dell'edilizia. La Zh General Construction, una delle imprese edili più grandi dell'Alto Adige, ha scelto la via del concordato preventivo, accettato dal tribunale di Bolzano, con il vincolo di presentare entro 120 giorni il loro piano di recupero dell'azienda. La crisi del colosso delle costruzioni porta con sé incertezze e ritardi su alcuni grandi cantieri, tra cui quello del Bosco Verticale di Milano, una commessa da 84,3 milioni di euro.

Il cantiere del Bosco Verticale
I lavori per la costruzione delle due torri progettate dall'architetto Stefano Boeri sono fermi da alcune settimane, nel cuore dell'area in trasformazione di Porta Nuova – Varesine sviluppata da Hines. Il colosso texano del real estate, la cui società italiana amministrata da Manfredi Catella gestisce il progetto di sviluppo immobiliare, conferma che l'impresa a cui erano stati affidati i lavori ha rinunciato all'incarico per motivi economici.
L'impresa è già stata sostituita con la Colombo Costruzioni, per un "riavvio tempestivo" del cantiere previsto già nelle prossime settimane. L'intervento di Hines però potrebbe comunque non bastare: la Colombo sta studiando il cantiere, ma solo quando ci sarà il via libera del Tribunale di Bolzano alla richiesta di concordato le gru torneranno all'opera. Il progetto doveva essere finito entro marzo 2014, ma ora i tempi dell'inaugurazione rischiano di allungarsi. Gli appartamenti sono già stati venduti per oltre il 60%, per un valore medio compravenduto a 9mila euro al metro.
L'impresa puntava sull'edilizia milanese
Il colosso delle costruzioni di Bolzano è coinvolto in diversi cantieri a Milano, fuori regione e anche all'estero. Inserita nel circuito delle grandi commesse, con costruzioni da record anche per le dimensioni degli edifici realizzati, la crisi della Zh potrebbe portarsi dietro una lunga lista di vittime. Oltre al Bosco Verticale, l'impresa a Milano sta lavorando alla costruzione di un edificio in Corso Como (25,6 milioni), alla riqualificazione dell'hotel Gallia e alla realizzazione di una parte dell'area Milanofiori.
Negli ultimi anni l'impresa altoatesina (della famiglia Zimmerhofer) aveva spostato il suo baricentro verso Milano, candidandosi come concorrente delle imprese locali (Gdm, Colombo). Il radicamento nel capoluogo lombardo nel 2011 è stato ufficializzato tramite la costituzione (con un azionista del calibro di Ligresti tramite la Immobiliare Costruzioni) della filiale Zh Milano Costruzioni. Un'agenzia Radiocor di allora presentava l'operazione «in un'ottica di rafforzamento della presenza in Lombardia e a Milano in particolare, dove la Zh sta portando avanti anche altri progetti come la ristrutturazione del palazzo che ospitava la vecchia sede del Pci milanese in via Volturno o la realizzazione di un palazzo da 80 alloggi in via Vivarini, nell'area sud della città».
Gli altri cantieri della Zh
L'impresa attualmente è impegnata in lavori in mezza Italia. Complessivamente sono aperti 37 cantieri e la speranza, per tutti, è che si riesca ad evitare il fallimento perché in caso contrario le ripercussioni di carattere economico sarebbero pesanti. Basti pensare che i fornitori indicati nella richiesta di concordato preventivo sono oltre 500 e l'entità del "buco" sarebbe di circa 80 milioni di euro.
Un anno fa la Zh era riuscita ad ottenere le seguenti commesse: una nuova scuola elementare e materna a S.Andrea (Bz) per 5,56 milioni; la costruzione di 4 condomini con garage interrato a Monaco in Germania, per 1,85 milioni; l'edificio residenziale di Via Caldera a Milano, per Generali Real Estate, con importo da 5,86 milioni di euro; l'edificio ad uso uffici Milanofiori U27 a Milano, per 26,19 milioni; l'ex hotel Astoria a Cavi di Lavagna in provincia di Genova, per 5,9 milioni.
Il ridimensionamento degli sviluppi milanesi
Mentre Hines assicura che tutto il cantiere di Porta Nuova procede spedito, nel rispetto delle scadenze, a pochi metri dalla grande trasformazione urbana continuano a restare fermi i lavori del famoso Rasoio di Ligresti, edificio incompiuto alto circa 60 metri, a pianta allungata dove era prevista la sede di Milano Assicurazioni. Bloccato da mesi, il cantiere è rimasto impigliato tra le vicende finanziarie del gruppo Ligresti: il fallimento della Im.Co., la società responsabile del cantiere, è datato 14 giugno 2012.
Nel frattempo a Milano si discute anche del destino della grande trasformazione urbana Citylife, a nord ovest della città sull'asse verso il sito di Expo 2015. Il Comune ha detto definitivamente addio al Museo d'Arte Contemporanea firmato da Daniel Libeskind che doveva coronare la riqualificazione dell'ex Fiera: le risorse necessarie, circa 45 milioni di euro, relative agli oneri della maxi operazione sono stati destinati alla riqualificazione dello stadio Vigorelli e del Palazzo delle Scintille. L'amministrazione, inoltre, ha rivisto la convenzione pubblico-privata con Citylife, spostando la data di fine lavori per i palazzi residenziali. Non più il 2016, ma il 2023. Palazzo Marino concede alla società una proroga di sette anni e in cambio ottiene garanzie sulla vivibilità dell'area e sulla realizzazione delle opere pubbliche. La società sviluppatrice assicura che verrà fatto tutto, ma con più calma, viste le difficoltà di mercato. A settembre 2013, intanto, in ritardo di 12 mesi sugli annunci iniziali, i primi inquilini entreranno negli appartamenti disegnati da Daniel Libeskind e Zaha Hadid (venduti al 40 e al 60 per cento, con un prezzo medio di 8.500 euro al metro).

Il real estate prepara operazioni italiane per oltre due miliardi di Evelina Marchesini Il Sole 24 Ore

Cantare il "de profundis" del mercato immobiliare italiano è diventata una monotona abitudine, anche da parte degli stessi operatori del settore. Eppure la litania mal si adatta a quello che sta succedendo in realtà sul mercato, dove si stanno definendo diversi grossi deal, con i grandi investitori esteri protagonisti.
Così se il 2012 è stato un anno di minimi assoluti in termini di transazioni nel settore non residenziale da parte degli investitori istituzionali, con meno di due miliardi di operazioni concluse (secondo Bnp Paribas real estate), a fronte dei 7,549 miliardi del 2006 e i 7,552 del 2007, la vivacità degli ultimi due mesi potrebbe, già per la fine dell'anno, far cambiare il ritmo del 2013.
L'atmosfera che si respira è infatti molto simile a quella del pre-boom dell'immobiliare dei grandi deal a partire dal 2003. Secondo le voci che circolano sul mercato e gli incontri che si stanno avvicendando, una delle trattative in corso è quello che vedrebbe protagonista il fondo real estate di Morgan Stanley, che sta valutando l'acquisizione di una parte del portafoglio immobiliare del gruppo Auchan. Si parla del 50% di un controvalore di 700 milioni di euro. Immochan, la società del gruppo Auchan, nel gennaio 2012 aveva acquistato da Simon Property Group il 49% che questi deteneva nella joint venture Gallerie commerciali Italia Spa (Gci). È chiaro che la concretizzazione di un deal come questo farebbe da combustibile all'interno mercato.
L'altra operazione di cui si parla in questi giorni è quello che vede Axa real estate in trattativa per il Bodio Center di Milano, operazione su cui si è già alla due diligence e che potrebbe chiudere in tempi non lunghi. Il valore dell'operazione dovrebbe essere intorno ai 70 milioni di euro e a vendere è Aberdeen real estate. Sempre Aberdeen ha messo in vendita, già da tempo, il Franciacorta Outlet Village, in provincia di Brescia, che era a suo tempo stato acquistato al gruppo Percassi. La trattativa ha visto una rimodulazione del prezzo e un rialzo del rendimento dell'operazione. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore l'esclusiva della trattativa è stata data al colosso americano del real estate Blackstone, che nel mondo gestisce qualcosa come 57 miliardi di dollari e che in Italia si avvale della collaborazione di Paolo Bottelli, ex a.d. di Prelios. Il deal ha un valore di circa 130 milioni di euro e l'asset verrebbe acquistato dal fondo immobiliare europeo di Blackstone a un rendimento di oltre il 9%: yield, questi, che testimoniano il cambiamento in corso nel mercato, dove finalmente gli operatori si stanno adeguando ad aggiustamenti in linea con quanto avvenuto all'estero e profili adatti agli operatori opportunistici.
Sempre Blackstone sta negoziando il passaggio di mano del Fondo Due di Prisma Sgr (prima era di Zero Sgr), di cui ha acquistato da Sociètè Generale il 20% del debito, che sarebbe pari a 300 milioni. Lo sconto sul valore del debito è stato, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, consistente, in quanto lo stesso è stato acquistato da Blackstone al 52% del valore reale. Il fondo Due ha in pancia alcuni immobili di notevole pregio a Milano e Roma.
Sul mercato, sempre con trattativa in corso, c'è poi il grande retail park Da Vinci a Roma, attualmente di proprietà di Aig (American international group), di fronte al Parco Leonardo di Caltagirone. Secondo quanto risulta a chi scrive, a comprare potrebbe essere il gruppo Gwm, management company che fa capo a Sigieri Diaz Della Vittoria Pallavicini (fondatore e presidente), basato a Londra. Tra le operazioni appena chiuse, l'acquisto del Four Seasons di Firenze da parte dell'Emiro del Qatar, per 150 milioni di euro. Altre operazioni sono in fermento nel settore, testimoni di una vivacità ritrovata nel segno di rendimenti più in linea con il mercato reale e un ridimensionamento delle richieste dei venditori.
A conferma dei deal in corso nel settore (si veda l'altro articolo pubblicato in questa pagina) Cbre afferma che, dopo un 2012 da dimenticare, i 620 milioni di euro investiti nei primi tre mesi del 2013 infondono un po' di ottimismo al mercato, con una crescita del 36% rispetto all'ultimo trimestre del 2012. Nonostante l'uscita dal tunnel sia ancora lontana, dunque, in Italia qualcosa inizia a muoversi.
«Gli investitori internazionali, tra cui molti opportunistici, invece di fermarsi ed aspettare improbabili evoluzioni politiche, hanno continuato le trattative avviate dopo l'estate 2012 e sembra che le peggiori previsioni, legate allo stallo post elettorale, siano temporaneamente allontanate - afferma Paolo Bellacosa, executive director capital markets di Cbre -. Morgan Stanley, Blackstone, Hammerson, Europa Capital, Carlyle, ma anche investitori core come Deka, Allianz e alcuni fondi sovrani cercano opportunità in Italia». In definitiva, dopo la cura Monti, le dichiarazioni di Draghi sulla irreversibilità dell'area euro e l'annuncio dell'Omt i timori di un default dell'Italia, e quindi dell'euro, si sono ridotti in modo significativo e l'Italia è tornata nell'orbita degli investitori internazionali». Per Milano, per il primo trimestre del 2013, si evidenzia un volume di quasi 200 milioni di euro investito nel settore immobiliare, concentrato prevalentemente nel segmento degli uffici: un valore del 45% superiore a quello registrato nei primi tre mesi del 2012. «Ciò che più è interessante e che lascia ben prevedere per il resto dell'anno, però, è l'attività corrente degli investitori che, con elevata probabilità, nel 2013 potrebbe tradursi in flussi di investimento» affermano da Cbre. Infatti, secondo alcune stime basate sulla conoscenza diretta del mercato da parte di Cbre, oggi esiste una pipeline di circa 900 milioni euro solo a Milano. Per quanto riguarda il resto dell'Italia, Cbre stima un'ulteriore ammontare di almeno 1,3 miliardi di investimenti, prevalentemente nel settore retail e inquello ricettivo.

