venerdì 24 maggio 2013

Il modello Svezia brucia tra proteste e rischio bolla immobiliare - investireoggi.it



scontri Svezia
Auto bruciate e scontri con la polizia a Husby
Il modello svedese è decisamente in crisi. Punto di riferimento nel mondo per la giustizia sociale, l’ordine e l’alto livello di ricchezza, la Svezia è lungi dall’essere il bengodi di cui si continua a pensare. Primo paese industrializzato per percentuale di immigrati (15%) e quarto nel mondo sviluppato per presenze straniere in valore assoluto, è anche lo stato dove dagli anni Novanta ad oggi si è registrato il più alto tasso di aumento delle diseguaglianze sociali.

Scontri a Stoccolma: la rivolta degli immigrati

E dalla notte di domenica, ad Husby, un piccolo villaggio alla periferia di Stoccolma, sono scattate violenze da parti di gruppi di immigrati, attraverso assalti alle stazioni di polizia, decine di auto incendiate e sassaiole contro i poliziotti. La scintilla è scoppiata dopo l’uccisione da parte della polizia, nel corso di un’irruzione a casa, di un immigrato di 69 anni, vistosi aggirare con un machete. Da lì, la rivolta degli immigrati, che rappresentano l’80% degli 11 mila abitanti di Husby.

Scontri immigrati: Stoccolma sotto assedio

Economia Svezia: i bei tempi sono lontani

Ma aldilà dell’episodio, che ricorda molto le violenze e le tensioni delle banlieus francesi, è importante snocciolare alcuni numeri, che ci fanno comprendere alcune difficoltà dell’economia scandinava. Il tasso di disoccupazione è tra gli svedesi del 6%, ma tra gli immigrati raggiunge il 16%, per un dato complessivo dell’8,5%, non proprio basso, il più alto di tutta la Scandinavia. E tra i giovani raggiunge il 24,7%, certamente più basso del nostro 37% circa, ma simile a quello già considerato abnorme dell’Italia pre-crisi.
Ciò che colpisce è la mancata integrazione della popolazione straniera, su cui incide una disoccupazione pari a quasi tre volte tanto che sui nativi svedesi.
E la crisi dell’Eurozona si sta facendo sentire anche qui. Metà del pil svedese si ha grazie alle esportazioni, di cui il 70% verso l’Europa. A conti fatti, quindi, circa un terzo della ricchezza annualmente prodotta in Svezia dipende dall’export verso il resto del Vecchio Continente. Non stupisce, quindi, il rallentamento della crescita, passata dal 3,7% del 2011 allo 0,8% del 2012, per risalire forse appena sopra l’1% quest’anno.

Bolla immobiliare Svezia: un preoccupante studio di Commerzbank

Ma il peggio per Stoccolma potrebbe ancora arrivare. Uno studio dell’istituto Commerzbank evidenzia come Svezia e Finlandia, ma anche Germania e Norvegia, siano esposte al rischio di scoppio della bolla immobiliare. In particolare, proprio la Svezia potrebbe essere la prima a fare esplodere la bomba, perché si troverebbe in uno stadio più avanzato del ciclo immobiliare. Dopo oltre un decennio di crescita dei prezzi, infatti, dal 2010 si registra un aumento più contenuto dei valori delle case e tra il 2011 e il 2012 vi è stata una riduzione degli investimenti per le costruzioni. Dati, che potrebbero significare che l’economia sia vicina allo scoppio della bolla immobiliare, con tutte le conseguenze dentro e fuori il paese, che lasciamo immaginare.
La rivolta di Husby, poi, mette in evidenza la crisi di un modello di apertura agli altri, diventato insostenibile a tutti gli effetti. E quando manca un anno dalle elezioni politiche, il Partito dei democratici svedesi, formazione dai toni anti-immigrazione, viaggerebbe al terzo posto nei sondaggi.

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