giovedì 31 ottobre 2013

Gb: casa d'infanzia di John Lennon all'asta a Liverpool -a-realestate.it

E' una modesta casa di Liverpool, ma nelle sue stanze ha mosso i primi passi la leggenda della musica John Lennon. La prima abitazione del celebre artista britannico scomparso nel 1980 verrà messa all'asta questa sera al Cavern Club, storico locale della città inglese in cui si esibivano i Beatles.
 L'abitazione di Newcastle Road, vicina a Penny Lane, via che ispirò una celebre canzone dei Fab Four, è una tipica casa per famiglie, coi mattoni rossi e tre camere da letto: Lennon, nato nel 1940, ha vissuto lì fino ai cinque anni. I proprietari hanno deciso di metterla all'asta, con un prezzo indicativo di 150-250 mila sterline, perché non sanno quale valore possa raggiungere visto che fan da tutto il mondo sono pronti a fare offerte.
''Abbiamo avuto grande interesse da tutto il mondo e alcune persone faranno offerte via telefono dagli Stati Uniti nel corso dell'asta'', ha detto Stephen Giddins, l'agente immobiliare che cura la vendita della proprietà. 

Usa: shopping cinese in immobili -a-realestate.it

Shopping cinese negli Stati Uniti. Nel mirino non ci sono solo proprietà immobiliari icona o di prestigio ma anche quelle in default o che accusano problemi come un basso tasso di affitti. Una tendenza che mostra la volontà degli investitori cinesi di esporsi a maggiori rischi e di voler mantenere le proprietà sotto stress fino a che i prezzi non saliranno. L'accordo più recente - riporta il Wall Street Journal - è quello di Dongdu International, che all'inizio del mese ha versato 13,6 milioni di dollari per acquistare due dei più famosi edifici di Detroit. 
Gli investitori cinesi hanno anche acquistato Cassa Hotel a New York, per la quale i proprietari vogliono la bancarotta assistita. Quattro dei maggiori 15 investimenti cinesi in proprietà americane negli ultimi due anni hanno riguardato ''situazioni problematiche'' afferma la società di ricerca Real Capital Analytics. ''I prezzi scontano offrono un'importante opportunità'' mette in evidenza Zhang Mingeng, presidente di Grand China Fund, che gestisce fondi in yuan per 4 miliardi di dollari sul mercato immobiliare cinese e un fondo da 60 milioni di dollari per investimenti negli Stati Uniti. 
Gli investimenti cinesi sul mercato immobiliare statunitense sono aumentati quest'anno con Pechino che ha incoraggiato le aziende a diversificare e a spendere le riserve di capitali esteri. Gli accordi commerciali cinesi negli Stati Uniti hanno gia' raggiunto gli 1,7 miliardi di dollari nel 2013, in aumento rispetto agli 1,1 miliardi di dollari del 2011.

