mercoledì 5 giugno 2013

Toccato il fondo la ripresa non è scontata di Evelina Marchesini - il sole 24 ore



La domanda cruciale nei momenti di crisi profonda è semplice: abbiamo toccato il fondo? Una risposta positiva è infatti indice di una successiva risalita, possibilmente in tempi contenuti. E nel real estate iniziano a esserci già almeno due possibili indicatori in grado di far ragionevolmente pensare di essere vicini ai minimi, anche se due soli segnali non sono sufficienti a stabilire un trend.
I dati dell'agenzia delle Entrate evidenziano un rallentamento del peggioramento: un gioco di parole per dire che i volumi delle transazioni nel settore residenziale continuano ad andare a passo di gambero, con un meno 14,2%, ma pur sempre meglio del -25,8% del 2012. D'altro lato, come più volte sottolineato, il comparto real estate terziario dei grandi investimenti vede un timido accenno di recupero, che potrebbe tradursi, una volta che le trattative venissero trasformate in chiusure di operazioni, in una reale ripresa. I due miliardi di potenziali acquisti sono quasi interamente di matrice estera e con un'ottica di tipo opportunistico, vale a dire comprare a buoni rendimenti (oltre il 9% lordo) per attendere quei due-tre anni necessari a riportare il Paese agli yield passati e rivendere dunque con un guadagno in conto capitale. Una situazione, questa, che pur non portando un gran valore aggiunto al mercato in senso lato di solito preannuncia la ripresa del segmento delle operazioni a lungo termine.
È chiaro che in entrambi i casi si tratta di un germoglio di inversione di rotta e, come tutti i germogli, va particolarmente curato. Guai, infatti, se proprio nel momento delicato in cui si dovesse iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel e a richiamare gli investimenti nel settore immobiliare si dovessero fare passi falsi. Come quelli che hanno fatto scappare gli investitori esteri negli ultimi anni.
La certezza del quadro normativo e fiscale è, in questo senso, una "condicio sine qua non". Negli ultimi anni abbiamo assistito a un tourbillon di ripensamenti, cambiamenti di condizioni e di tassazione nel settore immobiliare, in molti casi con effetto addirittura retroattivo: cosa può spaventare di più gli investitori? E per la prima volta anche il Governo sembra essersi reso conto dell'assurdità di questa condizione. Ieri mattina il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, intervenendo al convegno di apertura di Expo Italia real estate a Milano ha detto chiaro e tondo che è un impegno del Governo garantire la certezza normativa e fiscale nel settore immobiliare, escludendo qualsiasi intervento a sorpresa e senza confronti con Assoimmobiliare e le associazioni di categoria e ipotizzando un congruo intervallo di tempo per la traduzione in pratica di qualsiasi novità. Se si passerà dal dire al fare, l'eventuale rimbalzo dopo il raggiungimento dei minimi avrà le condizioni per continuare. In caso contrario verranno bruciate le potenzialità di un mercato, quello italiano, che ha tutte le caratteristiche potenziali per correre con i concorrenti europei.

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