Francia: edilizia residenziale tocca i minimi storici by Monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=14725




Ad inizio 2013 il Governo francese aveva garantito che nel corso dell'anno sarebbero partiti i cantieri per la costruzione di 500mila nuove case.

Ormai arrivati a metà maggio, il settore dell'edilizia riuscirà a realizzarne al massimo la metà.

A fare il punto è Jean Perrin, presidente dell'Unpi (Union nationale de la propriété immobilière).
Si tratta di un taglio netto del 18% rispetto ai nuovi alloggi messi in cantiere nel 2012, quando erano state terminate 304.234 unità abitative (con volumi tra l'altro già scivolati del 19,6% rispetto al bilancio 2011).
L'edilizia residenziale non sta solo perdendo terreno, ma sta raggiungendo i minimi storici: “si tratterebbe infatti – rincara la dose Perrin - del tasso di costruzione più basso registrato in Francia dalla fine della seconda Guerra mondiale”.

Il problema - sostiene Perrin - non sono agli sviluppatori immobiliari che non vogliono più costruire o la difficoltà nel trovare terreni edificabili, è che manca la fiducia per comprare.

Il crollo del settore sarebbe legato principalmente da una normativa fiscale che "scoraggia i proprietari e gli investitori”.

E da questo punto di vista le misure introdotte dal Governo Hollande per aumentare la costruzione di abitazioni e per agevolare fiscalmente gli investitori che comprano immobili da mettere poi a reddito, affittandoli - alla cui messa a punto ha lavorato la ministro per la Casa, Cécile Duflot - non sembrano portate nella giusta direzione.
 
Posted by Monitorimmobiliare

Più largo non è sempre meglio di Riccardo Ravasini

Lower East Side (LES)
Il giornale The Real Deal riporta dei fatti interessanti riguardo il Lower East Side, la zona sud-est di Downtown Manhattan. Questa è una parte della città che si presta ad un vivace futuro svilippo immobiliare.
La società di costruzioni Extell ha recentemente pagato $150 milioni per una parcella che era precedentemente di un discount store al 227 Cherry Street. La società ha in programma di costruire un grattacielo a destinazione residenziale sul sito (il quale nome dovrebbe essere The Lo-Down).
Un'altra parcella di grandi dimensioni, ovvero 1,65 milioni di piedi quadrati che rappresentano la più grande fetta di terra a sud della 96esima strada posseduta dalla Città di New York che non sia stata ancora sfruttata dal 1967 quando venne rasa al suolo, è sul mercato e la gara d’appalto si dovrebbe svolgere questo mese. Il sito si chiama Seward Park. Ci furono due tentativi di svilupparlo nel 1981 e 2003, entrambi senza successo. Questa volta qualcosa mi dice che ce la faranno dato il disperato bisogno di nuove costruzioni a Manhattan. Il progetto comprenderà un totale di circa 1.000 appartamenti e 600mila piedi quadrati di spazio commerciale al dettaglio.
Un altro progetto a LES è una palazzina di 12 piani e 38 appartamenti che si ergerà a 100 Norfolk Street. Anche il sito di 215 Chrystie Street è passato recentemente di mano, prezzo $50 milioni. Qui sarà costruita una torre residenziale di 25 piani (i primi 17 piani saranno dedicati ad un albergo del marchio Public il resto sarà appartamenti).

Magazzino Ristretto
Come già descritto nei mesi scorsi, il numero limitato di appartamenti sul mercato a New York City ha raggiunto un minimo che non si vedeva da parecchio tempo. Alla fine del primo trimestre 2013 c’erano solo 4.960 appartamenti in vendita a Manhattan, una diminuzione del 34% dai 7.560 dell’anno precedente, secondo la società di periti Miller Samuel. In questo momento il magazzino (o numero di appartamenti in vendita) è ai livelli del 2004, periodo appena precedente all’ultimo boom immobiliare. Il magazzino raggiunse il massimo livello nel 2009 e da li è calato fino ad oggi.
La situazione è il risultato di diversi fattori: il lento passo nella costruzione di nuovi immobili dopo la crisi finanziaria; il fatto che le banche diano ancora la precedenza a edifici dedicati al solo affitto quando si parla di finanziamenti e il fattore demografico. La città sta acquisendo circa 50.000 residenti all’anno ma il numero di nuove case costruite e ristrutturate è stato 10.599 nel 2012, poco se paragonato al picco di 33.911 nel 2008.
Il basso livello di criminalità, il sistema di trasporto in perpetuo miglioramento e l’arrivo di più strutture per la famiglia, come scuole e parchi, stanno continuando ad aumentare il potere di attrazione della città.
Altri fattori che potrebbero influire sulla limitata disponibilità di appartamenti in vendita sono il credito (mutui) che non è ancora facile da ottenere ed il livello di disoccupazione che in certi casi persiste. I proprietari di casa, che non sono finanziariamente sereni o hanno paura di non poter ottenere un mutuo, non possono permettersi di vendere casa per trasferirsi in una dimora più grande (il famoso upgrade). Ciò significa che la possibilità che mettano la loro casa in vendita è minima.
Dal 2009 ad oggi Midtown West ha visto la riduzione più importante nel numero di appartamenti sul mercato: 51% (ovvero da 521 unità siamo passati a 257). In seconda posizione Tribeca che ha visto il magazzino diminuire del 48% (da 447 unità a 232). Chelsea, Central Harlem e Greewich Village hanno tutti visto il magazzino diminuire del 40% circa dal 2009.

Tiffany
Questo mese nel 1939 Tiffany&Co annunciava che avrebbe trasferito il quartier generale alla location che tutti oggi conoscono: 727 Fifth Avenue (incrocio 57esima), 20 blocchi a nord della location precedente la quale era sita a 401 Fifth Avenue e venne costruita nel 1905. Ma verso la fine degli anni 30 la parte a sud della 42esima strada stava perdendo lo splendore di un tempo e perdendo i negozi di più alta qualità che si trasferivano man mano verso la 57esima.
Nel 1939 il New York Times dava il benvenuto allo spostamento di Tiffany nella nuova posizione, paragonando la quinta avenue alla Rue de la Paix a Parigi.

