"Non
si può pensare di centrare l'obiettivo della spending review aumentando
ulteriormente le imposte sugli immobili come la Tasi, che potrebbe salire dal
2,5 al 3,5 per mille per le prime case e dal 10,6 all'11,1 per mille per le
seconde, a spese del ceto medio e del settore immobiliare e delle costruzioni.
Comparto che rischia il collasso soprattutto dopo il caos degli ultimi giorni.
Gli aumenti della Tasi da parte del Governo interesseranno, infatti, oltre il
70 per cento dei proprietari di case medie e piccole. In questo modo gli
italiani tra Imu, Tari e Tasi maggiorata pagheranno nel 2014 la cifra record di
oltre 40 miliardi".
Così Valerio Angeletti, Presidente nazionale di Fimaa
Italia - Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari - Confcommercio,
commenta il possibile aumento della Tasi (l'imposta degli immobili introdotta
dalla Legge di Stabilità) dal 2,5 al 3,5 per mille per le prime case e dal 10,6
all'11,1 per mille per le seconde da parte del Governo attraverso un
emendamento o un decreto legge ad hoc. Nel migliore dei casi gli aumenti
potrebbero essere contenuti di mezzo punto, a discrezione dei Comuni.
"Rispetto alla vecchia Imu - continua Angeletti - la Tasi (Tassa sui
Servizi Indivisibili) dovrebbe valere in media tra i 40 e i 50 euro in meno, ma
sommando le tre componenti della IUC (l'Imposta Unica Comunale) ossia Tasi,
Tari e Imu, il conto salirà. A questo punto sarebbe stato meglio lasciare la
vecchia Imu evitando otto mesi di demagogia politica, il caos pagamenti e
scadenze che stanno vivendo i cittadini e il rischio del blocco totale del
settore immobiliare. Il Governo - conclude il numero uno di Fimaa Italia
Angeletti - sottovaluta l'importanza che il mercato immobiliare ha sul
PIL.
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