Da quanto tempo vivi in Polonia? Hai sempre vissuto in Italia prima o hai esperienza di vita anche in altri paesi?
Ho
sempre vissuto in Italia, tra Verona e Reggio Emilia, dove ho frequentato la
laurea triennale di Marketing. Proprio grazie a un progetto universitario,
l'Erasmus, mi sono trovata a vivere e studiare qui per 5 mesi. Non avevo mai
valutato prima l'idea di poter restare a vivere qui anche dopo
quell'esperienza, e invece ci sono rimasta e ora sono passati quasi due anni!
Quali sono state
le tue prime impressioni una volta arrivata e quali le difficoltà?
La
temperatura glaciale di circa -20 gradi può essere considerata una difficoltà?
Scherzi a parte, essendo partita molto giovane (22 anni) all'inizio non è stato
facile ritrovarmi da sola in una città così grande e completamente sconosciuta.
Poi, dopo un mese circa, la solitudine e le paure sono state travolte dalla mia
voglia di conoscere, esplorare e immergermi a 360 gradi nella vita polacca. La
lingua non è stata di grande aiuto essendo una tra le più difficili al mondo,
ma con l'inglese sono sempre riuscita a comunicare alla grande. Ma al di là di
tutto Varsavia è stata un amore a prima vista, difficile da spiegare. L'ho
sentita mia dal primo momento... come se ci avessi sempre abitato... ho
viaggiato spesso ma non mi era mai capitato, forse è questo il motivo per cui
ora ci vivo.
La decisione di
trasferirti è arrivata dopo un periodo di Erasmus. Quali aspetti della vita a
Varsavia ti hanno convinta a cambiare Paese? E' stata una decisione maturata
nel tempo o più un "buttarsi" in una nuova esperienza?
Dopo
il periodo di Erasmus, che considero molto importante nella mia vita ma lo
associo più a una lunga vacanza che altro, è arrivato il momento di fare sul serio. Già mi
balenava in mente l'idea di rimanere qui a studiare e lavorare per cui ho
deciso di provare le selezioni per entrare all' Uniwersytet Warszawski,
facolta’ di management, una tra le migliori in Polonia. In realtà l'avevo fatto
soprattutto per soddisfazione personale, per poter dire "ce
l'ho fatta". Ma poi ho passato tutti i colloqui e ho deciso che l'Italia poteva aspettare.
Come definiresti
la cultura polacca e il suo popolo? Gli abitanti dell'Europa dell'Est spesso
vengono definiti freddi e inospitali... ma potrebbe essere l'ultimo di una
lunga serie di stereotipi..
Essendo qui da qualche anno ho imparato a
conoscere e rispettare la cultura locale ma diciamo che se lo stereotipo esiste
un fondo di verità c'è sempre. Non definirei i polacchi freddi e inospitali,
semplicemente sono diversi da noi e tante volte ragionano esattamente al
contrario di come ragionerebbe un italiano. Il polacco medio sta abbastanza
sulle sue, non è molto trasparente e quindi è difficile conoscerlo veramente bene.
A Varsavia studi all'università e lavori. Qual è stato il tuo primo approccio col mondo del lavoro e quali sono le differenze più evidenti che si notano al confronto con l'Italia?
Ho
iniziato a lavorare da tre mesi per una ditta italiana, non è molto tempo ma è
stato sufficiente per capire che in Polonia si lavora in modo diverso rispetto
all'Italia. Ci sono differenze evidenti, come l'orario, che qui inizia alle 8
circa e finisce alle 16: sono otto ore consecutive ma ti assicuro che uscire e
sapere che ho ancora mezza giornata davanti non ha prezzo. Anche il salario è
diverso, infatti uno stipendio medio si aggira intorno agli 800 euro mensili.
Questo è dovuto al basso costo della vita anche se a ben vedere nella capitale
il carovita non è economico come nel resto del Paese. Il lavoro qui è sacro, di
conseguenza anche il rapporto con il proprio datore è molto formale. Nessuno si
sognerebbe di uscirci a cena o a bere qualcosa come capita da noi.
A differenza delle interviste
svolte fino ad oggi la Polonia è un paese geograficamente molto vicino all'Italia.
Come si vive la crisi ed è ugualmente profonda?
La
crisi si sente anche qui, non lo posso negare. Va detto però che questo Paese
ha subito un completo rinnovo negli ultimi vent'anni ed è tuttora in continua
crescita economica, un'eccellenza tra gli Stati europei. Penso che la Polonia
stia facendo fronte in maniera eccellente alla crisi e questo è motivo di
attrazione per gli investitori stranieri, europei e non. Infatti la manodopera
qualificata costa sensibilmente meno rispetto all'Europa Occidentale, anche aprire un'impresa è più economico e veloce. Poi a questo si aggiunge il fatto di non
aver adottato l'Euro ma di aver mantenuto la moneta nazionale (lo Złoty), che può aver giovato all'economia
polacca.
Bella
domanda! Sinceramente non lo so, per ora il mio primo obiettivo è la laurea e
poi dopo dipenderà tutto dalle opportunità lavorative che mi verranno offerte. Ho
notato che i giovani, finiti gli studi, hanno un'alta probabilità di trovare
lavoro in base a quello che hanno studiato, cosa che per noi italiani è quasi
un miraggio.
Una
cosa è sicura: voglio soddisfare me stessa al 110%. Detto questo la famiglia,
le amicizie e la mia città mi mancano molto quindi non escludo un ritorno.
Chissà...
Che consiglio daresti a tutti coloro che vorrebbero
fuggire in cerca di una vita migliore ma non trovano il coraggio di farlo?
Sono del parere che “chi
non rischia non vince”. Se una persona non è soddisfatta della propria vita o
semplicemente vuole fare un'esperienza diversa sarebbe stupido rinunciare solo
per la paura di "buttarsi". La paura sarà sempre presente prima di
una decisone così radicale, l'importante è non farsi prendere dal panico e non
arrendersi di fronte alle prime difficoltà. Non condivido invece l'idea di
partire senza obiettivi, senza aver deciso nulla di quella che sarà la vita
futura, semplicemente andando a tentar fortuna altrove.
di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism
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