Quanto conta la larghezza?
Un fatto noto riguardante le palazzine mono-familiari o pluri-familiari (chiamate townhouses o brownstones) è che la maggior larghezza dello stabile è percepita come un vantaggio. Questo è vero, ma quanto impatta la larghezza sul valore finale di vendita a metro quadro?
Osservando i dati raccolti dal 2010 al 2013 su 214 vendite di townhouses a Manhattan, possiamo dire che il valore di vendita finale sembra molto più associato alla posizione e disposizione interna dei vani dell’immobile che alla larghezza dello stesso.
Per esempio il palazzo Harkness largo 50 piedi (indirizzo 4 East 75th Street) passò di mano nel 2011 per $36 milioni, ovvero $1.682 a piede quadrato. Nel 2012 una palazzina larga 12,5 piedi poco distante (all’indirizzo 153 East 78th Street) venne venduta per $6,1 milioni, ovvero $2.083 a piede quadrato.
Nonostante ciò le palazzine più larghe portano con se un certo prestigio. A parte la maggior potenzialità nello sfruttamento dei vani interni, c’è un elemento di tradizione collegato all’acquisto di palazzi di questo genere. Questi vennero costruiti ai primi del 900 o fine 800 per i ricchi dell’era chiamata Gilded Age (dei grandi imperi industriali), i quali cercavano di ricreare in America il fasto degli antichi palazzi Europei.

venerdì 17 maggio 2013

Imu: Confedilizia,superficiali su immobili lusso,discriminati monumenti (Il Sole 24 Ore Radiocor)

 - Roma, 17 mag - Confedilizia punta il dito contro "la rinnovata superficialita' nella individuazione dei pretesi immobili di lusso per i quali la sospensione" dell'Imu "non si applichera'". Il presidente Corrado Sforza Fogliani spiega che "ci si e' riferiti ad un classamento catastale che da' una rappresentazione desueta e contraddittoria della realta'". Quanto alle abitazioni di tipo signorile "e' sufficiente - prosegue - considerare che vi sono diversi capoluoghi senza alcun immobile accatastato in questa categoria ed altri in cui ne risultano 100, 300 o financo 2.000, come risulta anche dalla tabella che pubblichiamo sul nostro sito. E come si possono poi considerare di lusso gli immobili accatastati in categoria A8 (abitazioni in ville) e A9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici) quando sono a tutti noti i costi che questi beni comportano anche solo per tenerli in piedi? E' una discriminazione che non regge e che configura anche una penalizzazione della nostra cultura e del nostro patrimonio monumentale", conclude augurandosi che venga superata.

Porta Nuova a Milano, Hines vende il 40% al Qatar by Monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=14706

Porta Nuova a Milano, Hines vende il 40% al Qatar 16/05/2013

Accordo siglato tra Hines Italia Sgr e Qatar holding per il progetto di sviluppo milanese di Porta Nuova.

Questi i termini dell'operazione di partnership (il cui valore non é stato comunicato): Qatar holding, sottoscrivendo quote di nuova emissione, acquisirà una partecipazione di circa il 40% di Porta Nuova, mentre il restante 60% continuerà a essere detenuto dagli attuali sponsors.

L'elenco di banche che attualmente finanzia il progetto sono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Hypothekenbank Frankfurt, Banca Popolare di Milano e Monte dei Paschi di Siena.


"L’investimento di Qatar holding in Porta Nuova – si legge in una nota congiunta - diversifica il portafoglio in generale e aumenta la presenza nel mercato immobiliare italiano in particolare.

Il progetto imprimerà una trasformazione radicale per il Paese e creerà valore per tutti soggetti coinvolti".
“Porta Nuova è uno dei più importanti progetti di sviluppo per il nostro gruppo e per i nostri investitori – è stato il commentato di  Jeff Hines, presidente e ceo di Hines - abbiamo investito nel futuro dell'Italia, non solo con Porta Nuova, ma anche costituendo una piattaforma di investimento e di gestione per conto di investitori nazionali ed internazionali”.

Anche per l'amministratore delegato di Hines Italia Sgr, Manfredi Catella “la partnership con Qatar holding rappresenta un passo strategico e conferma Porta Nuova come uno degli investimenti più interessanti nel settore immobiliare italiano”.


Gli advisor di Qatar holding nell'accordo con Hines sono stati Shearman & Sterling per la parte legale e Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e associati per la parte fiscale.


Per Hines hanno agito come advisor gli studi Gianni, Origoni, Grippo Cappelli & associati e Maisto associati, oltre a Ernst & Young, Banca Leonardo e Citi.

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giovedì 16 maggio 2013

Imu, niente stop per le case di pregio - ilSole24Ore



La sospensione dell'acconto Imu di giugno non riguarderà i proprietari di ville, castelli e, quasi certamente, di immobili signorili. A beneficiare dello stop saranno invece le abitazioni principali con le pertinenze, le cooperative edilizie a proprietà indivisa, gli Iacp e gli immobili rurali. Il tutto sarà vincolato a una precisa clausola di salvaguardia: se entro il prossimo 31 agosto il Governo non avrà realizzato la riforma dell'imposizione sui patrimoni immobiliari all'insegna della "service tax", tutti i contribuenti dovranno tornare alla cassa entro il 16 settembre 2013 per versare l'Imu sospesa a giugno. Termine che potrebbe essere spostato ad ottobre come ha dichiarato il ministro Graziano Delrio al termine del confronto di ieri Anci-Governo sul testo del decreto.
Sono questi i pilastri portanti della bozza d'ingresso del decreto legge con cui oggi il Governo sospenderà il pagamento dell'imposta municipale. «Il decreto di domani (oggi per chi legge, ndr) non sarà il decreto dei miracoli», ha detto il premier Enrico Letta. Un decreto che comunque aprirà di fatto la strada alla deducibilità dalle imposte dirette (Ires e Irpef) dell'Imu versata dalle imprese sui beni strumentali. Il decreto d'urgenza, inoltre, rifinanzia la Cig in deroga e taglia l'indennità ai parlamentari che sono entrati nella squadra di Governo. Un taglio da 600mila euro destinato a concorrere alla copertura degli interessi spettanti ai Comuni per il mancato incasso dell'Imu (si veda il servizio nella pagina accanto).
Ancora ieri veniva confermata l'esclusione dei capannoni industriali dallo stop all'Imu estiva. Ma non sono affatto escluse sorprese dell'ultima ora. La partita sugli immobili industriali e agricoli non sarebbe ancora del tutto chiusa. La parola finale spetterà quindi al Consiglio dei ministri.
Come ha dichiarato ieri lo stesso viceministro all'Economia, Stefano Fassina, «il Governo sta cercando di fare un intervento realistico sull'Imu, nella consapevolezza delle difficoltà che stanno attraversando adesso le famiglie e le imprese. Credo – ha aggiunto – che non verrà dimenticata la parte che riguarda le imprese anche se può essere affrontata con modalità diverse rispetto a quelle previste per la prima casa». E a invocare un intervento per le imprese è anche il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta. Che senza mezzi termini afferma: siamo pronti a far cadere il Governo se entro il 31 agosto «non sarà fatta la riforma complessiva della tassazione immobiliare, compresi i capannoni».
Già certo, invece, è il congelamento dell'Imu di giugno per le cooperative edilizie a proprietà indivisa e per gli alloggi assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (Iacp) o dagli enti di edilizia residenziale pubblica che hanno la stessa finalità degli Iacp. Rispetto quindi all'idea originaria di esentare dal pagamento del 17 giugno tutti gli immobili adibiti ad abitazioni principali e le loro pertinenze, il Governo ha optato, in nome dell'equità fiscale, per un intervento selettivo escludendo dalla sospensione gli immobili classificati A/8 (abitazioni in ville) e A/9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici). Esclusione che quasi sicuramente riguarderà anche le abitazioni di tipo signorile classificate A/1.
Il decreto che sarà varato oggi resta comunque un "preliminare" della riforma vera e propria dell'imposizione sugli immobili che dovrà essere completata entro il 31 agosto. Uno dei motivi, espressamente previsto dal Dl, è riconducibile al rispetto degli obiettivi indicati nel Def e in coerenza con gli impegni presi con la Ue.
Per non perdere tempo e rispettare i termini non è escluso che il decreto approvato oggi possa imboccare già la prossima settimana una corsia preferenziale per essere licenziato dal Parlamento a tempo di record: la maggioranza avrebbe già valutato l'ipotesi di trasferire il Dl Imu-Cig con un emendamento nel decreto sblocca-debiti della Pa così da averlo in vigore l'8 giugno prossimo, bloccando la strada a eventuali assalti alla diligenza con modifiche in ordine sparso su temi sensibili come l'imposta sugli immobili e la Cassa integrazione tali da modificare gli equilibri finanziari del provvedimento. 
Per quanto riguarda, infatti, le risorse necessarie per rinviare compensando però i Comuni della perdita di gettito di metà giugno, il Governo ricorre a un'anticipazione di tesoreria per circa 2 miliardi, pari al 50% dell'imposta sugli immobili versata nel 2012 per le abitazioni principali ad aliquota agevolata del 4 per mille o maggiorata se deliberata dai Comuni. Le somme da destinare a ogni singolo municipio saranno comunque riportate in allegato al decreto.
La partita più complessa per il Governo è quella che sarà chiamato a giocare già da domani, quando dovrà avviare la riforma della tassazione dei patrimoni immobiliari che, come evidenzia il decreto legge, dovrà puntare all'introduzione di un prelievo complessivo che tenga conto anche della Tares e che dovrà rivedere l'intera struttura dell'imposizione fiscale sia a livello statale sia locale. Un impegno ufficiale, dopo gli annunci dei giorni scorsi, di una rivisitazione della "service tax". In attesa che la riforma riveda anche il prelievo sui beni delle imprese il Governo promette la deducibilità ai fini dell'Ires e dell'Irpef dell'imposta municipale dovuta da imprese e autonomi sui beni utilizzati per attività produttive.

