APPELLO A NAPOLITANO - Il leader dei Verdi Angelo Bonelli rivolge un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Chiediamo che l’Isola di Santo Stefano sia dichiarata monumento nazionale, perché oltre ad essere una riserva straordinaria di biodiversità rappresenta un luogo simbolico per la nostra democrazia». E auspica una norma che consenta «venga acquisita al patrimonio dello Stato l’isola», un luogo «simbolo della prigionia di molti padri della nostra democrazia compreso il presidente Pertini».
ISOLA DI CONFINO - Santo Stefano è isola famosa per i suoi trascorsi di ergastolo:l’ edificio settecentesco (di proprietà demaniale) voluto da Ferdinando IV di Borbone, fu carcere fino al 1965. Progettato da Francesco Carpi è oggi una struttura fortemente degradata. Inaugurato nel 1795 l’ edificio fu costruito con l’ allora sperimentale forma a «panottico» (dal titolo del volume del giurista inglese Jeremy Bentham, Panopticon, su certe forme in architettura in grado di garantire il dominio sulle menti). La forma a ferro di cavallo permetteva infatti un controllo continuo dei detenuti. Tra i quali figurarono appunto Pertini, Luigi Settembrini, Silvio Spaventa e l’anarchico Gaetano Bresci . Nei diari di Pertini ci sono frasi molto toccanti sulla sua prigionia a Santo Stefano.
MINACCIA DI ESPROPRIO - Già nell’agosto 2005, una immobiliare tedesca - la www.vladi.de, specializzata nella vendita di esclusive isole in tutto il mondo, dai Caraibi alla Polinesia - aveva annunciato la vendita di Santo Stefano per 20 milioni di euro. Pochi giorni dopo era stata approvata una delibera della Regione Lazio, in cui si avviavano le procedure di esproprio proprio per lo splendido isolotto. «In realtà sull’isola si sovrappongono le proprietà: due private che coprono in effetti buona parte della terra, circa 40 ettari; poi quella della zona del carcere che è del demanio. L’immobile dove fu imprigionato Pertini è ancora oggi del demanio», dice Angelo Bonelli, che all’epoca era assessore regionale e nel 2005 occupò l’isolotto con un gruppo di pescatori ventotenesi, chiedendo già all’allora presidente della Repubblica Ciampi che la dichiarasse monumento nazionale e bene indisponibile dello Stato.
Luca Zanini
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