Polizze vita, oro e case all’estero Così si scappa dalle manovre mentiinformatiche.com
Le prospettiva di una nuova manovra e quindi di nuove tasse è più
concreta delle flebili smentite del governo. Nella versione finale del
Def (Documento di economia e finanza) emerge chiaramente la necessità di
trovare per il biennio 2015-2017 una cifra che può variare tra i 60 e i
20 miliardi. La forbice dipende dal futuro dell’Imu. Dando per scontato
che una patrimoniale sugli immobili non scomparirà (tanto che se
proprio si vuole investire in immobili conviene uscire dall’Europa e
acquistare pezzi di casa attraverso i Reit, i fondi immobiliari Usa ed
evitare salassi fiscali) in generale al nostro Fisco per fare cassa
immediata non resterà che puntare le mani sui conti bancari e sugli
investimenti. Anche qui ci sono due strade: nuove tasse o un prelievo
forzoso. A mo’ di scudo la prima mossa e la più frequente (lo dimostrano
i flussi di uscita dei capitali dall’Italia: nel 2012 circa 17 miliardi
al mese) si chiama delocalizzazione. Aprire legalmente un conto
corrente in Germania o meglio ancora in Svizzera. Basta fare un salto a
Lugano, firmare le quattro pratiche necessarie e l’indomani bonificare
la cifra prescelta dal proprio conto italiano a quello d’Oltralpe.
Incaricare un commercialista e affidargli la compilazione del quadro RW
in sede di denuncia dei redditi. È chiaro che l’obiettivo dell’Europa è
unificare il sistema bancario e poter aggredire i conti di un cittadino
italiano anche all’estero. Difficilissimo pensare però che la
Confederazione aderisca. Dunque chi ha un conto in Svizzera si mette al
riparo da un prelievo forzoso. Purtroppo non da nuove tasse. Già paga
una patrimonialina aggiuntiva, il rischio che se ne sommiuna seconda è
concreto. Potrebbe certo far sparire i soldi, ma non solo non
risolverebbe il problemadella retroattività delle imposte straordinarie,
ma si troverebbe subito nel terreno dell’illegalità. Invece ci sono
alcuni beni rifugio che consentono di evitare prelievi forzosi e nuove
tasse da manovra correttiva. Tra questi l’oro è quello la cui corsa è
stata negli ultimi anni più elevata. Anche se dai massimi registrati nel
settembre 2011 è sotto del 18%. Oro fisico, ma anche oro su strumenti
finanziari (Tipicamente gli Etc (Exchange tradecommodities), rappresenta
una forma di investimento alternativo da sempre utilizzato per coprirsi
da ogni forma di rischio paese. Stesso discorso per i diamanti. Chiaro,
qui bisogna staremolto attenti. Il rischio di sbagliare l’investimento è
molto elevato. Soltanto una percentuale inferiore al 10% si rivela una
buona scommessa, il rimanente 90% può comportare perdite o zero
guadagni. Di fatto non esiste un vero e proprio fixing nel mercato dei
diamanti. Rischio a parte, quello che è certo è che una nuova
patrimoniale non saprebbe comeaggredire le pietre preziose. Dunque chi
ha un bel patrimonio potrebbe anche pensare a differenziarne una parte
così. Ma potrebbe anche optare per le opere d’arte. Asset class
difficile da valutare e trovare, dunqueanchedifficile da tassare.Le
belle arti inoltre hanno una correlazione generalmente bassa con altri
asset, come azioni, obbligazioni. Non è un caso se il comparto dopo il
2009 ha subito una incredibile impennata. Dal 1985, l’indice AMR Art 100
ha ottenuto un rendimento medio annuo del 10 per cento, mentre nello
stesso periodo quello dell’MSCI World è stato del 5,9 per
cento.Unrecente studiodi Credi Suisse dimostra inoltre che esiste pure
una correlazione tra prezzi dell’arte e la ricchezza emergente. Nel
2003, le vendite di Christie’s a Hong Kong avevano totalizzato 98
milioni di dollari, nel 2011 sono stati 836 milioni. Dunque c’è pure il
rischio di fare non solo un investimento protettivo ma anche
speculativo. Il che non guastamai. Anche in questo caso, l’avanzata
della crisi ha coinciso con la nascita di gallerie d’arte in quel di
Lugano e dintorni. Al riparo dai redditometri, ben s’intende.
Interessanti per mettersi al riparo da espropri e prelievi forzosi sono
le polizze vita a finalità finanziaria, come le rivalutabili e le Index
Linked, o a finalità assicurativa, come le Long Term. Sul premio versato
non è prevista tassazione e in caso di liquidazione niente imponibile
Irpef e tassa sulla plusvalenza al 12,5% se ci sono come sottostanti dei
titoli di Stato. Sono anche convenienti in caso di successione. Per
difendersi da nuove tasse c’è sempre il materasso ovvero la liquidità da
tenersi in casa al riparo da occhi indiscreti. Ma questa soluzione ha
due inconvenienti enormi: l’inflazione e l’impossibilità di spendere in
contanti più di mille euro. Paradossalmente i Btp e i fondi comuni
d’investimento sono gli asset più al riparo dalle brame del Fisco. I
primi perchédevono rimanere appetibili, dunque lo Stato non può
permettersi di tassarliulteriormente né sequestrarli. Mentre i secondi
sono strumento principe su cui si regge l’intera industria mondiale del
risparmio gestito. Misure straordinarie sulla pressione fiscale sugli
Oicr sono impensabili in questo momento perché metterebbero in ginocchio
un settore strategico per la finanza globale. Per i furbetti che infine
pensano di diventare trasparenti al Fisco ci sono i trust illeciti. Gli
altri, quelli legali, mettono al riparo i beni da eventuali prelievi ma
non da vecchie né nuove tasse.
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