Oggi intervisto Riccardo, italiano emigrato nella Grande Mela da molti anni dove si è inserito con successo nel mondo del Real Estate. Sentiamo cosa ci deve raccontare sulla città che non dorme mai.
Da quanto tempo vivi a New York? Hai sempre vissuto in
Italia prima?
Vivo a NYC da più di 7 anni. Ho sempre vissuto in
Italia prima del trasferimento.
Quali sono state le prime difficoltà che hai
incontrato?
New York e' una metropoli che può intimidire
all'inizio. C'e' molta competizione. Le difficoltà iniziali per me sono state la
lingua inglese, che andava perfezionata, e la comprensione delle dinamiche di
interazione nel mondo immobiliare. Bisogna essere in grado di capire
perfettamente le esigenze di clienti che provengono da diverse parti del mondo
e saper offrire l'assistenza necessaria per ogni diversa situazione.
Il tuo lavoro è rimasto lo stesso anche dopo il
trasferimento?
In Italia mi sono laureato alla Bocconi e poi ho
lavorato per pochi mesi, durante una internship, come business analyst presso
BG Group. Dopo questa esperienza mi sono subito trasferito a New York dove ho
cominciato ad interessarmi al settore immobiliare. Quindi la mia esperienza,
salvo la breve parentesi iniziale, e' totalmente legata alla Grande Mela.
Come vedi l'andamento immobiliare a New York e in
generale negli Stati Uniti? Sembra che la situazione si stia
risollevando più rapidamente che in Italia...
New York è in una fase positiva e di mercato in
crescita da un paio d'anni almeno. Siamo tornati a ottimi livelli di volumi di
vendite, passando da un alto livello di "magazzino" (proprietà in
vendita) nel 2009 al minimo storico dei primi mesi del 2014. Anche i prezzi
sono tornati ai valori precedenti la crisi 2008/2009.
La domanda è salubre e l'offerta non è vastissima
quindi i prezzi tendono a salire.
Negli Stati Uniti la situazione è simile, dipende dai
diversi mercati ma comunque generalmente in ripresa e con buone prospettive.
New York detiene ancora il primato di città che detta
moda e tendenze come qualche anno fa o è stata scavalcata da altre
metropoli come Tokyo o Berlino?
Non saprei rispondere su Tokyo e Berlino perchè non le
conosco bene. Ma posso dirti quello che vedo qui nella Grande Mela. Per me
questa città ha una energia speciale, un dinamismo unico e
una varietà di talento grazie alle persone che vengono qui da tutte le parti del mondo con il
sogno e la speranza di creare qualcosa di bello e diverso. Io dico sempre che la
nostra Italia è il Paese più bello ma New York è la città più energetica e
fantastica che ci sia.
Come definiresti il popolo newyorkese? Ha una propria
identità o è un mix di culture che poco si amalgamano tra loro?
NYC è un vero e proprio melting pot. Ma è anche una
città che insegna la stessa "lingua" a chi ci abita. Praticità e'
forse la parola migliore per definire lo spirito newyorkese. Qui non si bada
molto a chi è l'interlocutore, ma piuttosto alla sostanza della conversazione, a
quanto si può costruire insieme. Questa positività è parte integrante della
cultura americana, che tende a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Quando
decidi di vivere qui, proclami automaticamente la tua volontà di essere aperto
a diversi stimoli e diventare parte dell'energia della città. Newyorchesi si
diventa, non si nasce.
Che consiglio daresti ai giovani che stanno pensando
di partire per la Grande Mela per realizzare i propri sogni?
Sappiate che i vostri sforzi saranno ripagati. Perseverate
nella vostra area d'interesse e le soddisfazioni arriveranno.
Immaginati tra dieci anni: ti vedi in Italia, a New
York o in qualche altra parte del mondo?
Il lavoro di broker immobiliare e' legato al mercato
geografico quindi sicuramente sarò fra New York e Miami. L'altra attività che
ho recentemente cominciato a trattare offre invece investimenti in fasce di
prezzo che non sono presenti a New York. Tra dieci anni mi vedo qui negli Stati
Uniti, a fare il lavoro che amo e che con impegno e passione sono riuscito a
realizzare.
di Giorgia Perbellini per Luxury&Tourism
Nessun commento:
Posta un commento