Oggi intervisto Luca, italiano emigrato in Repubblica Dominicana, che ci parla della sua vita ma soprattutto di come si presenta oggi uno dei paradisi dell'oceano Atlantico.
Da quanto tempo
vivi nella Repubblica Dominicana?
Ho deciso di lasciare l'Italia per
trasferirmi in Repubblica Dominicana nel 2006, ormai otto anni fa.
Di cosa ti
occupavi prima in Italia e di cosa ti occupi ora?
In Italia, più precisamente a Roma, avevo
una catena di negozi di articoli per la casa. Ora invece ho cambiato
completamente settore e mi occupo di vendita, affitto e amministrazione di proprietà
immobili a Punta Cana.
Qual è stato il tuo
primo approccio col mondo del lavoro e quali sono le differenze più evidenti
che si notano al confronto con l'Italia?
Una
volta arrivato ho cercato di capire quale lavoro avrei potuto svolgere in base
alle mie capacità e alle conoscenze pregresse e ho scoperto che il mondo del
real estate poteva fare al caso mio.
Le
differenze tra i due Paesi sono molto evidenti: la Repubblica Dominicana sta
vivendo un forte sviluppo economico che lascia spazio di crescita lavorativa ai
cittadini. A questo poi si aggiunge un'ottima regolamentazione del lavoro, che
sta incentivando sempre di più investitori stranieri di qualunque settore. In
Italia invece nel 2006, nonostante la crisi non fosse ancora arrivata, si
avvertiva già un senso di pesantezza e di stanchezza. E dire che allora le cose
andavano ancora bene!
Come viene
vissuto il rapporto con Haiti, paese corrotto, povero e messo ancor più in
ginocchio dal terremoto del 2010?
Quello con Haiti è un rapporto fraterno di
due Paesi che, al di là delle culture diverse, condividono la stessa terra, la
stessa isola. Il fatto che uno dei due sia ricco e l'altro povero non li
allontana, anzi li pone in una situazione di reciproco bisogno. Gli haitiani
vengono a lavorare in Repubblica Dominicana perchè nel loro Paese la media di
guadagno è di dieci dollari mensili; viceversa i dominicani hanno bisogno di
loro per svolgere i lavori più pesanti che nessuno qui accetta di fare. Ci
tengo anche a dire che dei molti miliardi di dollari inviati in aiuto ad Haiti
dopo il terremoto, quasi nulla è stato fatto. Tra società onlus non ben
definite e soldi persi negli appalti di ricostruzione, non è rimasto quasi
niente per il popolo.
La presenza di
zone franche a tassazione quasi nulla, la possibilità di esportare in Sud
America senza dazi, sono aspetti che rendono la Repubblica Dominicana molto
appetibile agli occhi di un imprenditore estero...
L'imprenditore straniero è sempre più
presente sul territorio grazie alle tante agevolazioni che permettono di
contenere i costi rispetto a una produzione europea o statunitense. Le zone
franche sono un buon business sia per chi fa impresa che per il dominicano: da
un lato viene utilizzata manodopera a basso costo, dall'altro c'è la
possibilità di trovare lavoro a lungo termine.
Da quando è
salito al potere, Danilo Medina ha intensificato la presenza della polizia per
le strade. Mi confermi questo fatto? C'è più sicurezza oggi nella vita dei
cittadini?
Io sostengo da sempre che la cosa più bella
della Repubblica Dominicana, prima ancora delle spiagge o della natura
incontaminata, sono le persone. E' un popolo generoso, buono e sempre pronto ad
aiutare il prossimo. E' normale però che a Santo Domingo, come in tutte le
metropoli del mondo, si registrino diversi casi di furti e violenze. Fernandez
e Medina, rispettivamente il presidente precedente e quello in carica, si sono
molto battuti per cambiare questa situazione. Oggi la Polizia Nazionale
pattuglia le strade della città 24 ore su 24 e la vita è più sicura.
Tengo a precisare però che in tutte le zone
turistiche del Paese e nell'entroterra il livello di delinquenza è bassissimo.
Sembra che la Repubblica
Dominicana sia in continua crescita economica, che non si senta crisi. E'
davvero così?
Da
quando sono arrivato, l'unico calo nelle vendite si è fatto sentire nel 2009 ma
senza grosse conseguenze. Girando per i negozi o per i centri commerciali ci si
accorge subito che molta gente fa compere e spende senza problemi, e la stessa
tendenza si registra anche per le auto e gli immobili.
Cito da
Acoprovi.org "Il sistema finanziario
dominicano è tra i 35 migliori sistemi bancari di tutto il mondo, con un
miglioramento di 55 posti in quattro anni". Letta da un'italiano, che vive
in una situazione di stallo, questa notizia sembra impossibile. Quali sono le
differenze maggiori col sistema bancario italiano?
Penso che tutti i sistemi bancari del mondo siano macchine
per far soldi a dispetto dei cittadini: la banca perfetta deve ancora nascere.
Ti posso dire però che il sistema dominicano tende ad agevolare i correntisti,
in quanto le spese per l'apertura di un nuovo conto o per le operazioni di
routine sono quasi nulle.
di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism
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