Tassazione immobiliare: le proposte di Confedilizia -ingegneri.info


La Confedilizia esprime un giudizio decisamente negativo sulla decisioni assunte dal Governo in materia immobiliare. Nell’ambito di una specifica Audizione parlamentare sulla legge di Stabilità, viene evidenziato come essa tradisca le aspettative che erano state generate dalle decisioni assunte dal Governo sotto almeno tre profili:
- in primo luogo, non viene rispettato l'impegno ad un alleggerimento del carico tributario sugli immobilio, almeno, ad un mancato aumento dello stesso (si stima che le misure contenute nel disegno di legge determineranno aumenti di tassazione sugli immobili che potranno portare a quasi 10 miliardi di euro di gettito in più rispetto al 2013);
non si rispetta l'impegno a una semplificazione e ad un riordino del sistema di tassazione locale;
- la mancata istituzione di un’innovativa tassa sui servizi, posto che tale qualificazione non può essere attribuita alla nuova TRISE.
Serve un deciso ripensamento sulle decisioni in materia tributaria riferite al settore immobiliare ed assunte con il disegno di legge di Stabilità. È il messaggio, forte e chiaro, che Confedilizia lancia nel corso di una specifica Audizione parlamentare.
La pressione fiscale sulla casa è già infatti troppo elevata, su livelli più alti rispetto alla media europea. Le cifre fornite sono particolarmente indicative: l’IMU 2012 ha reso quasi 24 miliardi di euro contro i meno di 10 miliardi assicurati dall’ICI, con un aumento di circa il 140% da un anno all’altro. Il riflesso immediato è stato quello di un crollo verticale delle transazioni a partire dal primo trimestre 2012, primo periodo di rilevamento successivo al varo delle misure tributarie di fine 2011.
La stretta fiscale sul settore immobiliare ha prodotto poi effetti fortemente depressivi anche sul mercato dell’affitto, che ha subìto di fatto una paralisi a partire dall’inizio del 2012. Il crollo del mercato immobiliare ha portato con sé, oltre ad una forte svalutazione del patrimonio immobiliare italiano, nella sua gran parte di proprietà delle famiglie, ulteriori effetti depressivi.
Confedilizia analizza poi le misure varate dal Governo Letta e lancia una serie di proposte.
Con l’istituzione della Trise e, in particolare, della sua componente diretta alla copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni (TASI), secondo l’Associazione, non si configura la parvenza di una “Service Tax”, vale a dire una tassa collegata ai servizi apprestati dai Comuni, commisurata ai benefici apportati da tali servizi ai singoli immobili, di cui “aumentino” il valore. È stato infatti rimaneggiato il tributo per i servizi indivisibili istituito dal Governo Monti, è l’accusa, come “maggiorazione” della TARES (maggiorazione, limitata a 0,30 centesimi per metro quadro, corrisposta dagli stessi contribuenti della TARES e quindi anche dagli inquilini) e al suo posto è stata istituita una nuova imposta (e non una tassa), avente la medesima base imponibile dell’IMU, vale a dire le rendite catastali aumentate dai moltiplicatori della manovra Monti.
La Tasi, secondo Confedilizia e con riferimento all’abitazione principale, sostituisce solo nominalmente l’IMU, mantenendone tutte le caratteristiche essenziali e, quanto agli immobili diversi dall’abitazione principale (case affittate, negozi, uffici), si aggiunge all’IMU, aumentando quindi il relativo livello di tassazione. La richiesta è allora quella di fare in modo che la TASI sia sostituita da una vera tassa sui servizi, che dovrebbe avere un carattere di corrispettività e dovrebbe essere a carico dei residenti (proprietari e conduttori) ma anche dei non residenti e, comunque, dei soggetti che occupano l’immobile in via transitoria in relazione ad attività, lavorative o di diversa natura, svolte nei Comuni.
La legge nazionale dovrebbe fissare i parametri di riferimento sia in relazione ai servizi collegati in via diretta a un immobile sia in relazione ai servizi collegati in via diretta all’utilizzo da parte degli abitanti di un immobile. I Comuni dovrebbero poi decidere il “peso” dei singoli parametri al fine della determinazione del tributo, sulla base del criterio del beneficio apportato agli immobili e ai contribuenti incisi. Quanto alla Tari, è indispensabile rafforzare il principio del pagamento della tassa in ragione della quantità di rifiuti prodotti e dell’adozione o meno della raccolta differenziata.
Irpef sulle case non affittate e tributi locali
L’applicazione dell’Irpef e delle relative addizionali comunali e regionali sulle case non affittate, già soggette a Imu e, dal 2014, anche a TASI e TARI, è stata sostenuta con l’asimmetria che si sarebbe determinata nel trattamento fiscale degli immobili non locati rispetto a quello degli immobili locati essendo, con l’introduzione dell’Imu, stato escluso dall’IRPEF il reddito derivante dai primi. La tassazione Irpef delle case non affittate è spiegata anche con la necessità della lotta all’evasione, presumendosi che gli immobili non locati siano in realtà locati irregolarmente.
Confedilizia è decisamente contraria a tale misura; gli immobili in questione, infatti, sono generalmente quelli che i locatori (per la stragrande maggioranza piccoli proprietari, come noto) intendono concedere in locazione, senza peraltro trovare, soprattutto in questo periodo di crisi, inquilini disponibili. In molti casi si tratta anche di immobili che i proprietari utilizzano direttamente come locali di deposito o che non possono locare, per possibili esigenze personali o di figli, per le lunghe durate contrattuali tuttora previste da una normativa d’altri tempi e che tiene anchilosato il mercato nell’uso abitativo come nell’uso diverso.
In molti casi, gli immobili non vengono poi locati perché bisognosi di ristrutturazioni, per effettuare le quali i proprietari non dispongono dei mezzi necessari, data la mancanza totale, o quasi, di redditività della locazione nei tempi attuali (stretta com’è fra le alte tasse, la conseguente esigenza di non praticare canoni al di sotto dei livelli delle stesse e la non possibilità di rinvenire inquilini con idonee capacità reddituali, dato il periodo di crisi).
Nella valutazione dell’imposizione fiscale sugli immobili è anche da considerarsi, prosegue Confedilizia, che il disegno di legge di Stabilità non attua quell’opera di riordino e di semplificazione del sistema di tassazione locale.
Le proposte
La prima proposta è quella di una semplificazione della cedolare secca sugli affitti, che nelle sue regole applicative che si è rivelata farraginosa e complicata, al punto da allontanare persino soggetti potenzialmente interessati a tale regime fiscale. Inoltre, è necessario estendere l’applicazione della cedolare alle locazioni ad uso diverso dall’abitativo, al fine di dare ossigeno ad un settore particolarmente in crisi anche a causa dell’introduzione dell’Imu sperimentale.
Quanto al settore abitativo, ferma restando l’opportuna riduzione, attuata con il decreto Imu, dal 19% al 15% dell’aliquota prevista per i contratti “concordati”, al fine di ampliare l’utilizzo della cedolare in questo settore è necessario, da un lato, estendere l’applicabilità dell’aliquota del 15% a tutto il territorio nazionale (mentre ora è limitata ai Comuni ad alta tensione abitativa) e, dall’altro, prevedere una riduzione anche dell’aliquota prevista per gli altri contratti di locazione ad uso abitativo.
Va poi estesa l’esenzione Imu per gli immobili invenduti.
La legge di riforma del mercato del lavoro (n. 92/2012) ha previsto poi, a decorrere dal 2013, la riduzione dal 15% al 5% della deduzione forfettaria Irpef per i redditi da locazione. Deduzione da sempre prevista a titolo di riconoscimento delle spese a carico del proprietario che loca (imposte e tasse, manutenzione ordinaria e straordinaria, riparazione, assicurazione, amministrazione, rischio sfitto ) e che fino a qualche anno fa era fissata al 25% (nonostante gli studiosi di estimo valutino intorno al 30% le spese in questione). Il ripristino della misura del 15% avrebbe, sulla base di dati del Governo, un costo di 365 milioni di euro. Peraltro, nel corso dell’esame della norma in Commissione Bilancio al Senato nella scorsa legislatura, emerse che sulla base della legislazione vigente un aumento della deduzione all’8-10% non comporterebbe oneri per lo Stato.
Secondo Confedilizia, vanno poi esentati da ogni imposta gli accordi di riduzione dei canoni di locazione ed è necessario eliminare la norma sulla graduazione degli sfratti.
Ulteriore provvedimento suggerito è poi quello della individuazione e definizione delle fattispecie oggettive di morosità incolpevole ai sensi del D.L. n. 102/2013.
Infine, per Confedilizia è necessario liberalizzare le locazioni ad uso diverso dall’abitativo. Si propone infatti la sostituzione graduale dell’attuale legge locativa per l’uso diverso, risalente all’equo canone. In via sperimentale, si propone l’approvazione di una normativa, stimolatrice della concorrenza, che consenta di stipulare (in alternativa facoltativa alla vigente legge, che con le sue rigidità crea infatti il caro affitti ed anche lo sfitto) contratti di durata flessibile che facciano riferimento alle norme del codice civile.