Immobili, è il momento degli affari Mercato con offerte e prezzi bassi - il giorno.it



Bergamo, l’Osservatorio fornisce dati ottimistici: «La richiesta c’è»
Bergamo, 17 maggio 2013 - Case: è questa l’ora per comperare, fare affari e buoni investimenti. E se volete proprio investire bene, comperare case da ristrutturare, magari quelle degli anni ‘60 e ‘70, che hanno raggiunto quotazioni veramente a portata di mano, complice la bassa efficienza energetica e le limature dei prezzi cui i proprietari sono stati obbligati per restare sul mercato. La crisi come opportunità per rilanciare il mercato immobiliare e quindi tutta l’economia? Alla Federazione degli agenti immobiliari di Bergamo dicono di si. Tanto che le ultime tre settimane, complice anche la ricaduta psicologica della sospensione dell’Imu, hanno segnato una timidissima ripresa delle compravendite.
È con una nota ottimistica che il presidente provinciale di Fiaip, Giuliano Olivati, presenta il Rapporto 2012 dell’Osservatorio sul mercato immobiliare una rilevazione su base annua condotta nel mese di marzo 2013 e curata dal comitato scientifico Fiaip composto da Olivati e dai consiglieri provinciali Roberto Boffelli, Antonino Chiarini, Salvatore Ranucci e Roberto Tassetti. Un rapporto frutto di un campione di informazioni raccolte da oltre cento agenti immobiliari Fiaip e consultabile anche al sito www.osservatoriocase.it, che ha preso in rassegna 43 zone cittadine e otto centri indicativi della provincia. «I proprietari venditori stanno capendo, dopo anni, che i prezzi di vendita del 2007 sono improponibili: solo così la vendita diventa più fattibile - spiega Olivati - La richiesta di case c’è, a Bergamo e provincia».
Anche la locazione può avere successo: il reddito da locazione nel 2012 ha accresciuto i suoi margini e nelle zone intorno al nuovo ospedale può diventare un investimento interessante. Certo, se paragonato al 2006, l’indice è ancora in calo. «Nel 2012 si conferma la discesa dei prezzi e nel residenziale si radicalizza il calo dei volumi e dei prezzi a -20%». Le compravendite immobiliari registrano un -19% per le abitazioni. In calo (-32%) la quota di acquirenti che comprano casa con il mutuo, con un calo anche del 77% tra gli stranieri. La quota di chi invece permuta la casa è del 40%. In calo nel 2012, l’interesse per le abitazioni vuote o ristrutturare (anche se insieme fanno ancora il 52% del reale venduto) a favore invece degli alloggi usati in buono stato (37% delle transazioni) mentre si consolida la nicchia del mercato degli immobili da ristrutturare.

Il tempo medio di vendita degli immobili si attestano tra i 3 e i 6 mesi, «segno che è in corso un processo del mercato che premia il calo dei prezzi richiesti e i proprietari che lo capiscono prima sono i più veloci a vendere - fa notare Olivati - Il messaggio che vogliamo lanciare è comunque ottimistico, anti crisi: vendete e comprate adesso, cogliete l’attimo, perché è proprio in questa situazione che si faranno gli affari e gli investimenti per i prossimi anni quando ci sarà la ripresa».

Imu: sospesa per prime case Ma decisione rinviata per le imprese (ANSA)

(ANSA) - ROMA, 15 MAG - Niente da fare per i capannoni. Almeno per il momento. Il consiglio dei ministri si riunirà venerdì per prendere le prime misure urgenti su Imu, Cig in deroga e stipendio dei ministri parlamentari. Ma la tassa sarà sospesa solo sulle prime case. Per quanto riguarda le imprese, la questione "sarà affrontata in un secondo momento", fanno trapelare fonti di governo. Dall'Imu pagata da imprese e agricoltori lo scorso anno erano arrivati 6-7 miliardi di euro. Una cifra difficile da coprire in tempi così rapidi. Resta invece uno spiraglio ancora aperto per i fabbricati rurali. La decisione è arrivata alla fine di una giornata di incontri. Per mettere a punto i dettagli del decreto oggi si sono visti a Palazzo Chigi il premier Enrico Letta e i ministri interessati al provvedimento, Fabrizio Saccomanni dell'Economia, Enrico Giovannini del Lavoro, e il vicepremier Angelino Alfano. Poi Saccomanni ha incontrato il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta. "Siamo impegnati a cercare la massima condivisione con le forze politiche", ha sottolineato Saccomanni che oggi ha riferito al premier anche del G7 e dell'Eurogruppo dei giorni scorsi. Che l'intervento per le imprese fosse una corsa ad ostacoli si era capito anche dalle parole del ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato che aveva riferito che l'intervento per i capannoni industriali poteva avere un costo intorno ai 1,5 miliardi di euro. Risorse che potevano aiutare solo una fetta della platea, forse le piccole imprese. In ogni caso quella cifra era già alta, considerato che si fa fatica in questo momento a reperire le risorse anche per coprire la cassa integrazione in deroga. Per la Cig infatti si profila un intervento più basso del previsto. A fronte di un fabbisogno di 1,5 miliardi aggiuntivi stimato dai sindacati, si ipotizzano per ora risorse inferiori, per poi rimpinguare la dotazione con coperture più solide nei prossimi mesi. Per finanziare la cassa integrazione in deroga l'ipotesi è quella di attingere, al momento, al Fondo per le politiche della formazione e al Fondo per la produttività. Un po' come già accaduto per il dl sui debiti della p.a. si stornerebbero ora delle cifre confidando di poterle reintegrare con la legge di stabilità. Per l'Imu si cerca dunque di definire il perimetro di intervento. Al momento la sospensione della rata di giugno sarà limitata alla prima casa, in attesa della riforma della tassazione che dovrebbe essere varata entro settembre. Sulle imprese il governo non ha potuto che rinviare. Ma politicamente ora c'é anche da arginare la lunga coda di richieste, dal commercio alle case affittate, dagli alberghi agli immobili costruiti e invenduti. La platea rischia di allargarsi oltre misura e soprattutto molto al di là delle risorse disponibili. L'altra emergenza, quella del lavoro dei giovani, sarà invece affrontata tra qualche settimana. Il Governo punta infatti presentare il pacchetto - ha annunciato il ministro Giovannini - "entro giugno".

mercoledì 15 maggio 2013

Spagna, senza sosta il fenomeno degli sfratti: nel 2012 40mila pignoramenti by Monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=14687
Spagna, senza sosta il fenomeno degli sfratti: nel 2012 40mila pignoramenti 15/05/2013

Nel 2012 in Spagna sono stati pignorati quasi 40mila appartamenti, l'83% dei quali abitati da nuclei famigliari non in grado di continuare a pagare i mutui a causa della profonda crisi economica.

Il dato emerge da un sondaggio della Banca centrale spagnola.

Da gennaio 2012 sono almeno quindici le persone che si sono suicidate a causa del fenomeno degli sfratti per morosità.

L'aumento delle insolvenze è da imputare alla crisi che ha determinato un tasso didisoccupazione del 26,5% - con circa sei milioni di senza lavoro - percentuale che sale al 57% tra i giovani.

Su un numero di complessivo di 39.167 case, 32.490 rappresentavano l'unica residenza.

Oltre la metà delle riconsegne (20.972) sono avvenute in modo spontaneo e di queste il 75% (15.826) sono state considerate come l'equivalente di un pagamento, procedura che porta alla estinzione del debito al momento della consegna degli alloggi.

Almeno 2.405 famiglie sono state sfrattate e in 355 casi è stato necessario l'intervento della polizia per eseguire i provvedimenti.

 

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La cruda realtà dei numeri di Valerio Angeletti, presidente nazionale Fimaa by Monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=14695
La cruda realtà dei numeri

15/05/2013
Con la presentazione del Rapporto immobiliare 2013 da parte dell’Agenzia delle entrate (già Agenzia del territorio), in collaborazione con l’Abi, sembra che tutti i media abbiano scoperto una pesante realtà che, mese dopo mese, trimestre dopo trimestre, Fimaa e tutte le altre associazioni del comparto immobiliare hanno lamentato, evidenziato e gridato, cercando di far porre l’attenzione su un settore in crescente difficoltà pur se vitale per l’economia italiana.

Il calo delle transazioni immobiliari non è solo un numero, una statistica, ma è un dramma sociale proprio perché la casa è il primo investimento degli italiani.

Dietro ogni singola compravendita non effettuata c’è la mancata soluzione di un problema abitativo, ci sono una serie di professionisti che non lavorano (promotori, architetti, notai, agenti immobiliari ecc.), c’è un’impresa edile che non lavora, ci sono delle imposte, tante forse troppe, che non vengono pagate.

