mercoledì 22 gennaio 2014

Tasse:tra moglie-marito l'Imu mette il dito, più case di separati -a-realestate.it

Tra moglie e marito l'Imu mette il dito. Alla ricerca di un alleggerimento fiscale pro-famiglia sono sempre di più i coniugi che dichiarano di vivere in due diverse residenze, considerate come ''prima casa'' per 'ottimizzare' il carico tributario. E' un fenomeno non nuovo che però, complice anche la cancellazione dell'Imu sulla prima casa, è ora in decisa crescita. Tanto che il nodo arriva anche nelle aule parlamentari. 

''E' una patologia di sistema'', ha sostenuto il direttore dell'Agenzia delle Entrate nel corso dell'audizione alla commissione bicamerale sull'anagrafe tributaria, sollecitato dal senatore del Fi, Salvatore Sciascia, che nel passato è stato prima ufficiale della Guardia di Finanza, quindi direttore dei servizi fiscali del gruppo Fininvest. Befera ha sostenuto che quando c'è una separazione legale il Fisco ha le mani legate. Mentre invece, in assenza di questo atto, il Comune non dovrebbe attribuire una diversa residenza. ''Laddove lo scopriamo - ha spiegato - interveniamo. Nel passato era un caso raro, ora sta aumentando per ovvi motivi. E' una patologia fiscale''. Le famiglie realizzano così un modello fai-da-te di tassazione in favore della famiglia, anticipando il ''quoziente familiare'' del quale si parla molto per l'Irpef ma che poi, per i suoi costi, nessuno è riuscito a realizzare. Per il 'numero uno' dell'Agenzia delle Entrate è però incomprensibile il comportamento dei Comuni secondo i quali due coniugi sposati possano avere due diverse abitazioni principali. 

Questa scelta si trasforma in un boomerang per le casse comunali, con la riduzione di gettito che sarebbe dovuto arrivare dalla ''seconda casa''. Certo, l'uso dell'anagrafe come strumento di pianificazione fiscale non è nuovo. Nel passato Lef, l'associazione per l'equità e la legalità fiscale che si batte contro l'evasione, ha calcolato che ''finte separazioni'' consentono risparmi fino a 5.000 euro, fingendo di pagare il mantenimento. Ma ora, con l'arrivo del nuovo redditometro, potrebbe esserci qualche problema in più. I coniugi che abitano in due diverse ''prime case'' saranno considerati separatamente e quindi l'ammontare del reddito, diviso in due, potrebbe non essere sufficiente a spiegare il tenore di vita, facendo scattare l'accertamento. Nell'Italia dei furbetti il quoziente familiare fai-da-te non è l'unico fenomeno che erode il gettito fiscale. Il fisco, negli ultimi 15 anni - ha rivelato Befera - ha accumulato crediti non riscossi per 545 miliardi, dei quali solo il 5-6 per cento può essere riscosso. Il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate ha spiegato che molti di questi crediti fanno capo a contribuenti falliti, a persone decedute, a nullatenenti ma anche alle cosiddette 'cartiere', società che vengono aperte per emettere false fatture e poi fatte rapidamente sparire. Ecco allora che, assieme al contribuente, si dissolve anche la possibilità di recupero della somma dovuta.


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