Castelli e dimore, una nicchia in ripresa -casa24.ilsole24ore.com


Caccia agli immobili storici e artistici italiani da parte degli stranieri. E se proprio non si tratta di una battuta che si gioca sulle grandi quantità, perlomeno la buona notizia è che, dopo oltre un triennio di staticità e allontanamento dal Bel Paese, l'interesse è tornato a portare una ventata di ottimismo.
Dalla Toscana al Piemonte, senza tralasciare naturalmente il lago di Como, dalle città artistiche come Roma, Venezia, Firenze, le richieste di informazioni e le visite alle proprietà sono tornate a vivacizzare l'attività di intermediari immobiliari e associazioni di proprietari. Perché, diciamolo, possedere oggi un castello o una villa palladiana non è esattamente una passeggiata. Tra costi di mantenimento, obblighi imposti più o meno palesemente dai Comuni, difficoltà nel ristrutturare proprietà sottoposte ai vincoli delle Belle Arti e, soprattutto, imposte sulle proprietà immobiliari non adibite a prima abitazione, il portafoglio soffre parecchio.
«La buona notizia è proprio questa – spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari –: gli stranieri hanno ricominciato a investire nel nostro Paese e il 2013 sta andando bene da questo punto di vista. Ancor più positivo poi il fatto che la spesa media, anche rispetto agli "anni d'oro" degli acquisti dall'estero, è aumentata notevolmente».
L'attività è in netta ripresa anche secondo Lodovico Pignatti di Sotheby's Real Estate: «Ci stanno arrivando molte richieste di informazioni. Ma il mercato, l'approccio e i compratori sono completamente cambiati: non è più il tempo delle somme folli per proprietà da acquistare come capriccio. Oggi le valutazioni sono particolarmente accurate e chi compra lo fa prevalentemente per possedere un pezzo di un'Italia che, nel mondo, non ha mai smesso di attrarre, ma che fino alle ultime elezioni faceva molta paura agli investitori internazionali». Tanto che, negli ultimi anni, di richieste se ne sono viste davvero poche.
Ora che l'interesse è tornato, da dove provengono le richieste più numerose? «Per quanto riguarda le nostre proprietà abbiamo visto una netta prevalenza di domande da parte di investitori orientali – continua Pignatti –. Cinesi soprattutto, ma anche di Singapore e non mancano le richieste di famiglie indiane».
Difficile dire esattamente che cosa cerchino, perché c'è un po' di tutto: il Leitmotiv è vivere il "sogno Italia", che sia una villa palladiana o medicea, un castello o un appartamento storico in una città d'arte. «Ma sicuramente si può dire che l'incontro tra offerta e domanda avviene se il prezzo è coerente, se la location è top e se la proprietà è già accuratamente restaurata e ristrutturata. Insomma, il made in Italy storico-artistico piace se è già chiavi in mano. E per la maggior parte si tratta di investitori che intendono passare del tempo nella dimora che acquistano: solo in rari casi ci sono obiettivi commerciali, come l'apertura di un hotel o di un bed & breakfast. Anzi, le dimore che riscontrano il maggior interesse sono quelle che vengono poi utilizzate anche come edifici di rappresentanza».
Nelle immagini pubblicate in questa pagina si può trovare una selezione delle proprietà in vendita, con i relativi prezzi. «I tempi di offerta per alcune di queste proprietà – dice Pignatti – e di molte altre che non sono visibili ma che vengono veicolate solo attraverso canali confidenziali, sono in media più lunghi rispetto ai tempi, già allungatisi negli ultimi anni, delle compravendite di immobili di pregio». Si tratta di compravendite che uniscono il lato pratico dell'investimento a quello più emozionale della passione per le dimore storiche: proprietà in grado di raccontare una leggenda o che abbiano ospitato eventi e personaggi di rilievo nel corso della loro storia.
E l'opzione della locazione? «Non esiste un mercato vero e proprio delle locazioni di proprietà storiche, se non in aree metropolitane ben definite come Milano, Firenze e Roma – dice Pignatti – dove l'elevato flusso turistico favorisce anche il mercato delle locazioni a breve e lungo termine». E il fascino di un piccolo appartamento in un «palazzo» (il termine è lo stesso anche in inglese) con affaccio su piazza della Signoria, per un americano o un inglese può non avere prezzo.

mercoledì 30 ottobre 2013

Spagna: 800mila case invendute, verso parziale demolizione - arealestate.it

A cinque anni dallo scoppio della bolla speculativa immobiliare, il parco di alloggi invenduti in Spagna è stimato fra le 675.000 unità e le 815.000 registrate nell'ultimo rapporto di Catalunya Caixa, secondo i calcoli del ministero delle infrastrutture. A questa cifra va aggiunto circa mezzo milione di nuove case in costruzione, secondo le stime fatte dallo stesso ministero prima dell'inizio della crisi. Uno stock che, ai ritmi attuali delle compravendite immobiliari e nonostante il ritorno d'interesse da parte di investitori stranieri, il mercato potrebbe tardare anni ad assorbire. Nel primo semestre dell'anno, secondo i dati ministeriali citati oggi da El Pais, sono stati collocati sul mercato 23.118 alloggi, dei quali poco più di 20.700 venduti. Una cifra irrisoria rispetto all'epoca del boom edilizio, quando in un semestre venivano edificate circa 300.000 case. Da qui la destinazione di 103 milioni di euro alle demolizioni delle edificazioni ancora in corso d'opera, inserita nel plan business presentato nel marzo scorso dalla Società di Gestione di attivi provenienti dalla ristrutturazione bancaria (Sareb o bad bank).Secondo alcuni analisti, infatti, per la loro ubicazione si tratta di alloggi in urbanizzazioni che non trovano domanda sul mercato, i cui costi di manutenzione sono per i contribuenti più gravosi di quelli di demolizione. Fonti di Sareb assicurano che le demolizioni non riguarderanno progetti immobiliari ultimati, ma solo con opere in corso e che le demolizioni non saranno immediate, sull&rsquoesempio di quanto già avvenuto in Irlanda e negli Stati Uniti. Fra le sue rivendicazioni, la Plataforma de Afectados por la Hipoteca (Pah) propone che la Sareb ceda gli alloggi ai Comuni, per gli affitti a canone sociale, soprattutto nelle località dove la necessità urgente di case di protezione sociale ha portato all'occupazione abusiva di edifici confiscati dalle banche. La società, con il 45% di capitale pubblico, ha stabilito un termine di 15 anni per liquidare gli attivi tossici provenienti dalle banche nazionalizzate.

Più divorzi a Pechino, rimedio contro tassa plusvalore immobili -tmnews.it

Pechino ha registrato nel 2013 un incremento notevole del numero di divorzi e separazioni rispetto agli anni precedenti allo scopo di sfuggire alla tassa sul plusvalore immobiliare. Più di 40.000 coppie hanno messo fine al loro contratto matrimoniale nei primi nove mesi del 2013, con un incremento del 41% rispetto all'anno precedente, ha indicato la stampa locale citando statistiche ufficiali.

Nel tentativo di contenere i prezzi degli immobili, limitando la speculazione, il governo di Pechino ha adottato nel mese di marzo una nuova legge che prevede una tassazione del 20% sul plusvalore alla vendita degli immobili. Ma una lacuna della legge permette alle coppie che possiedono due beni immobiliari di non pagare la tassa su almeno una delle due proprietà in caso di divorzio o separazione.

