mercoledì 12 giugno 2013

Le grandi città frenano la caduta di Paola Dezza - Il Sole 24 Ore



Un mercato non certo florido, ma che mostra qualche primo segnale di miglioramento. Almeno in termini di decelerazione della caduta.
Archiviato il 2012 con una perdita di valore di 27 miliardi di euro, che si è concretizzata nel 25,8% di scambi in meno, il mercato del mattone residenziale mostra oggi un accentuato bipolarismo tra grandi città e centri minori.

I primi tre mesi del 2013 si sono chiusi con poco più di 94.500 transazioni residenziali (110.116 sono state le unità compravendute nel primo trimestre del 2012), un numero che porta con sè il quinto calo consecutivo negli scambi di abitazioni. La discesa questa volta però si è fermata a un - 14,2 percento. 
Spicca il trend delle otto maggiori città italiane per popolazione, che in media hanno perso il 7,2% delle contrattazioni (un anno fa, tra gennaio e marzo, le otto metropoli avevano lasciato sul terreno il 17,9% degli scambi rispetto allo stesso periodo 2011), ma il dato comprende la tenuta di Milano e Firenze (rispettivamente -4,8% e -4%) e il trend positivo di Napoli che da sei mesi a questa parte vede transazioni in aumento di oltre il 15% per via delle dismissioni degli immobili pubblici del Comune.

È anche vero però che questa lieve schiarita, rafforzata dal fatto che i capoluoghi, che stanno andando meglio, sono sempre i precursori di una inversione di tendenza, non significa comunque che il peggio sia passato. Anzi, se il calo delle transazioni dovesse continuare nei prossimi trimestri – e ricordiamo che il secondo quarto dell'anno insieme all'ultimo sono quelli con il maggior numero di scambi – scenderemmo sotto il minimo appena toccato che a fine 2012 ha riportato il mercato ai livelli del 1985. 
«Lo stretto legame tra mattone e situazione economica è nei numeri – dice Gianni Guerrieri, responsabile dell'Omi, Osservatorio immobiliare dell'agenzia delle Entrate –. Il dato rilevante del trimestre è quello relativo ai capoluoghi, che in genere anticipano le tendenze del settore. Nel quarto trimestre 2012 solo due hanno avuto segno positivo nel trend delle compravendite, nel primo trimestre 2013 sono 38 i capoluoghi che hanno registrato una crescita degli scambi, anche se di poco». La variazione tendenziale è quindi migliore del resto della provincia.

Se il numero attuale di transazioni viene messo in relazione a quello dell'omologo trimestre del 2004 si evince che il nord ha perso il 50,3% del volume degli scambi residenziali, il centro il 48,6% e il sud il 44,3 percento.
Degli altri segmenti spicca nel trimestre la perfomance del comparto produttivo, che ha perso il 6% circa del numero di transazioni, e il commerciale (-8,7%), lievemente peggio è andato il terziario inteso come uffici.

Il rilancio del settore potrebbe partire dal mercato non residenziale, i cui protagonisti sono riuniti in questi giorni (dal 4 al 6 giugno 2013) alla Fiera di Milano per Eire, la manifestazione del real estate. Il mood che si respira è più possibilista su una ripresa, alla quale potrebbero contribuire anche le valorizzazioni sia del Demanio sia di Cdp, ma anche il ritorno degli investitori esteri, attirati dagli yield interessanti grazie al repricing del mattone che da tempo l'Italia aspettava.
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