venerdì 26 aprile 2013

Ricettività in prima linea per la valorizzazione degli immobili pubblici di Michela Finizio - Il Sole 24 Ore


Il turismo come artefice della ripresa del mercato immobiliare italiano. È questa la mission di Eire 2013, dal 4 al 6 giugno nel polo di FieraMilanoCity. Per la prima volta con la partecipazione attiva delle grandi catene alberghiere internazionali, gli attori della filiera ricettiva cercheranno di capire come sta cambiando il mondo dell'ospitalità in Italia, individuando occasioni di sviluppo.
Come ricorda l'Associazione Italiana Confindustria Alberghi (Aica), sono quasi 34mila strutture ricettive presenti in Italia, «un numero eccessivamente elevato per un'offerta così parcellizzata e, per la maggioranza, ancora a gestione familiare», ricorda il presidente Giorgio Palmucci. «Crediamo sia necessaria una maggiore presenza delle catene alberghiere – aggiunge – per la crescita del sistema ricettivo italiano e in fiera i gruppi gestori potranno incontrare gli investitori del real estate, cercando partner per i loro sviluppi oppure indicando le destinazioni dove sarebbero disposti a lavorare».
Progetto Turismo quest'anno sarà partner attivo di Eire, con il progetto «Turism for Italy»: il settore si propone di intercettare una grande sfida, quella delle valorizzazioni del patrimonio immobiliare pubblico, assumendo il ruolo di protagonista attivo. «Accedere a beni pubblici – descrive Emilio Valdameri, presidente di Progetto Turismo e presidente del Comitato Turismo di Federimmobiliare – tramite il progetto Dimore dell'Agenzia del Demanio è una grande opportunità. Abbiamo invitato ad Eire alcune compagnie alberghiere, come facilitatori di business per questa sfida». L'obiettivo, infatti, è mettere in contatto le grandi compagnie con gli attori pubblici e privati del nostro territorio: il modus operandi delle prime potrebbe favorire l'investimento immobiliare per valorizzare alcuni asset del patrimonio italiano. «Questo è il nostro progetto per il mercato immobiliare – e ogni grande marchio della ricettività si presenterà agli operatori del real estate con proposte concrete».
Hilton, ad esempio, non mancherà l'appuntamento e per l'occasione sta personalizzando una proposta commerciale su misura: i proprietari che ritengono di avere un progetto di nuovo sviluppo ricettivo degno del grande brand saranno invitati a proporlo alla catena; Hilton si offrirà di contribuire alla spesa per uno studio di fattibilità, realizzato da un partner terzo, al fine di un accordo commerciale di gestione. «Stiamo ancora valutando la dimensione di questo contributo – fa sapere Allan Mantin, responsabile dello sviluppo della catena in Italia – ma dopo anni di lavoro nel Paese ci siamo accorti che la carenza di analisi sul posizionamento delle strutture ha allontanato gli investitori». Hilton proporrà, inoltre, di farsi carico delle valutazioni tecniche (tramite i suoi esperti di riqualificazioni) sugli alberghi esistenti da ristrutturare, che volessero entrare a far parte in franchising del gruppo, offrendo i primi anni di affiliazione con fees ridotte.

«Verranno proposte alcune modalità operative – spiega Valdameri – che faciliteranno l'accesso ai finanziamenti e l'avvio a progetti concreti di sviluppo o recupero». Progetto Turismo si occuperà di organizzare gli incontri tra gli operatori presenti in fiera e le compagnie alberghiere. Saranno presenti anche Accor, Nh Hotel e Starwood, ciascuno con i loro brand e le loro proposte da avanzare al settore immobiliare italiano. Qualcuno si renderà disponibile a gestire alcuni immobili pubblici. Altri stanno predisponendo dei concept su misura per il mercato ricettivo italiano, magari per valorizzare pre-distressed o distressed asset. «Arriveremo in fiera con una ventina di progetti già avviati – conclude Valdameri –. Le grandi catene non investono in prima persona in location già mature, perché solo lo sviluppo ripaga l'investimento. Ma si proporranno come facilitatori a disposizione degli investitori. In questo contesto, però, servono norme che garantiscano i cambi di destinazione d'uso, o la possibilità di vendita frazionata delle residenze, oltre a sgravi per i fondi di investimento o per il management contract».

Nel frattempo l'Agenzia del Demanio e Invitalia proseguono con il loro progetto Dimore-Valore Paese, per creare una rete di alberghi in luoghi di pregio legati alle eccellenze dei made in Italy. Sono 115 gli immobili individuati di proprietà dello Stato ed entro il 31 maggio potranno aderire anche gli enti pubblici e locali candidando i loro beni. Tra questi il Demanio ne ha già selezionati 63: 28 sono in fase di start up, 7 sono progetti già avviati. «Entro l'anno avvieremo i primi bandi» per la concessione di 50 anni ai privati, ha detto il direttore del Demanio, Stefano Scalera. In questa direzione ha fatto da apripista, ad esempio, il progetto di Villa Tolomei a Firenze.

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