L'incremento dei divorzi a Pechino "si spiega con l'evasione fiscale da parte di persone che beneficiano di una lacuna nella legislazione sugli acquisti immobiliari", ha confermato l'esperto matrimonialista Li Ziwei, ex funzionario di Pechino. I prezzi degli immobili sono diventati un serio problema in Cina, dove l'elevato costo delle abitazioni negli ultimi anni ha escluso ampie fasce della popolazione dall'acquisto della casa di proprietà.

Mercato immobiliare, quotazioni viste ancora in calo -professionefinanza.com

Per comprare casa gli italiani attendono ancora tempi migliori. Dopo un 2012 terribile per il mercato immobiliare e dati sempre pesanti per il primo semestre 2013 il settore pare essere tra quelli più in difficoltà nello scenario economico domestico. Si aspetta che le quotazioni immobiliari scendano ancora, mentre quelli che hanno già scelto preferiscono ricorrere ai tassi variabili. Se in altre aree del mondo e d’Europa la ripresa è già in atto, l’Italia soffre ancora, ma si intravedono i primi segnali di una inversione di tendenza che potrebbe preludere a una ripresa effettiva nel 2014. Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dal settimo rapporto dell’area research di Banca Monte dei Paschi su “Il mercato residenziale italiano e i mutui alle famiglie: timidi segnali di ripresa?”. Lo studio analizza i risultati definitivi del 2012 e del primo semestre 2013 sugli immobili residenziali e sul mercato dei mutui bancari alle famiglie.

Dai dati emerge che la contrazione nelle compravendite di immobili residenziali nel 2012 è stata del 25,7% rispetto all’anno precedente (equivalenti a circa 150.000 transazioni in meno). Le variazioni nel primo semestre 2013 mostrano per ciascuna area territoriale un decremento del numero di transazioni: il calo più consistente è stato registrato al Centro (-7,9%).
Anche il settore degli immobili di lusso risulta colpito per la prima volta. In calo gli investimenti in nuove abitazioni, sia in Italia, dove il rapporto investimenti/Pil torna ai livelli del 2006, che in Europa.
 
Tra i Paesi europei monitorati la Spagna ha il rapporto Investimenti/Pil con il calo più evidente: 5,2% nel 2012 da 13% nel 2006. Nel corso degli ultimi quattro anni, eccetto i giudizi di neutralità espressi nel 2010, il trend sul mercato italiano ha sempre segnalato livelli di arretramento e i primi sei mesi del 2013, secondo il Centro Studi di Ance Toscana, non mostrano la tanto attesa fuoriuscita dalla crisi del mercato immobiliare. Si è però ridotta la velocità di caduta che è stata a livello nazionale nel primo trimestre del        -13,8% e del -7,7% nel secondo trimestre, contro il -19,5% ed il -25,2% dei corrispettivi trimestri del 2012.
Per quanto riguarda i mutui, lo stock in Italia ha mostrato un trend migliore rispetto all’Europa nel 2012, con una variazione annua del +1,49% e una quota di mercato dell’Italia sul totale dei mutui residenti nell’Area Euro che rimane sostanzialmente invariata al 9,67% (era 9,57% a dicembre 2011). A giugno 2013 lo stock dei prestiti risulta in calo dello 0,79% in Italia e in crescita dell'1,19% nell’area Euro.
 
Da inizio anno la nuova produzione registra invece una decelerazione della flessione con flussi in calo del 23,2% a marzo 2013 rispetto al -53,8% dello stesso periodo del 2012. La contrazione del 2012 è confermata anche dal campione Assofin, dove sono gli “altri mutui” (sostituzioni e surroghe) a subire la contrazione maggiore         (-70,7% in termini di flussi e -68,6% in termini di numero di contratti).
 
Il tasso variabile sulle nuove erogazioni di mutui alle famiglie, dopo la fase di rialzo conclusasi nella prima parte del 2012, si assesta al 3,43% a luglio del 2013. Il tasso euribor a 3 mesi rimane stabile, mentre il tasso fisso, dopo aver registrato una diminuzione nel 2010, a luglio 2013 aumenta al 4,64%. Di conseguenza lo spread fisso–variabile si è ridotto a luglio 2013 all’1,21% rispetto all’1,15% dello stesso periodo dell’anno scorso.
 
Nel corso del primo semestre 2013, le nuove erogazioni a tasso fisso hanno ricominciato ad aumentare, ma il 56% delle erogazioni è ancora stipulata a tasso variabile che rimane la forma preferita dagli italiani.
 
 

Immobiliare Usa, la classifica delle città con i rendimenti più elevati rispetto al 2012 -il ghirlandaio.com


Le compravendite e i prezzi nel mese di settembre hanno fatto registrare il 20° mese consecutivo positivo. Le vendite sono state superiori del 10,7% rispetto a settembre 2012, mentre il prezzo medio (185.000 dollari) è incrementato del 12,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È questo il risultato più eclatante del report stilato da Re/Max LLC in 52 aree metropolitane statunitensi. Questo mentre il mercato immobiliare, anche ad agosto, ha fatto segnare un robusto incremento dei prezzi di vendita, anche grazie a una maggiore accessibilità ai mutui.
"E' normale per il mercato immobiliare un rallentamento dopo la stagione estiva, ma è davvero incoraggiante vedere che sia le vendite che i prezzi rimangono significativamente più alti rispetto allo scorso anno. I buoni risultati che abbiamo visto questa estate e tutto il 2013 lo confermano: abbiamo passato le prime fasi di una ripresa del mercato e ora stiamo andando verso un mercato più sostenibile” - ha dichiarato Margaret Kelly, CEO di RE/MAX, LLC.
Il Report di Settembre stilato da RE/MAX mostra un calo del 18,5% nel numero di transazioni rispetto ad agosto, ma nel contempo rileva un aumento del 10,7% rispetto a settembre del 2012. Delle 52 aree metropolitane intervistate nel mese di settembre, 47 hanno riferito vendite più elevate rispetto a settembre 2012, e 34 di esse addirittura hanno registrato guadagni a aumenti a doppia cifra tra cui:
Chicago: +27,6%;
Boston: +20,7%;
Anchorage: +19,9%;
Kansas City: +19,3%;
Wichita: +19,1%;
Des Moines: +18,9%
Per il mese di settembre, il prezzo medio di tutte le case vendute è stato di 185 mila dollari. Delle 52 aree metropolitane intervistate nel mese di settembre, 46 hanno sperimentato prezzi di vendita più elevati rispetto ad un anno fa. Di questi, 19 aree metropolitane segnalano incrementi a doppia cifra:
Detroit: +44.4%;
Atlanta: +36.0%;
Las Vegas: +30.5%;
San Francisco: +28.5%;
Miami:+24.4%;
Orlando: +24.3%
Di tutte le case vendute nelle 52 aree metropolitane, il numero medio di giorni sul mercato era di 65, che è di 3 giorni più elevato rispetto alla media nel mese di agosto, ma inferiore di 16 giorni rispetto alla media del mese di settembre 2012. 

