venerdì 8 novembre 2013

Mollare tutto e trasferirsi in Sud Africa. Esperienza di un italiano che l'ha fatto davvero.


                                             

Intervista a Daniele Debellis, italiano che ha fatto di questo paradiso terrestre la sua nuova casa.  
Da quanto tempo vivi nello Stato del Sud Africa? Hai sempre vissuto in Italia o hai esperienza di vita anche in altri Paesi?

Mi sono trasferito stabilmente circa due anni e mezzo fa. Prima di allora ho sempre vissuto in Italia con solo alcuni brevi soggiorni all’estero, per vacanza e lavoro.

 La decisione di andartene dall'Italia l'hai maturata negli anni o è stato più il frutto di un'opportunità da cogliere al volo?

E' l'unione di entrambe le cose…da anni coltivavo il sogno di spostarmi in Paesi lontani dall’Italia come Spagna, Stati Uniti, Australia, perché sentivo l’esigenza di fare nuove esperienze e conoscere realtà diverse da quella in cui sono cresciuto. Negli anni gli impegni lavorativi e personali hanno contribuito da un lato ad alimentare il sogno e dall’altro a impedirne la realizzazione. Finché nel 2008, con la mia compagna, abbiamo deciso di fare un viaggio in Sud Africa, durante il quale abbiamo visitato diverse località tra cui St. Helena Bay, un villaggio a nord di Città del Capo dove viveva una coppia di conoscenti che ci ha ospitato. E' proprio lì che sono rimasto incantato dalla bellezza del paesaggio e dall’incredibile qualità della vita che la zona aveva da offrire: in pochi giorni ho talmente apprezzato l’atmosfera che mi circondava da capire che quello era il posto giusto, lo stile di vita che stavo cercando. Così poi, da un lato l’avvento della crisi e la difficoltà di riprogettare un futuro in Italia per tutti i motivi che conoscete, e dall’altro il sogno che martellava sempre più forte, e a fine 2010 è arrivata la svolta.  La decisione di andarsene e cominciare una nuova vita nel posto che sognavo.

 Quali sono state le tue prime impressioni una volta arrivato e quali le difficoltà?

Ricordo ancora con emozione il momento in cui ho passato il controllo passaporti e l’ufficiale in servizio, riconsegnandomelo, mi ha guardato e con un sorriso mi ha detto:“ welcome my friend”. Ho pensato “questo è il posto giusto, questa è casa”.
La difficoltà maggiore inizialmente è stata la lingua. Al tempo non sapevo nemmeno una parola d’inglese e quindi ero preoccupato per come avrei fatto a comunicare. Poi, col passare del tempo, si è risolto tutto spontaneamente, non mi sono nemmeno reso conto che in effetti stavo comunicando! Devo ammetterlo, una grossa soddisfazione personale.

 Come descriveresti il popolo sudafricano e la loro cultura?

Su questo punto ci sarebbero molte cose da dire… non dimenticare che in Sud Africa c’è una tale mescolanza di razze, genti, lingue, usi e costumi, che non a caso viene chiamato il “Popolo Arcobaleno”. A mio parere sono persone che sanno prendere la vita nel modo giusto, dividendosi equamente tra lavoro, vita privata e svago. Sono orgogliosi, amanti della propria terra, della natura e della vita all’aria aperta. Dai, le prossime vacanze vieni a fare un giro da queste parti,  così vedrai di persona un mondo diverso e per certi versi opposto a quello italiano…

 Esiste una sorta di "comunità italiana" o siete una parte ancora troppo piccola di popolazione?

In Sud Africa esiste una comunità italiana abbastanza numerosa (circa 85.000 persone) concentrata maggiormente nei grossi centri urbani.
Dove mi sono stabilito, la comunità italiana è  composta da me, dalla mia compagna e da Sally, la nostra meticcia Labrador/Ridgeback  italiana per adozione. Noi però siamo sempre in contatto con alcuni dei connazionali che vivono a Città del Capo.

 Qual è stato il tuo primo approccio al mondo del lavoro e quali sono le differenze più evidenti che si notano al confronto con l'Italia?

Il primo approccio non è stato dei più facili per una questione di differenza culturale con cui i Sudafricani lavorano e fanno business. Può capitare che si sprechi mezza giornata ad aspettare l’elettricista che molto probabilmente si farà vedere il giorno dopo, se tutto va bene.
Va però detto che le modalità e la burocrazia per avviare un’attività, qui sono molto più “easy” e assolutamente meno costose rispetto all’Italia. Molte volte mi sono stupito della gentilezza e della cortesia degli impiegati agli sportelli che in diverse occasioni mi hanno compilato i moduli o suggerito un'alternativa  per ottenere un servizio migliore.

       Il Sud Africa viene descritto come cosmopolita e dalla mentalità molto occidentale. Non per niente il prossimo anno Cape Town ospiterà la rassegna mondiale di Design. Sei d'accordo con queste affermazioni?

Assolutamente si, e Cape Town ne è il perfetto esempio. Non a caso la Città Madre è una delle mete più ambite dal turismo internazionale che affascina ogni anno migliaia di visitatori, alcuni dei quali poi decidono di trasferirsi qui stabilmente.

·      Una domanda che da italiana non può mancare: la crisi si sente anche lì o per te è solo un lontano ricordo?

A essere onesti le difficoltà e un po’ di crisi si percepiscono, ma la differenza è che qui si può ancora vivere con dignità e progettare un futuro senza essere milionari.

Che consiglio daresti agli italiani che vorrebbero fuggire dall'Italia in cerca di una vita migliore ma non trovano il coraggio di farlo?

Just do it…!!!  




 di Giorgia Perbellini


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