Ma soprattutto nasce in ogni proprietario di casa, un senso di frustrazione, una sensazione di impoverimento e di inutilità dei tanti sacrifici fatti negli anni.

I nostri colleghi agenti immobiliari raccolgono giornalmente richieste di soggetti che intendono acquistare un alloggio e che poi sono costretti a rinunciare avendo trovato la porte del credito serrate.

Occorre uno sforzo, un grandissimo sforzo da parte della politica, da parte degli Istituti di credito, da parte di tutti noi operatori del comparto per far ripartire gli appalti, le ristrutturazioni sia degli immobili pubblici che privati, per riaprire il canale del credito nel settore, per avviare nuove iniziative di nicchia ma con più fantasia e coinvolgimento, soprattutto per cercare di trasferire una fiducia che sembra persa.

Sembra solo persa perché il 2013, che dai nostri riscontri capillari sul territorio evidenzia ancora uno stato di ulteriore appesantimento, presenta però un trend negativo meno penalizzante.

Quindi se è vero che la discesa nel primo trimestre è meno forte tale rallentamento può essere solo il preludio per una lenta ma inevitabile ripresa.

Immobili all'Estero intervista Massimo Orfei di Plutarco Immobiliare


Orfei Massimo, amministratore unico di Plutarco Immobiliare di Milano, opera nel settore della intermediazione immobiliare da circa otto anni dopo aver maturato esperienza di fiscalità e contrattualistica immobiliare presso importanti studi associati di commercialisti e avvocati sulla piazza di Milano.

D.: dopo quasi cinque anni di crisi economica, che lezioni si possono considerare acquisite?

Personalmente ritengo che si debba cominciare ad archiviare il termine “crisi”. Quella che ha coinvolto e sconvolto il mercato immobiliare nazionale non si può più considerare come una delle cicliche crisi del settore a cui segue una fase di nuovo sviluppo che recupera e supera i livelli, sia in termini di volume di affari che in termini di valori economici, di mercato pre-crisi.
Quello che stiamo vivendo è un mutamento del paradigma economico generale ed immobiliare in particolare.

D.: Può spiegarsi meglio?

Il cosidetto “mattone” godeva, prima di questo collasso della nostra economia, di una considerazione in base alla quale, crisi o non crisi, investire in immobili significava non solo mettere al riparo i propri risparmi, ma anzi allocarli in un modo che avrebbe garantito comunque una forte rivalutazione dei capitali investiti. L’investimento era sicuro e altamente remunerativo: una contraddizione in termini non solo per chi opera nel campo finanziario, ma anche per chiunque abbia a mente il rapporto tra rendimenti attesi da un investimento ed il rischio connesso allo stesso.
Persino operatori professionali, come le banche, si sono cullati in questo sogno.

D.: Pare che le banche si siano svegliate da questo sogno, visto che ormai erogano mutui con il contagocce. Che peso ha questo fattore sull’andamento del comparto immobiliare italiano?

Il risveglio è stato brutale e non credo che la presunzione di poter avere nell’immobiliare nazionaleun settore di investimento sicuro e altamente remunerativo tornerà, neppure quando l’ economiariprenderà il proprio ciclo espansivo.
Fondamentalmente il problema attuale del mercato immobiliare, soprattutto relativamente al settore residenziale, è il non incontro tra la curva della domanda e quella dell’offerta. Prezzi d’offerta ancora troppo alti e domanda raffreddata dalla stretta creditizia rendono difficoltoso trovare un punto di incontro delle rispettive attese.

D.:  Ma i prezzi non sono generalmente in discesa?

Sì, ma con dinamiche non sufficienti a rivitalizzare il settore. La contrazione repentina dell’erogazione di mutui per l’acquisto dell’abitazione ha impattato sul mercato immobiliare non solo dal lato della domanda di abitazioni, precludendo a molti la possibilità dell’acquisto, ma anche da quello dell’offerta; indebolendo la domanda, ha di fatto eliminato quell’arena competitiva all’interno della quale venditori ed acquirenti trovavano il prezzo di equilibrio dei beni che  intendevano compra-vendere. Oggi i venditori tendono a scaricare sulla mancanza di potere d’acquisto derivante dalla mancata erogazione di mutui, la responsabilità della contrazione del mercato, ponendo un freno fortissimo alla discesa dei prezzi richiesti.

D.: Ma la ripresa dell’erogazione dei muti con conseguente aumento della domanda non spingerebbe i venditori a mantenere i prezzi alti?

No, se l’erogazione del mutuo seguisse una logica di puntuale individuazione del reale valore economico dell’investimento. Ciò che ha drogato il mercato immobiliare è stata l’erogazione di mutui indipendentemente dalla qualità e dal valore dell’immobile per il quale si richiedeva il finanziamento. Oggi le banche non erogano più il 100% dell’investimento richiesto come facevano qualche anno fa, ma erogare il 50-60% di un valore di acquisto eccessivo non contribuisce ad abbassare i prezzi richiesti dai venditori, ma impedisce tout-cour la compravendita; l’erogazione di un mutuo sulla base di una puntuale individuazione di valori economici che tengano conto della qualità dell’immobile e che si collochino in una forbice plausibile del 15-20% al di sotto dei prezzi richiesti creerebbe le condizioni per il ritorno di una dinamica di mercato positiva per tutti glistakeholders del settore.

D.: a questo punto cosa ci si deve aspettare dal settore immobiliare?

Per almeno un anno difficilmente ci potranno essere inversioni di tendenza; in questa permanenza di stato depressivo del settore i comparti con le performance migliori sono l’immobiliare alto di gamma e le opportunità immobiliari offerte dal mercato estero.
Per rivitalizzare il mercato interno e dargli basi solide per il lungo periodo occorrerebbero politiche di alleggerimento fiscale per i possessori di casa, sburocratizzazione del settore edilizio e una seria e compiuta riforma del catasto, ma, seguendo la cronaca quotidiana della politica nazionale, non pare troppo evidente che ci sia una tale volontà politica.

Arpe compra la casa milanese dove visse Cuccia - corriere.it



Ogni mattina Enrico Cuccia usciva dal portone della sua casa di via Mascagni, in pieno centro di Milano, per percorrere rigorosamente a piedi il chilometro e mezzo che lo separava dal numero 10 di quella che una volta si chiamava via Filodrammatici, ovvero la sede di Mediobanca: più o meno una ventina di minuti di cammino, tutti i giorni per decenni come fosse un rito.
L'ACQUISTO - Qualche giorno fa il fondatore del fondo di private equity Sator e presidente di Banca Profilo, Matteo Arpe - che proprio in Mediobanca ha vissuto la tappa centrale della sua carriera di banchiere avendovi lavorato per tredici anni fino al 2000, lo stesso anno della morte del fondatore della banca d'affari - ha comprato esattamente quell'appartamento. 
La scelta dell'immobile è stata in qualche modo occasionale, visto che Arpe abitava già nel palazzo in cui la famiglia Cuccia ha vissuto per tanti anni, rigorosamente in affitto. In queste stesse settimane peraltro si stanno per concludere i lavori di ristrutturazione dello storico Palazzo Visconti di Modrone in via Cerva, sempre in centro a Milano a due passi da piazza San Babila, che Arpe ha rilevato due anni fa dall'immobiliarista Stefano Ricucci per trasformarla nella nuova sede di Banca Profilo. Da via Mascagni sono circa 600 metri. 

E per chi affitta aumenti del 40% di Antonella Baccaro - corriere.it



ROMA - Aumenti d'imposta, rispetto all'acconto Imu 2012, fino al 40% sia per i contratti liberi (Venezia, Napoli e Campobasso) che per quelli concordati (Napoli e Campobasso). È quanto dovranno aspettarsi i proprietari di immobili affittati che andranno a pagare l'Imu a giugno. Se poi il paragone viene fatto con la prima rata della vecchia Ici pagata nel 2011, il rincaro esplode e arriva a +208% di Milano per il primo tipo di contratti e a +2.330% di Venezia per il secondo. 
Sono alcuni dei dati calcolati dall'Ufficio studi della Confedilizia, le cui tabelle a corredo illustrano, in valori assoluti e in percentuale, la differenza d'imposta dovuta per un immobile medio, cioè un appartamento di cinque vani, di categoria A2, collocato in una zona semi-periferica e situato nei capoluoghi di Regione. I casi presi in considerazione sono due il contratto «libero» (4+4) e quello «concordato» (3+2, a canone calmierato).
Dal confronto tra l'acconto Imu di quest'anno e quello del 2012 emerge che la variazione è determinata dal fatto che, mentre per l'acconto Imu 2012 la legge prevedeva che si applicasse l'aliquota di base del 7,6 per mille, per quello del 2013 - sulla base di un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera al decreto legge sui debiti delle Pubbliche amministrazioni - dovranno essere applicate le aliquote stabilite dai Comuni nel 2012. E poiché molti Comuni, nel corso del 2012, hanno aumentato le aliquote rispetto alla misura base del 7,6 per mille, si sono avuti forti aumenti di imposta già per il pagamento del saldo rispetto all'acconto.
Nel confronto con l'acconto Ici 2011 invece, la variazione dell'imposta è determinata, oltre che dall'innalzamento delle aliquote, anche dall'aumento del 60% della base imponibile, dovuto alla variazione del moltiplicatore da applicare alla rendita catastale (già aumentata del 5% nel 1996), che per gli immobili abitativi locati è passato da 100 a 160, a seguito del salva Italia del governo Monti.