Immobili, a Roma cresce la “nuda proprietà” -consumerismo.it

È sufficiente visitare uno dei tanti siti immobiliari che si trovano su internet per accorgersi che vendere gli immobili in nuda proprietà è sempre più in voga. Facendo una piccola ricerca e analizzando una parte degli annunci presenti nel web, l’Osservatorio Immobiliare Codici ha rilevato che almeno il 45% sono di immobili in nuda proprietà. La rilevanza della cifra è confermata anche dai dati ufficiali di Tecnocasa, che parlano di un 41% di annunci in nuda proprietà nel Lazio e di un 36% solo a Roma.
Oggi proprio il Lazio è una delle Regioni dove questo mercato è più sviluppato, con ben 3.281 case vendute nel 2011 (dati Agenzia del Territorio).
Insomma, una realtà che sta prendendo sempre più piede nel territorio. Sono molti, infatti, gli anziani che affrontano la crisi anche in questo modo: la vendita della nuda proprietà di un appartamento consente al venditore di mantenere l’usufrutto dell’abitazione fin quando vivrà, soluzione molto comoda per una persona avanti con gli anni, magari senza eredi, in difficoltà finanziaria. Da tale vendita, infatti, è possibile ricavare quella liquidità necessaria per una vita serena, restando comunque nella propria casa.

Anche per il compratore ci sono vantaggi: la casa ha un costo più basso, a seconda di diversi fattori. Prima di tutto c’è l’età del venditore: più è elevata, minore sarà lo “sconto” per l’acquirente
.
Per fare degli esempi, prendiamo un immobile che sul mercato vale circa 400.000 euro. Se l’anziano ha dai 93 ai 99 anni il valore di vendita della casa rimane alto, circa 360.000 euro, cioè il 90% del valore iniziale. Ma se l’età dell’ex proprietario diminuisce, ad esempio tra i 64 e i 66 anni, si arriva anche al 50% del valore, per un importo di soli 200.000 euro (dati tabelle casanuda.it).
Come già accennato, oggi il mercato delle compravendite in nuda proprietà è sicuramente in crescita rispetto agli anni passati, come confermano i dati dei maggiori operatori del settore (Scenari Immobiliari, Agenzia Immobiliare Toscano, Confedilizia, Tecnocasa).L’aumento si è avuto soprattutto nelle grandi città: in testa alla classifica compare Genova, seguita da Roma, Milano e Bologna. In particolare, nella Capitale la disponibilità media di spesa si concentra nella fascia compresa tra 250 e 474 mila euro.
“I dati presi in considerazione non ci sorprendono – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – visto che la situazione attuale mostra chiari segni della crisi in vari settori sociali. Oggi per un anziano vendere in nuda proprietà vuol dire garantirsi un tenore di vita adeguato nonostante le difficoltà economiche, l’aumento del costo della vita e la scarsità delle pensioni. Lo fanno anche le persone che hanno figli, a cui non potranno quindi lasciare nessun immobile, un duro segnale della crisi economica che stiamo attraversando”

martedì 29 ottobre 2013

Ecco in anteprima i terreni lottizzabili a Shelley Point, Sud Africa



Ref. IP2177 Descrizione :
Questa è una vera opportunità di investimento.
Questa proprietà di
4510 m2 è situata in zona centrale a Shelley Point su un altopiano dal quale si gode si una magnifica vista sull’oceano.
Non ci sono altri terreni del genere disponibili in Shelley Point. Su quest’area c’è la possibilità di realizzare 19 vil- lette indipendenti. C’è già un piano proposto per lo sviluppo di quest’area, ma non c’è obbligo di utilizzo e soprat- tutto non c’è vincolo temporale per iniziare a costruire.
Ci sono alcuni aspetti non indifferenti da considerare:


  • Questo terreno da lottizzare si trova all’interno di Shelley Point, una penisola privata con tutti i confort e la sicurezza che un cliente europeo si aspetta.
  • Bellezza del luogo e della natura che lo circonda.
  • Il mercato degli immobili è in leggera ripresa, ma al momento è al minimo degli ultimi anni.
  • Il cambio Euro- Rand è favorevolissimo, a livelli mai toccati da 5 anni.
  • Tutta la zona è in costante espansione e sta diventando sempre più popolare
  • Non lontano da St. Helena si trova Saldanha un porto strategico per il Sud Africa, nel quale si stanno per attuare interventi di ampliamento consistenti che porteranno ad un inevitabile sviluppo economico.
  • Lottizzarla e costruire le 19 villette per rivenderle a clienti europei può far realizzare un ottimo profitto. 







Terreno edificabile di 4510 m2 sul quale è possibile realizzare una lottizzazione di 19 villette.






















Oggi vi diamo dieci ottime ragioni per un investimento immobiliare in Sud Africa

Oggi vi diamo dieci ottime ragioni per un investimento immobiliare in Sud Africa
  • Vivere in Africa con uno stile di vita Europeo.
  • Possibilità di acquistare proprietà in location esclusive a prezzi inimmaginabili in Europa.
  • Mercato immobiliare in crescita con prezzi molto interessanti.
  • Procedure burocratiche e transazioni di denaro sicure e trasparenti.
  • Cambio Euro/Rand molto favorevole per gli investitori europei.
  • Il Sud Africa fa parte dei Paesi emergenti (BRICS) è il più sviluppato e moderno dell’Africa.
  • Ottime possibilità di aprire attività per chi decide di trasferirsi stabilmente.
  • Possibilità per gli stranieri di aprire conti correnti e di deposito con ottimi rendimenti.
  • Ottimi collegamenti internazionali grazie a moderni aeroporti serviti dalle migliori compagnie aeree.
  • Servizi ed infrastrutture di standard Europeo.
Seguite il Blog  http://vivereallestero.blogspot.com  sarete aggiornati sullo stile di vita, le curiosità e le ottime ragioni per fare un investimento immobiliare con noi della Greenbay Trading. Per maggiori dettagli ed info non esitate a contattarci.



