sabato 6 aprile 2013

Via libera a decreto su pagamenti Pa. Oltre 20 mld i crediti esigibili dalle imprese di costruzioni

Via libera a decreto su pagamenti Pa. Oltre 20 mld i crediti esigibili dalle imprese di costruzioni

Via libera a decreto su pagamenti Pa. Oltre 20 mld i crediti esigibili dalle imprese di costruzioni 06/04/2013

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per sbloccare i pagamenti dovuti dalla Pubblica amministrazione alle imprese, dove le imprese legate al mondo dell'edilizia e delle costruzioni vantano oltre 20 miliardi i crediti esigibili, dei 40 miliardi che in totale verranno sbloccati nei prossimi due anni.

“Già da lunedì 8 aprile, subito dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale, potranno cominciare i primi pagamenti” ha garantito il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi che ha seguito il varo di un provvedimento che rappresenta per molltissime imprese un'iniezione di liquidità indispensabile alla sopravvivenza.

Il decreto - come previsto nella bozza approdata in Cdm - dà l'esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno dei pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili per un importo di 5 miliardi di euro per quanto riguarda gli enti locali, di 1,4 miliardi per quanto riguarda le regioni, 500 milioni per quanto riguarda le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei.

Il decreto, specifica una nota di Palazzo Chigi, istituisce un Fondo destinato al pagamento dei debiti di Regioni, Province e Comuni. Si prevede l'istituzione nel bilancio dello Stato di un unico Fondo - con dotazione di 26 miliardi di euro-, articolato in tre sezioni dedicate e comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili rispettivamente degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e 2 miliardi nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014).

Entro il 31 maggio 2013 le Pa debitrici dovranno comunicare alle imprese creditrici il piano dei pagamenti (sarà responsabilità diretta dell'Amministrazione identificare i soggetti creditori e gli importi da pagare.

"Dopo anni di denunce è stato compiuto un passo importante per ristabilire la correttezza nei rapporti tra lo Stato e le imprese – è stato il commento del presidente dell'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili), Paolo Buzzetti -.

L'allentamento del patto per 7,7 miliardi di euro rappresenta un segnale positivo per l'edilizia che ancora oggi sta pagando un prezzo elevatissimo a causa dei mancati pagamenti".

"Sono mesi che ci battiamo perché le imprese siano pagate in tempi brevi e con meccanismi certi - ha aggiunto Buzzetti - finalmente possiamo dire che è stato fatto un passo concreto in tal senso.

E giusta è stata anche la pausa di riflessione che ha portato il Governo a modificare il decreto nella direzione che noi avevamo indicato eliminando l'ingiusta norma che vietava ai Comuni che usufruivano dell'allentamento del patto di fare investimenti per i successivi 5 anni".

"Ora però bisogna proseguire il cammino intrapreso - conclude il presidente dei costruttori - e modificare il patto di stabilità, eliminando la stortura ingiustificabile che impedisce alle Pubbliche amministrazioni di pagare i lavori realizzati, pur disponendo delle necessarie risorse di cassa.

Si apre adesso la sfida di efficienza delle Pa per rispettare i tempi stretti previsti dal decreto necessari per salvare dalla chiusura migliaia di imprese e dalla disoccupazione centinaia di migliaia di lavoratori del settore".
Posted by Monitorimmobiliare

1 commento:

  1. Il decreto? E’ servito a decretare la successiva dilazione del debito della P.A. La resistenza burocratica, e sua natura statalista, impedisce di percepire che le esigenze dell’impresa sono immediate. L’imprenditore non può esultare, mostrando ai propri fornitori e dipendenti il testo del decreto, ben articolato ma per niente utile, definito giustamente “pateracchio” dal Presidente Confindustria Squinzi e suscitato le ire di Sangalli, Presidente Confcommercio.
    Si è preferito guardare al dito dello “spread”, senza vedere la luna dell’intero sistema economico, portando all’eccesso di pressione fiscale; la mancanza di credito bancario e del credito verso la P.A., hanno fatto il resto.
    La mia soluzione - pubblicata su due gruppi di Linkedin,agli inizi dell'anno, e su 24ORE, a commento di un articolo -, semplifica l'emergenza crediti nei confronti della P.A. e restrizione del credito bancario, immettendo subito, nel circuito della massa circolante, l’equivalente di almeno 30 miliardi di euro.
    Si basa su un titolo, a metà strada tra moneta complementare e titolo di credito - denominato EURIT -, che verrà ceduto ai creditori della P.A., a saldo o parziale pagamento, del debito della P.A., verso le aziende, per forniture, lavori e servizi che, per cattiva consuetudine della P. A., sono saldati anche dopo 18 mesi.
    Questa massa di debiti non rientra nel totale debito pubblico del 127% rispetto al PIL, e di quella quota annuale del 3% da non sforare, secondo le direttive europee. Quindi è lo Stato che emette questo titolo, destinato ai suoi creditori, evitando dispense dall’Europa, necessarie per immettere altri titoli pubblici, che farebbero aumentare il debito,

    Si tratta di evitare le attese annunciate in questi ultimi giorni, in grado solo di far constatare che l’operazione è riuscita ma l’ammalato è deceduto.
    Gli EURIT, in pezzature da € 1.000 e 500, stampati, come un biglietto-moneta, dalla Zecca, numerati e con serie corrispondenti al debito certo verso l'azienda X che, poniamo, creditrice di € 100.000 da oltre 6 o 12 mesi, riceverà 100 titoli EURIT, della serie ABC..... dal n..... 211 al.... 310, saranno consegnati, dalla Banca d'Italia o Cassa Depositi e Prestiti, all'amministratore dell'azienda X, come corrispettivo del suo credito certo, dietro pagamento di un costo minimo di emissione (stampa, diritti e distruzione).
    La sua durata sarà pari a quella fissata dallo scadenzario della P.A. (6 o 9 mesi) e, dopo i vari passaggi Stato-impresa, impresa-impresa, in pagamento di fornitori e dipendenti, arriverà anche alle famiglie e al macellaio. Alla scadenza, il possessore finale presenta il titolo EURIT per la conversione in EURO.

    Esaurita la sua funzione, EURIT viene distrutto.
    Seguiranno altre emissioni, sino a quando lo Stato non sarà diventato virtuoso, in grado cioè di saldare le fatture entro 30, 60 o massimo 90 giorni. Il credito deve essere certo, mentre il titolo conterrà - come qualsiasi moneta corrente -, accorgimenti di riconoscimento, per evitare l’opera dei falsari.
    Il beneficio è rivolto alle due parti: lo Stato rende al mercato una quota di circolante, senza privarsi di risorse, e l'impresa può utilizzare il suo credito, senza ricorrere a costose anticipazioni.
    Tutto è armonizzato con il maggiore beneficiato che risulterà essere il sistema economico, arricchito dalla aumentata massa monetaria,circolante solo entro i confini, impedendo anche esportazione di valuta.
    Calcolando una media minima di 5, 6 passaggi a semestre, avremo i 30 MLD considerati moltiplicati x 5 = 150 x 2 semestri = 300 miliardi annui, con evidente buon apporto al PIL, prodotti da una fonte di finanziamento a costo quasi zero ed aumento dell’occupazione.

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