Secondo Confedilizia, l'impatto è «particolarmente grave» per gli immobili locati con contratti «concordati», a canone calmierato e destinati alle persone meno abbienti, per i quali sono previsti aumenti che - nel solo confronto fra acconto 2013 e acconto 2012 - arrivano fino al 40% (che si aggiungono così agli aumenti già avutisi nel raffronto fra Imu e Ici). Certo, ci sono anche alcuni Comuni virtuosi che hanno attenuato gli aumenti prodotti dall'introduzione dell'Imu, fissando aliquote che consentiranno ai contribuenti interessati di pagare nel giugno di quest'anno meno di quanto hanno pagato nel 2012. 
È il caso di Milano che per un immobile con rendita catastale di 877,98 euro fa pagare 479 euro di acconto anziché 561 (-15%) perché l'aliquota passa dal 7,6 per mille al 6,5. O ancora di più Bari, dove il calo è del 47% perché l'aliquota scende dal 7,6 per mille al quattro. A Roma invece l'aliquota sale al 10,9 per mille, così per un appartamento con rendita catastale di 787,6 euro si pagherà il 39% in più: da 503 a 701 euro.

Non è nemmeno da escludere che le aliquote aumentino ulteriormente con il saldo di fine anno, un'ipotesi che si avvererebbe se l'abolizione dell'Imu sulla prima casa comportasse una compensazione a valere sugli immobili in affitto. Per questo Confedilizia chiede che il governo intervenga prevedendo la riduzione per legge al quattro per mille dell'aliquota per gli immobili locati, a cominciare da quelli con contratti «concordati». Incentivare l'affitto partendo da questa fascia di immobili, la cui funzione sociale è evidente, «comporterebbe un aggravio per il bilancio dello Stato di 70 milioni di euro in tutto, trattandosi di non più di 200 mila immobili».
Del resto, il decreto del 2011 istitutivo dell'Imu nella sua versione originaria aveva stabilito che l'aliquota dell'imposta, prevista in via generale nella misura del 7,6 per mille, fosse ridotta per legge alla metà (3,8 per mille) per gli immobili locati. Ciò, anche in considerazione del fatto che per tale tipologia di immobili l'Imu sostituisce solo l'Ici e non anche l'imposta sul reddito, come invece accade per gli altri immobili. E l'impegno a intervenire con incentivi per l'affitto è anche contenuto del discorso programmatico del presidente del Consiglio, Enrico Letta, alle Camere.

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Crollo dell'immobiliare, nel 2012 fatturato giù di 27 miliardi - milanofinanza.it



Crollo dell'immobiliare, nel 2012 fatturato giù di 27 miliardi
In caduta libera il fatturato del settore immobiliare nel 2012. Il settore, l'anno scorso, ha perso circa 27 miliardi di euro: si sono spesi infatti 75,4 miliardi di euro a fronte dei 101,9 miliardi registrati nel 2011. È quanto emerge dal rapporto immobiliare realizzato dall'Agenzia delle entrate e dall'Abi.
In percentuale, in linea con l'andamento delle transazioni, il valore di scambio complessivo è crollato del 26%. Il calo è diffuso in tutte le aree del Paese, con un tasso intorno al 27% per il Nord e il Centro, un picco negativo del -28,1% nelle isole e una contrazione del 22,2% al Sud. I cali del fatturato sono sostanzialmente simili per capoluoghi (-24,6%) e non capoluoghi (-27%). Il mercato immobiliare delle abitazioni ha subito nel 2012 un vero crollo, perdendo oltre 150 mila compravendite rispetto all'anno precedente; si tratta del peggior risultato dal 1985, quando le abitazioni compravendute erano state circa 430 mila, e distante anni luce dai massimi del 2007 quando le transazioni di immobili residenziali erano state oltre 830 mila.

In diminuzione anche la superfice delle abitazioni vendute nel 2012. L'anno scorso si sono vendute case per un totale di circa 46 milioni di metri quadrati, con una superfice media per unità abitativa transata in calo a 103,5 metri quadrati (-25,4% rispetto al 2011). Le abitazioni compravendute sono mediamente più piccole nei capoluoghi, 97,1 metri quadrati rispetto ai 106,6 metri quadrati dei non capoluoghi.

Per quanto riguarda le principali città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna e Firenze), nel 2012 si è avuta una perdita complessiva delle compravendite di case del 22,4%. Per le grandi città il valore di scambio stimato delle abitazioni è stato di circa 19,5 miliardi di euro, con una perdita di 5,7 miliardi (-22,5% a/a). 

Fisco: Immobiliare.it, su Imu c'e' effetto annuncio ma dinamica lenta - Adnkronos

Roma, 13 mag. (Adnkronos) - L'annuncio della sospensione dell'Imu gioca a favore del mercato immobiliare ma i tempi sono lunghi. A descrivere la situazione del mercato immobiliare, visto dal di dentro, e' l'amministratore delegato di Immobiliare.it, Carlo Giordano a margine dell'assemblea di Confimprese. "Ridurre il costo della prima casa per dare ossigeno al mercato" , ha spiegato Giordano, a fronte delle grandi difficolta' che sta attraversando il settore delle compravendite con un calo del 50% negli ultimi anni.
Quanto all'annuncio della sospensione dell'Imu, Giordano ha detto "piace ma la dinamica e' lenta, per ora aumentano le ricerche di chi vuole comprare casa e c'e' un maggiore ottimismo".

Hong Kong: divario record tra prezzi case e numero di compravendite by Monitorimmobiliare

http://www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo=14683
Hong Kong: divario record tra prezzi case e numero di compravendite  15/05/2013

Il divario tra il prezzo delle case di Hong Kong e le loro vendite ha raggiunto un livello record.
 
Nuove tasse, aumento della fornitura e prospettive dicosti ipotecari più elevati stanno scoraggiando gli acquirenti sul mercato immobiliare più costoso del mondo.
 
I prezzi sono scesi del 4,2% dal record raggiunto a metà marzo, a fronte di una contrazione del 77% nelle vendite dal picco post crisi finanziaria nel 2010.
 
Il mercato immobiliare della città ha ottenuto un ulteriore impulso nel gennaio 2012, quando laFederal Reserve si è impegnata a mantenere i tassi di interesse bassi almeno fino a 2014 inoltrato.
 
"Quando le persone si aspettavano un aumento dei prezzi, come accaduto nel corso degli ultimi due anni, nessuna delle misure del governo avrebbe potuto scoraggiare gli acquirenti, perché gli oneri finanziari erano bassi" ha detto David Ng, analista di Macquarie Securities Ltd di Hong Kong.
 
"Ora, succede il contrario".
 
Nel 2010 il governo di Hong Kong ha introdotto una tassa supplementare pari fino al 20% del valore delle case per gli acquirenti che rivendono nei tre anni successivi all'acquisto e ha accresciuto l'acconto minimo sui mutui per le case che costano più di 902mila dollari.
 
Nel mese di ottobre, è stata anche varata una tassa del 15% su tutti gli acquisti di casa da parte delle aziende e dei non residenti, con la promessa di aumentare l'offerta del territorio.
 
La Fed si è impegnata a tenere bassi i tassi di interesse fino a quando la disoccupazione rimanga al di sopra del 6,5%.
 
Macquarie Ng ha fatto sapere che si aspetta che i prezzi delle case cadano del 10% quest'anno.
 
La Deutsche Bank ha previsto a marzo una diminuzione del 20% nei prossimi due anni.

