mercoledì 5 febbraio 2014

Gb: paura bolla immobiliare. Esperti, ci siamo già dentro -a-realestate.it

L'allarme si ripete ormai a cadenza quotidiana: il rischio di una bolla immobiliare a Londra è imminente e già difficilmente arrestabile. Questa volta è un autorevole gruppo di economisti ed esperti del settore, l'EY Item Club, a mettere in guardia, ripetendo lo stesso invito rivolto da mesi e da piu' parti al governo e alle autorita' finanziarie britanniche, affinchè si agisca con urgenza per scongiurare l'incubo che il ricordo ben vivido del 2008 evoca. Cio' che pero' rende quest'ultimo monito piu' preoccupante e' che, a differenza delle altre "segnalazioni", secondo l'analisi dell'EY Item Club sarebbero gia' evidenti i segnali iniziali di un mercato che, crescendo a ritmo vertiginoso senza apparente sosta, rischia di 'scoppiare', portando a un crollo del valore degli immobili. E non si tratta dell'ennesima previsione di pur attendibili grandi società che operano nel settore, ma dell'istituto che usa per i suoi studi lo stesso modello di calcolo usato dal Tesoro e che spesso per questo funge anche da consulente. 

Per avere la misura del fenomeno, basta partire dal prezzo medio di una casa a Londra che è aumentato dell'11,6% su base annua, rispetto al 3,1% registrato nel resto del Paese. E' infatti Londra al centro delle preoccupazioni del Club: ''Londra, provata dalla combinazione di domanda forte e mancanza di offerta, sempre di piu' e' motivo di allarme'', spiega uno dei principali economisti del gruppo, Andrew Goodwin. Secondo il centro quindi, per tenere sotto controllo questa preoccupante tendenza il governo dovrebbe mettere un tetto all'ammontare di denaro che gli acquirenti possono avere in prestito rispetto a un certo livello di deposito. Ma la capitale britannica, citta' globale come ce ne sono poche, attrae soprattutto investitori stranieri, molti disposti a pagare cifre da capogire per un indirizzo prestigioso tra le case a schiera e le maisonnette di Chelsea, Mayfair o Belgravia. Un flusso di investimenti ininterrotto cui e' difficile rinunciare (porta oggettivamente ricchezza), ma che rischia di rendere il centro della citta' un'isola per soli ricchi spingendo il ceto medio sempre piu' in periferia. Per questo c'e' chi reagisce al grido di ''si fermi l'invasione degli stranieri'', come il think-tank britannico Civitas che solo ieri ha avanzato una delle proposte piu' radicali sul tema, suggerendo di porre maggiori restrizioni a coloro che da Paesi extra Ue sbarcano a Londra. Il riferimento implicito, ma chiarissimo, è ai tanti oligarchi russi come il patron del Chelsea, Roman Abramovich, che fanno di Londra il quartier generale dei loro investimenti, ma anche ai "paperoni", ormai nemmeno più nuovissimi, provenienti da Cina, Malaysia e Singapore. In sostanza Civitas propone l'obbligo a chi voglia investire nel mattone britannico di dimostrare che l'operazione porterà alla costruzione di nuovi immobili, contribuendo così ad attivare un sistema che consenta la creazione di abitazioni più a buon mercato.

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