ROMA (Reuters) - In Italia
l'incidenza delle imposte immobiliari sul totale delle entrate
tributarie è "su valori relativamente bassi" anche tenendo conto
dell'Imu.
Lo dice la Banca d'Italia aggiungendo che "l'Imu presenta alcuni
aspetti di maggiore progressività" nel confronto con l'Ici prelevata
sull'abitazione principale.
Intervenendo in Senato, Alessandro Buoncompagni (Servizio
rapporti fiscali) e Sandro Momigliano (Servizio studi di struttura
economica e finanziaria) dicono che nei Paesi europei la tassazione
degli immobili "riveste un ruolo di rilievo per i governi locali, in
particolare attraverso imposte ricorrenti".
"Queste ultime sono presenti in 26 dei 27 Stati membri e sono
prelevate anche sull'abitazione principale. La reintroduzione
dell'imposta su questo cespite ha quindi allineato il sistema fiscale
italiano a quello degli altri Paesi europei".
I tecnici di Via Nazionale ribadiscono l'importanza di riformare
il catasto perché "lo scostamento fra valori di mercato e valori
catastali tende a favorire i contribuenti più ricchi".
"Il completamento delle diverse fasi del processo di revisione
potrebbe richiedere tempi abbastanza lunghi, recentemente stimati
nell'ordine di un quinquennio. In attesa che le nuove rendite si rendano
disponibili, potrebbe essere opportuno trovare meccanismi che attenuino
disparità di trattamento ingiustificate", dice Bankitalia.
L'architettura dell'Imu si mostra debole anche per il sovrapporsi dei poteri di prelievo su più livelli.
"Le interferenze fra politica tributaria nazionale e la fiscalità
locale rendono il prelievo opaco per il contribuente", dicono
Buoncompagni e Momigliano condividendo l'ipotesi di destinare ai comuni
"l'intero gettito Imu".
Non convince i tecnici di Via Nazionale neppure il prelievo sui
trasferimenti immobiliari, che da proporzionale al valore delle
transazioni "andrebbe, ove possibile, ricondotto alla forma di tassa
fissa".
"Un'eventuale riduzione del prelievo sui trasferimenti potrebbe
realizzarsi mediante l'estensione a tutti gli immobili del sistema di
detrazione delle imposte pagate su trasferimenti precedenti, già
previsto per le 'prime case'. Tale intervento potrebbe incentivare, per
determinate tipologie di transazioni, l'emersione dei valori effettivi
di compravendita".
Altro nodo dolente è l'Imu sui capannoni industriali, che ha
prodotto "un forte aggravio fiscale a causa dell'incremento dei
moltiplicatori".
Bankitalia promuove la possibilità "di attenuare l'imposizione
sulla proprietà immobiliare delle imprese", ma aggiunge che abbassare
l'aliquota Ires "potrebbe determinare un maggiore incentivo all'attività
economica".
Per quanto l'Imu sulle imprese possa essere iniqua, Buoncompagni e
Momigliano sottolineano infatti che "l'imposizione sul patrimonio
immobiliare si presta meno facilmente di altri tributi all'evasione".
Un'ulteriore possibilità, secondo quanto ha annunciato il
governo, è rendere l'Imu sui capannoni deducibile dal reddito d'impresa.
Secondo Bankitalia, questo intervento "ha il pregio di favorire le
imprese che non occultano i loro redditi ed è in linea con quanto
avviene nei principali Paesi europei".
(Giuseppe Fonte)
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