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martedì 14 maggio 2013

Nel 2012 è crollato il mercato immobiliare - corriere.it





Nel 2012 è crollato il mercato immobiliare

Una tendenza evidente ma che ora viene certificata anche dai dati. Crolla il mercato della casa nel 2012, perdendo oltre 150 mila compravendite rispetto al 2011. Si tratta, secondo il rapporto immobiliare 2013 di Abi e Agenzia delle Entrate, del peggior risultato dal 1985 quando le abitazioni comprate e vendute erano state circa 430 mila.
IL RAPPORTO - Nel 2012, come emerge dal rapporto realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'Abi, si è avuta una riduzione del 27,5% rispetto al 2011 per i volumi di compravendite delle case (scese a 448.364 transazioni), con un calo inferiore per i capoluoghi (-24,8%), e maggiore nei comuni non capoluogo (-26,1%). A livello territoriale l'area del nord-est, dove si realizza il 18,3% del mercato nazionale, è quella che ha subito il calo più elevato delle compravendite nel 2012 rispetto al 2011 (-28,3%). Sempre lo scorso anno sono state vendute case per un totale di circa 46,4 milioni di metri quadri (-25,4% sul 2011), con una superficie media di circa 104 mq. Da segnalare è anche la forte diminuzione del valore di scambio complessivo, stimato in circa 75,4 miliardi di euro, quasi 27 in meno del 2011. Nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze) il calo delle compravendite è stato del 22,4% con un valore di scambio stimato di circa 19,5 miliardi di euro, ovvero 5,7 in meno rispetto al 2011. Tiene invece l'indice di accessibilità che misura la possibilità di accesso alle famiglie italiane all'acquisto di una abitazione. Dopo un anno e mezzo di calo, nel secondo semestre 2012 è migliorato.
PRODUZIONE INDUSTRIALE - Ma le brutte notizie per il nostro Paese non finiscono qui. Crolla infatti anche la produzione industriale: -5,2% a marzo rispetto allo stesso mese del 2012. Per Eurostat è il peggior dato tra le grandi economie continentali. Giù anche Germania (-1,5%) e Francia (-1,6%). Nell'insieme dell' Eurozona il calo è stato dell' 1,7% (-1,1% nella Ue a 27). Forti crescite in Olanda (+11,1%) e paesi baltici.
INFLAZIONE - Una buona notizia arriva invece dal fronte dei prezzi al consumo. Ad aprile l'inflazione segna la settima frenata consecutiva, con il tasso di crescita dei prezzi al consumo che si ferma all'1,1% su base annua, ovvero al livello più basso dal dicembre del 2009 (1,0%). Insomma con aprile si torna indietro di quasi tre anni e mezzo. Basti pensare che rispetto a giugno 2012 la crescita dei prezzi risulta ridotta di ben due terzi (era al 3,3%).
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Scozia: in vendita isola per 3,8 mln by Monitorimmobiliare

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Scozia: in vendita isola per 3,8 mln14/05/2013

Tanera Mor è l'isola più grande dell'arcipelago Summer, a 1,5 miglia al largo della costa nord-occidentale della Scozia.
 
I 310 ettari, abitati solo d'estate, sono attualmente gestiti da Lizzie e Richard Williams, che nel 1996 la rilevarono dalla famiglia Williams e hanno deciso ora di rimettere l'isola sul mercato.
 
L'agenzia immobiliare Ckd Galbraith descrive l'isola di Tanera Mor come una "impresa turistica fiorente e splendida residenza di famiglia", con un prezzo orientativo di 3,8 milioni di dollari.
 
L'isola ha nove immobili residenziali, una caffetteria, un ufficio postale e tre moli.
 
"La possibilità di possedere un'isola scozzese è estremamente rara e con la fiorente industria turistica di Tanera accoppiata alla possibilità di vivere in un luogo davvero spettacolare, ci aspettiamo di ricevere molte proposte” ha detto John Bound, di Ckd Galbraith. 
 
"Per questo ci siamo rivolti al mercato libero".  

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Spagna, battuta d'arresto nelle compravendite di case: a marzo -12,6% by Monitorimmobiliare

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Spagna, battuta d'arresto nelle compravendite di case: a marzo -12,6%14/05/2013

Nel mese di marzo in Spagna sono state realizzate 22.086 operazioni di vendita residenziali, in calo del 12,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, secondo le statistiche dell'Istituto Nazionale di Statistica.
 
Sono state infatti vendute 5.200 case in meno di un anno fa e quasi 60.000 in meno rispetto al 2008, conprezzi più bassi del 7,9%.
 
Così il mercato immobiliare rompe il trend positivo degli ultimi tre mesi.
 
Il salto verso il basso è stato evidente a marzo rispetto a febbraio, quando si è registrata una diminuzione del 37,8%, il tasso più basso degli ultimi cinque anni, nonstante tutto il primo trimestre abbia fatto segnare un aumento del 9,4%.
 
In termini annuali, il numero di abitazioni libere compravendute è diminuito del 12%, mentre – per le case di 'edilizia sociale', ovvero popolari - il calo è stato del 16,3%.

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lunedì 13 maggio 2013

Immobili, atteso nuovo calo transazioni e prezzi in 2013 - milanofinanza.it

Il mercato immobiliare in Italia registrerà quest'anno una nuova contrazione sia in termini di prezzi, visti tra -6% e -4%, sia per numero di compravendite, attese intorno a 410.000 dalle 440.018 transazioni del 2012. Sono le stime dell'ufficio studi Tecnocasa che dopo una prima parte dell'anno ancora caratterizzata da un rallentamento del mercato non esclude nel secondo semestre "segnali di miglioramento soprattutto se l'economia italiana darà segnali positivi e se i venditori, in particolare coloro che sono ancorati ad una visione di mercato che non è più quella attuale, inizieranno a ribassare i prezzi". Uno scenario, sottolinea la nota Tecnocasa, che apre interessanti opportunità di acquisto per chi ha il capitale o possibilità di accedere a un mutuo.

Il 2012 è stato un ennesimo anno difficile per il mercato immobiliare. In termini quantitativi le transazioni sono scivolate del 25,8% intorno a 440.000 (-22,4% nelle grandi città)portandosi sui livelli della seconda metà degli anni Ottanta; i prezzi hanno poi registato per la prima volta cali a due cifre, con un -10,5% nelle grandi città, -11,1% nei capoluoghi di provincia e -11,6% nell'hinterland delle grandi città. Più vivace invece il mercato delle locazioni sul fronte della domanda e dell'offerta, anche se i canoni sono leggermente scesi (-4,4% per i bilocali e -5,0% per i trilocali).

I HAVE A DREAM: COMPRARE CASA!!! di francesca rindinella ladiscussione.org



Pago mensilmente il canone di locazione e vorrei tanto avere una casa tutta mia ma comprarla rimane un sogno. Mi fermo spesso a guardare le proposte immobiliari delle agenzie: cartelli con foto vendesi monolocale …..non ci dormo la notte: aspetto che le condizioni dei prestiti siano migliori di quelli attuali, ma non dispongo di garanzie e di conseguenza non posso accedere a un finanziamento bancario,  i miei risparmi sono insufficienti per pagare un acconto.Ma ci sarà una soluzione ?!?! Una formula di acquisto alternativa c’è: Affitto con riscatto e mi spiego meglio.
L’affitto con riscatto è un formula non contemplata dal Codice Civile è pertanto comprensibile come ci sia scarsa informazione, anche se ritengo che tale formula abbia delle potenzialità e che se “applicata” con le dovute informazioni e cautela possa scuotere il mercato delle compravendite.E’ una formula già collaudata in Spagna dove prende il nome: aquiler con opction a compra.Mentre nei paesi anglosassoni ci sono: tent tu own, lease to own, lease purchase, lease option.
Queste terminologie indicano l’accordo: rent tu buy (vendita a rate) scarsamente introdotto in Italia.
Si parte da un contratto di locazione dal quale, con varie modalità che tutelano sia l’acquirente che il venditore, sia il conduttore e che il locatore si arriva al contratto di vendita.
Ecco le formule più diffuse:
 A – Locazione con opzione d’acquisto
Il potenziale acquirente stipula un contratto d’affitto dove è prevista anche un’opzione non obbligatoria di acquisto del’immobile locato. Si stabilisce nel contratto una scadenza dai 2 ai 4 anni entro cui si può optare per l’acquisto ad un prezzo bloccato e durante questo periodo si paga un canone di locazione maggiorato (esempio 20%).
Nel caso si decida di comprare, la maggiorazione versata sugli affitti – in genere assieme a una quota aggiuntiva che può arrivare anche alla totalità del versato, se, secondo gli accordi, l’acquisto avviene entro i termini temporali stabiliti – andrà ad essere detratto dal prezzo indicato (e bloccato) nel contratto di affitto con riscatto.
Se non si decide di comprare, il contratto prosegue come una normale locazione, ma la maggiorazione versata nei canoni viene persa.
B – Locazione con preliminare di vendita
Rispetto alla locazione con opzione d’acquisto, le parti assumono un impegno scritto più stringente: viene sottoscritto, assieme a un contratto di locazione, un preliminare di futura vendita entro un termine stabilito. La trascrizione nei registri immobiliari del preliminare offre più garanzie contro un eventuale pignoramento della casa da parte di un creditore del venditore: grazie all’efficacia del preliminare non si rischia infatti di perdere la somma versata sottoforma di maggiorazione dei canoni o di acconto.
Come per la formula Locazione con opzione d’acquisto (punto A) si stabilisce nel contratto una scadenza dai 2 ai 4 anni entro cui si può optare per l’acquisto ad un prezzo bloccato e durante questo periodo si paga un canone di locazione maggiorato (esempio 20%).
Nel caso si decida di comprare, la maggiorazione versata sugli affitti – in genere assieme a una quota aggiuntiva che può arrivare anche alla totalità del versato, se, secondo gli accordi, l’acquisto avviene entro i termini temporali stabiliti – andrà ad essere detratto dal prezzo indicato (e bloccato) nel contratto di affitto con riscatto.
Se non si decide di comprare, il contratto prosegue come una normale locazione, ma la maggiorazione versata nei canoni viene persa.
C – Formula con acconto (formula sperimentata dalla società rent to buy consulting)
La definizione del contratto d’affitto e delle tappe per arrivare all’acquisto (compreso un acconto sul prezzo finale) viene concordata attraverso una pianificazione finanziaria. Come per la formula Locazione con preliminare di vendita (al punto B) le parti assumono un impegno scritto più stringente: viene sottoscritto, assieme a un contratto di locazione, un preliminare di futura vendita entro un termine stabilito. La trascrizione nei registri immobiliari del preliminare offre più garanzie contro un eventuale pignoramento della casa da parte di un creditore del venditore: grazie all’efficacia del preliminare non si rischia infatti di perdere la somma versata sottoforma di maggiorazione dei canoni o di acconto.
E’ previsto il pagamento di un acconto iniziale che varia dal 3 al 6% del prezzo (bloccato) dell’immobile.
La somma pagata ogni mese corrisponde a un canone d’affitto di mercato, ma per metà va a generare un acconto per la compravendita.
Se entro tre anni il cliente non riesce (o non vuole più) acquistare, può cedere ad altri (anche a prezzo più elevato) la posizione contrattuale. Dopo tre anni, se c’è accordo tra le parti, si può arrivare a una proroga: la trascrizione può essere rinnovata.
 D – Vendita a rate “buy to rent”
L’ottica è ribaltata: si vende per poi ricevere un canone di affitto; chi vende (in genere ha la necessità di liberarsi in fretta dell’immobile) accetta il pagamento rateale, in modo che chi acquista non sia costretto a stipulare un mutuo.
Come per la formula Locazione con preliminare di vendita (al punto B) e della Formula con acconto (al punto C) le parti assumono un impegno scritto più stringente: viene sottoscritto, assieme a un contratto di locazione, un preliminare di futura vendita entro un termine stabilito. La trascrizione nei registri immobiliari del preliminare offre più garanzie contro un eventuale pignoramento della casa da parte di un creditore del venditore: grazie all’efficacia del preliminare non si rischia infatti di perdere la somma versatasottoforma di maggiorazione dei canoni o di acconto.
In genere viene versato un acconto iniziale a cui seguono rate mensili paragonabili all’importo di un mutuo o di un affitto (il venditore fa da banca al compratore).
Il contratto prevede le condizioni che determinano il ritorno della proprietà dell’immobile al venditore in caso di non pagamento delle rate previste.
L’Affitto con Riscatto ha in se enormi potenzialità: perché offre soluzioni a chi deve vendere e a chi deve acquistare e che a seconda delle esigenze del compratore e del venditore, seguiti ed assistiti da professionisti che li accompagni nell’intero percorso, tale formula abbia risonanza ed aiuti a realizzare il sogno di comprare casa.