Immobili e fisco: gestire le spese è sempre più difficile -casaemutui.net


Fino a qualche anno fa riuscire a comprare una casa era il sogno della stragrande maggioranza degli italiani, l’investimento più sicuro e soddisfacente per cui valeva la pena fare qualche sacrificio in più.
Ma oggi possiamo dire che sia ancora così? fra crisi economica e nuove tasse, mantenere e gestire un’abitazione è divenuta un’impresa quasi impossibile, come difficile è disfarsene (venderla).
La situazione peggiora per i proprietari di seconde case, che costretti, almeno per il momento, a pagare ancora l’imu, la tassa sui rifiuti, etc., hanno difficoltà a coprire tali spese, perché anche affittarle in questo periodo è molto complicato.
Per le compravendite va ancora peggio, complici le banche che non intendono erogare mutui facilmente; prova ne è il pesante calo che il settore dei finanziamenti ipotecari ha subito negli ultimi 5 anni.
Se c’è qualcuno che ancora oggi vuol comprare un immobile, è praticamente scoraggiato dalle condizioni proibitive proposte dagli operatori del settore  e dall’eccessiva rigidità dei criteri di valutazione  loro imposti.
Aumenta sul mercato il numero di abitazioni, ma diminuisce la possibilità economica di comprarle e di mantenerle, con un conseguente ed inevitabile colpo anche per il mercato immobiliare.
L’investimento del mattone, dunque, non è più quello di una volta ed il Fisco italiano ci mette lo zampino per distruggere ulteriormente il più grande desiderio delle famiglie.

Buzzetti (Ance): con Trise aumento tasse prima casa al 72%, disincentivati gli investimenti immobiliari -ilsole24ore.com


«La riforma della fiscalità immobiliare, con l'introduzione del Trise, comporta un rilevante aumento della tassazione sia con riferimento all'abitazione principale sia sulle seconde case sfitte, quantificabili rispettivamente al 72% e al 19%». È il risultato di alcune simulazioni di applicazione della nuova tassazione, illustrate dall'Ance in Senato nel corso dell'audizione del presidente Paolo Buzzetti sul Ddl stabilità. 
Assenti i tagli necessari alla spesa
«Le cose non vanno», ha detto Buzzetti a margine dell'audizione. «La tassazione sulla casa riaumenta, togliamo l'Imu e la rimettiamo con la Tasi con un 20% in più. Non si sono fatti dei tagli alla spesa corrente e si riprendono dalla casa: questo è un contrordine sulla ripresa che si stava vedendo».

Risorse in calo per gli investimenti infrastrutturali
 Disincentivati con il Trise gli investimenti immobiliari

Insomma, il Trise rappresenta «un sicuro disincentivo all'investimento immobiliare (sia come abitazione principale sia come immobile a disposizione o da locare), che invece andrebbe sostenuto, tenuto conto degli effetti positivi derivanti dall'incremento delle attività immobiliare, sia in termini di gettito che d'occupazione. Viceversa, l'investimento immobiliare andrebbe favorito, alleggerendo il prelievo sull'acquisto, sulla falsa riga di quanto previsto negli ordinamenti di altri stati europei».
L'Ance rileva, inoltre, per quanto riguarda le risorse destinate agli investimenti infrastrutturali che «si può stimare per il 2014, una riduzione in termini relativi del 14,8% rispetto all'anno precedente, un risultato che interrompe l'incremento avviato lo scorso anno». Le risorse sono considerate troppo esigue sia «rispetto alle esigenze espresse dal ministero delle Infrastrutture nell'Allegato al Def 2014 (8-10 miliardi nel triennio 2014-2016), sia rispetto alla proposta dell'Ance di un piano pluriennale per le infrastrutture (30 miliardi nel triennio)»
Confedilizia: non rispettato impegno ad alleggerire carico su immobili
Critiche alla service tax così come strutturata dal governo arrivano anche da Confedilizia. In audizione, il segretario generale di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa ha detto che nella legge di Stabilità «non viene rispettato l'impegno del Governo ad un alleggerimento del carico tributario sugli immobili o, almeno, ad un mancato aumento dello stesso, posto che, qualora il testo del disegno di legge non venisse modificato, esso determinerà aumenti di tassazione sugli immobili che potranno portare a quasi 10 miliardi di euro di gettito in più rispetto al 2013».

Immobiliare, Usa: compravendite scese del 5,6% a settembre -Settorefinanza.com


Prosegue la crisi del mercato immobiliare statunitense. A settembre i compromessi per l’acquisto di abitazioni sono diminuiti del 5,6%. A renderlo noto è l’associazione degli agenti immobiliari Usa, precisando che si tratta del quarto calo consecutivo e che, per la prima volta in 29 mesi, il numero di contratti preliminari risulta più basso rispetto a quello registrato un anno prima.
La causa dell’ulteriore contrazione delle compravendite è da ricercare, secondo l’associazione, nell’aumento dei tassi di interesse sui mutui.
La previsione è di un “rallentamento delle vendite di case nel quarto trimestre e un trend in appiattimento nei primi mesi del 2014”. Ciononostante, “la scarsità dell’offerta continuerà a sostenere i prezzi, sebbene a un tasso di crescita a una sola cifra”, precisa l’associazione. Le vendite dovrebbero salire del 10% rispetto al 2012, con il trasferimento di 5,1 milioni di case, e tenere anche nel 2014. Mentre il prezzo medio delle case dovrebbe crescere tra l’11 e l’11,5% nel 2013 e tra il 5 e il 6% l’anno prossimo.

Roma. Immobiliare Santandrea propone stime folli e fuori mercato: chi paga i danni? -Corsera.it

Le peggiori agenzie immobiliari d'Italia. Come sapete sono un immobiliarista,acquisto e vendo stabili,appartamenti,negozi.Da due anni mi imbatto nella commercializzazione di appartamenti valutati da Sant'Andrea di Via dei condotti a Roma. Invenduti da due anni. Stime strampalate,fuori mercato. Mi domando quale scopo abbia la Sant'Andrea di effettuare stime su proprieta' immobiliari che poi non riesce a vendere?

Inutile dire che stime fuori mercato procurano danni ingenti ai venditori.Mi e' capitato il caso di un appartamento al centro storico in Piazza di Spagna,che cercai di acquistare per 4.2 milioni di euro.Stima Santandrea 6 milioni. Oggi l'attico e' sul mercato ad un valore di 3 milioni e non trova acquirenti. Altro esempio importante piano nobile al centro di Roma Torre Argentina,avevo effettuato offerta a 3.8 milioni con permuta parziale attico Viale regina Margherita 140 mq a 800 mila euro nel Novembre del 2012.Santandrea valutava l'appartamento 4.5 milioni di euro.I venditori sono stati un anno senza avere la benche' minima offerta e hanno perso la vendita. Ad oggi quella casa ha riscontrato sul mercato offerte a 2 milioni di euro. 

