martedì 3 settembre 2013

Mercato delle case in affitto Ecco cosa cambia senza l'Imu Dalla cedolare al 15% agli aiuti per i morosi incolpevoli - corriere.it

Nelle grandi città i cartelli affittasi sono sempre più numerosi e rimangono appesi sempre più a lungo sulle cancellate. Eppure la domanda di affitto dovrebbe salire, visto che il blocco dei mutui ha tagliato fuori dall'acquisto le fasce più deboli. A rendere difficile il mercato vi sono da un lato il costo dei canoni, scesi come i prezzi delle case ma ancora troppo elevati per chi deve fare i conti con redditi precari, dall'altro l'aumento dell'offerta soprattutto da parte di proprietari che cercano di locare immobili a disposizione per rientrare sui costi di gestione e fiscali. Spesso si tratta di case messe in vendita e poi ritirate dal mercato perché non hanno trovato acquirenti a un prezzo soddisfacente. 
VIA L'IMU - Il decreto legge 102 oltre a eliminare il pagamento della prima rata dell'Imu contiene alcune disposizioni che hanno il pregio almeno di segnalare una maggiore consapevolezza sulla strategicità della locazione in questa fase economica, cercando di contemperare le esigenze degli inquilini in difficoltà e quelle dei proprietari che reclamano un minor carico tributario. In entrambe le direzioni cerca di andare la misura fiscale contenuta nell'articolo 4 del decreto: l'abbassamento, già da quest'anno, della cedolare secca sui contratti di locazione a canone concordato, allo scopo di diffondere questa tipologia di affitto e calmierare il mercato. L'aliquota è di ben cinque punti inferiore a quella sugli investimenti finanziari diversi dai titoli di Stato ma bisogna fare i conti con la realtà del mercato. I contratti a canone concordato sono previsti dalla legge sulle locazioni e vanno stipulati sulla base degli accordi territoriali decisi dalle associazioni dei proprietari e i sindacati inquilini con la mediazione del Comune. Dove ci sono gli accordi danno spesso luogo a canoni teorici molto più bassi di quelli correnti e i proprietari preferiscono tenere le case vuote. 
SERVICE TAX - L'argomento forse più discusso del decreto riguarda la service tax, destinata a sostituire l'Imu. Da un punto di vista formale si tratta di un dibattito improprio perché di service tax nel testo di legge non si parla affatto, ma sarà il pezzo forte della legge di stabilità, in arrivo metà ottobre. Si sa che sarà composta di due parti, la Tari che sostituirà la tassa sui rifiuti e che, come già succede oggi, verrà pagata da chi occupa la casa, e dalla Tasi, una tassa sui servizi indivisibili che nelle case locate sarà suddivisa tra proprietari e inquilini. Il punto cruciale è capire quanto costerà, se sarà modulata anche sul reddito e soprattutto quale percentuale pagheranno gli inquilini. Si può ritenere che una quota troppo alta a carico degli occupanti non sarà a conti fatti un buon affare per le proprietà: sui contratti in corso aumenterebbe il tasso di morosità, mentre per le case vuote sarà necessario un ulteriore ribasso delle richieste di canone, almeno fin quando perdureranno la crisi economica e l'eccesso di offerta. 
FONDI PER FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' - Infine, l'articolo 6 stanzia fondi per le famiglie disagiate che vorrebbero andare in affitto, dotando con 30 milioni all'anno per il prossimo biennio il Fondo nazionale di sostegno istituito dalla legge sulle locazioni e prevede 20 milioni all'anno per il biennio per un Fondo nazionale di sostegno per la "morosità incolpevole" in favore di inquilini in difficoltà a causa del lavoro o per malattia.

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