giovedì 5 dicembre 2013

Il nuovo riccometro è attento anche agli immobili -news.immobiliare.it

A pochi giorni dagli scandali degli affitti in nero di Roma e di studenti che dichiaravano redditi minimi, quando invece giravano in Ferrari, è stato approvato il nuovo strumento per la compilazione del modello ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
Quello che è stato definito il riccometro, ha lo scopo di compiere delle rilevazioni più precise sul reddito effettivo delle famiglie italiane, per permettere a chi realmente ne ha la necessità di accedere ai servizi che oggi, invece, sono spesso destinati a chi dichiara il falso e potrebbe permettersi di pagare quello che lo Stato gli sta fornendo gratuitamente.
Nell’occhio del mirino del riccometro, ovviamente, cadrà anche il patrimonio immobiliare degli italiani. I provvedimenti nel settore casa hanno riguardato e cambiato gli scenari di affitti e immobili di proprietà.
Per quanto riguarda gli affitti, è stata alzata la franchigia per permettere di detrarre il canone di locazione ai fini fiscali: infatti dagli attuali 5.165 si è passati ai 7.000 euro. Inoltre, per ogni figlio dopo il secondo che ancora vive in famiglia verrà accordato un incremento di 500€.
Spostandoci sulle case di proprietà, il loro valore per la dichiarazione ISEE sarà quello ricalcolato per l’Imu, e non più per l’Ici. In aggiunta, fa sapere la CGIA di Mestre, saranno indagati e considerati ai fini della dichiarazione anche gli immobili che si possiedono all’estero e che, spesso, rappresentano delle entrate considerevoli per il reddito di famiglia.
Per evitare quello che finora è successo a causa della facilità con cui si potevano fare delle autodichiarazioni false, si è stabilito che queste non potranno più valere per le parti più consistenti di reddito. Queste, da ora in poi, dovranno essere appositamente compilate dalle pubbliche amministrazioni. Parliamo, ad esempio, della componente mobiliare di reddito, la cui franchigia è stata abbassata rispetto agli attuali 15.500€ attuali.

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