giovedì 16 gennaio 2014

Il sole di Miami sarà quotato alla Borsa Italiana -ilghirlandaio.com

Miami mecca degli investimenti immobiliari. Il fenomeno, cominciato ormai più di cinque anni fa, non accenna a diminuire, anzi. Si tratta, ovviamente, di un trend circoscritto al luxury del mattone, ma è in inesorabile crescita grazie soprattutto ai ricchi asiatici e sudamericani che sognano una casa nella cittadina della Florida.
Quest’opportunità di business non è sfuggita a un terzetto di manager-imprenditori italiani che ha costituito la Sunshine Capital Investments, una società che ha come unico obiettivo quello di fare investimenti immobiliari a Miami e che si quoterà in Borsa tra il 20 e il 25 gennaio. La procedura per la quotazione sull’Aim (il segmento dedicato alle piccole imprese) è stata avviata lo scorso novembre e pochi giorni fa è stata presentata la domanda di ammissione alle negoziazioni.

Quello che avrà di particolare la Sunshine è che punta a collocare sul mercato azionario il 98% del capitale, cioè quasi la totalità, con l’obiettivo di diventare una mini public company i cui azionisti saranno soprattutto imprenditori e professionisti (ma non mancheranno altri tipo di investitori come i family office) che guardano a Miami come a un filone d’oro che non si è ancora esaurito. Dietro quest’iniziativa ci sono Andrea Mezzogori, ex cfo di Sorgenia (gruppo Cir-De Benedetti), un broker immobiliare come Massimo Nicastro (veterano della Florida da oltre 20 anni) e Marco Martini, una carriera nel private banking.

L’asso nella manica della Sunshine Capital Investments dovrebbero essere le relazioni con le banche della East Coast Americana, che in pancia hanno ancora migliaia di distressed asset, cioè immobili sequestrati ai proprietari insolventi a partire da fine 2007 quand’è scoppiata la crisi dei subprime. Negli ultimi anni numerosi sono stati gli investitori, compresi diversi italiani, che hanno fatto rotta sulla Florida per acquistare immobili a prezzo da super saldo che, una volta ristrutturati e venduti a valori di mercato, assicurano laute plusvalenze. Ma ancora oggi si contano tanti asset con elevato potenziale di rivalutazione e rendita.

Il focus della Sunshine è soprattutto sul residenziale ma la società ha di recente sottoscritto un accordo per l’acquisizione di una quota del 12,5% del City Inn, un grand hotel in disuso che si trova in un’area in procinto di essere rilanciata. Una volta ristrutturato e reso operativo con un brand di livello internazionale (Best Western, Quality Inn. etc), l’albergo sarà rivenduto al miglior offerente insieme ai terreni e ai diritti relativi alle antenne telefoniche. Nel suo complesso, Miami si presenta oggi come una città-cantiere grazie al moltiplicarsi di progetti per la realizzazione di nuovi grattacieli firmati dalle archistar e finanziati soprattutto da capitali asiatici. Si prevede che fino al 2020 saranno investiti 10 miliardi di euro nell’immobiliare a Miami con prezzi costantemente in crescita.

Tanto per fare un esempio, nella bellissima torre Porsche Design, che sarà consegnata nel 2015, il 90% dei 132 appartamenti sono stati già venduti nonostante il prezzo compreso fra i 4 e i 50 milioni di dollari. Nella Crimson Tower, a bordo mare, l'appartamento più piccolo costa minimo 550 mila dollari. In futuro, dunque, l’offerta sarà costituita dalle unità immobiliari figlie dei subprime di cui le banche devono ancora sbarazzarsi e da edifici di nuova costruzione.
Se tutto questo porterà a un eccesso di offerta e una concentrazione edilizia è presto per dirlo. Al momento, a Miami la domanda supera l’offerta e le prospettive di business sembrano esserci. Toccherà alla Sunshine ritagliarsi uno spazio in un mercato che si presenta fortemente competitivo.

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