domenica 8 settembre 2013

Informazione per italiani all’estero? Filosa: ‘ItaliaChiamaItalia è ilnumero uno’



Ricky Filosa è un giornalista italiano, da oltre 15 anni residente nella Repubblica Dominicana. Negli ultimi anni – per lavoro – vive fra Santo Domingo e Roma. Nel 2006 ha fondato Italiachiamaitalia.it, un quotidiano online che si occupa di attualità, approfondimento politico, economia, sport, salute e molto altro. Ma soprattutto, di italiani residenti all’estero. Sì, è proprio questo il focus e la particolarità di ItaliaChiamaItalia (www.italiachiamaitalia.it), un giornale online all news che ha fra le sue sezioni quella dedicata agli italiani nel mondo e a tutto ciò che li riguarda.

Abbiamo contattato Filosa telefonicamente per rivolgergli alcune domande. Prima di tutto, gli abbiamo chiesto di spiegarci cos’è ItaliaChiamaItalia e perché è nato: “ItaliaChiamaItalia – ci racconta il giornalista - nasce nel 2006 da un’idea di un gruppo di amici, tutti italiani residenti all’estero. Nel 2006, per la prima volta, entrarono nel parlamento italiano 18 rappresentanti degli italiani all’estero: insomma, la politica dedicata agli italiani nel mondo cominciava a fare sul serio. Almeno, questa era la speranza. Dunque, il nostro quotidiano online, da piccolo progetto editoriale, è diventato col passare degli anni una grande realtà, sia in Italia che oltre confine. Non penso di esagerare quando dico che per ciò che riguarda l’informazione dedicata agli italiani all’estero, ItaliaChiamaItalia è il numero uno: non fosse altro per il fatto che siamo online 365 giorni l’anno, senza pause, e senza un centesimo di contributo pubblico”.

Come fate ad andare avanti, dunque? Dove prendete le risorse?

“Il nostro, al 99,9%, è puro volontariato. Alcuni affezionati lettori ci sostengono con piccole donazioni, ma sono poca cosa, comunque importante per noi. Sono poche anche le sponsorizzazioni… Fino ad oggi, ho sempre pensato io a coprire i costi della nostra attività editoriale: ricevevo risorse da altre attività e con parte di quelle riuscivo a mandare avanti il giornale. Ora, però, le cose non stanno più così. Dunque, la verità è che con ItaliaChiamaItalia non si guadagna. Ma si offre un servizio agli italiani all’estero, e spesso attraverso il nostro giornale riusciamo ad aprire porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse, con ogni probabilità. Detto questo, quello attuale è un periodo difficilissimo per noi: se non riusciremo a trovare in qualche modo delle entrate, per la prima volta in otto anni rischiamo davvero di chiudere”.

Possibile non riusciate ad andare avanti, proprio voi, che siete in contatto con deputati e senatori ogni giorno? I parlamentari, la politica, non vi sostiene, non vi aiuta?

“I politici pensano sempre e solo a se stessi. E al proprio portafoglio. Più hanno e meno sono disposti a dare. E quando ti tendono una mano, poi pretendono il braccio. Per fortuna, fra i tanti politici inutili e schiavi del denaro e della propria presunzione, c’è qualcuno che ci è amico e che nel momento del bisogno ci ha ridato ossigeno. Ma fino a quando si potrà andare avanti così, fra continui alti e bassi? Dovete pensare che dietro a ItaliaChiamaItalia c’è una squadra di giovani che dedica la maggior parte del proprio tempo al giornale: se il giornale non consente loro di vivere, prima o poi sceglieranno di fare altro. E il nostro progetto sarà destinato a scomparire”.

Sarebbe davvero un peccato…

“Lo so. Per questo, fino all’ultimo, mi batterò perché questo non accada. Farò e faremo di tutto per trovare risorse che ci consentano di andare avanti. Gettare al vento quasi dieci anni di lavoro sarebbe un sacrilegio. Soprattutto, per migliaia di italiani che ci seguono, ai quali verrebbe a mancare un servizio puntuale, libero, indipendente. Verrebbe a mancare un punto di riferimento che negli anni ha dato voce a moltissimi italiani all’estero, di ogni schieramento politico, di ogni colore, estrazione sociale, condizione economica, dalle Americhe all’Australia. Ripeto, farò e faremo di tutto per evitare di affondare”.

Vi facciamo un grosso in bocca al lupo. Cambiando tema, parlaci della Repubblica Dominicana, dove vivi da molti anni.

“E’ un Paese splendido, benedetto da Dio per le sue bellezze naturali, le sue coste, le spiagge, il mare azzurro cristallino. E per il suo popolo, i dominicani, gente calda e felice dentro. Occhio, però: la Repubblica Dominicana è piena di contraddizioni, dunque è un Paese che bisogna saper vivere nel modo giusto, altrimenti si rischia di diventarne prima schiavi e poi vittime”.

Consiglieresti a un italiano di andare a vivere nella RD, oggi? Gli consiglieresti di investire lì?

“Prima di tutto, suggerirei a chi fosse interessato a trasferirsi nella Repubblica Dominicana, di andare a visitarla, per rendersi conto con i propri occhi di ciò che può offrire, delle luci e delle ombre da considerare prima di decidere; come in tutte le realtà di forte impatto turistico, occorre sapersi destreggiare. Se poi l'investimento riguardasse attività imprenditoriali consiglio di informarsi sulla legislazione del settore e sulle eventuali difficoltà per le pratiche burocratiche, magari chiedendo il supporto di qualche società di servizi italiana già attiva sul territorio. Posso dire che io in tanti anni mi sono sempre trovato bene, per me alcune zone dell’isola rappresentano un vero e proprio paradiso terrestre. Devo anche aggiungere, però, che nella RD ho anche lavorato, e non è stato facile, perché la mentalità del dominicano è molto diversa dalla nostra e occorre tempo per capirla. Provare per credere, se ve la sentite”.

Noi ci occupiamo di immobili all’estero: vale la pena comprare a Santo Domingo? 

“Sì, vale la pena. Con i soldi che dovresti sborsare a Roma per comprare un box auto in centro, lì ti compri un bell’appartamento. Investimenti immobiliari interessanti se ne possono fare, nella RD, sempre valutando attentamente con chi si entra in affari e da chi si compra”.

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