GOLF PEOPLE - REAL ESTATE. Quando il Sole diventa elemento di redditività sugli immobili…!

Qualcuno ancora mi chiede perché sia molto conveniente investire in immobili all’estero.
La risposta, assolutamente in linea con il mio stile, e’…
perché c’è il sole!
Mi direte che la considerazione e’ banale ed il sole c’è pure in Italia…
Spesso le considerazioni più banali nascondono grandi verità.
Nelle località turistiche estere dove proponiamo gli immobili, spesso il sole c’è tutto l’anno e quindi gli immobili sono fruibili e soprattutto, se ragioniamo in termini di redditività, “affittabili” per 12 mesi l’anno.
Nelle regioni più calde (o più fredde) d’Italia la stagione dura 3-4 mesi l’anno e quindi il reddito da locazione, a parità di investimento iniziale, sarà molto più basso.
Qualche considerazione va anche fatta sull’investimento iniziale.
Orientarsi verso l’acquisto di immobili all’estero significa poter accede all’investimento immobiliare con un budget con il quale in Italia non si potrebbe acquistare nulla.
Esistono Paesi ove si può acquistare un bell’appartamento spendendo 20-30 mila euro.
Ragionando comunque su importi maggiori e location più “blasonate” il costo unitario dell’immobile sarà comunque inferiore.
Qualche esempio di prezzi
USA – Florida – Miami Beach: da euro 2.500/mq.
USA – Florida: da euro 1.000/mq.
Repubblica Dominicana: da euro 1.000/mq.
Egitto – Mar Rosso: da euro 600/mq.
Thailandia: da euro 1.000/mq.
Brasile: da euro 1.200/mq.
Quindi, un esborso iniziale comunque più basso abbinato alla possibilità di locare l’immobile per 12 mesi l’anno (a notte, week end o settimana), l’acquisto attento oltre i confini del nostro Paese può dare notevoli soddisfazioni.
In quasi tutte queste località e’ possibile locare l’immobile anche per una singola notte aumentando di fatto i maniera considerevole la redditività.
continuo aumento di connazionali che acquista immobili all’estero (si legga mio intervento su Monitorimmobiliare del 12.03.2013( http://immobiliallestero.blogspot.it/2013/04/llvie-non-ferma-gli-investimenti.html) e’ la riprova che il sistema funziona.
Altro aspetto importante che spinge i nostri connazionali a scegliere l’estero per gli investimenti immobiliari e’ la chiarezza in campo fiscale.
Nel momento preciso in cui si andrà ad acquistare l’immobile si avrà la precisa elencazione dei costi fiscali sia in materia di tassa di proprietà che di imposizione sul reddito da locazione. Certezze in netta contrapposizione sull’incertezza e continua modificazione (in aumento) delle tasse sugli immobili in Italia.
Concludo infine prendendo spunto dai numerosi commenti ai post sul mio BLog Immobili all’Estero (immobiliallestero.blogspost.it) per ricordare che molti italiani investono in immobili all’estero perché, ahimè, non hanno più fiducia nel nostro Paese e questo è l’aspetto in assoluto più tristemente pericoloso.
Al prossimo appuntamento
Gianluca Santacatterina

Piano casa per la riforma di Imu, Tares e affitti di Mario Sensini - Corriere.it






SARTEANO (Siena) - Un decreto-ponte per risolvere il rebus Imu. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni spinge per una soluzione graduale dell'imposta sulla casa. Date le ristrettezze del bilancio, con il deficit sul filo del 3%, e la decisione della Ue sulla chiusura della procedura per il disavanzo eccessivo attesa a giorni, si fa strada l'ipotesi di un provvedimento che sospenda il pagamento della prima rata di giugno non solo per le prime case, ma forse anche per i fabbricati industriali e agricoli, con un rinvio a fine estate della riforma complessiva dell'Imu. Una revisione molto ampia, che ricomprenderebbe la Tares, la nuova tassa sui rifiuti prevista nel 2014, la cedolare secca sugli affitti, che potrebbe essere pure cancellata, e forse anche l'imposta di registro (4 miliardi l'anno) sulle transazioni immobiliari e quella ipotecaria e catastale (meno di 2 miliardi).

L'ipotesi, alla quale stanno lavorando l'Economia e Palazzo Chigi, è stata messa a punto in vista del vertice informale di governo di Sarteano. Sul tavolo restano anche altre opzioni, che vanno dall'alleggerimento dell'imposta in funzione del reddito o del numero dei componenti del nucleo familiare alla soppressione «tout court» della rata di giugno per alcuni contribuenti. La riduzione della tassa, o l'esenzione dei redditi più bassi, potrebbe costare intorno ai 2 miliardi, che possono salire fino a 4-5 se il governo decidesse di offrire anche alle imprese uno sconto sull'imposta dovuta. 

Il rinvio non costerebbe nulla, e lascerebbe impregiudicata ogni soluzione. Per l'Economia, che sa di non poter sforare neanche di un millimetro la soglia del 3% di deficit, sarebbe la soluzione preferibile. I Comuni, invece del gettito Imu, riceverebbero anticipazioni temporanee dalla tesoreria dello Stato, da compensare a fine anno quando sarà stato definito il nuovo assetto dell'imposta sugli immobili, il cui gettito andrà sempre e comunque a vantaggio dei municipi. 
Se dovesse prendere piede una riforma di ampio respiro, potrebbe saltare anche la cedolare sugli affitti. Istituita come premio fiscale per l'emersione delle locazioni in nero, con una tassazione secca al 21% invece che all'aliquota marginale, nel 2012 ha prodotto un quinto del gettito fiscale atteso: poco più di 600 milioni di euro nel contro i 2,7 miliardi ipotizzati dal governo Berlusconi. Il potenziale buco di bilancio è stato già corretto, ma è di tutta evidenza che la cedolare secca non funziona per gli scopi cui era stata destinata. 
Anche per il rifinanziamento della Cassa integrazione il Tesoro caldeggia una soluzione modulare. Sul piatto potrebbe essere messo subito un miliardo di euro in attesa di verificare eventuali ulteriori esigenze in corso dell'anno. Se così fosse, per metà settimana arriverebbe solo un decreto «leggero» per Imu e Cig. La seconda tappa del percorso arriverebbe entro metà giugno, con una proposta per evitare o alleggerire il previsto aumento Iva, e il rifinanziamento delle altre spese scoperte, come le missioni di pace. Per concludersi con la riforma delle imposte sulla casa, ai primi di settembre.
Anche in Parlamento, nel frattempo, si lavora per garantire la tenuta dei conti. Un emendamento dei relatori al decreto sul debiti della Pubblica amministrazione ha sottoposto all'accisa, oltre che all'Iva, le sigarette elettroniche. Domani quando il decreto arriverà nell'Aula della Camera è atteso un altro emendamento importante: i relatori, d'intesa con il governo, lavorano per rendere possibile la compensazione dei crediti commerciali accertati con i debiti fiscali.