Chi paga i danni? Non comprendo la strategia di Sant'Andrea,mi pare che la stessa rete Gabetti sia implosa,oggi ad appannaggio della rete franchising. Ma chi amministra la Santandrea? Un valutatore di fantasia o una persona seria? Il mercato e' pieno di cretini,ma in questo momento il cretino si condanna al suicidio mi pare. 
dr.Matteo Corsini

lunedì 28 ottobre 2013

GOLF PEOPLE REAL ESTATE - L’investimento immobiliare all’estero è come un abito su misura…

ottobre 28, 2013 by redazione   

Filed under NEWS


Sono due le domande che sempre più spesso mi vengono poste da quando mi occupo di investimenti immobiliari all’estero:
  • Chi è il cliente tipo che acquista immobili oltre confine?
  • Qual è la migliore località estera dove conviene investire?

Della prima risposta già mi occupai proprio in uno di questi interventi su Golf People nel quale ribadivo come la clientela fosse veramente eterogenea: dal piccolo risparmiatore all’investitore, al giovane che vuole cambiare vita, alla coppia di pensionati che si trasferisce. Tutti gli italiani, o quasi, sono quindi potenziali acquirenti di immobili all’estero.

Di tutte queste categorie ebbi anche modo di parlare nell’intervista recentemente rilasciata a Panorama.ithttp://immobiliallestero.blogspot.it/2013/09/mollo-tutto-e-me-ne-vado-dallitalia-di.html
Per la seconda domanda – ossia la località estera dove oggi conviene investire – ben si presta il titolo di questo mio intervento: l’investimento immobiliare all’estero è come un abito su misura.
Il vero lavoro del consulente immobiliare non è più quello di snocciolare o mettere in vetrina gli immobili disponibili, bensì individuare esigenze e aspettative del cliente al fine di “cucirgli addosso” l’investimento immobiliare che “meglio gli sta”.
Il bravo sarto – nel confezionarci un abito su misura – avrà prima bisogno di chiacchierare con il cliente per capire esigenze, gusti, difetti, pregi e altrettanto dovremmo fare noi consulenti prima di proporre l’investimento che sarà – se preceduto da una precisa analisi su bisogni e aspettative – quello sicuramente più adatto al potenziale cliente.
E’ chiaro che le esigenze e aspettative della coppia di pensionati che va a svernare in qualche caldo paese non saranno le stesse del risparmiatore o investitore che destina parte del proprio capitale per l’altissima resa che l’investimento immobiliare all’estero può dare. Anche in quest’ultima categoria troviamo chi preferisce un ritorno del 6-8% netto annuo e chi invece preferisce puntare sull’incremento di valore dell’immobile.

La domanda quindi va letteralmente ribaltata: cosa ti aspetti dall’investimento immobiliare all’estero?

Dovremo imparare anche in Italia ad abituarci al servizio, già molto diffuso in altri Paesi anche europei, del “Finding Property” ovvero un consulente a cui affidare un mandato scritto di ricerca dell’immobile più adatto alle proprie esigenze, che verrà pagato dal potenziale cliente con una commissione stabilita in contratto solamente nel momento in cui troverà l’immobile
Il consulente immobiliare si adopererà quindi per trovare il “giusto prodotto” dopo aver individuato – scusate se mi ripeto – le esigenze e aspettative dell’acquirente.
Che si tratti di Stati Uniti o di SudAfrica (a cui si riferiscono le foto di questo mio intervento), di Europa o Repubblica Dominicana l’investimento immobiliare dovrà assolutamente essere Taylor Made!
Al prossimo appuntamento.

Gianluca Santacatterina
mob ph +39 348.4513200
gsantacatterina@me.com

Ministero Difesa cede 1000 immobili a enti locali -agi.it

 I sottosegretari al ministero della Difesa, Gioacchino Alfano, e al ministero dell'Economia, Pier Paolo Baretta, hanno scritto ai sindaci, ai presidenti delle Province e delle Regioni per mettere a disposizione del territorio e della collettivita' 1.000 immobili distribuiti su circa 300 Comuni italiani, attualmente in gestione all'amministrazione della Difesa, che potranno essere richiesti dagli Enti territoriali nell'ambito del federalismo demaniale.

«Avvoltoi» immobiliari a Dubai -casa24.ilsole24ore.com


Il nuovo business a Dubai è il «becchinaggio immobiliare». Dopo lo sboom finanziario-immobiliare del 2010, che ha rischiato di mandare in crack l'emirato (schiacciato da 80 miliardi di dollari di debiti) nella Las Vegas araba lo skyline, dominato dagli 828 metri del Burji Khalifa (il grattacielo più alto del mondo), è oggi insidiato da centinaia di scheletri di grattacieli dove molti investitori hanno perso una caterva di soldi. Il mercato immobiliare a Dubai è crollato del 30%, con punte del 50% nelle zone più esclusive: quest'anno però è risalito del 20%. Ecco allora che spuntano gli "spazzini": investitori che comprano a prezzi stracciati progetti naufragati per rilanciarli.
L'apripista, tra gli italiani, è Ernesto Preatoni che si autodefinisce lui stesso un "becchino": l'ex raider di Piazza Affari ha rilevato la fallita Dubai Tower, grattacielo di una fantomatica società tedesca, Aci, inghiottita da un crack da 40 milioni. Ma la Aci è scappata coi soldi raccolti dai clienti che sono rimasti senza immobili. Fin dai tempi in cui scalava banche a Piazza Affari, Preatoni, ora riconvertitosi al real estate, ha fatto il pioniere negli investimenti turistico-immobiliari. Prima il Mar Rosso; poi i Paesi Baltici, infine la Siberia. La nuova meta è Dubai, oggi ghiotta opportunità. Preatoni fa nell'immobiliare quello che i fondi avvoltoi fanno con le aziende dissestate. Rileva asset decotti, sperando di lucrare sul recovery rate. Finire il grattacielo, che sarà chiamato Preatoni Tower, costerà da un minimo di 15 a un massimo di 50 milioni di euro. Il valore stimato della torre è di 100 milioni. Dei 48 piani dell'edificio, i primi 25 piani saranno uffici, il resto abitazioni private.
La soluzione escogitata è il classico uovo di Colombo: Preatoni sostiene a sue spese i costi di costruzione e cercherà un accordo coi proprietari finiti nel limbo. In due modi: liquidandoli a prezzi stracciati o farsi pagare le rate che ancora mancano. Per poi ri-mettere sul mercato gli immobili un buon prezzo. Per Preatoni la ormai ex Dubai Tower è più che altro un'operazione di bandiera, per far conoscere il suo "marchio" a Dubai. Perché il finanziere punta a un colpo ben più sostanzioso: la torre Dolce Vita, un grattacielo di due immobiliaristi italiani anch'esso vittima dello sboom e molto pregiato. Ma lì la questione legale è molto complicata.

