domenica 18 agosto 2013

Imu: service tax e prima rata cancellata Il Tesoro cerca risorse per 2,4 miliardi per evitare il pagamento di settembre - corriere.it

ROMA - Il rompicapo dell'Imu ruota attorno alle coperture. Per ora l'unica disponibilità data dal ministero dell'Economia è sulle risorse per abolire la prima rata del 2013, quella che si doveva pagare a giugno e che è stata rinviata al 16 settembre. Col decreto che il governo approverà probabilmente nell'ultimo consiglio dei ministri di agosto si stabilirà, in un modo o nell'altro, che quella rata, appunto, non è più dovuta. Per fare questo l'Economia sta cercando una copertura di 2,4 miliardi, pari al mancato gettito della prima rata dell'Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli. Benché si tratti di una copertura una tantum, spiegano al Tesoro, i tecnici stanno faticando a trovarla, stando attenti a evitare aumenti delle entrate, altrimenti per i contribuenti sarebbe fin troppo facile concludere che mentre risparmiano da una parte pagano di più da un'altra. Insomma, una presa in giro. Ma la questione si complica maledettamente quando si passa a esaminare il destino della parte restante dell'Imu 2013 sulla prima casa e che cosa fare dal 2014, tenendo conto che il gettito annuo dell'imposta sull'abitazione principale è di circa 4 miliardi. 
DUE DOMANDE - In altri termini, le due domande che non hanno ancora una risposta sono:
1) Nel 2013 l'Imu sulla prima casa non si pagherà per nulla o solo per metà?
2) Dal 2014, quando l'Imu dovrebbe essere sostituita con una nuova imposta, sulla prima casa si pagherà ancora?
Le risposte non ci sono perché finora non è stato trovato un accordo nella maggioranza tra il Pdl, che chiede di abolire del tutto il prelievo sulla prima casa a partire da quest'anno, e il Pd, che propone una rimodulazione dell'imposta che esenterebbe dal pagamento i redditi medio bassi. Potrebbe essere una riunione della cabina di regia al massimo livello politico, probabilmente la prossima settimana a Palazzo Chigi, ad affrontare la questione. Ma ancora una volta decisivi saranno i costi della riforma. Non a caso, dall'Economia, il sottosegretario Pier Paolo Baretta avverte: «Se qualcuno pensa che si possa cancellare completamente l'Imu sulla prima casa nel 2013 e trascinarsi questa manovra nella riforma strutturale, allora deve dire come copre i 4 miliardi di mancato gettito per quest'anno e i 4 che servirebbero dal 2014 in poi». 
IPOTESI - Al Tesoro ritengono che questa sia un'ipotesi irrealistica e lavorano a soluzioni di compromesso sulla scia del dossier tecnico diffuso il 7 agosto che individua nove diverse vie d'uscita mettendone in risalto pregi e difetti. L'idea principale è quella della cosiddetta Service tax, una nuova imposta che, nella sostanza, metterebbe insieme l'Imu e la Tares cioè la rinnovata tassa sui rifiuti (più cara delle precedenti). Sarebbero poi i Comuni a decidere come modularla fino al punto, se vogliono, di non applicarla alla prima casa. Per fare questo sarebbero agevolati dal fatto che lo Stato, con la riforma, aumenterebbe di due miliardi l'anno i trasferimenti agli enti locali.
SERVICE TAX - Se la Service tax partisse quest'anno con un pagamento a dicembre, formalmente l'Imu sarebbe cancellata, ma non è detto che tutti i proprietari di prima casa non pagherebbero più nulla. Per loro, infatti, il 2013 si concluderebbe certamente col fatto di non aver pagato l'Imu mentre l'eventuale versamento della nuova imposta a dicembre dipenderebbe dalle decisioni del Comune dove si trova l'immobile. In questo schema servirebbe una copertura una tantum di 2 miliardi quest'anno e di 2 miliardi strutturale dal 2014, che dovrebbero essere trovati soprattutto sul versante della spending review, cioè con tagli della spesa improduttiva. Se invece la nuova tassa debuttasse l'anno prossimo, la copertura da trovare per quest'anno salirebbe a 4 miliardi. Decisamente troppi per il Tesoro, tenendo conto che bisognerebbe reperire anche le risorse per evitare l'aumento dell'Iva a ottobre (un miliardo), per rifinanziare la cassa integrazione in deroga e per tagliare il cuneo fiscale sul lavoro.

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