giovedì 22 agosto 2013

Grecia: governo valuta ripresa espropri prime case La moratoria, in vigore dal 2009, scadrà a fine dicembre (ANSA)

(ANSA) - ATENE, 22 AGO - I criteri con cui le banche potranno espropriare e tornare in possesso dei beni immobiliari per i quali i loro clienti hanno smesso di pagare le rate di mutuo saranno quasi certamente al centro dell'incontro in programma oggi ad Atene fra il premier conservatore greco Antonis Samaras e il suo vice e ministro degli Esteri, il socialista Evanghelos Venizelos. Samaras nei giorni scorsi ha promesso che avrebbe studiato personalmente la delicata questione che ha già suscitato proteste e critiche nell'ambito della stessa coalizione di governo (Nea Dimokratia-Pasok) alla sola ipotesi di interrompere la moratoria sugli espropri in vigore dal 2009. Secondo fonti di stampa, tra le idee prese in considerazione dal governo vi sarebbe la possibilità di consentire alle banche di mettere all'asta circa 10mila proprietà immobiliari tra uffici e case per vacanze in modo da evitare - almeno per il momento - il problema politicamente spinoso degli espropri di prime case. Da mesi il governo di Atene è sotto pressione da parte della troika (Ue,Bce e Fmi) per riattivare le procedure per le riappropriazioni di case in quanto i creditori internazionali del Paese ritengono che mantenere in vigore la moratoria continui a distorcere il mercato immobiliare greco che in pochi anni ha perso oltre un quarto del proprio valore. Diversi ministri, dal canto loro, hanno ammesso di recente che la moratoria - la cui scadenza è fissata al prossimo 31 dicembre - non sarà rinnovata. L'ammissione, come prevedibile, ha innescato veementi reazioni contrarie non solo nei ranghi dell'opposizione ma anche fra numerosi deputati dei due partiti al governo. Fonti di stampa ritengono che Samaras potrebbe annunciare le proposte dell'esecutivo sulla questione ai primi di settembre durante il discorso d'inaugurazione della Fiera Internazionale di Salonicco che tradizionalmente è il palco da cui il governo presenta la propria politica economica per l'anno successivo. (ANSA).

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