De Niro sbarca nell'immobiliare cinese: entra nel consorzio per il nuovo lungomare di Shanghai -ilghirlandaio.com


Il grande attore Robert De Niro sbarca nel settore immobiliare cinese. Farà parte di un consorzio statunitense che ha in programma di sviluppare un grande progetto in una zona storica di Shanghai. Con il “Progetto 179” il lungomare della città verrà completamente trasformato attraverso la riqualificazione di quattro edifici vuoti (per un totale di 76.500 metri quadrati).
I lavori dovrebbero terminare nel 2016, e daranno vita a un hotel di lusso, a negozi, a un cinema e a un centro di arti dello spettacolo. Inoltre, il progetto prevede anche la costruzione di un nuovo edificio. La star, famosa per aver interpretato pietre miliari della cinematografia come Taxi Driver e Toro Scatenato, ha dichiarato che “Progetto 179 può essere un gioiello incastonato nella corona di Shanghai: inauguriamo un futuro luminoso mentre rendiamo omaggio al suo passato”.
Il quartiere che ospiterà il progetto imprenditoriale, il Bund, è una lunga striscia di cemento che scorre vicino al mare, circondato da edifici imponenti un tempo sede di banche e di altre attività economiche. Il consorzio statunitense ha dichiarato che i quattro edifici vanno fatti risalire agli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. 

Offerta record di casali in vendita sul web: vecchi rustici nel 70% degli annunci attirano gli stranieri -casa24.ilsole24ore.com


Prendi un casale e scappa, dalla città o dalla quotidianità metropolitana, per iniziare una seconda vita in campagna. Su Immobiliare.it i rustici e le cascine in vendita rappresentano il 70% dell'offerta totale, ma la domanda oggi è molto più attenta e selettiva. I tempi di vendita si allungano inevitabilmente e le trattative possono durare anche oltre i 9 mesi.
Toscana e Umbria, ormai, sono territori saturi da questo punto di vista: la domanda di casali è in discesa (anche se catalizza il 15% delle ricerche su Immobiliare.it) a causa dei prezzi raggiunti. Alcuni proprietari, anzi, iniziano a vendere, in cerca di liquidità. Qui i budget di spesa sono mediamente alti (in Umbria tra i 250mila e i 550mila euro per soluzioni già ristrutturate, il 30% più bassi rispetto alla Toscana) e attirano soprattutto acquirenti stranieri, primi fra tutti gli inglesi e i tedeschi, oltre a olandesi e americani.
In "scoperta" invece sono regioni come le Marche (dove la domanda è cresciuta del 12%) e il Molise (+6%): qui sono ancora numerose le soluzioni da ristrutturare e, dall'Emilia e dal Lazio, ed è una domanda nazionale fortemente composta da persone benestanti in età avanzata. Sul fronte dei prezzi, invece, mediamente sul portale web di annunci i casali vengono proposti a 1.249 euro al mq, con picchi fino a 1.770 euro in Liguria. Rispetto al 2009 in questo segmento di mercato i valori immobiliari sono scesi meno (-7%) rispetto al totale del mercato (-18%).
È Casa.it, poi, a dare una panoramica sulle altre zone interessanti per chi cerca un casale o un vecchio rustico da acquistare. L'offerta di cascine nelle provincie di Alessandria ed Asti, ad esempio, è cresciuta del 6% rispetto a ottobre 2012 anche se in questa zona la domanda per questa tipologia di immobile, spesso da ristrutturare, non è alta quanto quella di chi cerca una villa, moderna o d'epoca, anche da riqualificare. In Piemonte, secondo Casa.it, durante l'ultimo ciclo di boom degli immobili, sono partite numerose operazioni di acquisto, ristrutturazione e frazionamento in cascine dalle grandi dimensioni da cui ricavare almeno 4 o 5 appartamenti fra i 120 ed i 200 metri quadri, a volte con piscina o campo da tennis in comune. Oggi queste operazioni sono ridotte, più selezionate, data la forte riduzione sui margini di guadagno.
In Lombardia, invece, la flessione della domanda non si è ancora arrestata. Alle porte di Milano, dai primi anni 2000 si sono avviate numerose operazioni di riqualificazione di vecchie cascine lombarde trasformate in appartamenti dai tagli variabili fra gli 80 ed i 150 metri quadrati. A seconda dei materiali usati i prezzi di vendita sono comunque rimasti sempre in tensione rispetto ai prodotti di nuova realizzazione dei numerosi cantieri dell'hinterland del capoluogo, oggi in surplus di offerta. Nell'Oltrepò pavese, invece, si acquistano solo piccole cascine da ristrutturare, da usare per il week end e non per abitarci in via definitiva. Anche in quest'area i valori, cresciuti fortemente nel periodo fra il 2001 ed il 2006, da circa tre anni hanno subito dei cali in media compresi fra il 5% e il 10 per cento.
In Puglia la crisi non ha risparmiato neppure la "moda" della masseria, ristrutturata con finuture di lusso fino a somigliare ad un loft londinese. Tra i 5mila euro e 9mila euro al metro quadro, nell'ultimo anno anche questo segmento ha sofferto una frenata della domanda. Esistono ancora degli immobili da ristrutturare, ma si tratta di prodotti giudicati comunque troppo costosi rispetto al loro stato in cui si trovano.
Il boom dei bagli in Sicilia, legato soprattutto al business degli agriturismi, ha vivacizzato il mercato immobiliare delle province di Catania, Messina o di Trapani. Restando sulle tipologie "minori", con non più di 5 camere da letto, i prezzi restano in un range compreso fra i 150mila e i 300mila euro. Naturalmente un baglio indipendente nelle vicinanze di Taormina o a Brucoli ha un valore che supera facilmente queste cifre.