venerdì 24 gennaio 2014

Storie di vita. Trasferirsi per amore, crearsi una carriera nell'esotica Miami -di Giorgia Perbellini per www.luxuryandtourism.com

Oggi intervisto Manuela, partita da Verona alla volta degli Usa ormai sette anni fa. Manuela, immobiliarista, collabora con l'agenzia LuxuryandTourism per la città di Miami.
Da quanto tempo vivi negli Stati Uniti? Hai sempre vissuto in Italia prima?

Sono negli USA da Gennaio 2007 e a Miami da ottobre dello stesso anno. In precendenza avevo già vissuto in Texas per 1 anno (nel 1991) partecipando a un  progetto scambio tra studenti, e nel 2004, nella mia prima esperienza lavorativa a Orlando. Oltre agli Stati Uniti ho vissuto anche nel sud dell’Inghilterra, durante un lavoro stagionale come assistente in loco per studenti italiani.

Quale motivazione ti ha spinto a emigrare a Miami? E' stata una decisione ponderata o hai colto al volo un'occasione che ti si è presentata?

Nel 2004 ho lavorato con contratto a termine nel parco Epcot (gruppo Disney) a Orlando. Lì ho conosciuto il mio attuale marito. Nel 2007, quando mi sono trasferita definitivamente, vivevamo e lavoravamo entrambi in un ristorante di Orlando e quando ha chiuso abbiamo dovuto “reinventarci". L'idea era di rimanere in zona Orlando, ma l’unica occasione lavorativa per mio marito si è presentata proprio a Miami.

Di cosa ti occupavi prima e di cosa ti occupi ora?

Da quando sono negli USA ho svolto le mansioni più disparate. L'idea di spostarsi da un lavoro all'altro senza essere ancorato a una carriera è sicuramente uno degli aspetti che preferisco degli Stati Uniti. Sono passata dalla traduzione di "comment cards" sulle navi da crociera, alla reception di una Spa, agli uffici dell'azienda Benetton che nel 2008 aveva aperto una sede proprio a South Beach. Quando l'ufficio ha chiuso, nel 2011, ho sfruttato la lingua italiana per fare l'interprete medica e altri lavoretti part time da casa. Ma ciò che mi ha fatto capire davvero cosa avrei voluto fare da grande è stata la mia esperienza personale. Dal 2007 io e mio marito ci siamo trasferiti parecchie volte nelle varie zone di Miami e abbiamo trovato agenti immobiliari che ci hanno dato un pessimo servizio, rendendo l’esperienza del trasloco, già stressante, ancora piu’ spiacevole! Negli anni, durante i momenti di ricerca e selezione delle proprietà, mi sono resa conto che forse avrei potuto dedicarmi a rendere migliore questo servizio per chi avrebbe cercato casa in futuro.

Inoltre abbiamo una casa a Orlando che affittiamo e questo mi ha dato la possibilità di rendermi conto in prima persona delle necessità e delle procedure che coinquilino e proprietario devono affrontare.

Raccontaci una tua giornata tipo e un'abitudine americana, se c'è, di cui non puoi più fare a meno

Una “giornata tipo” non c’è: ogni giorno è diverso, dipende dalle mail o richieste di vedere qualche proprietà, se c'è qualche seminario interessante in ufficio o presso l’associazione o se c’è una riunione. La cosa più importante per me e a cui faccio girare intorno gli altri impegni sono i 2 cuccioli di rat terrier, che tutti qui conoscono come i miei “bimbi pelosi”. La loro routine per me è sacra e cerco di rispettarla più che posso, portandoli fuori regolarmente 4 volte al giorno, anche se solo per qualche minuto.
L’abitudine americana alla quale mi sento davvero legata è la convenienza di avere sempre i negozi aperti con orario continuato anche fino alle 21-22, week-end compresi.

Miami è vista spesso come paradiso esotico dove passare le vacanze. Ma quali sono i pregi e i difetti del viverla quotidianamente?

