MILANO - Depositi, magazzini e stabilimenti
per un valore di 2,4 miliardi di euro. Ma anche uffici statunitensi per
altri 600 milioni di dollari, il complesso che fa da quartier generale
per il Crédit Suisse a Zurigo e il centro commerciale di Sheffield. Il
fondo pensioni norvegese, alimentato grazie ai proventi dell'estrazione
petrolifera e più grande a livello globale, ha investito pesantemente
nel settore immobiliare, tanto da ingrandire di dieci volte i propri
asset nel real estate rispetto a un anno fa, quando muoveva i primi
passi nel settore.Il valore complessivo di questi asset, per il fondo
norvegese, ha raggiunto la cifra ragguardevole di 6,5 miliardi di
dollari - come riporta il Financial Times in apertura del suo
sito -: anche se si tratta solo dello 0,9% degli asset complessivi, che
raggiungono la bellezza di 720 miliardi di dollari, è un bel balzo
rispetto al 2011. L'obiettivo dichiarato da Yngve Slyngstad, al timone
del fondo, è arrivare al 5% degli investimenti nel settore immobiliare.
Ovviamente le sue mosse sono studiate molto attentamente dagli
osservatori, vista l'importanza del fondo: la sua decisione di rompere
l'equilibrio tra bond e azioni (settori nei quali tradizionalmente il
fondo investiva) in direzione dell'immobiliare. Lo stesso Slyngstad ha
riconosciuto che "l'immobiliare è una complessa asset class. Una delle sfide per il momento è che non c'è più un giro d'affari così elevato come ci si potrebbe aspettare"
in questo settore. Ma se la scommessa è stata lanciata proprio dal
principale fondo 'statale' mondiale, c'è da credere che non sia stata
troppo avventata.
Fonte Repubblica
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