In audizione al Senato il Notariato ha
chiesto l’estensione già da subito del sistema di tassazione “prezzo
valore” agli immobili non abitativi
Applicare
alle forme contrattuali di affitto con riscatto, noto anche in termini
di “rent to buy”, un credito d’imposta quale meccanismo di recupero dei
tributi già assolti sui contratti di locazione, limitatamente ai canoni
imputati in tutto o in parte al corrispettivo dovuto per la successiva
compravendita.
La proposta è stata presentata dal
Consiglio nazionale del Notariato in occasione dell'audizione della
scorsa settimana presso la commissione Finanze del Senato nell'ambito
dell'indagine conoscitiva sulla tassazione degli immobili.
“Si potrebbe applicare alle formule di
affitto con riscatto un credito d'imposta, che permetta di recuperare i
tributi già versati per i contratti di locazione in atto prima della
vendita. In modo da evitare una doppia imposizione per la parte di
canone che va a comporre il prezzo d'acquisto finale”, spiega il presidente del Consiglio nazionale del Notariato, Maurizio D'Errico (foto), in un'intervista su Casa 24 Plus.
Le altre proposte
Al fine di rilanciare il mercato
immobiliare e stimolare le contrattazioni, i notai propongono anche la
riduzione del carico fiscale dell’ipoteca legale a garanzia di dilazioni
di pagamento del prezzo delle compravendite; la riduzione della
tassazione dei canoni di locazione per gli immobili destinati alla
vendita, rimasti invenduti e temporaneamente locati per consentire alla
imprese costruttrici di far fronte alle spese di gestione; la riduzione
dell’aliquota del 15% dell’imposta di registro prevista per le cessioni
di terreni agricoli, se permane l’uso agricolo; l’esenzione dalle
imposte indirette e dagli oneri di urbanizzazione delle dismissioni di
beni immobili pubblici strumentali.
Secondo i notai è inoltre necessaria una
soluzione normativa al problema relativo alla tassazione di registro
proporzionale per il contratto preliminare nei casi in cui la disciplina
dettata per il contratto definitivo porti all’applicazione di
un’imposta inferiore rispetto a quella scontata per le caparre
confirmatorie e gli acconti prezzo del preliminare (con la conseguente
impossibilità di detrarre integralmente quest’ultima in sede di
tassazione del definitivo).
Riforma della tassazione, le indicazioni dei notai
Per quanto concerne la riforma della
tassazione degli immobili, su cui sta lavorando il Governo, il Notariato
propone una vasta gamma di interventi:
1) oltre ad una riduzione delle aliquote
delle imposte sui trasferimenti e ad un eventuale ampliamento della base
imponibile, una razionalizzazione del sistema delle agevolazioni (la
cui soppressione a far data dal 1° gennaio 2014 sarebbe da rivedere), in
funzione degli obiettivi di politica economica che il Governo si
propone di raggiungere;
2) la possibilità di pagare un’imposta
sostitutiva delle plusvalenze immobiliari anche per fattispecie diverse
dalle cessioni infraquinquennali di terreni agricoli e immobili
abitativi, graduando poi l’aliquota in relazione all’utilità sociale
degli interventi: minima per le aree comprendenti fabbricati da demolire
per operazioni di riqualificazione urbana; maggiore per le aree
lottizzate o per quelle da lottizzare entro un certo termine; massima
per le aree non lottizzate;
3) l’estensione già da subito, e dunque a
prescindere dall'aggiornamento delle rendite, del sistema di tassazione
c.d. “prezzo valore” agli immobili non abitativi o la previsione di un
sistema più valido di Omi sul versante della determinazione dei valori.
Il riconoscimento di un credito di imposta - calcolato sulla base della
differenza tra il corrispettivo pattuito per le cessioni di immobili
abitativi soggette ad Iva ed il valore catastale degli stessi - a favore
degli acquirenti di immobili soggetti ad Iva con la finalità di far
emergere il corrispettivo reale in atto, oltre che di incentivare la
produzione e più precisamente la costruzione e la compravendita di nuovi
fabbricati;
4) la razionalizzazione dell’imposizione
sulle sistemazioni familiari, soprattutto con riferimento a quelle
'intrafamiliari' realizzate tra parenti in linea collaterale e quindi
non assistite da franchigie di particolare spessore;
5) la riapertura dei termini per
l’assegnazione agevolata di beni ai soci da parte delle società di
comodo e la loro trasformazione agevolata in società semplice;
6) la previsione di trattamenti di favore
(ad esempio sotto forma di crediti di imposta o utilizzando un regime
impositivo analogo a quello previsto per i trasferimenti di immobili
inseriti in piani particolareggiati) per incentivare chi si impegni ad
effettuare interventi di adeguamento delle strutture edilizie esistenti
alla normativa antisismica ed all’implementazione dell’efficienza
energetica e dell’adeguamento termico, con effetti anche propulsivi nei
confronti dell’attività delle imprese operanti nei relativi settori.
Procedure telematiche
Secondo i notai l'applicazione
generalizzata delle procedure telematiche per tutti gli adempimenti
relativi agli atti immobiliari (attraverso il sistema dell’Adempimento
Unico) potrebbe costituire uno strumento privilegiato mediante il quale
implementare rapidamente l’Anagrafe Tributaria e l’Anagrafe immobiliare
integrata agevolando così, a costo zero per l’Amministrazione
Finanziaria, la gestione dei flussi di informazioni sui contribuenti.
Il Notariato ritiene di poter svolgere un
ruolo funzionale alla verifica da parte degli uffici finanziari che il
venditore dell’immobile abbia assolto l’Imu nel contesto dell’atto di
trasferimento della proprietà immobiliare. Nella stessa prospettiva si
potrebbe prevedere – propone il Notariato - la possibilità per i notai
di versare sempre con l’Adempimento Unico le imposte autoliquidate nelle
successioni, eventualmente anche prevedendo l’istituzione di un
“certificato di eredità” che garantirebbe assoluta certezza alle vicende
ereditarie.
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