Oggi intervisto Carla, spirito libero, che ha esperienza di vita in tantissimi paesi: dal Kenya al Brasile, dalla Thailandia alla Spagna. Oggi è ferma sull'isola di Hispaniola dove ha aperto un suo tour operator.
Da quanto tempo vivi in Repubblica
Dominicana e di cosa ti occupi?
Vivo qui da 6 anni e mi occupo di turismo.
Ho iniziato lavorando prima per un tour
operator italiano e poi per una compagnia aerea. Una volta acquisita
l'esperienza necessaria e le giuste competenze ho deciso di mettermi in proprio
creando un mio tour operator.
Cosa ti ha spinto a scegliere proprio
l'isola di Hispaniola?
Santo Domingo è stata la meta della mia
prima vacanza da sola quando avevo 18 anni, e mi è sempre rimasta nel cuore. Ma
la scelta è stata determinata dal lavoro, che mi ha portata qui nel 2008.
Quali sono state le prime impressioni una
volta arrivata e quali le difficoltà?
Le prime impressioni sono state ottime, qui
è un paradiso terrestre! Le difficoltà? In realtà arrivavo da realtà molto più
dure e problematiche e conoscevo già la mentalità dei dominicani. Diciamo che è
stato un inserimento dolce e piacevole.
Descrivici una tua giornata tipo e
un'abitudine dominicana, se c'è, della quale non puoi più fare a meno.
La giornata inizia alle 6:00 con una corsa
lungo un magnifico sentiero di vegetazione in riva al mare che collega
Bayahibe, il luogo dove io vivo, e Dominicus, la zona turistica dei resorts.
Doccia, colazione, un saluto alla famiglia (i
miei genitori e mio figlio di 3 anni e mezzo) e scendo in ufficio. Dico scendo
poiche’ vivo attaccata all'ufficio nella strada principale del Pueblo a 12 mt
dal mare. Il lavoro mi occupa buona parte della giornata, ma se tutto va bene
verso le 18 mi libero e porto mio figlio a fare un giro in bici o a giocare da
qualche parte fino a ora di cena che si svolge in casa con i miei genitori.
Qualche lettura e poi... tutti a letto.
A differenza degli altri intervistati, tu
hai vissuto in diversi Paesi europei e non, per molti anni. Che opinione hanno
dell'Italia all'estero?
Capita che, sopratutto nei paese
sottosviluppati, quando si domanda a un locale qualcosa sull’Italia ci si senta
rispondere "mafia, spaghetti, calcio, berlusconi". Questo è
semplicemente il frutto di ciò che queste persone, certamente poco istruite, sentono
dire dagli italiani in vacanza e quindi ripetono. L'opinione che all'estero si
parli male dell'Italia è falsa, chi lo sostiene lo fa solo perchè è di
passaggio e non ha la possibilità di approfondire l'argomento con persone di ceti
sociali differenti. Noi italiani siamo apprezzati e il nostro paese è
considerato un luogo meraviglioso sotto tutti i punti di vista.
Approfitto del tuo spirito giramondo per
capirne di più sulle altre culture. Quale Paese ti ha riservato la migliore
accoglienza? In quale c'è la situazione economica migliore? Qual è la cultura
che ti ha piacevolmente stupita e quale invece ti ha delusa? E infine qual è lo
Stato più cosmopolita e aperto?
Rispondere a queste domande in maniera
esauriente richiederebbe un’analisi molto profonda delle situazioni
politico-culturali dei diversi paesi.
In linea di massima posso dirti che il primo
impatto è quasi sempre positivo, i meccanismi, a volte anche molto delicati, si
iniziano a capire dopo qualche tempo.
Sono rimasta molto colpita dalla cultura
Thailandese, apparentemente chiusa, ma
in realtà molto "dignitosa".
I thailandesi sono riservati e non parlano
mai a sproposito, ti salutano cordialmente e con rispetto peró mantengono le
distanze e per nessun motivo impongono la loro presenza o la loro cultura. Le
tradizioni thailandesi sono moltissime e si manifestano in ogni angolo del
paese attraverso la discrezione della gente. Per non parlare delle bellezze del
luogo: alcune isole sono in assoluto tra le più belle del mondo. La cultura che
invece mi ha assolutamente deluso è quella cubana; purtroppo conosciamo tutti
la situazione del paese, ti assicuro che passarci una vacanza o viverci è
tutt'altra cosa.
Per quanto riguarda l’aspetto economico,
dovrei fare uno sforzo sovrumano per identificare un paese indipendente, visto
che nel 90% dei casi sono le nazioni straniere a sfruttare il territorio.
L'unico che mi viene in mente é il Brasile,
che negli ultimi 15 anni ha fatto passi da gigante e oggi è uno dei paesi più
in crescita dell’intero sud-america.
Lo stato piu’ cosmopolita e aperto per
quanto mi riguarda sono gli Stati Uniti.
Che consiglio
daresti a tutti coloro che vorrebbero fuggire in cerca di prospettive di vita
migliori? E soprattutto da che paese partire?
Consiglio di fuggire
valutando molto bene il tipo di scelta.
E’ vero che in
determinati paesi se una persona ha coraggio, spirito di sacrificio e
professionalità viene premiata, ma per riuscirci bisogna avere una mentalità
molto aperta ed essere in grado di adottare comportamenti che sono l’esatto
opposto dei nostri. Consiglio di non improvvisare e non partire senza un'idea
concreta di lavoro o senza appoggi.
Giusto per essere
chiari, è molto difficile diventare grandi ristoratori se fino a ieri ci si è
occupati di edilizia.
Io sono di parte e
ti dico che partirei dalla Repubblica Dominicana che è la mia terra e la mia seconda
patria!
Dove ti vedi tra
dieci anni? L'idea di tornare a vivere in Italia è possibile o l'hai esclusa?
Il mio
spirito avventuriero e la mia fame di conoscenza sicuramente mi spingeranno a
viaggiare ancora molto. E’ la mia natura e non ci posso fare niente. Non so
dove sarò tra dieci anni ma credo lontana dall'Italia: non per sminuirla, ma
perchè è avvenuto un profondo cambiamento dentro di me e tornare ad affrontare
gli standard e le etichette della vita italiana credo che mi risulterebbe
difficile.
di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism
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