Questa città è il sogno di tanti italiani ma, come dico sempre ai miei amici quando vengono a trovarmi, la Miami di ogni giorno è lontana da Ocean Drive e da quella spensieratezza. Uno dei problemi principali riguarda le strade, la viabilità e gli automobilisti: tanti residenti di Miami hanno macchine vecchissime, che perdono pezzi. Ma non è nulla a confronto con l’inesperienza di certi guidatori e l’ignoranza delle regole (tanti immigrati illegali non hanno nemmeno la patente!). La rete stradale poi non è in grado di gestire la mole di traffico e se ci si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato bisogna solo appellarsi a tutta la pazienza disponibile.
Passato lo scoglio traffico c’è il problema del parcheggio che, essendo una rarità, viene fatto pagare cifre da capogiro, compresi studi medici, ospedali e altri ambienti di prima necessità. Fortunatamente spostandosi un po’ a nord e uscendo dai confini di Miami-Dade questo problema si elimina da sè.
Un altro aspetto che di solito non si nota quando si soggiorna per poco è quello che chiamano “attitude”: in molti settori di servizio come ristoranti e negozi, ci si scontra con un atteggiamento di mancanza di rispetto per il prossimo, che confina con pura maleducazione. Tante volte mi ritrovo a pensare: “Ma perchè non lasci il tuo lavoro a qualcuno che saprebbe apprezzarlo di più?!"
Detto questo qui si vive bene e quasi tutto l'anno c'è un clima caraibico.
La stagione migliore, secondo me, è da novembre ad aprile, durante il nostro “inverno”: l’aria non è pesante di umidità anzi si può godere di una piacevole brezza, cosa che in estate, da giugno a settembre, rimane un miraggio.

In Florida si vive una sorta di bilinguismo, data la vicinanza al Sud America e a Cuba. Si parla di più l'inglese o lo spagnolo? Sono richieste entrambe sul posto di lavoro?

Il bilinguismo in tante parti degli USA è una normalità e un requisito per molti lavori, soprattutto se statali. Nello specifico qui a Miami è proprio una necessità perché ci sono persone che non parlano nemmeno una parola di inglese! Per noi italiani è positivo ma può trasformarsi anche in uno svantaggio: fortunatamente non è un grosso problema comunicare con chi parla solo spagnolo, ma poi capita di ritrovarsi dopo anni a parlare ancora un inglese scolastico perchè non è stato necessario praticarlo.

Come vengono viste la disoccupazione, la crisi, le tasse, che hanno messo in ginocchio l'Italia?

Qui non si parla quasi mai di economia italiana, se non per certe notizie di politica (leggi processo/i a Berlusconi) che vengono trasmesse più per scherno che per vero senso di preoccupazione per quello che sta succedendo. La situazione italiana qui viene generalizzata e unita al resto dell’Europa, piuttosto che analizzata come singolo Paese con problemi individuali.

Gli abitanti di Miami preferiscono comprare casa o vivere in affitto e spostarsi spesso?

Il sogno americano di possedere una casa con un bel giardino e la staccionata bianca è stato messo nel cassetto negli ultimi anni. Dopo il crollo dell’economia, in tanti si sono ritrovati con debiti insostenibili e la casa è stata il primo bene che la banca si è presa nel tentativo di recuperare i soldi dei mutui saltati. E poi, una volta risanato il debito, c'era un'attesa media di 5 anni prima di poter richiedere un nuovo prestito. Questo ha cambiato drasticamente il mercato immobiliare, costringendo tanti cittadini a ricorrere all’affitto, in attesa di tornare a galla con il proprio credito. Da qualche mese la FHA (Federal Housing Administration) ha cambiato questa regola e l’attesa si è abbassata a 1 anno. Non è detto che tutti gli istituti finanziari si adeguino, ma c'è comunque aria di cambiamento.

Quali sono secondo te i motivi principali che dovrebbero spingere un italiano a investire in un immobile a Miami?

Secondo me un acquisto immobiliare in questo momento, con tutti i mercati instabili, è una scelta quasi obbligata per chi vuole fare un investimento. Da sempre gli italiani sono innamorati degli Stati Uniti, e negli ultimi anni la Florida, forse anche grazie ai Vips che hanno casa qui, è diventata sempre più popolare.
Se devo dare un parere professionale, la scelta di Miami o più in generale degli USA, la vedo ottima per il vantaggio economico grazie al cambio Euro/Dollaro. Inoltre capita che i costruttori prediligano gli investitori esteri, più disposti a pagare cash e a trattare sul prezzo e sugli "extra" che la proprietà immobiliare offre.

di Giorgia Perbellini per LuxuryandTourism







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